E' un personaggio che mi piace poco, come il marito Gioacchino Murat: erano entrambi, secondo me, ambiziosi e opportunisti. Eppure, nei sette anni che furono il re e la regina di Napoli, cambiarono il volto della mia città.
Per questo ho pensato di aprire un topic su Carolina Bonaparte, che fa il paio con quello del forum gemello su Gioacchino Murat (
http://sissiludwig.forumfree.net/?t=32951522).
Da wikipedia francese.
Maria Annunziata Carolina Bonapate nasce ad Aiaccio, il 25 marzo 1782, e muore a Firenze il 18 maggio 1839. Era la più piccola delle sorelle di Napoleone I, la penultima dei figli di Carlo Bonaparte e Letizia Ramolino. Durante la sua infanzia, per carenza di mezzi, ricevette un’educazione rudimentale in un convento di monache, e dovette lavorare, probabilmente, anche come sarta.
Nel giugno del 1797, Napoleone, impegnato nella campagna d’Italia, fece venire la sua famiglia nel castello di Mombello, presso Verona, dove Carolina assistette al matrimonio delle sorelle, Elisa e Paolina, che sposavano rispettivamente il capitano Felice Baciocchi e il generale Emanuel Leclerc. In questa circostanza, Carolina, quindicenne, fece la conoscenza di Gioacchino Murat, aiutante di campo di Napoleone, di cui si innamorò. Grande seduttore, sospettato di aver avuto una relazione con Giuseppina Beauharnais, (Napoleone l’aveva sposata solo l’anno prima), Murat non fu accettato all’inizio dal generale come pretendente alla mano di sua sorella.
Napoleone pensava comunque che l’educazione di Carolina era insufficiente, ed è per questo che la mandò nel collegio per ragazze di Madame Campan, a Saint Germain en Laye. Qui Carolina ebbe per compagne Ortensia Beauharnais; figlia di Giuseppina, e Stephanie, sua seconda cugina. Ortensia in particolare divenne sua amica. Alla fine della campagna d’Egitto, Napoleone invitò Carolina e Ortensia a un ricevimento che avrebbe dato per festeggiare la vittoria: Carolina vi incontrò di nuovo Murat, ma dovette subito ritornare in collegio.
I primi anni di matrimonioArriva il colpo di stato del 18 brumaio 1799 che proclamò Napoleone Primo Console. Murat si recò di persona da Madame Campan per dare la notizia a Carolina. Frattanto Napoleone, sempre restio all’idea di dare in moglie sua sorella a Murat, pensava piuttosto di farle sposare il generale Jean Victor Moreu. Ma questi era già fidanzato e Napoleone finì per dare il suo consenso a Murat.
Il 20 gennaio 1800 il matrimonio civile fu celebrato a Mortefontaine. La coppia si stabilì nell’Hotel de Brionne e qualche mese dopo Napoleone gli fece dono di una parte del dominio di Villiers.
Carolina era a fianco di Giuseppina quando l’attentato di rue Saint Nicaise, la vigilia di Natale del 1800, le mancò di poco. Carolina era incinta del suo primo figlio, Achille, ma la sua gravidanza non fu compromessa. Alla nascita di Achille, il 21 gennaio 1801, Murat era in Italia per l’armistizio di Foligno, ma non potè lasciare la Toscana, dove Napoleone gli ordinò di restare.
In aprile Carolina fu autorizzata a raggiungere suo marito a Firenze. Poco dopo Murat fu nominato
Generale in capo delle armate della Repubblica Cisalpina, e fu incaricato di preparare l’arrivo dei sovrani del neonato regno d’Etruria, Ludovico e Maria Luisa di Borbone, che lasciavano Parma, e che furono accolti a Palazzo Vecchio di Firenze.
Inviati in seguito a Milano, Carolina e suo marito ritornarono a Parigi per la nascita del loro secondo figlio, Letizia. Qui si sposarono in chiesa, il 4 gennaio 1802, contemporaneamente a Luigi Bonaparte e Eugenia Beauharnais.
