Maria Antonietta - Regina di Francia

Posts written by elena45

view post Posted: 11/2/2019, 10:16 Abiti e gioielli tra il fastoso e il pacchiano - Arte, Moda e Musica
E' vero, chapeau a Rodolfo.
Si tratta di Marie Cavallier, francese, la seconda moglie del principe cadetto Joachim. Chiedo scusa anch'io.
view post Posted: 10/2/2019, 18:54 Filangieri siciliani - Storia
Da quanto risulta negli alberi genealogici, la baronia di Miserendino apparteneva alla ricchissima famiglia Corbera e fu acquistata nel 1622 da Giuseppe Filangieri, secondogenito di Girolamo (v1562), VI conte di San Marco. Il principato di Cutò arrivò jure uxoris piu tardi, nel 1701, al pronipote Girolamo (1663-1721).
I titoli arrivarono entrambi fino a Giovanna "Pigliatutto" (1850-1891), la nonna di Tomasi.

Vedi www.genmarenostrum.com/pagine-lette...i%20sicilia.htm

Nel 1392, il Miserendino entra nella giurisdizione feudale come baronia comprensiva di undici feudi chiamati: Gulfa, Gulfotta, Cannitello, Comuni, Santa Margherita (dove sorgerà il comune di Santa Margherita), Carcara, Ficarazzi, Gipponeri, Serafino, Adrigna e Aquila.
L’acquisto a titolo definitivo della baronia e dei suoi undici feudi da parte di Calcerando Corbera segna l’effettiva stabilizzazione di questo casato in Sicilia e il conseguente avvio di una trasmissione del titolo di barone del Miserendino di padre in figlio nel rispetto della linea genealogica. Nel 1572, Antonio Corbera ottiene la licentia populandi; nel 1622 il feudo passa ai Filangieri.
Si tratta di un arco di tempo relativamente breve all’interno del quale, però, si concentrano diverse vicende con importanti effetti a breve e lungo termine sul destino della baronia e dei suoi baroni: scandali (come il noto triangolo amoroso tra Calcerando Corbera, Eufrosina e Marco Antonio Colonna, nel 1582), morti premature e spesso misteriose, il sequestro della baronia per insolvibilità dei debiti, frequenti vendite per risanare la situazione economica della famiglia e, infine, una lunga contesa per il possesso della baronia che vede schierati da un lato la famiglia Corbera, dall’altro i Filangeri di Cutò.
La vicenda della successione della baronia del Miserendino e il relativo passaggio dai Corbera, i fondatori del comune, ai Filangeri di Cutò, la famiglia che ne risollevò le sorti, è sicuramente uno dei momenti più intensi e cruciali della storia di Santa Margherita Belìce. Inoltre, nuovi e illuminanti ritrovamenti archivistici permettono di rileggere diversamente alcuni momenti di una storia che, a tratti, si rivela essere più controversa e nebulosa del previsto. Le azioni e le strategie messe in atto dai protagonisti di questa storia sono particolarmente esemplari delle convinzioni, delle pratiche, delle modalità di gestione dei patrimoni (e dei matrimoni) e dei comportamenti messi in atto dalla aristocrazia di età moderna per perseguire il suo più importante obiettivo: il mantenimento di un unico e saldo asse patrimoniale.

www.academia.edu/14169214/Il_sogno_...dino_1572-1668_

Qualche cenno l'ho fatto anche in #entry578642370

Edited by elena45 - 10/2/2019, 20:30
view post Posted: 8/2/2019, 12:39 Il castello di Scipione - Luoghi
Anch'io, e ho preso lo spunto per ampliare le notizie sulla famiglia Pallavicino. Confesso la mia colpa: sono stata a Salsomaggiore e non sapevo niente di questo castello :(

Intanto, la mia ricerca genealogica mi ha permesso di scoprire un sacco di cose.
L'albero genealogico dei "Pallavicino lombardi" è molto complesso ed è stato difficile ricostruirlo. Importante è sottolineare, come per i Pallavicino di Genova e Roma, la loro appartenenza all'antichissima stirpe degli Obertenghi, di origine longobarda, tutti discendenti da Oberto I, potente personaggio del X secolo, Conte palatino, marchese di Milano e Genova.
Cfr in #entry587437892.

