Maria Antonietta - Regina di Francia

Lancelot "Capability" Brown, Il famoso "architetto del paesaggio" inglese

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view post Posted on 4/12/2013, 16:39
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Arciduca /Arciduchessa

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Prendo spunto dalla lettura di un delizioso libriccino di Masolino d'Amico, "Il giardiniere inglese", per parlare di Lancelot "Capability" Brown (1716 - 1783).
Il romanzo traccia la biografia di quello che è considerato come il più grande architetto di giardini d'Inghilterra, arricchendola con curiosi anedotti sui lavori da lui eseguiti e sui suoi aristocratici committenti.
Lancelot Brown ebbe a che fare, infatti, con le più importanti personalità del suo tempo, fino a diventare Master Gardener di re Giorgio III.
(Il libro non ha illustrazioni, ma queste mi sono divertita a cercarle io... :) ).





Lancelot "Capability" Brown

Iniziò la sua carriera occupandosi dell'orto di Sir William Loraine, di cui il padre di Brown era stato fittavolo.
Rimasto orfano a soli 4 anni, Lancelot fu preso sotto l'ala protettiva di Sir William, che lo fece studiare fino ai 16 anni d'età. Rimase con lui fino al 1739 (aveva allora 23 anni), quando si licenziò e si trasferì al Sud, dove trovò subito impiego nella tenuta di Charles Browne, a Kiddington.
Qualche tempo dopo però, si spostò a Stowe presso Lord Cobham, dove avevano già lavorato due famosi architetti di giardini, John Vanbrugh e William Kent.


William Kent

Kent aveva inaugurato un nuovo modello di giardino, molto diverso da quello in voga fino al '600 (che ricalcava la simmetria e lo stile dei giardini francesi).
Egli aveva trascorso diversi anni in Italia, al seguito di Lord Burlington, ed era rimasto affascinato dall'architettura delle Ville palladiane e dai dipinti di Claude Lorrain e Salvator Rosa.
Questi artisti dipingevano vedute naturali, lussureggianti di verde, in cui apparivano rovine classiche come tempi greci o statue antiche.
Era una trasposizione ideale della natura: una natura abbellita, perfezionata dalla mano dell'uomo, ma che appariva spontanea.


Veduta di Claude Lorrain

William Kent riprese quest'idea di "spontaneità controllata" e iniziò a creare dei giardini che sembravano "quadri dipinti dall'uomo incorporando la natura stessa". Ed ecco, nei giardini, apparire sorprese architettoniche, ponti palladiani, stagni artificiali, tempietti...


Si era all'inizio del '700; a quest'epoca risale anche l'invenzione dello "ha-ha", nome buffo (ma si sa, gli inglesi sono eccentrici!) per indicare un'interruzione nascosta, un recinto invisibile che doveva dividere il parco dal resto della proprietà adibito a pascolo. (Il nome deriva dalla sorpresa che si provava nell'incorrere in questo ostacolo, allorchè si percorreva la tenuta, che faceva esclamare: "toh" o "ha-ha"...). Fu Charles Bridgewater a introdurlo e fu "decisivo nella diffusione del nuovo giardino in stile inglese".


Un esempio di ha-ha


Lo ha-ha di Stowe

Ritornando a Lancelot Brown, egli si intese a meraviglia con il proprietario di Stowe, Lord Cobham, il quale aveva una grande passione per il giardinaggio paesaggistico.
Lord Cobham era stato un glorioso generale e aveva ricevuto diversi titoli da re Giorgio I. Grazie a questi, ai beni della ricca moglie Anne Halsey e al bottino di Vigo, località spagnola da lui conquistata durante la guerra della Quadruplice Alleanza (1719), poté estendere e arricchire la sua tenuta.


Richard Temple, 1° Lord Cobham

Stowe rappresentava allora il più famoso giardino d'Inghilterra. Fu praticamente una "palestra" per Lancelot Brown, che vi trascorse 10 anni ed ebbe modo di affinare le sue conoscenze di botanica, nonchè quelle di idraulica, ingegneria, architettura.


Stowe nel 1750


Antica mappa di Stowe



Durante il periodo a Stowe, Lancelot Brown lavorò anche per altri committenti, amici di Lord Cobham. Tra questi vi era il sesto Lord Coventry, di cui Brown divenne molto amico.