Tra il 1802 e l’estate del 1803, Carolina soggiornò alternativamente a Parigi e a Milano, dove ricevette molte personalità di Francia e d’Italia, organizzando per loro pranzi e spettacoli. Ritornò stabilmente a Parigi quando Murat fu nominato da Napoleone
Governatore di Parigi e comandante della prima divisione militare.
Granduchessa di BergIl 18 maggio 1804, alla proclamazione dell’Impero, i fratelli di Napoleone presero il titolo di principi imperiali, ma niente di particolare era previsto per le sorelle. Gelosa di vedere le cognate portare il titolo di principesse imperiali, Carolina affrontò Napoleone di petto, che finì così per cedere e conferì anche a Carolina, Paolina ed Elisa il titolo di altezze imperiali.
33. Napoleon Louis Charles, primogenito di Luigi Bonaparte; 34. Julie Clary, moglie di Giuseppe Bonaparte; 35. Ortensia Beauharnais, moglie di Luigi Bonaparte; 36. Elisa; 37. Paolina; 38. Carolina.
Quello stesso anno i Murat acquistarono da Talleyrand il castello di Neuilly, che fecero ristrutturare e ampliare e dove organizzavano feste sontuose, come quella per l'incoronazione di Napoleone re d'Italia.
Chateau de Neuilly, presso Parigi.
Francois Gerard - Carolina nel giardino di Neuilly. Nel castello dimorò anche la soella Paolina. Dopo la Restaurazione il castello verrà acquistato da Luigi Filippo d'Orleans e diverrà la residenza preferita della famiglia (fino alla Rivoluzione del 1848, quando fu incendiato e quasi completamente distrutto).
Solo l'anno dopo, alla nascita di sua figlia Louise, Carolina ricevette dal fratello il permesso e il denaro per acquistare
l’Eliseo. Assieme a suo marito fece restaurare anche questo palazzo che era in cattivo stato e lo arricchì di opere d’arte.
Francois Gerard - Carolina Bonaparte discende lo scalone d'onore dell'Eliseo.
Quando l’ Imperatore parte alla conquista dell’Europa, Murat, nel novembre 1805 entra vittorioso a Vienna. Carolina lo raggiunge poco tempo dopo. Assiste al matrimonio di Eugenio Beauharnais con Amalia di Baviera , figlia del Grande Elettore (futuro re) Massimiliano Giuseppe.
All’inizio dell’anno 1806, Napoleone distribuisce terre e titoli ai suoi parenti e pensa all’inizio di attribuire a Carolina il principato di Nechateul, ma lei non accetta un territorio che considera troppo piccolo. Allora Napoleone gli concede il Granducato di Berg, tra la Francia e la Prussia, destinato a servire da barriera in caso di conflitto. Murat vi si reca subito, ma Carolina resta a Parigi: apre i suoi saloni del’Eliseo per invitare persone di potere e dare feste sontuose. Sperando di ottenere la designazione di suo marito a re di Polonia, riceve la nobiltà polacca, ma invano.
All’inizio del 1808, Napoleone ordina a Murat di comandare le sue truppe in Spagna. Rimasta a Parigi, Carolina comincia a sperare di ottenere titoli spagnoli come ricompensa, ma Napoleone consegna la Spagna a suo fratello Giuseppe. Quanto a Murat, gli fu dato di scegliere tra il Portogallo e il regno di Napoli, egli scelse la corona di Napoli.
Louis Ducis - Napoleone con i nipoti, tra cui i figli di Carolina, sul terrazzo del castello di Saint Clou.
Elisabeth Vigée Le Brun - Carolina Bonaparte e la figlia Letizia nel 1807.
Regina di NapoliIl 15 giugno 1808, il trattato di Bayonne conferiva il regno di Napoli ai Murat; tra l’altro l’articolo 3 precisava:
« Se Sua Altezza Imperiale la principessa Carolina sopravvive al suo augusto sposo, ella resterà regina delle due Sicilie»
Un altra clausola del trattato precisava che, in contropartita del reame di Napoli, la coppia doveva fare dono a Napoleone di tutti i beni che possedeva in Francia. Intanto Carolina fece imballare e trasportare a Napoli parte dei mobili e delle opere d’arte dell’Eliseo, mentre suo fratello Giuseppe, il precedente re di Napoli, aveva prelevato somme ingenti dai conti dello Stato e svuotato dei suoi mobili il palazzo reale lasciando Napoli.
