Maria Antonietta - Regina di Francia

Caterina de' Medici e le sue passioni.

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reine Claude
view post Posted on 10/2/2014, 10:46 by: reine Claude
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Arciduca /Arciduchessa

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Questi figli tanto attesi, era anche la Francia che li reclamava ma a Caterina erano tanto più necessari per continuare a essere regina.
Appena nati, questi piccoli rampolli finivano però nelle mani accorte di Diane de Poitiers, l'amante del marito Enrico.
Enrico II aveva fatto promettere alla moglie che sarebbe sempre stata dalla parte della "nostra amica", così lui definiva Diane, e Caterina si vide costretta a sopportare la situazione.
Per quanto riguarda i bambini, Diane con il consenso di Enrico e senza consultare Caterina, provvide a scegliere le nutrici e in seguito i pedagoghi italiani (seguendo la moda dell'epoca).
Caterina dovette accettare tutto questo e soffocare i propri sentimenti (quanti bocconi amari deve aver mandato giù!); potè liberarsi della presenza soffocante di Diane solo alla morte del marito, nel 1559, e sentirsi finalmente madre.

"Riversò allora sui figli gli stessi affetti appassionati che aveva riservato al marito.
...Ai figli riconosceva una dignità superiore alla propria e si sentiva investita del compito di difendere ed esaltare questo sacro principio del sangue dei Valois.
Impegno che assolse con una passione sorda, devastante e talvolta, come tutte le passioni, cieca". (Orieux)

Caterina amava moltissimo i suoi figli, anche se in modo diverso.
Elisabetta era la figlia prediletta, ma era partita giovanissima per la Spagna, moglie di Filippo II: Caterina la rivide solo una volta, dopo il suo matrimonio.
Con la dolce Claudia, i rapporti erano teneri e frequenti: si facevano spesso visita a vicenda.
Con Margherita (la più sana di costituzione, intelligente e vivace - forse troppo per i gusti di Caterina-) invece era dura e severa: era temutissima dalla figlia.
Con i figli maschi, gracili e cagionevoli di salute, aveva un atteggiamento più indulgente.



Ecco Caterina in questo dipinto, con Enrico, Carlo, Margherita e il piccolo Francesco d'Alencon.
Appare all'ombra dei figli, ma in realtà fu una presenza molte forte e predominante; si potrebbe pensare che, in un certo senso, questo non abbia permesso ai propri figli di emergere e di esercitare pienamente il potere. Ma probabilmente, Caterina si rendeva conto che non erano all'altezza del ruolo.
"Ella seppe mirabilmente regnare, ma non aveva saputo generare re".

Francesco II sale al trono giovanissimo e i suoi atti regali esordiscono con queste parole: "Conformemente ai desideri della regina, mia madre e signora, anche io approvo ciò che a lei piace, e mi compiaccio di ordinare che...".
Un ambasciatore veneziano scrive: "Nella sua qualità di madre, ha il pieno controllo del sovrano; interdisce a qualunque altra donna l'accesso alla sua camera da letto, non lo lascia un attimo...Esercita un potere pieno ed assoluto e, come se fosse il re, accorda la grazia, custodisce il sigillo reale... è l'ultima a far udire in Consiglio la propria voce per riassumere le opinioni espresse dagli altri". (Questo riferito a Carlo IX: succeduto al fratello a soli 10 anni, fu investito della piena sovranità tre anni più tardi, il 17 agosto 1563).

Sia Carlo IX che Enrico III, che succedette al fratello (morto a soli 24 anni) nel 1574, erano immaturi e avevano una condotta altalenante:alternavano periodi di impegno ad altri in cui si lasciavano andare alle loro passioni, le più disparate, dimenticando il loro dovere di re.
Erano anche influenzati da personaggi che non facevano il loro interesse: ad esempio Gaspard de Coligny, che tentò di avvicinarli alla fede calvinista, o precettori che indulgevano su aspetti del carattere che invece andavano corretti.

Enrico III rimase tuttavia il figlio prediletto, verso il quale Caterina provava un sentimento fortissimo.



Fu l'unico che riuscì a sciogliere i lacci con i quali Caterina avrebbe voluto tenerlo a sè.
Enrico era bello, elegante, raffinato, dotato di una grazia naturale che lo faceva amare.
Era anche molto intelligente, ma incostante, emotivo; molto religioso, aveva una devozione a tratti fanatica.
Enrico amava circondarsi di giovani della piccola nobiltà, che diventarono i suoi favoriti (i mignons), ai quali concedeva grandi responsabilità.
Questi giovanissimi erano ammaliati da Enrico ed egli, a sua volta, nutriva un affetto smisurato per questi ragazzi bellissimi, coraggiosi, totalmente devoti al loro re.
Caterina era profondamente gelosa di questi favoriti, "una nuova potenza che snaturava quella del re".
 
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