Lord Coventry


Maria Gunning

Lord Coventry aveva sposato Maria Gunning, una irlandese senza un soldo che, con le tre sorelle, aveva avuto grande successo a Londra per la sua straordinaria bellezza. (Una delle sorelle, Elizabeth, aveva sposato il duca di Hamilton).
Maria morì nel 1760 a soli 28 anni, forse avvelenata dal piombo contenuto nei cosmetici di cui faceva un uso esagerato). Divenuto vedovo, Lord Coventry si concentrò sulla sua tenuta, Croome, e affidò a Brown la "progettazione e la costruzione ex novo di una villa in stile palladiano e di una chiesetta in stile gotico".
Brown, che non era laureato in architettura ma aveva imparato sul campo, vi si dedicò con grande passione, come sempre, e accontentò talmente Lord Coventry che questi gli eresse un monumento dove appare questa iscrizione:
Alla memoria di
Lancelot Brown
che con la forza del
suo inimitabile
e creativo genio
formò questa scena di giardino
da una palude.







Vedute di Croome


La chiesetta gotica

Continua...
 
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view post Posted on 4/12/2013, 19:06
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Marie-Antoinette

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Mi piace tantissimo questo topic,ho un debole per i giardini. E quelli delle dimore inglesi sono splendidi. Non vedo l'ora di leggere il seguito.
 
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view post Posted on 4/12/2013, 21:10
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Marie-Antoinette

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Che bello questo topic!
Progettare un "giardino all'inglese" è una cosa difficilissima, perchè bisogna prevedere le forme che assumeranno le piante lasciate crescere liberamente. Bisogna sperimentare sul campo e non ci sono regole predeterminate.
A me piace anche il "giardino all'italiana" e il "giardino alla francese", espressione di grazia e armonia.
A proposito, per chi va a Versailles: fino a febbraio prossimo c'è una mostra su André Le Notre.
 
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view post Posted on 5/12/2013, 10:59
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Arciduca /Arciduchessa

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Vi ringrazio molto!
A proposito di André le Notre, avevo parlato brevemente di lui qui: #entry533819867.
Le Notre fece scuola anche in Inghilterra; i suoi giardini erano stati ammirati dal re Carlo II e dall'aristocrazia che lo aveva seguito durante il suo esilio in Francia e furono ripresi in terra inglese per tutto il '600. Ma dagli inizi del '700 cambierà del tutto lo stile del giardino inglese che, come vedrete, è completamente diverso da quello francese (che riprendeva, a sua volta, quello italiano).

Nel 1751 Lancelot Brown lasciò definitivamente Stowe e andò ad abitare con moglie e figli ad Hammersmith.
Iniziò subito ad occuparsi di ripianificazione paesaggistica. Tra i lavori di questo periodo, che si possono ancora ammirare, si ricordano Kirlington, Petworth, Burghley, Beechwood e Moore Park.

Petworth è considerato il "più puro tra tutti i parchi di Brown". Qui c'è una perfetta "alternanza tra spazi erbosi e aperti, tra alberi e collinette". La vegetazione nasconde alla vista di chi si trova nella casa padronale o nel parco, la cittadina che sorge quasi a ridosso dell'abitazione (come si nota bene in questa foto presa dall'alto).




Il pittore William Turner fu spesso ospite a Petworth ed eseguì diversi dipinti della tenuta.


The lake Petworth sunset fighting bucks

Burghley era invece una delle più antiche e grandi dimore di campagna della nazione, appartenente a Brownlow Cecil, nono Lord Exeter.
Burghley era stata costruita nel 1555 da William Cecil, il potente primo ministro della regina Elisabetta I che lo creò appunto, primo Lord Burghley.


William Cecil, Primo Lord Burghley

Il padre di William Cecil, Richard, era colui che aveva dato vita alla proprietà, grazie alle ricchezze accumulate dalla dissoluzione dei monasteri, durante il periodo di Enrico VIII, e grazie anche al matrimonio con la ricca Jane Heckington of Bourne.
La tenuta fu ereditata da Brownlow Cecil nel 1754, che affidò i lavori di ristrutturazione a Lancelot Brown. Questi si occupò sia del giardino che della casa, nell'arco di circa 25 anni, e in questo periodo divenne grande amico e fidato collaboratore di Lord Exeter, che lo celebrò appendendo un suo ritratto in un tempietto del parco (ora si trova nella Pagoda Room):


