Maria Antonietta - Regina di Francia

Branciforte e Lanza

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view post Posted on 12/3/2015, 15:44
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Marie-Antoinette

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La famiglia dei Branciforte, nobili siciliani potentissimi, risale, pensate, all'epoca di Carlo Magno! La leggenda narra di un certo cavaliere Obizzo, che si trovò da solo a difendere lo stendardo del Re contro tre avversari dell'esercito dei Longobardi. Alla fine rimase con entrambe le mani mozzate, ma continuò a tenere alta l’insegna. Da quel momento Obizzo ebbe il cognome Branciforte.
Il primo a insediarsi definitivamente in Sicilia fu Guglielmo Branciforte all'epoca dei re aragonesi (XIV secolo); i suoi discendenti acquistarono cariche e titoli a partire dalla baronia di Mazzarino.
All'epoca del Vicereame spagnolo (XVI secolo), la discendenza di Nicolò Melchiorre Branciforte, 1° conte di Mazzarino e barone di Niscemi (1460-1509), si divise in due rami, quello di Giovanni e quello di Blasco, che accrebbero entrambi il loro potere, anche con la scelta di matrimoni importanti, come si evince dal seguente schema sinottico:



Tratto da
www.edizioninovecento.it/mario%20abbotto.pdf
www.academia.edu/15114902/I_feudi_Butera_e_Radal%C3%AC

www.academia.edu/5900562/Dimore_feu...to_e_Settecento
http://geneall.net/it/family-names/10738/branciforte/a/

Nella discendenza del primo (ramo Mazzarino), oltre alla contea omonima, entrarono altri feudi e i rispettivi titoli nobiliari quando, nel 1550, Giovanni Branciforte, 4° conte di Mazzarino e barone di Niscemi sposò la nobildonna Dorotea Barrese Santapau, appartenente a una famiglia molto prestigiosa.

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Alonso Sanchez Coello (?) - Dorotea Barrese y Santapau (1533-1591)-
Donna intelligente e scaltra, dotata di grande acume politico: figlia di Girolamo Barrese, marchese di Pietraperzia, sposò appena diciassettenne Giovanni Branciforte, 4° conte di Mazzarino; già nipote ed erede degli zii materni Antonio e Francesco Santapau, rispettivamente 1° e 2° principe di Butera, trasferì i titoli all'unico figlio Fabrizio. Rimasta vedova a soli 22 anni, sposò il lontano cugino Vincenzo Barrese, marchese di Militello (coetaneo di suo figlio), che morì pochi giorni dopo le nozze, lasciando il marchesato alla sorella Caterina. Subito Dorotea ne approfittò, facendole sposare il figlio Fabrizio. Anche lei si sposò una terza volta, con lo spagnolo Juan de Zuniga, fedelissimo di Filippo II, tanto che lo nominò Vicerè di Napoli, e lei Viceregina. E' sepolta a Pietraperzia, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita, in un sarcofago marmoreo nella Chiesa Madre che il figlio fece erigere apposta per lei.

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Fabrizio Branciforte Barrese , principe di Butera, principe di Pietraperzia, e marchese di Militello (1555-1625), figlio della suddetta - Palazzo Butera, Palermo.
Nel 1599 Fabrizio possedeva almeno 5 grandi feudi (41 in totale) e più di 12.000 vassalli (Mazzarino (CL), Niscemi (CL), Butera (CL) e Pietraperzia (EN) che sono vicine; Militello (CT) alquanto più distante). Eppure le residenze di questo principe erano alquanto modeste: il vecchio palazzo della madre a Pietraperzia, di cui oggi restano solo i ruderi, e un palazzetto in quel di Palermo.
Da Caterina Barrese (+1604) Fabrizio ebbe nove figli; entrambi i coniugi morirono nella casa di Palermo e traslati nel complesso del Carmine a Mazzarino, accanto agli antenati:


Ex Convento (oggi sede del Comune) e Chiesa del Carmine a Mazzarino, mausoleo dei Branciforte: all'interno, tra le altre, splendida la tomba di Giovanni II Branciforte (+1471), il settimo barone, di scuola ganginiana.


Principali feudi Branciforte (in rosso) e Lanza (in verde)

Il risultato di questa concentrazione di potere orchestrata da Dorotea fu che il nipote Francesco, educato alla corte di Madrid, sposerà nientemeno che la figlia di Giovanni d'Austria, il celebre condottiero figlio naturale di Carlo V, vincitore di Lepanto:

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Anonimo del XVII secolo - Francesco Branciforte, principe di Butera e di Pietraperzia (1576-1622). Recenti studi sulla mummia dimostrano che morì avvelenato, a soli 46 anni, due anni prima del padre.
Sofonisba Anguissola - Giovanna d'Austria (1573-1630), sua moglie (la scritta apocrifa alla base del dipinto indica erroneamente la figlia Margherita) - Palazzo Butera, Palermo.
Si sposarono nel 1603 e per quasi un ventennio la loro dimora, a Militello, diventerà una vera e propria reggia, degna del loro rango. Ebbero una sola figlia che raggiunse l'età adulta, Margherita (1594-1659), che ereditò tutto, ma a sua volta non ebbe figli dal marito Federico Colonna dei principi di Paliano (1601-ka1641)), ucciso in battaglia.

