Maria Antonietta - Regina di Francia

Famiglia Leopardi

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elena45
view post Posted on 7/12/2016, 12:34 by: elena45
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Marie-Antoinette

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E poi, tanto per cambiare, c'è il mistero della sepoltura, come riporta questo articolo.

Il conte Pierfrancesco Leopardi pronto alla prova del DNA per svelare il giallo della sepoltura del suo illustre avo.

Poche parole e Pierfrancesco Leopardi, discendente del poeta Giacomo, riapre a sorpresa il mistero della sepoltura dei resti del suo illustre avo. Lui si dice disponibile a sottoporsi alla prova del DNA anche se è convinto che le ossa siano da tutt’altra parte o, comunque, non a Posillipo, accanto a quella del poeta Virgilio. “Sono favorevole alla prova del DNA ribadisce il discendente che mostra una particolare somiglianza somatica con il poeta. “Ranieri riferisce che Giacomo è morto il 14 giugno per soffocamento. Molto probabile è finito in una fossa comune. Se invece Ranieri è riuscito a fare il funerale del suo amico io mi sottopongo volentieri a questa prova”.
Ci voleva il film del regista Martone sul “Giovane favoloso” a far risuscitare un vecchio tormentone e a gettare di nuovo il panico tra i custodi delle memorie del poeta. Gli altri eredi di Casa Leoaprdi si opposero fermamente, anni addietro, a cominciare dalla contessa Anna, alla proposta di sottoporre quelle poche ossa rimaste ad un accertamento genetico. Come si ricorderà a sollevare in maniera clamorosa il mistero della sepoltura fu il giornalista televisivo Silvano Vinceti che, insieme all’archeologa tedesca Anchè Wincop, vennero a Recanati a chiedere agli eredi del poeta l’ autorizzazione a riesumare i resti custoditi nella tomba al Parco Vergiliano per poter fare eseguire l’ esame del Dna e compararlo con quello dei discendenti. Si sollevò un coro di no alquanto indignato, a cominciare dall’allora presidente del Centro nazionale di studi leopardiani Franco Foschi che parlò addirittura di profanazione e di proposta macabra. Che cosa avessero in mente di fare, Vinceti e Wincop, era abbastanza chiaro: scendere con le telecamere della Rai, ma anche con i carabinieri del Ris e altri specialisti per un’indagine sul DNA, nella tomba del poeta come aveva già fatto nel caso di Matteo Maria Boiardo e di Francesco Petrarca. Come noto il poeta morì a Napoli nel 1837, durante un’epidemia di colera. Il destino di un morto in quei casi era la fossa comune. Ma Antonio Ranieri, l’amico che lo ospitava, ha invece sempre sostenuto di essere riuscito a salvare la salma e a seppellirla nella chiesa di San Vitale a Fuorigrotta. Qui, molti anni dopo, nel 1900 venne eseguita, per la prima volta, dall’antropologo Angelo Zuccarelli, un luminare dell’epoca, una ricognizione cadaverica non escludendo che quei resti appartenessero proprio a Leopardi. Fra i reperti ossei, con sorpresa, mancava proprio il cranio. Solo nel 1939 la bara fu spostata nel vicino parco Virgiliano. Dopo la dichiarazione di disponibilità di sottoporsi alla prova del DNA da parte del conte Pierfrancesco c’è da attendersi qualche nuovo interessamento di chi vuol dare una risposta definitiva sul mistero della morte e sepoltura del povero corpo di Leopardi. E chissà che non si faccia vivo di nuovo Vinceti.
17 dicembre 2014.


Tomba di Giacomo Leopardi nel Parco Vergiliano a Piedigrotta, Napoli. La salma del poeta fu trasferita qui dalla chiesa di San Vitale Martire dov'era inizialmente custodita, nel 1939.

Edited by elena45 - 7/12/2016, 14:17
 
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