| La sera del 9 maggio nel momento in cui le principesse erano raccolte in preghiera ai piedi dei loro letti,e già spogliate sentirono bussare,con forti e replicanti colpi, alle porte delle loro stanze. Elisabetta fu pronta a vestirsi e aprire. “Discendi per un istante cittadina”, dissero i carcerieri. “ E mia nipote?” chiese ansiosa la carcerata. Risposero: “Di quella ci occuperemo piu tardi”. Elisabetta intui’ la sua sorte, e si precipitò nella stanza della nipote per abbracciarla, e piangendo volle ancora infonderle coraggio”tranquillizzati figliuola, scendo per un istante etorno subito da te”. Madame Royale singhiozzava scossa dai tremiti. “No cittadina - rispose bruscamente uno dei carcerieri -"non risalirai ,metti subito la tua cuffia e discendi” E poichè essa, in preda alla commozione e confusa, si attardava, coloro insistettero, sempre piu aspri e imperiosi. I saluti ultimi ebbero l’effusione di una partenza che si supponeva già senza ritorno. Elisabetta fece alla giovinetta le sue ultime raccomandazioni, rievocando, per dar maggiore autorità alle sue parole , la memoria del re e della regina; e sulla soglia impartì la sua estrema benedizione alla nipote. Al piano di sotto stavano i Commissari che la perquisirono e la condussero alla Conciergerie. Era mezzanotte e in quell’ora cosi tarda si iniziò alla cancelleria l’interrogatorio all accusata, che riproduciamo, quasi integralmente perché è un documento aderente alla realtà e notevole per le risposte pronte e nobili della principessa. “Oggi 20 floreale,anno II della repubblica Francese, una e indivisibile, noi Gabriel Delige’, vice presidente del tribunale rivoluzionario , in presenza di Antonio Quintino Fouquier Tinville, pubblico accusatore, abbiamo fatto tradurre in queste carceri la qui in margine nominata,alla quale abbiamo, come premessa, chiesto il nome,il soprannome, età condizione, paese e domicilio. Rispose “Mi chiamo Elisabetta Maria Capeto, sorella di Luigi Capeto;ho 29 anni e sonmo nata a Versailles” D :” Avete cospirato con l’ultimo tiranno contro la sicurezza della nazione e contro la libertà del popolo francese? R “ Non so a chi date questo titolo di tiranno, xchè mio fratello ha sempre desiderato e voluto il benessere e la felicità del popolo francese” D “Avete scambiato una corrispondenza con i nemici interni della repubblica e particolarmente con i fratelli vostri e del defunto Capeto,facendo pervenire loro soccorsi, sotto forma di ingenti somme di denaro? R “iO nn ho conosciuto che amici della francia e dei francesi; e dall agosto del 1792 non ebbi più alcuna notizia dei miei fratelli” D “Avete inviato loro diamanti di vostra proprietà?” R “ No , mai D “Vi facciamo osservare che la vostra dichiarazione non corrisponde al vero per cio’ che riguarda i diamanti.E’un fatto notorio che voi avete fatto vendere , per mezzo di speciali incaricati, questi gioielli in Olanda , e in altri paesi stranieri;il denaro ricavato fù poi consegnato ai vostri fratelli per fomentare e rinvigorire la loro ribellione contro la repubblica. R “ Ciò non è vero. D” Vi dobbiamo ancora contestare che nel processo che ebbe luogo nel novembre del 1792 a proposito del preteso furto dei vostri diamanti è stato provato che tutto l’intrigo ebbe semplicemente uno scopo:aiutare, con il denaro che si ricavava, il’opera perfida e antipatriottica dei vostri fratelli. R “Non so nulla del furto che voi dite; in quell’epoca io ero già rinchiusa al Tempio da parecchi mesi al Tempio” D : Non sapete che il viaggio di vostro fratello Luigi e di sua moglie a Saint Cloud, fosse architettato per cogliere