GLI ESTE OTTENGONO FERRARA DALLA CHIESA - NASCITA DELLA SIGNORIA
La città era entrata nel patrimonio della Chiesa per le donazioni di Pipino il Breve e di Carlo Magno, re dei franchi. Prima feudo degli Attoni poi di Matilde di Canossa, ottenne gradatamente la libertà comunale; fu presa e persa più volte in una estenuante lotta tra i Ghibellini e i Guelfi.
Gli Este, che appartenevano alla fazione Guelfa , si ersero a difensori della città per il pontefice. E fu per questo che in modo graduale, ne ottennero nel corso degli anni la Signoria incontrastata: Ferrara legò il proprio destino a quello della famiglia d’Este a partire dal 1209. Essendo Ferrara un feudo papale, gli Este divennero all’inizio vicari papali.
Papa Urbano IV nel 1264 riconobbe Obizzo II d’Este quale Signore incontrastato della città. Anche Modena e Regfgio Emilia furono incluse nei possedimenti Estensi.
OBIZZO II D’Este (1247-1293)
… ma chi era costui?
Obizzo II era il frutto della relazione del rampollo del casato (Rinaldo), con una lavandaia napoletana.
Succedette al nonno Azzo VII poiché suo padre Rinaldo morì prima del padre, e fu proclamato signore a vita di Ferrara nel 1264. Con la sua acclamazione si concludeva il periodo feudale a Ferrara e iniziava ufficialmente la Signoria.
Obizzo II sposò prima Giacoma Fieschi da Genova (1247-1287, nipote del Papa Adriano V), poi Costanza Della Scala (1263-1306), nobildonna veronese.
Ebbe i seguenti figli, tutti dalla prima moglie: Azzo, Aldobrandino, Francesco, Beatrice (che andò in sposa a Nino Visconti, duca di Milano), Costanza. Alla sua morte, avvenuta forse per mano del figlio Azzo nel 1293, si ebbero conflitti per la successione non avendo Obizzo indicato il suo erede.
I figli Azzo e Francesco per prima cosa scacciarono da Ferrara la sua seconda moglie, Costanza della Scala. A causa di questo, Alberto I della Scala, signore di Verona, mosse guerra contro Ferrara.
Le autorità cittadine nominarono Azzo VIII per diritto di primogenitura
E’ difficile trovare dei ritratti di tutti questi personaggi, c’è qualcosa, ma il ritratto come forma di arte iniziò a prendere piede nel Rinascimento: nel Medioevo l’arte era dedicata quasi esclusivamente ai soggetti sacri.
C’è però un disegno ottocentesco di Carlo Goldoni che ritrae Obizzo II e che mi è piaciuto molto, forse per il costume tipico, per la posa, o perché mi ricorda Dante Alighieri.
Dante in effetti si occupa di questo personaggio, collocandolo nell’Inferno, nel 1° girone dei violenti, i tiranni, sommerso fino alle ciglia nel sangue bollente del fiume Flegetonte.