Ritratto di Lancelot Brown - Nathaniel Dance





Due vedute di Burghley House

D'ora in poi possiamo chiamare Lancelot Brown con il soprannome che gli era stato dato, Capability, perchè egli era solito affermare che ogni luogo aveva delle possibilità (capabilities).
Lo stile di Capability, a questo punto, è attuato.
Il giardino era una scenografia in cui tutto concorreva a determinare il risultato voluto.
La casa era un elemento altrettanto importante e dominava la proprietà: dal suo interno si doveva ammirare tutto il giardino. In qualche caso Capability progettò egli stesso le abitazioni dei suoi committenti o ne studiò le modifiche, perchè tutto doveva armonizzarsi al "quadro" che intendeva comporre.
C'è un bellissimo esempio di come lavorava Capability:
"Potrei paragonare la mia arte a una composizione letteraria.
Ora lì io metto una virgola, e lì, dove ci vuole una svolta più decisa, metto due punti; in un'altra parte, dov'è desiderabile un'interruzione per rompere la vista, una parentesi; ora un punto fermo, e poi inizio un altro argomento.
"

Gli alberi erano scelti di specie diverse per offrire differenti colori non solo durante il variare delle stagioni, ma anche delle ore del giorno; dovevano incorniciare o creare gradevoli panorami oppure occultare viste non appropriate.
Anche i prati erano ondulati e disposti in modo da produrre luci e ombre. L'insieme del parco sembrava non finire mai e continuava apparentemente a perdita d'occhio (anche se c'era sempre il provvidenziale ha-ha a dividere il terreno adibito a pascolo da quello adibito a prato, vicino all'abitazione).
In questo periodo si rivalutarono lo stile gotico (ritenuto più inglese di quello classico) e le rovine antiche, che erano numerose in Inghilterra (ad esempio i tanti monasteri abbandonati dopo la riforma di Enrico VIII).


Un esempio a Burghley House

I giardini sono sempre stati una passione tipicamente inglese, ma in quel periodo diventarono uno status symbol.
I ricchissimi aristocratici erano disposti a spendere cifre enormi per un giardino nello stile inglese di Capability.
Vennero addirittura spostati interi villaggi per ingrandire proprietà che dovevano assolutamente avere parchi immensi.
Una particolarità è che questi giardini, dopo lo ha-ha, ospitavano animali e cacciagione (da cui poi si ricavavano carne e lana), mentre nei laghetti del parco si poteva pescare. Era coltivata frutta pregiata e gli alberi erano per la maggior parte specie utili e rinnovabili (ad esempio la quercia, dalla quale si ricavava il legno per le navi della flotta inglese).


Una splendida immagine di Burghley House

I parchi così concepiti non avevano bisogno di una grande manutenzione. Raggiungevano un obiettivo che era: semplicità e naturalezza.

Nel 1764 Lancelot Brown ottenne finalmente l'incarico di Master Gardener del re Giorgio III, a cui ambiva da tempo.
La paga era altissima (anche se non era sicuramente questo il motivo primario per Capability, che fu sempre un uomo semplice e sobrio) e inoltre aveva a disposizione una graziosa abitazione, dalla quale non si sarebbe più spostato.
Prima della nomina a giardiniere del re, Capability aveva lavorato a Longleat,nel Wiltshire: una tenuta con un castello risalente all'epoca elisabettiana.
Nel 1756 era stata ereditata dal figlio del secondo visconte di Weymouth, il quale dilapidò ben presto il patrimonio paterno ma fu generosissimo con Capability.


Longleat House
 
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view post Posted on 5/12/2013, 16:35
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Arciduca /Arciduchessa

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In seguito, Capability lavorò a Wotton, nel Buckinghamshire, proprietà di George Grenville. Quindi ad Ashridge, nello Hertfordshire, una dimora storica dove avevano alloggiato i figli di Enrico VIII.
Capability si dedicò anche alla risistemazione del St. James Park, il parco londinese della regina Charlotte, che desiderava avere più privacy (dato che il parco era aperto al pubblico).
Il problema non era di facile soluzione, ma si ovviò con l'acquisto del vicino palazzo, con giardino privato, di Sir Charles Sheffield, erede del Duca di Buckingham. Ecco che Buckingham Palace divenne la Casa della regina!
Qui la regina Charlotte teneva i suoi animali esotici, tra cui un elefante e una zebra.