l’occasione di uscire dalla Francia? R”Di questo viaggio progettato so questo soltanto:egli veramente non stava bene e i medici gli avevano consigliato di cambiare aria” D”Eppure risulta che voi e Maria Antonietta avete spinto e sollecitato il Capeto a questo viaggio” R: No , io in quell occasione non feci e non dissi nulla D”E il viaggio di Varennes nella notte fra il 20 e il 21 giugno 1791 , non fu sollecitato da voi e Da Maria Antonietta? R” Ho saputo solo nella notte del 20 giugno che tutti dovevamo partire e quindi mi sono conformata obbediente agli ordini di mio fratello” L e domande piovono a raffica D” che cosa avete fatto nella notte tra dall’8 al 9 agosto 1792?Risulta che voi in compagnia Di Maria Antonietta avete incitato alla resistenza e al massacro del popolo, recandovi nella sala degli svizzeri,facendo bere quei mercenari e persino preparando con le vostre mani, i cartocci della polvere. R “Persisto nel mio dinego, non so nulla di quanto state dicendo”
Ad accuse cosi vaghe e derisorio le risposte furono sdegnose. La prima domanda dell’interrogatorio avrebbe avuto secondo Lamrtine , nella sua integrità questa risposta “ Chiamate mio fratello tiranno ma se egli fosse stato tale, vio non sareste qui, né io in vostra presenza quale accusata” Elisabetta fu condotta in carcere, e ,come afferma qualche storico, nella stessa camera che alla Conciergerie aveva occupato Maria Antonietta. Comparve davanti al tribunale rivoluzionario il giorno seguente,10 maggio, insieme ad un gruppo di 25 accusati, di tutte le età e di tutte le condizioni sociali. Si era scelto come avvocato difensore Chauveau Legard che aveva anche patrocinato la regina in tribunale. Costui scrive nelle sue note storiche “MI recai alla Concergerie per parlare con lei sull atto d’accusa, ma non mi si permise assolutamente di poterla vedere.Foquier Tinville ebbe la perfidia di ingannarmi, assicurandomi che non sarebbe stata giudicata subito. Quale fu la mia sorpresa, il giorno seguente, quando entrato nell’aula del tribunale vidi,la principessa seduta nei banchi piu alti dove l’avevano collocata per metterla piu in vista” Non si ebbero quasi testimoni all’udienza, vi era un’assoluta mancanza di prove solo un accusa vaga e vile per uccidere la principessa con i suoi sventurati compagni. Ad esempio: Il presidente domanda “L’accusata Elisabetta Capeto che nega x partito preso ogni particolare della sua imputazione,può dire, in buona fede di non aver instillato nel piccolo Capeto la speranza di succedere al trono del padre,contribuendo a rafforzare in lui l’idea di una rivincita e di una futura tirannia? R “Parlavo,come zia, familiarmente a quel piccolo sventurato,che mi è tanto caro. Volevo cosi, consolarlo d’aver perduto i suoi genitori” Ecco un brano della requisitoria feroce del pubblico accusatore (lo riassumo perché è troppo lungo): Elisabetta ha preso parte a tutte le trame,a tutti i complotti contro la patria premeditata dai suoi infami fratelli, dalla impudica e scellerata Maria Antonietta. Essa come il fratello e la cognata ha incoraggiato gli assassini del popolo. Costei ha perfidamente premeditato il massacro dei cittadini di Parigi ,nell’immortale e gloriosa giornata del 10agosto. Nella notte precedente l’accusata vegliò nella speranza di presiedere al macello,preparando perfino le armi del fraticidio (……..)Infine dopo che fu schiacciato il piu infame dei tiranni che abbia disonorato la natura umana, costi tentò ostinatamente la riscossa,prodigando insieme con Maria Antonietta, postumi omaggi della regalità, e i pretesi onori del trono,al figlio di Luigi Capeto….
