CITAZIONE (yolande84 @ 15/1/2013, 21:32)
Si ma quello dei Savoia si mantenne pur sempre uno stato indipendente. Non si puo' fare in questo senso il paragone con una città che peraltro a partire dal 500 non fu piu' indipendente, se non apparentemente. Il contesto storico-politico è molto differente.
Io ovviamente parlavo di Siena prima della conquista medicea (c'è ben poco di rilevante dopo). E mi riferivo allo stesso contesto-storico politico, cioè il Tre-Quattrocento. I Comuni erano liberi esattamente come lo erano le piccole signorie e i piccoli principati ed erano tutti a rischio conquista (sia da parte degli altri comuni/signorie) sia da parte delle grandi potenze (e anzi, i Comuni tendenzialmente erano quelli più in pericolo). La contea/ducato dei Savoia non era messo peggio di altri; quello che cerco di trasmettere è semplicemente un dato: non parteciparono alla stessa congerie culturale dei loro contemporanei italiani (banalmente anche a livello linguistico: Dionisotti nella sua celebre
Geografia e storia della letteratura italiana esclude il Piemonte e la Liguria), ma nemmeno a quella della corte di Francia.
Hai ragione quando dici che hanno incanalato tutte le loro energie sul piano politico/militare, ma questo non giustifica del tutto (anzi, per niente e spiego perché) il loro disinteresse sul piano culturale. Gian Galeazzo Visconti fece guerra a destra e a manca e allo stesso tempo fu un mecenate eccezionale, nello stesso esatto periodo Firenze si difendeva con tutte le sue forze dal Visconti e si apprestava a conquistare Siena (e stiamo parlando dei primi decenni del Quattrocento, ovvero uno dei momenti chiave a livello storico-artistico).
Credo che sia semplicemente una constatazione: per lungo tempo i Savoia si sono disinteressati alla politica delle immagini e delle lettere, prendendo una strada completamente diversa dalla norma che si afferma proprio nel Medioevo: il potere costituito fa politica anche con l'arte. I loro vicini saluzzesi ci hanno lasciato un romanzo cavalleresco scritto di pugno da Tommaso III e uno dei più bei cicli di affreschi cortesi al castello della Manta, giusto per fare un esempio a loro più vicino sia geograficamente sia culturalmente (entrambe le corti erano di cultura francese). Poi le mosche bianche ci sono: per esempio so che Bianca di Savoia, sposa di Galeazzo II Visconti, fu una donna coltissima e promotrice delle lettere. Però nel complesso l'interesse della corte sabauda verso la cultura sfugge per diversi secoli...
È anche per questo che trovo interessante (e tempo permettendo approfondirò) la loro vicenda sei-settecentesca: finalmente cercano di aggiornarsi e lo fanno in grande. L'edificazione della nuova Torino quasi interamente barocca ne è l'esempio più splendido.
Edited by *§Yue§* - 15/1/2013, 22:57