Buckingham Palace visto dal St. James Park



Un dipinto d'epoca del St. James Park

La regina Charlotte ebbe un'intensa amicizia epistolare con Maria Antonietta con la quale condivideva l'amore per l'arte e la musica.
Nel periodo concitato della Rivoluzione, la regina inglese si era adoperata per ospitare la famiglia reale francese, in particolare a Kew, dove trovarono rifugio numerosi nobili scampati alla rivoluzione.
Nei pressi di Kew, i reali inglesi possedevano un cottage, dove amavano trascorrere i momenti liberi, e dove si trovavano numerosi animali, tra cui i primi canguri arrivati in Inghilterra. (Non so se corrisponda al vero, ma ho letto che probabilmente il cottage della regina Charlotte ispirò Maria Antonietta per l'ideazione del suo Hameau).


La regina Charlotte


Il cottage della regina

Naturalmente, nella sistemazione del giardino del cottage, la regina Charlotte fu ispirata da Capability.

A Claremont, Lancelot Brown si dedicò alla residenza di Lord Clive of India.
Capability, architetto autodidatta, vinse con il suo progetto, sul famoso Sir William Chambers, che per un certo periodo gli fu apertamente contro.
In un suo trattato sul giardinaggio, William Chambers era stato chiaramente ostile verso Capability, ma quest'ultimo non rispose e il libro di Chambers fu presto dimenticato.
La residenza di Claremont c'è ancora e ha una particolarità; infatti, ispirandosi agli antichi palazzi, Capability progettò gli spazi di servizio completamente sotterranei. Egli si occupò di tutto, controllando che ogni cosa fosse in perfetta efficienza: dagli impianti agli scarichi, alle fognature...

Dal 1763 Capability lavorò a Blenheim, chiamato dal quarto Duca.
Blenheim era stata la residenza di John Churchill, creato duca di Marlbourough nel 1702. Generale delle truppe inglesi, ottenne una clamorosa vittoria nella battaglia di Blindheim, durante la guerra di successione spagnola, e ricevette come ringraziamento dalla nazione una tenuta a Woodstock con castello in rovina e il finanziamento per costruirvi una nuova residenza.





In questa residenza si sono succeduti i Churchill e gli Spencer. Per vedere i collegamenti familiari, rimando al bel topic di Elena:
https://ladyreading.forumfree.it/?t=47882178

Edited by reine Claude - 6/12/2013, 12:26
 
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view post Posted on 5/12/2013, 17:08
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Marie-Antoinette

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Blenheim è anche la residenza dove Charles Spencer Churchill, IX duca di Malborough, immortalò gli occhi della seconda moglie Gladys (#entry532530555).
Un'ala del palazzo è ancora oggi abitato dalll'ultimo duca.
 
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view post Posted on 6/12/2013, 12:07
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Arciduca /Arciduchessa

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Il primo duca di Marlborough ricevette onori immensi, che "nessun altro condottiero inglese aveva mai ricevuto".
Il duca incaricò dei lavori per la costruzione della sua nuova residenza il già citato John Vanbrugh; questi presentò il progetto di un palazzo vastissimo che doveva rivaleggiare con Versailles e concepì un lungo e maestoso viale d'accesso. La prima pietra fu posata nel 1705.
In assenza del marito, partito per le sue campagne militari, si occupò dei lavori la moglie, Sarah Jenyns, donna concreta e decisa, intima amica della regina Anna.
Le spese per la residenza e il parco, pur se sostenute dalla nazione, cominciarono ad aumentare vertiginosamente; di questo Sarah si rendeva conto e inoltre non era affatto d'accordo con alcune idee di Vanbrugh, che alla fine licenziò.
Capability fu chiamato a lavorare a Blenheim molto più tardi, nel 1763, quando la residenza apparteneva al quarto duca di Marlborough; questi aveva sposato, nel 1762, la figlia del Duca di Bedford e grazie anche alla dote della moglie, potè dedicarsi agevolmente alla risistemazione della dimora.
Guardando le immagini dei parchi che attorniano queste splendide residenze, non sembra davvero di scorgervi il lavoro dell'uomo, ma è proprio la caratteristica e la bellezza di queste meravigliose creazioni.
A Blenheim Capability movimentò l'immensa distesa del prato con tanti alberi come la quercia, il faggio, il castagno, il frassino e il cedro del Libano, una pianta che egli prediligeva particolarmente. Gli alberi, come sempre, erano disposti ad arte per ottenere diversi effetti.
Ingrandì inoltre, un lago già esistente, e rese più spettacolare una cascata da cui partiva l'acqua che confluiva nel lago stesso.
Il lago divenne un'attrazione della residenza, dove il duca e i suoi amici si divertivano a pescare. Fu costruita anche una imbarcazione per percorrerlo "in gita di piacere".
Nel parco, oltre ai consueti animali, ne furono ospitati, in un piccolo zoo, alcuni esotici tra cui una tigre, dono di Lord Clive of India.