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Giusto Susterman - Federico Colonna (1601-1641) dei principi di Paliano, marito di Margherita Branciforte d'Austria, principe di Butera e Pietraperzia maritali nomine (#entry493644063).

E cominciarono le contese familiari accese dal suo primo cugino Giuseppe (1614-1672), a cui era rimasta solo la contea di Mazzarino, dove, tra l'altro, costruì un nuovo palazzo (in sostituzione della rocca avita di Castelvecchio). A contendergli l'eredità un altro cugino, un altro Giuseppe (1625-1696) della linea di Raccuja, figlio del potente principe di Leonforte, in base a un intreccio terribile di parentele (vedi schema). Ma anche costoro non lasciarono eredi e tutti i titoli che Dorotea aveva faticosamente concentrato, passarono al nipote di quest'ultimo.

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La discendenza di Blasco Branciforte (1486-?9, 1° conte di Cammarata (ramo Cammarata) infatti, all'inizio del '500, si era divisa a sua volta in due rami (spiccando il ramo di Raccuja) e durò più a lungo.
Per non disperdere le ricchezze frequenti furono i matrimoni tra parenti. Tipico quello tra Giovanni (1572-1623), esponente della prima linea e fratello del suddetto principe Francesco, con Giovanna Flavia Branciforte della seconda linea e, parallelamente, della sorella Caterina (1582-1634), con Niccolò Placido, 3° conte di Raccuja e principe di Leonforte (1590-1661).
Nel 1610, quest'ultimo (anche per la rivalità con il cognato Francesco di Militello), per sfruttare al massimo le potenzialità di un fertile territorio di sua proprietà, nel feudo di Thavi, ricco di acque e di mulini, vi fondò una città che chiamò Leonforte in omaggio al blasone della sua casata, acquisendo il titolo di principe di Leonforte.

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Niccolò Placido I Branciforte, conte di Raccuja, duca di Santa Lucia e 1° principe di Leonforte (1593-1661). Il matrimonio con Caterina, però, non fu felice: mentre Nicolò Placido risiedeva a Palermo nel cinquecentesco palazzo di famiglia all'Olivella, Caterina rimaneva confinata nella nuova città, dove morì e dove è sepolta accanto al marito nella Chiesa dei Padri Cappuccini in un grande sarcofago di marmo nero. Ebbero comunque almeno 7 figli.

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Caterina Branciforte e Barresi (1532-1634), nipote di Dorotea.
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Sepolcro di Nicolò Placido e Caterina Branciforte.

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Palazzo Branciforte di Leonforte (EN).

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Le scuderie di Leonforte. Notare sulla facciata il busto del principe. Notare anche il degrado.

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Chiesa dei Cappuccini a Leonforte, mausoleo dei Branciforte.

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La Granfonte di Leonforte, bellissimo monumento eretto a simbolo della ricchezza d'acqua.

Tratto da www.mauriziodifazio.altervista.org/
https://books.google.it/books?id=mRMZBQAAQ...20feudi&f=false

Ed ecco, come già accennato, che il primogenito del fondatore, Giuseppe, 2° principe di Leonforte (1625-1696), sposato con un'altra Caterina (1615-?, la prestigiosa cugina di Militello, dopo la morte della pluriprincipessa Margherita Branciforte d'Austria senza eredi (1594-1659), litigò ferocemente con il cognato-cugino omonimo, marchese di Mazzarino, per la spartizione dei feudi. Alla fine Pietraperzia spettò a lui, Butera e Militello al cugino.

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Giuseppe Branciforte e Branciforte , 2°principe di Leonforte e 3° principe di Pietraperzia (1625-1696) - Collezione privata .

Giuseppe e Caterina ebbero un solo figlio, Baldassarre, che morì precocemente. Con il suo testamento istituì un fondo a favore delle giovani bisognose, attivo ancora oggi. (www.pellegrinieditore.com/index.php...emart&Itemid=28).
Fatto sta che, nel giro di una ventina d'anni, i due Giuseppe cognati-cugini, che si erano ferocemente contrastati per il possesso dei titoli, morirono entrambi senza eredi e tutto andò all'unico nipote:

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Niccolò Placido II Branciforte, principe di Leonforte, Butera e Pietraperzia (1651-1728). Si accaparrò, sempre per mancanza di eredi, anche i feudi di Butera e Mazzarino che un in primo momento erano andati ai Carafa (vedi schema).

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Carlo Maria Carafa e Branciforte (1640-1695): figlio di Agata Branciforte (1614-1659) e Fabrizio II Carafa della Roccella nobile napoletano, ereditò dallo zio materno Giuseppe, morto nel 1675, come già detto senza eredi, i feudi di Butera, Mazzarino e anche Militello.
Nonostante fosse proprietario di in bellissimo palazzo a Napoli (#entry527630979), a Mazzarino dimorò spesso e promosse uno sviluppo magnifico del paese, una vera perla del barocco siciliano; qui si sposò con la nobildonna napoletana Isabella d'Avalos e qui è sepolto (Chiesa S. Maria del Gesù). Si ricordano ancora oggi la sua figura e le sue nozze fastose, che restarono però senza figli.
Alla sua morte unica erede fu la sorella Giulia, vedova senza figli (la vedova d'oro fu chiamata). Ma nonostante tutti i tentativi di accasarsi, non vi riuscì. E Niccolò Placido jr fece la parte del leone.