Durante una buona parte del regno, l’intesa tra i due coniugi non fu buona, perchè Murat era frustrato dal fatto di dovere i suoi titoli alla moglie e sospettava che lei comunque favorisse il fratello. Per questo le diede poco spazio politico.
Carolina allora prese ad occuparsi della decorazione e dell’arredamento delle sue redidenze, in particolare Palazzo reale, dove rinnovò il mobilio e i giardini. Si interessò anche di ricerche archeologiche negli scavi di Pompei, dove suggerì di ricostruire e riammobiliare una delle case dell’antica città romana. Alcuni dei mobili che ordinò per i suoi palazzi erano di ispirazione romana; uno dei suoi tavoli ingloba un autentico mosaico proveniente da Ercolano, rappresentante la Gorgone.
Giuseppe Cammarano - Carolina, regina di Napoli, indossa il tradizionale costume campano.
Carolina prende comunque decisioni importanti in campo economico, contribuendo a sviluppare il settore manufatturiero: fa rimodernare le attrezzature delle fabbriche, in particolare quelle dei produttori di seta, per i quali istituisce corsi di formazione per gli operai e piantagioni di gelsi selezionati. Aiuta anche i filatori di cotone e i produttori di ornamenti in corallo.
Dedica altresì la sua attenzione all’educazione delle fanciulle napoletane. Ispirandosi all’Istituto Elisa creato dalla sorella, fonda nel 1808 un pensionato per ragazze nell’edificio del convento di Santa Maria della Provvidenza, chiamato « Educandato dei Miracoli». Analogamente fa e rinnovare le strutture già esistenti, come la Casa Carolina di Aversa fondata da suo fratello Giuseppe.
Ma Carolina importa e favorisce anche le arti francesi a Napoli, in particolare la moda, la cucina e il teatro.
I gioielli di Carolina li abbiamo visti in
#entry312539928Appena arrivata a Napoli, si fa ritrarre con i figli dal pittore agiografico per eccellenza, il solito
Francois Gerard (
#entry274442053).
Ma apprezza molto anche il
Jean Baptiste Dominique Ingres, del quale acquistò, il quadro «La dormeuse» e al quale commissionò «La grande Odalisca».
Il pittore francese la effigiò in un ritratto nel Palazzo Reale di Napoli, sullo sfondo del Vesuvio
J.B.D. Ingres - Caroline Murat, regina di Napoli.
I primi dissapori con NapoleoneIl 5 dicembre 1809, Murat e Caroline, rientrati a Parigi, assistettero al divorzio di Napoleone e Giuseppina. Poco tempo dopo, Napoleone reclamò la contropartita del trattato di Bayonne e Carolina dovette intercedere in favore del marito. Quando Napoleone decise di sposare Maria Luisa d’Austria, Carolina fu incaricata di preparare il corredo matrimoniale e poi di scortare Maria Luisa da Monaco a Parigi.
Il 18 dicembre del 1810 Murat diresse una spedizione in Sicilia che si rivelò un fallimento, il che riacutizzò la tensione tra lui e Napoleone. Il 20 marzo 1811, per la nascita di Napoleone II, Murat si recò alle Tuileries, ma ricevette una fredda accoglienza da parte di Napoleone, che si rifiutò di ritirare le truppe francesi che stazionavano a Napoli. Caroline, frattanto scelta come madrina del principe, non si recò in Francia; credendo che il fratello volesse portarle via il il regno di Napoli, così dichiarò: «Giacchè vuole riprendersi la corona, preferisco ricevere questo affronto a Napoli piuttosto che a Parigi». Ortensia Beauharnais fu nominata madrina per procura.
Il 14 giugno 1811, ritenendo che stesse verificandosi una crescita del «partito francese» a Napoli, decretò che tutti i cittadini stranieri che occupavano incarichi civili dovevano chiedere la naturalizzazione o rinunciare ai loro incarichi; la misura riguardava soprattutto i francesi che erano numerosi a Napoli. Napoleone reagì violentemente, ricordando che tutti i cittadini francesi dovevano essere egualmente considerati come cittadini del regno di Napoli.