Brevissima fu la difesa dell’avvocato Chaveau Lagarde:fece notare come non si fossd raggiunto alcun argomento legale di prova, e come le risposte di Elisabetta dimostrassero non la colpevolezza, ma la bontà del suo cuore , l’eroismo, l’amor fraterno,l’amicizia per cui anche in altri tempi a Corte,essa non si sarebbe certamente potuta chiamare nemica del popolo francese….Il presidente a questo punto,interruppe minaccioso ammonendo l’avvocato di “ non offendere e corrompere la pubblica opinione. I giurati condannarono tutti gli accusati a morte.La principessa ascoltò la lettura della sentenza senza dimostrare né meraviglia, né timore. Rientrata in carcere rimase a lungo assorta in preghiere,e si disse spiacente soltanto che un prete ligio alla sua fede non potesse sanzionare il perdono che invocava da Dio Alcune ore prima del supplizio,condotta nel camerone dei condannati, rivolse parole di conforto e d’incoraggiamento alle sue infelici compagne. Con commovente e delicata premura si occupò della toeletta funebre di ciascuna di esse, e il suo ultimo pensiero fu uno scrupolo di pudore:con una giovane,che con lei doveva salire sulla funebre carretta, divise un suo fazzoletto di seta. Volle acconciarle,con cura materna,l’indumento intorno alle spalle,perché la castità non fosse offesa nemmeno nella morte. Poi si tagliò i suoi lunghi e biondi capelli che caddero ai piedi come fiori recisi della giovinezza.Le ciocche furono divise fra i presenti, gli esecutori e le stesse compagne di sventura, che le tennero come sante reliquie in quel loro grande viaggio. La principessa era attorniata dalle sue compagne di sventura,alcune delle quali rappresentavano una parte eletta della nobiltà francese,per i nomi vecchi ed illustri, tanto che Fouquier al momento della condanna aveva esclamato con funebre ed atroce ironia “La sorella di Capeto deve essere soddisfatta!può credersi ancora alla corte di Versailles, perché và alla ghigliottina circondata da una fedelissima schiera aristocratica!” Si fece l’ultima chiamata., i carretti del boia, “le bare dei vivi” attendevano davanti alla Conciergerie.. Le condannate vi salirono,sostenute dagli aiutanti di Sanson, tutte con le mani legate dietro la schiena. Madama Elisabetta era da un lato, con le signore di Sènozans e di Crussol. Gli sguardi dei numerosi spettatori,che gremivano tutte le vie e le piazze, si rivolsero a lei,pallida e come raccolta in continua preghiera. Quando il corte della morte giunse nei pressi del Ponte Nuovo,la cuffia bianca, per i rimbalzi del rude veicolo, le cadde e fu raccolta dal carnefice, che fece atto di riporgliela. Essa scosse la testa, e non volle. Cosi scoperta giunse finoa a piazza della Rivoluzione, mostrando, dice un testimone oculare tutta la sua modestia e la sua pia serenità. Il popolo,che si era adunato per insultarla, rimase silenzioso al suo passaggio,la bellezza della sorella del re, santificata dalla serenità,dalla pace interna,la sua ben nota innocenza in tutti i disordini che avevano screditato, avvilito e resa impopolare la corte,la sua giovinezza sacrificata all’amore del re,dei nopiti,della regina,faceva veramente di lei la piu compianta e la piu pura delle vittime della monarchia.Vi fu uno dei presenti, il medico Dacy, che giunto a casa, tutto sconvolto,disse piangendo alla moglie “Ho visto un angelo che andava al patibolo!” La principessa discese per prima, e rivolgendo la schiena alla ghigliottina sedette su una delle panche che erano sempre li apprestate. Di tanto in tanto alzava gli occhi al cielo,o guardava i compagni con un sorriso angelico,come per infonder loro coraggio nel grande strazio di quei minuti d’attesa. I suoi compagni pareva che la venerassero prima che salisse in Cielo. Fieri di morire con quell’innocente, le domandarono l’onore e la consolazione di poterla abbracciare, e gli esecutori non osarono rifiutare alle donne quello che pur avevano negato A Herault e Danton, quando quest’ultimo con un’invettiva aveva gridato rivolto al boia “Imbecille,tu non puoi impedire che fra un istante le nostre teste si bacino nel paniere!” Fu la marchesa di Crussol che ebbe la precedenza.Questa signora 64enne si alzò, e inchinandosi baciò e abbracciò l’augusta moritura. Man mano che lo schianto cupo della lama caduta annunciava una decapitazione condannate, una ad una , si alzavano per tributare e ricevere quell’abbraccio ultimo dell’agonia. Dopo le donne ,gli uomini si inchinarono riverenti ,mentre la principessa recitava il “De profundis” , per quelli che erano trapassati. Ultima salì la scaletta,e con passo cosi sicuro e rapido, che benchè legata,il carnefice non dovette sostenerla. Nell’istante in cui fu spinta sull’asse di leva, il fazzoletto che aveva al collo cadde, e si vide una catenella d’oro e una medaglia della Madonna. Il grido di “viva la repubblica” rispose all ultimo colpo. Le misere salme ,scaricate al cimitero della Madeleine , dopo che furono tolti gli indumenti, vennero fatte precipitare in un’enorme fossa comune,in un tale cumulo di cadaveri che fu impossibile,durante le esumazioni ordinate da Luigi XVIII , identificare i resti della principessa, che pur piansero tanti cuori gentili.
Edited by yolande84 - 22/10/2012, 13:18
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