Interessante è stato scoprire che questi Pallavicino, stirpe di guerrieri ghibellini, diventarono molto potenti nell'Italia padana, a partire da Adalberto I (925ca-1002), figlio di Oberto I, feudatario di un grande territorio in Lombardia e in Emilia.
I fratello, Oberto II(+>1014), avrebbe dato origine alla casata degli Estensi, dei Malaspina, e nientemeno ai Brunswick e agli Hannover ( #entry519165095).

Il nipote Adalberto II (1980-1034) ottenne dall'Imperatore Corrado IV il titolo di marchese di Busseto, dove si stabilì. Fondò il castello di Scipione e il monastero di Castione.
.
Il nipote del suddetto, Oberto detto Pelavicino (1080-1148), fu il primo ad assumere il cognome Pallavicino che passerà ai rami successivi della dinastia: dal figlio Alberto detto il greco (+1148) discenderanno i Pallavicino di Genova, Roma ed Austria- Ungheria; dal figlio Guglielmo (+1162), i Pallavicino "lombardi" di cui parliamo.

Oberto I Pallavicino (1132ca-1196), figlio di Guglielmo, ottenne da Federico I Barbarossa la conferma dei suoi diritti feudali.

Ma il potere della famiglia ebbe un'escalation con Oberto II il Grande:

Uberto-II-Pallavicino
Oberto II Pallavicino il Grande (1197-1269), sostenitore di Federico II fino a divenire vicario imperiale. Edificò a Busseto la grande Rocca marchesale (riedificata nell'Ottocento).
Il fratello Manfredo (+1265) fu il capostipite dei Marchesi di Scipione che però si estisero nel XVII secolo.

Nel Quattrocento si costituì un vero e proprio Stato Pallavicino comprendente i marchesati di Busseto e di Cortemaggiore, fondato dal condottiero Rolando:

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Rolando Pallavicino il Magnifico (1393-1457), marchese di Busseto e Cortemaggiore, condottiero e abile politico, si mosse con abilità e spregiudicatezza nel complesso intrico di vicende politico-militari che ebbero luogo nell'area padana durante la prima metà del XV secolo, destreggiandosi tra i Visconti e le potenze loro avversarie.
Alla sua morte, per volere di Francesco Sforza, duca di Milano, al fine di indebolire il nuovo stato confinante, il feudo fu diviso tra i sette figli di Rolando e la famiglia si scompose in altrettanti rami.

Nel Cinquecento, tuttavia, non scemò l'importanza della casata: basti pensare che i marchesi di Busseto ricevettero l'Imperatore Carlo V nella Rocca ducentesca del marchesato e intrecciarono rapporti di parentela con gli Sforza e i Gonzaga.

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Gian Francesco Bembo - Probabile ritratto di Galeazzo I Pallavicino (+1520), marchese di Busseto - Galleria di Palazzo Farnese, Parma.
Sposò Elisabetta Sforza di Saliceto e sua figlia Laura sposò Gianfrancesco Gonzaga di Luzzara (#entry547222482).

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Sforza Pallavicino (1519-1585), marchese di Cortemaggiore, nel 1579 ereditò dal cugino Gerolamo, senza eredi, anche Busseto. Valoroso condottiero al servizio di Carlo V e degli Asburgo nella guerra contro i Turchi. Al centro di un intreccio matrimoniale con gli Sforza di Santa Fiora: sposò Giulia Sforza, figlia di Bosio II di Santa Fiora e sorella del famoso conte Sforza Sforza (#entry607787059); questi a sua volta sposava Luigia Pallavicino di Busseto.