Una curiosità: fu il quinto duca di Marlborough, ai primi dell'800, a chiedere al governo, che glielo concesse, di unire i due cognomi Spencer e Churchill.
A Blenheim nacque e visse Wiston Churchill.

Blenheim si può considerare il capolavoro di Lancelot Capability Brown. Qui riunì il suo ideale di giardino. Egli scrisse:

"In Francia non comprendono esattamente le nostre idee sul giardinaggio e sulla pianificazione, che una volta ben comprese forniranno tutta l'eleganza e tutti i comodi che l'Umanità vuole in campagna e (aggiungo) se giuste saranno esattamente adatte per il proprietario, per il Poeta e per il Pittore. Per produrre certi effetti ci vogliono un buon progetto, una buona esecuzione, una conoscenza perfetta del paese e degli oggetti che contiene, naturali o artificiali, e un'infinita delicatezza nel piantare...poichè tanta Bellezza dipende dalle dimensioni degli alberi e dal colore delle loro foglie per produrre quell'effetto di luce e di ombra che è così essenziale per l'esecuzione di un buon progetto."

Lancelot Brown morì nel 1783, a 67 anni, in seguito ad una caduta.
Fu un uomo intelligente, appassionato del suo lavoro. Concreto, affidabile, grande diplomatico (andò sempre d'accordo con tutti).
Ma anche un artista, con una sua personale idea di bellezza e armonia.
La lista dei parchi a cui lavorò è interminabile (sono oltre 170): si occupò dei giardini reali di Windsor e Hampton Court.
Creò anche il parco di Highclere Castle (famosissima dimora che fa da ambientazione alla serie "Downton Abbey") e di Whitehall.
 
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view post Posted on 6/12/2013, 23:52
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Arciduca /Arciduchessa

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Bravissima, reine Claude! Che bel topic!! Com'è ricco di splendide immagini!
Metto nella lista dei prossimi libri da comprare "Il giardiniere inglese", grazie (anche se il libro sul giardino francese comprato mesi fa giace ancora intatto sulla libreria :( ).
Come Elena, anch'io preferisco il giardino alla francese, se non proprio quello all'italiana, che soddisfano maggiormente il mio amore per l'organizzazione geometrica, per l'armonia e per la bellezza come frutto visibile dell'opera dell'uomo. So che il giardino all'inglese è frutto anch'esso del genio umano, che la naturalezza con cui si presenta è comunque il risultato di studi e calcoli, che vengono poi dissimulati perchè tutto sembri spontaneo. Diciamo che finchè avrò tempo e forze, mi coltiverò il mio pseudo-giardino alla francese; quando sarò stanca, passerò giocoforza al giardino paesaggistico :)


La veduta di Lorrain postata da Tiziana è la Veduta di Delfi con processione, di cui il banchiere Henry Hoare, proprietario del giardino di Stourhead, possedeva una copia. In effetti il suo giardino riproponeva alcuni elementi del dipinto, anche se variati: il ponte di pietra, l'edificio con pianta circolare e il palazzo con il portico.


CITAZIONE
D'ora in poi possiamo chiamare Lancelot Brown con il soprannome che gli era stato dato, Capability, perchè egli era solito affermare che ogni luogo aveva delle possibilità (capabilities).

:31zw6.gif: Bellissimo concetto! Non importa se hai il villone o soltanto un terrazzino minuscolo in centro città: tu hai la possibilità comunque di tirare fuori il meglio di quel posto che ti è toccato in sorte, o per merito, nella vita (il che si allaccia abbastanza al mio motto: il mondo è il mio giardino, chiusa la parentesi)
Il principio che ogni posto ha un genius loci cui occorre rivolgersi quando si progetta la sistemazione di un giardino, perchè si assecondi la natura del luogo senza stravolgerla, è molto attuale ma era già stato enunciato anche dal poeta Alexander Pope, di poco precedente Lancelot Brown (nacque nel Seicento e morì nel 1744). Pope teorizzò il giardino come pittura di paesaggio. E il suo giardino a Twickenham è stao uno dei primi esempi di giardino inglese.
 
