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Per fare una cosa nuova, Aragno pubblica il famoso Journal 1851-1896 dei fratelli Goncourt (7 volumi la prima versione da Aragno, 476 pagine in questa) usando un diverso titolo forse per aumentare le vendite.
Come dice il proverbio, nessuno è un signore per il proprio cameriere. Questa verità ce la confermano i fratelli Goncourt raccogliendo per quasi mezzo secolo in tutti i salotti, a tutte le cene, le notizie, i pettegolezzi, le confidenze, gli intrecci amorosi, gli adultéri (un’infinità), i corteggiamenti, le scenate, le frasi piccanti, le cattiverie e le invidie tra scrittori che poi diligentemente ogni sera riportano su questo diario, che rappresenta il dietro le quinte del loro tempo. I Goncourt, come Saint-Simon, più di Saint-Simon, sanno fotografare la personalità di un individuo descrivendone e analizzandone nei minimi dettagli comportamenti, vestiti, atteggiamenti, visi, parole, sguardi, voce con la precisione e la meticolosità di un entomologo, con un lavorio di analisi e introspezione sbalorditivo. Qui, i giganti letterari di allora, Zola, Flaubert, Balzac, Dumas, Maupassant, Sainte-Beuve, Hugo, Baudelaire, George Sand e molti altri, di cui i Goncourt hanno letto tutte le opere e ne fanno cenno, vengono abbassati dal loro piedistallo di geni al livello di uomini e donne comuni che hanno le debolezze, bassezze, piccinerie, egoismi, delle persone normali. Un diario scoppiettante, con aneddoti e ritratti fulminanti ad ogni pagina. Ad esempio la turbolenta e avventurosa vita della Païva, una donna “larger than life” (mariti, amanti, ricchezze favolose, sperperi, palazzi da mille e una notte, del resto come molte “grandi orizzontali” dal Re Sole in avanti) condensata in due pagine; se volete saperne di più andate qui: www.rocaille.it/la-paiva/ Scelgo fiore da fiore e comincio dal più citato: Zola; vanitoso, bugiardo, egocentrico, ricchissimo e gran plagiatore dei libri altrui, che si vanta di essere andato a letto con le mogli dei suoi migliori amici. La moglie di Zola che porta a spasso le due bambine avute dal marito con la cameriera, con la quale Zola conduce, in una casa a parte, una vita parallela a quella ufficiale. Un po’ come faceva Vittorio De Sica. La madre di Maupassant che involontariamente dice che il figlio appena morto era in realtà figlio di Flaubert. Maupassant che nel sesso è una macchina da guerra inarrestabile, una mitragliatrice. Daudet che confessa che delle donne predilige solo l’entrata posteriore e che la propone a tutte quelle che incontra; peccato che sua moglie non l’accontenti. Baudelaire che, in ritardo ad una riunione, si scusa adducendo come scusa l’aver fatto a sua madre una cosa che mi vergogno a riportare. Hugo, disprezzato da Dumas, che in una lettera ad un critico letterario con un sottinteso gli offre il possesso della moglie in cambio di una forte pubblicità letteraria. Hugo, il cui nipote riesce a sperperare un’eredità di 4 milioni di franchi e a far pignorare il resto che rimane. Alexandre Dumas figlio, figlio del padre e della sua vicina di casa, che, ad appena due mesi dalla morte della moglie, sposa madame Escalier, sua amante già da molti anni. Balzac che nei rapporti sessuali non andava fino in fondo perché riteneva che il seme dell’uomo fosse un’emissione di sostanza cerebrale e una perdita, attraverso il suo membro, di una creazione. Una volta non riuscì a trattenersi, poi andò da un amico gridando: “Stamattina ho buttato via un libro!”. Una macchietta. Ma questo libro non è solo una raccolta di aneddoti, fatti e ritratti di uomini: i Goncourt fanno le loro acute considerazioni e osservazioni sulla società, gli uomini, la letteratura, la storia, la Chiesa. Il problema è che ad ogni pagina escono nomi conosciutissimi ai Goncourt (artisti, poeti, pittori, scrittori, grandi orizzontali, amanti, affaristi) ma sconosciuti a noi che leggiamo 150 anni dopo. Viene la tentazione di cercare questi nomi su internet ma non sempre si trovano, e comunque si passerebbe più tempo al PC che a leggere il libro. In ogni caso un libro da leggere e da conservare. Benedetto l’indice dei nomi fatto benissimo, con i riferimenti ad ogni pagina. Peccato non esista una biografia di questi due fratelli, notai minuziosi e meticolosi di ogni cosa successa in quei 50 anni. |