Isabella nasce il 17 maggio 1474 da Ercole I d'Este, duca di Ferrara, ed Eleonora, figlia di Ferdinando I d'Aragona, re di Napoli.
Rivela prestissimo un'intelligenza straordinaria, esaltata dagli insegnamenti di Jacopo Gallino, Battista Pio, Nicolò Cosmico e Battista Guarino.
Le viene fornita un' educazione di grande impronta culturale, come testimoniano le sue copiose corrispondenze dalla città di Mantova.
"
Nec spe nec metu" ("Né con speranza né con timore") fu il suo motto.
A 16 anni, Isabella va sposa al marchese di Mantova e subito sceglie di continuare la tradizione della famiglia d'origine, trasformando la corte in uno splendido centro della vita letteraria ed artistica del tempo. Possiede grande vitalità ed intelligenza; ha gusto, cultura e un particolare talento per la diplomazia.
Riuscirà non soltanto a governare a lungo con saggezza, ma anche a mediare, destreggiandosi sapientemente nel turbinio altalenante delle alleanze politiche e di parentela, tra scontri e belligeranze, tenendo a bada gli appetiti del papa, dei principi e, non da ultimo, del cognato Cesare Borgia.
Al marito - che la ferisce con i suoi numerosi tradimenti e che negli ultimi anni si ammala di sifilide- rimane sempre fedele e con lui ha 9 figli.
Il marito, Francesco II Gonzaga, IV marchese di Mantova.
Coltiva amicizie importanti ed intrattiene una fitta corrispondenza con studiosi, politici, poeti e pittori; molti sono suoi ospiti a corte o la informano da lontano sulle ultime novità in fatto di arte e scienze.
Poeti e musicisti famosi sono di casa alla sua corte a Mantova : l'autore del "
Cortegiano" è suo ambasciatore presso Leone X; Ariosto le recita i versi dell' "
Orlando Furioso"; Matteo Brandello si rivolge a lei come la più nobile fra le donne e per il Correggio è addirittura "
prima donna del mondo".
Ama la musica e naturalmente suona il liuto nonchè il clavicordo.
Lavorano per lei pittori quali il Mantegna, Tiziano e Leonardo. Quest'ultimo la ritrae in uno schizzo preparatorio oggi conservato al Louvre.
Appassionata collezionista d'arte che pratica con "
il discernimento dell'erudito e il gusto dell'intenditore"; spesso i costi gravano sui sudditi e sul bilancio del piccolo stato e i debiti devo essere ripianati impegnando abiti e gioielli preziosi.
Isabella spende inoltre enormi cifre per le sue mise e per i gioielli, tanto da diventare il riferimento dell'intero mondo occidentale per la moda, il galateo, la cosmesi e la bellezza in genere. Persino i re chiedevano ai loro ambasciatori di copiare i vestiti e le gioie di Isabella - per altro alcuni motivi ornamentali per le sue vesti erano disegnate da artisti del calibro di Leonardo.
Ma fu anche abile ed accorta politica, reggendo lo Stato durante le numerose assenze del marito con piglio ineguagliabile, specialmente nel delicatissimo periodo della prigionia del marito a Venezia, ma anche dopo, ottenendo ad esempio la porpora cardinalizia per il figlio Ercole, ricercando la dignità ducale per Federico insomma, sotto l'aspetto bello e femminile si nascondeva un cuore impavido, incapace di fermarsi di fronte agli ostacoli. E d'altra parte lei stessa scriveva: "
Etiam nel nostro sesso si ritrovano animi virili".
Rimasta vedova nel 1519, la marchesa si spense vent'anni più tardi, il 13 febbraio 1539. Fu sepolta nella Chiesa di Santa Paola a Mantova.
Facendo una ricerca genealogica ho scoperto che la cognata di Isabella, Chiara Gonzaga è un'antenata per parte paterna di Maria Antonietta.