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view post Posted on 7/12/2013, 10:05
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Arciduca /Arciduchessa

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Ti ringrazio molto per i tuoi complimenti, Silvia! :wub:
E ti ringrazio anche per le note e le immagini che hai aggiunto sul giardino inglese!

Il libro di Masolino d'Amico (esperto di letteratura inglese e marito di Benedetta Craveri, apprezzatissima studiosa di storia francese!!) ha l'unico difetto di essere troppo breve - solo 88 pagine - ma è ricco di anedotti e curiosità, molto preciso e ben scritto.

Riporto un brano del libro su Alexander Pope: "Pope aveva dedicato grandi cure al suo giardino di Twickenham. Benchè piccolo (lui diceva che lavorarci sopra era come incidere i Dodici Apostoli su un nocciolo di ciliegia), questo giardino fu ammiratissimo nell'età immediatamente precedente l'avvento di Capability."

E riguardo al genius loci, ecco una citazione sempre di Alexander Pope:

"Consultate il Genio del Luogo in tutto quello
Che dice alle acque di salire o di cadere,
O aiuta l'ambiziosa collina a scalare il cielo,
O scava in teatri circolari la valle;
Riduce la campagna, coglie aperture di radure,
Congiunge boschi consenzienti, e distingue ombre da ombre;
Ora spezza, ora dirige, le linee intenzionali;
Come piantate esso dipinge, e come lavorate, disegna."


Molto bello, secondo me!
Comunque, si parla di giardini, ma si comprende meglio una nazione: il giardino inglese esprime il grande amore per il verde degli anglosassoni, ma anche il loro pragmatismo e (non so se può essere la parola giusta) il loro understatement.

Io devo dire che amo moltissimo la natura ma non sono molto esperta di giardini (anche se adesso ne so qualcosa in più! :) ). Nonostante questo, mi hanno colpito e appassionato queste due figure di "giardinieri", André le Notre e Lancelot Brown, perchè sono stati veramente geniali, secondo me. E veri e propri Artisti, che hanno usato la natura per creare una Bellezza che, quasi miracolosamente, è rimasta intatta nel tempo!

Edited by reine Claude - 7/12/2013, 10:30
 
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view post Posted on 7/12/2013, 16:33
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Marie-Antoinette

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Cara Silvia, è vero che ogni posto ha le sue intrinseche capacità di diventare bello, ma il mio giardinetto, di soli 180 metri quadri, non potrà mai diventare un vero giardino all'inglese.
E' ciò che rimane di un antico piccolo frutteto dei miei antenati. Allora, per rispettare il genius loci, ho lasciato un filare di agrumi e una spalliera di limoni, a destra e sinistra. In mezzo, per esaudire il mio bisogno di ordine mentale, un piccolo prato e due piccole aiuole squadrate, con rose e qualche sfera di bosso. Quando ho tirato personalmente le righe e calcolato le misure, mi sentivo André Le Notre.......

Ringrazio ancora Tiziana per le bellissime immagini e gli spunti che ci suggerisce.
 
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view post Posted on 7/12/2013, 16:53
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (elena45 @ 7/12/2013, 16:33) 
... per rispettare il genius loci, ho lasciato un filare di agrumi e una spalliera di limoni, a destra e sinistra. In mezzo, per esaudire il mio bisogno di ordine mentale, un piccolo prato e due piccole aiuole squadrate, con rose e qualche sfera di bosso. Quando ho tirato personalmente le righe e calcolato le misure, mi sentivo André Le Notre.......

Ringrazio ancora Tiziana per le bellissime immagini e gli spunti che ci suggerisce.

Molto simpatica l'idea di sentirsi un po' Le Notre! :) Anche un giardino di piccole dimensioni ci gratificherà sempre con i suoi colori e le sue fioriture!
In particolare, il tuo mi sembra bellissimo con le piante tipiche della tua terra (trovo splendido il limone, con le sue foglie verde scuro) abbinate alle classiche rose!!