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Ma chi di spada ......: Niccolò Placido, quando si accorse di avere solo 5 figlie femmine, per non disperdere il patrimonio e la sfilza di titoli, tanto per non cambiare, pensò di maritarle tutte con parenti: in particolare, Caterina (1697-1763), sposò Ercole Michele Branciforte di Girolamo, Beatrice (1710-1761) Ercole Branciforte di Giuseppe, entrambi del ramo Cammarata, e si spartirono i titoli del padre:a Beatrice Leonforte, a Caterina tutto il resto; Rosalia (1717-1749), la più giovane, sposò addirittura il nipote Salvatore figlio di Caterina, riasto vedovo e si beccò Pietraperzia per concessione della sorella maggiore).

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Caterina Branciforte e Ventimiglia, VII principessa di Butera (1697-1763). Sposò Ercole Michele Branciforte e Gravina (1697-1764), trasferendo i suoi titoli e le sue ricchezze alla linea di Cammarata. Si trasferisce lei stessa nel palazzo alla marina appartenente alla famiglia del marito, lo ingrandisce e ristruttura, trasformandolo nello splendido Palazzo Butera.
Continua.......

Edited by elena45 - 26/2/2021, 15:22
 
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view post Posted on 12/3/2015, 18:52
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Marie-Antoinette

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La storia della famiglia può risultare noiosa, ma diventa più interessante se abbinata alle loro dimore. Qui ce ne sono alcune da prendere in considerazione.

Palazzo Branciforte Raccuja un palazzo cinquecentesco, nel cuore della città di Palermo, fondato nel XVI secolo da Niccolò Branciforte conte di Raccuja. Diventò la residenza di famiglia a partire dal nipote, Niccolò Placido I, principe di Leonforte (anche se la moglie Caterina preferiva il paesino in provincia di Enna).
Suo figlio Giuseppe lo ampliò notevolmente, costruendo le magnifiche scuderie, e così il nipote Niccolò Placido II: furono gli anni del massimo splendore di questa sontuosa dimora, una delle più grandi e rappresentative della città.
Ma quando, come già detto, nel 1718, la figlia maggiore di quest'ultimo, Caterina (la pluriprincipessa dell'ultimo post) sposò il cugino Ercole Michele Branciforte, si trasferì nel palazzo del marito, lungo la via del mare, e di conseguenza il palazzo cinquecentesco fu declassato a residenza alternativa.
Nel 1801 il loro nipote accolse la proposta di concedere a censo perpetuo l’intero edificio al Senato cittadino per farne una nuova sede del Monte di Pietà
(Tratto da www.palermoviva.it/palazzo-branciforte/).


Palazzo Branciforte Raccuja, via Bara dell'Olivella, Palermo.
Dopo essere stato danneggiato dai bombardamenti, è stato restaurato da Gae Aulenti ed appartiene alla Fondazione Banco di Sicilia. E' un museo e un centro culturale.


Le scuderie, la cosiddetta "Cavallerizza", oggi sede del Museo Archeologico.
Tratto da www.palazzobranciforte.it/gallery.php?idSection=0
www.youtube.com/watch?v=Zp4XxQnjHr0

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Palazzo Butera, in via Butera 8-18 di Palermo, l'abbiamo già visto in #entry571027650:


Palazzo Butera, la facciata sulla via del mare.
Fondato nel 1692 da Girolamo Branciforte, marchese di Martini, fu ristrutturato magnificamente dal figlio Ercole Michele e dalla moglie Caterina, che, come detto sopra, lasciò il palazzo del padre per quello del marito, portando nella linea cadetta i suoi titoli principeschi e le sue ricchezze.


La facciata anteriore di Palazzo Butera, con l'ingresso principale sulla via omonima. Gli interni li trovi qui: www.palazzobutera.com/galleria-immagini/. Vedi anche: www.palermoviva.it/palazzo-butera/.
È stato proprietà dei Moncada di Paternò (discendenti dei Principi di Butera) fino a fine 2015, quando è stato acquisito dal collezionista e gallerista Massimo Valsecchi. I lavori di restauro sono iniziati nel gennaio 2016.
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Nel 1658 Giuseppe Branciforte, principe di Pietraperzia e di Leonforte (lo stesso che aveva costruito le splendide scuderie nel palazzo di Palermo), decise di costruire nei pressi di Palermo una magnifica villa che diventerà nota come il Palazzo Butera di campagna, terminato nel 1658. Fu il nucleo di Bagheria.


Palazzo Butera a Bagheria (nel 1803).
Alla morte del principe Giuseppe, il nipote Nicolò Placido II, nel 1707, fece costruire la chiesa della Natività di Maria accanto alla villa.