Il 17 agosto, il conte di Daure, amico di Carolina, fu privato delle sue funzioni di ministro e riferì il comportamento di Murat a Napoleone, che fece arrestare alcuni consiglieri di Murat, non senza avergli prima ricordato il suo ruolo di vassallo dell’Impero. Carolina allora fu inviata in Francia per placare la collera di Napoleone.
Nell'aprile 1812 Murat fu chiamato a combattere a fianco di Napoleone in Russia e la reggenza di Napoli fu affidata a Carolina, malgrado la reticenza di Murat. Alla fine dell’epica ritirata da Mosca (ottobre-dicembre 1812) che segnò l’inizio della fine dell’avventura napoleonica, l’Imperatore tornò in Francia perchè aveva avuto notizia di un colpo di stato e lasciò al cognato il comando generale. Ma Murat si ammalò e, affidato il comando a Eugenio Beauharnais, rientrò a Napoli, soprattutto per salvare il suo regno. Qui giunto, disapprovò gran parte delle decisioni prese da Carolina durante la reggenza.
L'alleanza con l'AustriaI primi negoziati di alleanza con l’Austria furono fatti da Murat all’insaputa di Carolina. Nel marzo 1813, inviò a Vienna un agente che fu ricevuto da Clemente Metternich.Il suo principale scopo era quello di conservare il regno di Napoli. Sempre più in freddo con Napoleone, Murat si indignò ugualmente quando l’Imperatore affidò, all’inizio del mese di giugno 1813, il comando delle armate in Italia al vicerè Eugenio Beauharnais e non a lui. Fu allora che mise al corrente Carolina dei suoi negoziati con l’Austria.
Nell’agosto del 1813, Murat fu invitato da Napoleone, che aveva riorganizzato il suo esercito, a raggiungerlo a Dresda, e Carolina fu nominata reggente in sua assenza. A questo punto, Metternich e i suoi rappresentanti la rassicurò che se Napoli fosse entrata nella coalizione contro la Francia, tutti i membri della coalizione avrebbero riconosciuto il regno e i suoi sovrani. Al fine di conservare il regno e, sempre più dubitando dei disegni di Napoleone, Carolina accettò l’alleanza con l’Austria. Rientrato a Napoli, dopo la sconfitta di Lipsia (16-19 ottobre 1813), anche Murat accettò di entrare nella coalizione! Nella notte tra il 7 e l’8 gennaio 1814, l’accordo con l’Austria fu sottoscritto: Murat prometteva un’armata di 30.000 uomini per combattere a fianco degli alleati, a condizione di non dover invadere il suolo francese, e, in cambio l’Austria gli garantiva il regno di Napoli. Murat lasciò Napoli con la sua armata e Carolina fu di nuovo reggente. Ma gli Inglesi subito si rivelarono una minaccia per i piani di Murat, giacchè essi non avevano ratificato l’accordo austro-napoletano e non lo riconoscevano come re. Intanto, Carolina rinviò in Francia tutti gli ufficiali e gli agenti fancesi e troncò le comunicazioni tra il regno di Napoli e la Francia.
Il 29 marzo 1814, dopo l’abdicazione di Napoleone, Murat rientrò a Napoli. Lui e Carolina rifiutarono ogni aiuto a Napoleone esiliato all’Elba. Pur tuttavia accolsero la sorella Paolina a Napoli, che continuava a comunicare con il fratello, senza però l’avallo ufficiale dei sovrani di Napoli.
Seguì un periodo di relativa tranquillità a Napoli: gli alleati, che celebravano il congresso di Vienna, cominciato il 1° giugno 1814 per procedre alla spartizione dell’Europa, intendevano assegnare l’Italia ai Borboni, ma preferirono, almeno per il momento, lasciare provvisoriamente Napoli a Murat. Gli inglesi, invece, non riconoscevano alcuna alleanza con il sovrano di Napoli.