Grazie a voi, per il vostro interesse :)

Edited by reine Claude - 7/12/2013, 18:39
 
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view post Posted on 7/12/2013, 21:02
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Marie-Antoinette

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Mi chiedevo chi possedesse Burghley House, visto che dei Cecil ne abbiamo parlato e non mi ricordavo chi tra questi fossero i proprietari del maniero e del bellissimo giardino.
Effettivamente, i discendenti del famoso ministro di Elisabetta I si divisero in due rami distinti e paralleli, corrispondenti ai suoi due matrimoni (#entry515335761).
Due matrimoni, due rami, due castelli, due giardini: Burghley House (150 Km a Nord di Londra) e Hatfield House (40 Km a Nord di Londra).

Burghley House fu costruita da Sir William, e passò in eredità al figlio di secondo letto, Thomas, conte di Exeter.
Hatfield House, invece, fu costruita dal figlio di primo letto, Robert, conte di Salysbury.

Mentre i Salysbury sono stati protagonisti della vita politica inglese, ad alti livelli, e sono famosi (ne abbiamo parlato nel topic sudetto), gli Exeter sono rimasti più defilati e sono poco noti.
Come ci racconta Tiziana, fu Henry Cecil (1754-1804), che ereditò dallo zio Brownlow, senza figli, e che fu nominato marchese di Exeter, a chiamare Capability Brown perchè progettasse il parco circostante. Aveva sposato un'ereditiera, Emma Vernon, dalla quale ben presto divorziò e si sposò altre due volte. Era un vero gaudente, ma per fortuna ci ha lasciato una bellissima eredità.
E siccome a me piace immaginare i luoghi popolati dai personaggi che li abitarono, eccoli qua i castellani:


Thomas Lawrence - Lord Henry Cecil (1754-1804), 1° marchese di Exeter con la seconda moglie Sarah Hoggins e la figlia Sofia.

Di generazione in generazione, arriviamo al sesto marchese, David Cecil (1905-1981), che era, nientemeno, un atleta olimpico, vincitore di una medaglia d'oro alle Olimpiadi di Amsterdam nel 1928 (ma lui non c'entra con il giardino). E' stata sua figlia Vittoria ad ereditare il maniero (ma non il titolo) e a valorizzarlo con il suo impegno, ma anche con iniziative culturali e operazioni di marketing.


Lady Victoria Diana Cecil Leatham (1947). E' stata castellana di Burghley House fino al 2007, poi ha ceduto la mano alla figlia:


Miranda Leatham (1969), con la famiglia.

Edited by elena45 - 11/12/2013, 17:07
 
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view post Posted on 7/12/2013, 21:48
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Marie-Antoinette

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Deve essere molto profumato il tuo giardino Elena.
Amo molto Versailles,ma ammetto di avere una particolare inclinazione per i giardini,secondo me un vero paradiso in terra.
Ricordo di aver sentito dire da un inglese,che per loro e' facilissimo avere un bel giardino perche' basta seminare e le piante crescono rigogliosamente. Non credo che sia cosi' semplice,ma vedere crescere il frutto delle proprie fatiche e' esaltante.
Questo topic e' davvero bello :th_039_.gif:
 
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view post Posted on 7/12/2013, 22:45
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (MmeAnna @ 7/12/2013, 21:48) 
Amo molto Versailles,ma ammetto di avere una particolare inclinazione per i giardini,secondo me un vero paradiso in terra.

In diverse lingue antiche la parola paradiso significa giardino.
E il giardino è un paradiso, perchè la bellezza dei fiori e delle piante crea benessere e ci dona serenità!! ;)


Molto bello il topic sui Cecil, ricordato da Elena: non l'avevo mai letto. Il rimando ai Churchill - Spencer l'ho fatto sicura perchè mi ricordavo che si era parlato di Lady Diana, ma della dinastia Cecil non sapevo ci fosse una discussione! (Tra l'altro ho scoperto nell'albero genealogico marchionale dei Salisbury il nome di Catherine Sackville West e l'ho subito collegato alla scrittrice Vita: infatti, leggendo oltre, viene nominata. Vita Sackville-West mi piace molto, un suo libro che ho letto è "Ogni passione spenta":bellissimo!)

Aggiungo un'immagine di Brownlow Cecil, nono Lord Exeter (1725 - 1793), colui che chiamò Capability; il nipote Henry ereditò Burghley, dato che Brownlow non aveva avuto figli.



Edited by reine Claude - 8/12/2013, 00:48
 
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Arciduca /Arciduchessa

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Quanti spunti offre questa conversazione!