Palazzo Butera a Bagheria (oggi).
Anche questa villa passerà ai principi Ercole Michele e Caterina (gli stessi di Palazzo Butera alla marina) e ai loro discendenti; nel 1769, il figlio Salvatore aprirà la strada principale del nuovo paese (lo Stradone); nel 1797, il nipote omonimo ebbe la "felice" idea di costruire una dependence, che chiamò la Certosa, e di riempirla di statue di cera che rappresentavano monaci e personaggi storici (!), compreso il fondatore della villa, il principe Giuseppe.

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Ercole Michele II Branciforte e Pignatelli (1750-1814), fece costruire la Certosa.

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La Certosa di Villa Butera a Bagheria. Abbandonata per molti decenni, oggi è stata restaurata. Il pronao, però, è inglobato nelle nuove case costruite davanti e l'ingresso è sul retro.

Edited by elena45 - 24/2/2021, 11:13
 
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view post Posted on 13/3/2015, 15:22
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Marie-Antoinette

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Nella casata Branciforte arrivano i Lanza. Già nel Settecento c'erano stati matrimoni tra le due famiglie, ma il più importante avvenne nel 1805 tra l'ultima e sola erede dei principi di Butera e l'erede del principe di Trabia. Eccoli:

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Stefania Branciforte e Branciforte, XII principessa di Butera (1788-1843), figlia di Niccolò Placido Branciforte (1761-1806) e Caterina Branciforte (1768-1789), erede unica del patrimonio e dei titoli dei Branciforte sposò Giuseppe Lanza, VIII principe di Trabia (1780-1855), illustre archeologo e Direttore delle Belle Arti in Sicilia. I due, tra l'altro erano cugini.

Stefania aveva il nome della nonna paterna, Stefania dei principi Valguarnera, sorella della celebre "muta" Marianna.
I titoli di Stefania: XII Principessa di Butera, X Principessa di Pietraperzia, VIII Principessa di Leonforte, VII Principessa di Scordia, Principessa di Catena, Principessa di Campofiorito, VII Duchessa di Santa Lucia, Marchesa di Barrafranca, Marchesa di Militello, Marchesa della Ginestra, XV Contessa di Mazzarino, X Contessa di Raccuia, Baronessa di Belmonte, Baronessa di Torre di Falconara, Baronessa di Pedagaggi, Baronessa di Randazzini, Baronessa del Biviere di Lentini.

E' sepolta nella Chiesa di San Francesco di Paola di Palermo (la chiesa palermitana dei Branciforte):

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Monumento funebre di Stefania Branciforte Lanza.

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Lo stemma bipartito della famiglia: il leone rampante dei Lanza e il leone con lo stendardo dei Branciforte.

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Pietro Lanza Branciforte (1807-1855), figlio dei suddetti. Ereditò tutti i titoli del padre e della madre. Si distinse nella lotta contro la grande epidemia di colera del 1837. Sposò la nobildonna napoletana Eleonora Spinelli di Scalea, unica erede della sua casata. Ciò nonostante fu di idee liberali che lo fecero aderire alla Rivoluzione siciliana del 1848. Fu ministro del governo provvisorio palermitano. Fu esiliato a Parigi, dove morì, soltanto 4 mesi dopo suo padre.


Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...nza/trabia.html

Palazzo Butera a Palermo divenne la dimora dei principi Lanza Branciforte di Trabia negli anni a venire.
Come se il Palazzo alla marina della moglie Stefania non fosse abbastanza grande, il principe Giuseppe acquistò, nel 1814, una villa settecentesca circondata da un parco grandioso (ma fu un affare: http://palermodintorni.blogspot.it/2014/11...e-immagini.html). La ristrutturò e la rese bellissima:

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Villa Trabia a Palermo.


Ancora lo stemma bipartito dei Lanza e Branciforte sull'ingresso della villa.
Il parco verrà arricchito di piante rare, grazie all'opera della principessa Sofia Galeotti, vedova del IX principe, anche lui Giuseppe, precocemente scomparso (1833-1868). Oggi Villa Trabia (come Villa Niscemi), è sede distaccata del Comune di Palermo (http://palermodintorni.blogspot.it/2014_11_01_archive.html)

Nel 1885 il principe Pietro Lanza di Trabia sposò Giulia Florio, cognata e coetanea della più celebre Franca, erede, con il fratello Ignazio, della famiglia che abbiamo descritto qui: #entry502021618

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Giulia Florio d'Ondes, principessa Lanza di Trabia (1870-1947).

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La principessa Giulia con le figlie Sofia e Giovanna e la cognata Franca. Sofia (1889-1984) sposò Giangiacomo Borghese, Giovanna (1897-1985) il principe Ugo Moncada di Paternò.
Giulia Florio contribuì molto ad accrescere lo splendore di Palazzo Butera che divenne un punto di riferimento dell’aristocrazia europea e dei reali in visita in Sicilia. Collaborò anche con la suocera Sofia per trasformare il parco di Villa Trabia in un vero e proprio Orto Botanico.