Destituzione ed esilioLa sera del 26 febbraio 1815, Napoleone evase dall’Elba. Murat fece un altro voltafaccia: decise di riunirsi a lui, sperando di liberare l’Italia per divenirne il re. Carolina tentò di dissuaderlo, invano. Murat lasciò Napoli il 17 marzo 1815.
Di fronte a questa rottura dell’alleanza, appena un anno dopo, Metternich chiede a Carolina di lasciare Napoli. Carolina rifiuta. Fece partire da Napoli solo sua madre, suo zio, il cardinale Fesch, e suo fratello Jerome. Ma gli Inglesi le ordinano di lasciare Napoli e le mettono a disposizione la nave inglese Tremendous per portarla in Francia con la famiglia e il seguito. A maggio Murat, sconfitto dagli austriaci a Tolentino, riuscì a venire a Napoli per qualche giorno, poi ripartì per rifugiarsi in Puglia e poi in Corsica.
Il 22 maggio 1815 Carolina fu dichiarata prigioniera dell’Austria, imbarcata con i suoi figli sulla nave inglese e, poichè l’ammiraglio inglese Esmouth si rifiutò di condurla in Francia, condotta a Trieste. Lì fu provvisoriamente sistemata a Palazzo Romano, ma la sua presenza a Trieste fu presto giudicata indesiderabile dagli Austriaci. Sicchè ella ripartì e si stabilì nel castello di Haimborg, presso Vienna. Malgrado le proteste austriache, vi restò e prese il nome di contessa di Lipona (anagramma di Napoli).
Il 7 giugno 1815 Ferdinando IV di Borbone, sette anni dopo la parentesi murattiana, quasi dieci a partire dalla sua detronizzazione e la fuga in Sicilia, rientrava a Napoli e si proclamava Ferdinando I delle due Sicilie.
A ottobre Murat, che aveva tentato un’incursione via mare, ma era rimasto vittima di un naufragio, fu catturato in Calabria dai soldati borbonici, processato e fucilato a Pizzo Calabro.
Nel 1817 Carolina si installò nel castello di Frohsdorf. Visse lì assieme a poche persone, perchè anche sua sorella Paolna e suo fratello Jerome si erano distaccati da lei. Jerome scriveva alla sorella maggiore Elisa: «Io non spero niente da Carolina: loro sono antifrancesi e antifamiglia», poi: « La nostra posizione nei rapporti con Carolina è un inferno, non riesco più a reggerla». In più, i due figli di Carolina, Achille e Lucien non vedendo alcun avvenire nella loro vita di esiliati in Austria, decisero di emigrare negli Stati Uniti. Achille partì per primo nel 1822, Lucien lo seguì due anni dopo.
Nel 1824 ottene il permesso di stabilirsi di nuovo a Trieste, col divieto, però, di addentrarsi nella penisola. Nel 1830, Louis Philippe, accordò a Carolina il diritto di fare qualche soggiorno in Francia, e, nel 1831, ottenne il permesso di stabilirsi a Firenze, a palazzo Griffoni. Vi morì il 1 maggio 1839, all’età di 57 anni.
I figli di Carolina e Gioacchino Murat• Achille, nato il 21 gennaio 1801 a Parigi. Sposò Catherine Dudley a Washington nel 1826; morì in Florida il 15 avril 1847, senza discendenza.
• Letizia (Maria Letizia Joséphine), nata il 26 aprile 1802 a Parigi. Sposò il marchese italiano Guido Taddeo Pepoli.
• Lucien, nato il 16 mai 1803 à Milano. Sposò Carolina-Georgina Frazer negli Stati Uniti. E’ l’antenato dei Murat viventi a tutt’oggi.
• Louise, nata il 22 marzo 1805 a Parigi. Sposò il conte italiano Giulio Rasponi. Scrisse un libro,
Souvenirs d'enfance, che racconta la vita di famiglia dei Murat a Napoli.
Benjamin Rolland - Achille e Letizia Murat -
Palazzo reale, Caserta.
Benjamin Rolland - Lucien e Louise Murat -
Palazzo reale, Caserta.Edited by elena45 - 5/12/2014, 10:39