Purtroppo, anche per mancanza di eredi e per contese tra parenti, nel 1587, la maggior parte dei domini dei Pallavicino furono conquistati da Alessandro Farnese e incorporati nel Ducato di Parma. Rimase fuori solo il marchesato di Zibello, sia pure come vassallo dei ducato parmense.
Analogamente, quasi tutti i rami si estinsero nel tempo, tranne quello di Zibello, che è rimasto in Emilia fino ad oggi.

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Francesco Zanganelli - Rolando Pallavicino II (+1529), marchese di Zibello nipote del Magnifico, con la figlia Barbara e la moglie Domitilla Gambara - Galleria di Palazzo Farnese, Parma.

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Alessandro Araldi - Probabile ritratto di Barbara Pallavicino di Zibello (+1539) adulta - Uffizi, Firenze.
Sposò il condottiero modenese Ludovico Rangoni (+1552) al quale portò in dote il marchesato. Rivendicato dai parenti, ritornò alla famiglia nel 1630, nella persona di Alessandro I Pallavicino. Alessandro era stato adottato dal celebre Sforza di cui sopra, a sua volta privo di eredi, e avrebbe dovuto ereditare anche Busseto e Cortemaggiore, ma dovette soggiacere ai Farnese.

Il destino di tre cugine.

Si sospettò che Barbara fosse stata avvelenata dal marito, mentre le cugine Laura e Giacoma (vedi schema sotto) rimasero entrambe vedove, morirono ultraottantenni (cosa rarissima per l'epoca) e furono donne molto forti.
Laura (1491-1575), sposata a Gianfrancesco Sanvitale, lottò tutta la vita per il diritto ereditario dei figli, lasciò la rocca di Fontanellato e si stabilì a Parma, dove entrò nelle grazie dei Farnese.
Giacoma (1509-1595), invece, sposata al vecchio cugino Giangerolamo di Scipione (1474-1536), vedova senza figli, rimase nel suo castello, nonostante i tentativi dei parenti di spodestarla; si diede alla vita spirituale, fondò un ordine di suore laiche, e si prodigò per i poveri.

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Anonimo - Cardinale Pietro Sforza Pallavicino (1607-1667). Figlio maggiore di Alessandro I Pallavicino suddetto, che gli diede come secondo nome quello del padre adottivo. Pietro rinunciò al diritto di primogenitura in favore del fratello Alfonso (1609-1675) per accedere al sacerdozio. Fu letterato e filosofo di grande levatura.

A questo ramo, giunto fino ad oggi, appartiene la marchesa Maria Luisa Pallavicino, madre dell'attuale proprietario del castello di Scipione. Bellissima donna, dama d'onore della principessa Maria Pia di Savoia, sposò il conte tedesco Peter von Holstein. Costui acquistò il castello di Scipione, da tempo abbandonato, come dono di nozze e iniziò un grande lavoro di restauro che continua a tutt'oggi con il figlio Renè.

Gli ultimi antenati Pallavicino si legano alla nobiltà mitteleuropea.

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Marchese Rolando Pallavicino di Zibello (1865-1906) con la moglie, la contessa tedesca Bianca von Terlago de Fatis (1871-1905). Il marchese porta il nome degli antenati succitati.

Pallavicino-Rene
Marchese Renè Pallavicino di Zimbello (1894-1936), figlio maggiore dei suddetti, con la moglie, la baronessa friulana Margherita Ritter von Zahony (1895-1979). Sono i genitori della marchesa Maria Luisa, prima di tre sorelle, moglie del conte Peter von Holstein, proprietari del castello di Scipione.

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Marchese Alessandro Pallavicino di Zibello (1898-1965), secondo figlio dei suddetti, con la moglie Marie von Schonborn (1897-1992). Suo figlio maggiore, Alessandro (1936) ha aggiunto al proprio il cognome della nonna paterna, von Terlago, e quello della nonna materna: Chotek von Chotkowa, lo stesso dell'Arciduchessa uccisa a Sarajevo.
A destra: Marchesa Vitttoria Pallavicino (1899-?), nata von Attems, moglie di Riccardo (1901-1963), terzo fratello di Renè e Alessandro.