Ai Lanza peraltro non poteva mancare una residenza a Bagheria:



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Villa Trabia a Bagheria nota anche come Villa Lanza Comitini: costruita nella metà del '700 dal principe Gravinadi Comitini, fu acquistata da Pietro Lanza, 7° principe di Trabia nel 1793. Verrà ristrutturata da Pietro jr nel 1890, acquisendo l'aspetto neoclassico. Appartiene a tutt'oggi agli eredi Moncada.



Tratto da file:///C:/Documents%20and%20Settings/Io/Documenti/Downloads/articolo_palmeri_per_36%20(8).pdf

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Il principe Pietro Lanza di Trabia (1862-1929).


I due "cognati": Franca Florio e il principe di Trabia.

La famiglia, però, fu molto provata dalla perdita di due figli in guerra e dalla morte prematura del primogenito Giuseppe, stroncato da una febbre tifoide. Costui aveva avuto due figli naturali dalla principessa Maddalena Papadopoli Aldobrandini; la nonna Giulia li protesse e li fece legittimare (#entry529441223).


Ignazio (1890-1917) e Manfredi (1894-1918) Lanza di Trabia, morti nella Prima Guerra Mondiale. A causa del conflitto morirono anche due cugini: Sigismondo e Giuseppe Giustiniani Bandini (#entry559040336).

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Giuseppe Lanza di Trabia (1889-1927) con i figli Raimondo (1915-1954) e Galvano (1918-1985).

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Maddalena Papadopoli Aldobrandini (1883-1965). Sopravvisse al figlio Raimondo.

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Raimondo Lanza di Trabia con la moglie, l'attrice Olga Villi.

Alla morte della principessa Giulia, nel 1947, il palazzo Butera, per disposizione testamentaria, passò in proprietà ai nipoti Raimondo e Galvano e alla figlia Giovanna (1897-1985), moglie del principe Ugo Moncada di Paternò. Gli eredi hanno venduto nel 2015 all'imprenditore e collezionista lombardo Massimo Valsecchi.
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Del principe Raimondo Lanza di Trabia si è scritto tutto e il contrario di tutto: ebbe una vita avventurosa e dispendiosa; dopo una storia con Susanna Agnelli, sposò la bellissima attrice Olga Villi, che gli diede due figlie, la seconda nata postuma. Infatti il principe morì a soli 39 anni, ancora non si sa se per suicidio o omicidio. Nonostante fosse comproprietario di Palazzo Butera a Palermo, il principe Raimondo restaurò l'avito Castello di Trabia, dove preferiva passare le vacanze:



Il nucleo del castello è antichissimo: fu costruito dagli Arabi come fortilizio nel IX secolo; potenziato dai Normanni, divenne il centro di un territorio celebre per i suoi mulini e la copiosità della pesca, in particolare quella del tonno.
Nel XV secolo il cavaliere Blasco Lanza (1466-1535), avvocato catanese, sposò la nobildonna Aloisia Di Bartolomeo che, unica erede, gli portò in dote tutto il patrimonio di famiglia, compresa la terra di Trabia. Rimasto vedovo, sposò Laura Tornabene, che gli portò in dote la baronia di Castania. Uomo spregiudicato e determinato, con l'acquisto di feudi e convenienti matrimoni, pose le basi di uno dei più potenti casati siciliani.
Nel 1563, il figlio Cesare comprò il feudo e ottenne il titolo di Conte di Mussomeli; la leggenda vuole che fosse stato proprio lui, d'accordo con il marito geloso, Vincenzo La Grua Talamanca (1527-1592), ad assassinare la figlia Laura, nel 1563, la celebre baronessa di Carini.
Nel 1601 il figlio Ottavio I (1547-1617) ottenne dal re Filippo III il titolo di principe di Trabia.
Nel 1784, il principe Pietro trasformò il castello di Trabia in operoso stabilimento, poiché all'industria del tonno aggiunse quella del panno, dei biscotti, dell'olio di «nozzolo» e della colla.

Altra casata importante quella dei La Grua Talamanca, a cui apparteneva l'uxoricida, barone di Carini, che dalla povera Laura aveva avuto un figlio: Cesare (+1614), colui che continuò la discendenza; il nipote Vincenzo fu il 1° principe di Carini.
Rodolfo.il 14° principe, è vivente. Ecco il loro castello:

Castello La Grua Talamanca di Carini, dove si consumò l'orrendo assassinio. Carini e Trabia distano 60 km.
Tratto da Wikipedia - http://it.wikipedia.org/wiki/File:Castello...o_di_Carini.jpg

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Villa Scalea

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La magnifica veranda.

Nel Settecento, Giuseppe II Branciforte, principe di Scordia acquistò una tenuta nella Piana dei Colli e trasformò la chiesa che vi si trovava in una scenografica residenza immersa nel verde di un lussureggiante giardino.
Alla fine dell'Ottocento la proprietà pervenne in eredità a Francesco Lanza Spinelli, principe di Scalea:

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Francesco Lanza Spinelli (1834-1912), principe di Scalea. Figlio secondogenito di Pietro Lanza di Trabia ed Eleonora Spinelli, seguì il padre in esilio a Parigi e ritornò un Sicilia al seguito della spedizione dei Mille. Sposò Rosa Mastrogiovanni Tasca d'Almerita (sua prima cugina) ed ebbe 5 figli. Senatore del neonato Regno d'Italia, bonificò le paludi di Mondello.