Vita Sackville-West: questo nome non mi giungeva nuovo ma nenache noto (sono e restero' sempre ignorante). Guardando sul libricino dei regali, ho ricordato che alla fiera dei Due Giorni per l'Autunno, ad ottobre, al Castello di Masino, avevo preso in mano il libro di Vita Sackville-West, "Il libro illustrato del giardino", Elliot edizioni, e a malincuore l'avevo posato (avevo gia' speso troppo in piante e arredo per il giardino). Ma mi ero segnata il titolo e l'autrice e adesso, che l'ho ritrovata in questa conversazione, ho accettato questo "segno del destino" ;) e ho comprato il libro, assieme a "Il giardiniere inglese".
FLOWER1219 (per restare in tema di giardino).
Purtroppo "Ogni passione spenta" risulta essere non disponibile.

CITAZIONE
Cara Silvia, è vero che ogni posto ha le sue intrinseche capacità di diventare bello, ma il mio giardinetto, di soli 180 metri quadri, non potrà mai diventare un vero giardino all'inglese.

E' vero, non potrai mai, Elena. Ma ... primo: che te importa ;) dato che preferisci l'ordine razionale del giardino alla francese? Si vede proprio che entrambe abbiamo la forma mentis razionale, un'intelligenza logico-matematica.
Secondo: se tu avessi provato a farne un giardino inglese, non avresti rispettato il genius loci come invece hai egregiamente fatto, da quello che ci racconti. Mi sembra di vederlo questo angolo di paradiso del Sud: limoni, rose e bosso :woot: Anch'io ho fatto un'aiuola dove si susseguono cespugli a palla di bosso e alberelli di rose con sotto la lavanda. Solo il limone non posso averlo.
La prima lezione che ho imparato in giardino e' di rispettare la natura del luogo: avevo piantato un olivo e un corbezzolo, forte della sequenza di qualche anno di inverni miti. Dopo due anni, al primo inverno con -10 gradi per tre settimane, e' morto l'ulivo; dopo altri due anni, con un febbraio a -20 gradi, il tronco del corbezzolo si e' spaccato a meta' per tutta la sua lunghezza. Scegliere le piante adatte al terreno che si vuole coltivare e' gia' essere a meta' del lavoro. E tu l'hai fatto, Elena.

CITAZIONE
Ricordo di aver sentito dire da un inglese,che per loro e' facilissimo avere un bel giardino perche' basta seminare e le piante crescono rigogliosamente.

Non ho mai indagato a fondo sul tema, Anna, ma credo che un fondo di ragione ci sia. Di sicuro invidio agli inglesi il prato all'inglese, appunto. La' non si raggiungono mai alte temperature d'estate e le malefiche erbacce non prolificano come da noi: dai primi caldi di giugno fino a fine agosto lotto contro gramigne, trifoglio, euforbie, erba di San Pietro, ecc.... Ascoltassi il genius loci, farei come il mio vicino che ormai ha un prato di erbacce ma il senso dell'ordine prevale sempre alla fine. Credo che anche i fiori e le piante abbiano meno malattie funginee che da noi.... anche se ormai il meteo e' impazzito e molte malattie nuove stanno prendendo piede, importate dall'Oriente o dall'America :(

Circa il sentirsi un po' Le Notre (o Lord Capability :)), e' capitato anche a me, quando ho progettato d'inverno il mio giardino, foglio dopo foglio, schizzo dopo schizzo, dopo aver letto il maggior numero possibile di libri sui giardini, o quando mi sono messa con metro, filo, chiodi, dima a semicerchio, a disegnare l'aiuola di euonymus, erica e rose che fiancheggia il vialetto d'ingresso.
Pensavo, mentre lavoravo il mese scorso in giardino, preparandolo per la primavera, che il giardinaggio dovrebbe essere insegnato come filosofia di vita: piantavo i bulbi primaverili e preparavo le aiuole per il gelo che verrà, già immaginando come saranno in primavera.... ecco, la progettualita', questa prospettiva verso il futuro, stando attenti al presente, il senso di protezione per ciò che è bello ma fragile, la fantasia che fa vedere tulipani, calle, narcisi, crocus e giacinti laddove adesso c'è solo terra brulla, credo siano molto educativi.
 
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59 replies since 4/12/2013, 16:39   6378 views
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