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Pietro Lanza di Scalea (1863-1938), primogenito del suddetto. Più volte deputato e ministro del Regno, fu ministro della Guerra nell'era fascista e membro del Gran Consiglio; morì prima dello scoppio del conflitto mondiale. Sposò la nobildonna trapanese Dororea Fardella ed ebbe un solo figlio, Francesco Giuseppe (1890-1954). Costui ereditò il titolo di principe di Trabia dall'altro ramo (con la morte di Giuseppe pèer febbre tifoide nel 1927, vedi sopra), ma la discendenza fu travolta da vicende molto sgradevoli. Suo figlio Manfredi (1937-1995), coinvolto in una vicenda di sfruttamento, abbandonò la famiglia e la figlia Anna (1964-1991) divenne una povera tossicodipendente, morta a soli 27 anni.
Per fortuna un altro suo nipote omonimo, Francesco (1969) è professore universitario molto affermato in Michigan. Se i titoli avessero valore, sarebbe lui il 16° principe di Trabia.

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https://ricerca.repubblica.it/repubblica/a...ncipessina.html
https://ricerca.repubblica.it/repubblica/a...ll-america.html

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Giuseppe Lanza di Scalea (1870-1929), fratello minore del ministro, fu Sindaco di Palermo dal 1920 al 1924. Sposò Valentine dei baroni Rousseau ed ebbe anche lui un solo figlio, Francesco (1912-1988).


La Regina Mary d'Inghilterra ospite del Principe Giuseppe a Villa Scalea.

villa-deliella
Lo scandalo di Villa Deliella: i Lanza di Scalea possedevano in Palermo anche questa villa liberty, dell'architetto Emilio Basile (lo stesso del villino Florio), ma l'unico figlio del principe Giuseppe, il succitato Francesco, deputato della ARS, nel 1961, nel tentativo di una speculazione edilizia, la fece distruggere nell'arco di una notte! Aveva sposaro la nipote di Franca Florio, Arabella Salviati che divorziò e ottenne anche l'annullamento.

Alla famiglia rimase Villa Scalea a Piano dei colli, dove oggi abita il figlio del "distruttore", il principe Giuseppe Lanza di Scalea noto alla cronache mondane:


Giuseppe Lanza dei principi di Scalea (1946.2020) era sposato con la contessa Benedetta Fumi Cambi Gado e ha una figlia, Giulia.

www.famiglienobilinapolitane.it/Gen...Branciforte.htm

Edited by elena45 - 12/11/2021, 15:34
 
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view post Posted on 16/3/2015, 13:29
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Arciduca /Arciduchessa

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Però, che bello essere un principe e crescere in un palazzo così!!! :P

Ho visto il video, persona simpatica Giuseppe Lanza di Scalea; meravigliosa la sala da pranzo verde e la veranda!

Bellissima la bianca facciata, ricca di iscrizioni, di Palazzo Butera a Bagheria!!
 
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view post Posted on 16/3/2015, 14:12
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Marie-Antoinette

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Un pezzetto di veranda così la farò fare a casa mia, appena posso. Copierò il disegno:

 
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view post Posted on 19/3/2015, 19:07
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Marie-Antoinette

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Come già detto, i Lanza, a partire dal loro antenato Blasco, fecero molti matrimoni di convenienza, pratica del resto comune tra le famiglie aristocratiche: nacquero così le linee dei Lanza Branciforte e dei Lanza Spinelli che abbiamo visto nei post precedenti con le loro dimore.
Ma si formò anche la discendenza dei Lanza Filangeri, nel 1830, quando l'ultima erede dei principi di Mirto, ovvero Vittoria Filangeri (1814-1865), VII principessa di Mirto, sposò Ignazio Lanza conte di Raccuja (1781-1837).
Come si vede dai dati anagrafici, lei, l'ereditiera, aveva 16 anni e lui quasi 50 (!). Doveva essere brutta forte la sposa se, nonostante la ricchissima dote, si dovette accontentare di un vecchio. Il matrimonio durò solo 7 anni, quanto bastava per mettere al mondo 2 figli, continuare la discendenza e incamerare nella casata dei Lanza il titolo e un palazzo favoloso.
Poi Vittoria si risposò.


Bernardo Filangieri, V principe di Mirto (1747-1803), nonno di Vittoria. Mecenate; ristrutturò e ampliò l'antica dimora palermitana pervenuta alla fine del '500 con il matrimonio di Don Pietro Filangeri, conte di S. Marco, con Francesca De Spuches, unica erede di un patrimonio immenso.
Bernardo sposò la principessa Vittoria Alliata di Villafranca. Notare nel dipinto lo stemma dei Filangieri.


Palazzo Mirto: la facciata su via Merlo rifatta nell' Ottocento; rimane l'antico portale sovrastato dallo stemma dei Filangeri.


L'ingresso dal cortile.


La facciata tardo-barocca su via Longarini.


Splendida fontana barocca sopra un terrazzo. Ai lati due voliere; quella a destra è finta e nasconde un passaggio segreto.


Le antiche scuderie. (Questa foto di Palazzo Mirto è offerta da TripAdvisor)
Ma sono soprattutto gli interni spettacolari:



Li trovi descritti qui assieme alla storia del palazzo: www.palermoviva.it/palazzo_mirto/ e http://royalfilangeri.com/palazzo-mirto-photos/

L'ultimo discendente, Stefano Lanza Filangieri (1895-1968), III principe di Mirto (della nuova serie), senza figli, lasciò alla Regione l'edificio con tutti i suoi arredi e le opere d'arte. Oggi è un museo.
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I Lanza Filangieri possedevano anche una villa-castello a Santa Flavia come residenza estiva, costruita nel 1673 da Vincenzo Giuseppe Filangieri, 1° principe di Mirto, intorno ad una preesistente torre d'avvistamento del XVI secolo per il controllo delle piantagioni di canna da zucchero.
La villa fu ereditata dalla maggiore delle sei sorelle principesse zie del principe Stefano, ovvero Vittoria Lanza Filangieri (1860-1930), sposata con il barone Leoluca Cammarata Valenti (1855-1938). I suoi discendenti vi abitano ancora:


Castello San Marco, Santa Flavia, a 16 km da Palermo.


Il bellissimo giardino.
Tratto da https://www.facebook.com/pg/clickfotografi...465210893547906

Edited by elena45 - 7/6/2017, 22:07
 
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view post Posted on 15/11/2015, 14:34
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Marie-Antoinette

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Ho sempre lamentato una scarsa iconografia della nobiltà siciliana e italiana in genere, a differenza di quella inglese, per esempio. Evidentemente le vicende storiche hanno ridotto in misura maggiore o minore l'importanza dell'aristocrazia, a scapito della conservazione di alcuni aspetti del patrimonio artistico.
In Sicilia moltissime ville e palazzi sono fatiscenti, anche se si sta facendo, a quanto apprendo, un'opera encomiabile di recupero. I dipinti conservati, mi sembra, siano molto pochi, e pochissimo disponibili in rete. Troviamo più spesso loro sepolture.
A proposito dei Lanza, un gentile amico, discendente della nobile casata Valguarnera, mi ha segnalato la bellissima cappella di famiglia, nella Chiesa di Santa Cita a Palermo. Entrandovi, sembra di ripercorrere l'albero genealogico dei Lanza Branciforte.


Ingresso della Cappella Lanza.
Giuseppe Obici di Spilamberto - Monumento funebre a Giuseppe Lanza (1780-1855), 8° principe di Trabia, uomo di grande cultura, noto archeologo e marito di Stefania Branciforte, accanto al figlio Pietro Lanza Branciforte (1807-1855). Pietro morì giovane (appena 4 mesi dopo il padre), provato dall'esilio subito per la sua adesione alla Rivoluzione siciliana del 1848. (La principessa Stefania, come già visto, è sepolta in San Francesco di Paola. Chissà perchè!)
Ai lati del grande monumento, singoli sarcofagi:


Tomba di Ottavio Lanza (1547-1617), 1° principe di Trabia. / Dorotea Lanza Gioeni (+1628), figlia del precedente e moglie di Francesco, 1° principe Valguarnera.

.
Tomba di Ercole Branciforte, 1° duca di San Giovanni, marito di Agata Lanza Gioeni (sorella di Dorotea). Inoltre è il 6° avo della suddetta principessa Stefania, colei che portò il cognome Branciforte in casa Lanza.

Scendendo nella cripta si trova (forse) il personaggio leggendario, in una delle due tombe doppie (in basso, dietro i putti che sorreggono lo stemma):


Probabile tomba di Laura Lanza, la baronessa di Carini (1529-1563) (rappresentata dalla candida fanciulla dormiente), uccisa per mano del padre o del marito per punirla del suo tradimento.
Secondo altri la tomba sarebbe quella di sua nonna, Laura Tornabene Paternò, cosa plausibile perchè il sarcofago sovrastante è quella di suo marito, Blasco Lanza (1466-1535).
Nella doppia tomba di sinistra ci sono: il padre di Laura, Cesare Lanza (1508-1593), barone di Trabia e conte di Mussomeli, in basso; in alto la sua seconda moglie, Castellana Centelles (1520-1574).

Tratto da : http://palermodintorni.blogspot.it/2014/11...-di-trabia.html

Edited by elena45 - 9/12/2016, 11:41
 
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view post Posted on 15/11/2015, 15:42
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Marie-Antoinette

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Grazie per queste immagini. Mi hanno sempre incuriosito i "padroni" dei miei antenati.
Mio padre ogni tanto mi racconta che Olga Villi era molto alla mano, camminava scalza per le vie del paese e salutava tutti i bambini.
 
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view post Posted on 15/11/2015, 16:01
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Marie-Antoinette

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I tuoi antenati erano siciliani?

Tornando alla baronessa di Carini, Don Cesare Lanza si rifugiò, spinto dal rimorso per l'uccisione della figlia, nel castello di Mussomeli (qualche anno prima, nel 1563, il barone aveva acquistato il feudo che con lui venne elevato al rango di contea):


Castello chiaramontano di Mussomeli (CL), detto anche "Il nido dell'aquila"







Non immaginava che lo spettro della figlia lo avrebbe seguito anche là: nel castello vaga il fantasma di una donna giovane ed elegante, vestita di abiti cinquecenteschi, la cui materializzazione, si dice talmente realistica che, se non fosse per l'abbigliamento di un'altra epoca, la si potrebbe confondere per una donna realmente vivente. Laura indosserebbe un'ampia gonna di seta e un corpetto sul quale avvolge uno scialle finemente ricamato. Chiunque si trovi a visitare il castello potrebbe incontrarla mentre vaga per le tre stanze più grandi del maniero oppure mentre si reca alla cappella, dove si inginocchia e prega. Questo castello fu scelto nel 1975 per girarvi lo sceneggiato RAI "L’amaro caso della baronessa di Carini" diretto da Daniele D'Anza che prende spunto da questa leggenda.
Vedi https://castlesintheworld.wordpress.com/20...ello-mussomeli/

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Il fratello di Laura, Don Ottavio I (1547-1617), divenuto principe di Trabia nel 1601, edificò il più comodo "Palazzo dei Signori", nel centro del paese:


Palazzo Trabia a Mussomeli.

Edited by elena45 - 15/11/2015, 17:01
 
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view post Posted on 15/11/2015, 16:42
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Marie-Antoinette

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Mio padre è siciliano e così tutta la sua famiglia. Ho il nostro umile albero genealogico fino alla metà del Settecento e sono tutti trabioti. Da quel che asserisce un mio lontano parente americano (tale Michael Saso, professore emerito di religioni orientali), che ha fatto alcune ricerche, la nostra è una famiglia di ebrei di Segovia, trasferitasi nel Medioevo in Sicilia e convertitasi. Purtroppo ci ha parlato mia sorella e io non ho mai approfondito la questione, quindi non ho capito dove siano conservati i documenti da cui si ricavano queste informazioni.
Curiosamente a Trabia c'è una via Saso (senza nome di persona, quindi non sembra dedicata ad un membro in particolare della famiglia).
 
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view post Posted on 15/11/2015, 16:55
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Marie-Antoinette

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Eh sì. Devo ammettere che sono mossa dall'invidia: invidia, però, limitatata solo al privilegio dei nobili di conoscere i loro avi.
Nel napoletano non esistono anagrafi civili anteriori all'inizio dell'Ottocento (anagrafe murattiana), laddove i registri parrocchiali sono spesso in cattivo stato di conservazione. Per la famiglia di mio marito sono arrivata faticosamente, documenti alla mano, ricavati dai rogiti notarili, al suo trisavolo (in linea agnatica), che era siciliano di Lipari. Il cognome Cesareo in Sicilia sarebbe presente fin dall'XI secolo, ma non posso trovare nessi documentati.

Per la famiglia di mio padre niente da fare, anche se il cognome Toscano, evoca un'ascendenza ebraica.
 
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view post Posted on 15/11/2015, 17:16
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Marie-Antoinette

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Ma i miei non erano nobili! Tutti popolani. L'albero genealogico è ricavato proprio dai registri parrocchiali (per questo credo che Michael non sia riuscito a salire più indietro del Settecento: quelli precedenti probabilmente devono essere andati distrutti o sono illeggibili). Prima o poi mi piacerebbe farla da me questa ricerca...
 
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peter10
view post Posted on 16/11/2015, 13:03




Ai piedi del grande scalone d'onore del Palazzo Reale di Palermo, si può ammirare la splendida carrozza appartenuta ai Branciforte di Butera. In seguito alle nozze di Stefania Branciforte, principessa di Butera, con Pietro Lanza e Stella, principe di Trabia, (giugno del 1805), la carrozza settecentesca passò alla famiglia Lanza. Caduta in disuso, venne conservata nelle rimesse di Palazzo Butera.
La carrozza fece la sua ultima apparizione nel 1952, in alcune scene del film del celebre regista francese Jean Renoir, "La carrozza d'oro", interpretato da Anna Magnani. Una doverosa annotazione: il film venne prodotto dalla" Panaria Film", la nota casa di produzione cinematografica siciliana fondata nella seconda metà degli anni '40 dal principe Francesco Alliata di Villafranca.

Sono certo che la gentile amica Elena45 riuscirà a "regalarci" una foto della splendida "carrozza d'oro"!

Cordialità
Pietro Valguarnera

Edited by peter10 - 21/11/2015, 16:16
 
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view post Posted on 16/11/2015, 18:12
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Marie-Antoinette

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Eccola:

 
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peter10
view post Posted on 16/11/2015, 23:40




Elena 45,

una foto davvero magnifica! Grazie.

Pietro Valguarnera
 
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