Per orientarsi in questo ginepraio:



Tratto dalla Genealogia Cicogna Mozzoni
www.william1.co.uk/h8.htm
www.comune.parma.it/dizionarioparmi...aspx?idNode=294

Edited by elena45 - 21/2/2019, 12:30
view post Posted: 8/2/2019, 09:23 Il castello di Scipione - Luoghi
Ricco di storia questo posto:

Castello-di-scipione
Castello di Scipione dei marchesi Pallavicino.
Dichiarato monumento nazionale nel 1922, sorge nella piccola frazione di Scipione Castello, appartenente al comune di Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma.
L'originario castello fu innalzato da Adalberto II Pallavicino (980ca-1034) nel 1025, sui resti, secondo la tradizione, di una villa romana appartenuta alla famiglia degli Scipioni.

Il ramo cosiddetto lombardo dei Pallavicino, come quello genovese, discende dall'antichissimo ceppo degli Obertenghi

Ulteriori notizie in https://it.wikipedia.org/wiki/Castello_di_Scipione
e www.castellodiscipione.it/content.p...tle=Il+Castello

Edited by elena45 - 12/2/2019, 08:51
view post Posted: 6/2/2019, 14:11 Abiti e gioielli tra il fastoso e il pacchiano - Arte, Moda e Musica
CITAZIONE (MmeAnna @ 5/2/2019, 13:38) 
...... L'anello è stato indossato dalla principessa Mary di Danimarca in occasione del Galà in onore del presidente francese Macron in visita di Stato in Danimarca.
La principessa Mary indossava anche la parure « Nuits claires » prestata dal gioielliere Mauboussin alla principessa.....

Trovo che la principessa Mary sia una donna bella ed elegante, che non sfigurerà tra le giovani regine, come Letizia di Spagna e Maxima d'Olanda.
L'anello è molto bello, la tiara mi piace meno.
Vedi anche #entry355172446
view post Posted: 4/2/2019, 16:04 Arte lombarda dai Visconti agli Sforza - Arte, Moda e Musica
Circa 4 anni orsono l'amico Yue mi faceva notare come siano fasulle le immagini di Valentina Visconti che girano sul web, per cui dobbiamo accontentarci di quelle postume. Postuma, ovviamente, è anche la statua che lo stesso Jonatah ha postato su fb, e che è molto interessante se non altro perchè eretta nei Giardini del Lussemburgo a Parigi.

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Victor Huguenin (1846) - Valentin de Milan, duchessa d'Orleans.

Edited by elena45 - 25/2/2019, 19:10
view post Posted: 27/1/2019, 13:58 I Russi in Italia - Personaggi
Sulle tracce dei Russi a Milano

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Benois Charles Mitoire - La contessa Yuliya von Palhen (1803-1875) - Hermitage.
Era la nipote della bellissima Caterina Enghelardt e dell'Ambasciatore napoletano (vedi post precedente), figlia della figlia Mariya Skavronskaya e del principe Pavel Petrovic von Palhen, generale della cavalleria russa. A causa del divorzio della madre, crebbe nella casa della nonna Caterina: costei, una volta vedova, aveva sposato il conte italiano Giulio Litta, che adottò la bambina (almeno questa è la versione ufficiale, per non dire che fosse nata da una relazione proprio con la figliastra Mariya).
Yuliya si sposò tre volte, la prima nel 1825 con il conte Samoylov, per cui è più nota come Yuliya Samoilova.

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Benois Charles Mitoire - Nikolai Aleksandrovic Samoylov (1800-1842), il primo marito di Yuliya - Hermitage.
Aiutante di Campo dello Zar Nicola I, bello, ricco e affascinante, ma dedito al gioco, divorziarono dopo soli due anni di matrimonio.

Yuliya ebbe anche una relazione con lo Zar , che per motivi di opportunità politica, le "consigliò l'esilio". Da allora viaggiò molto in Europa e visse a lungo in Italia, sostenuta dall'eredità della nonna e del padre adottivo. A Milano abitò nel Palazzo Bigli di via Borgonovo, dove riuniva letterati e i più famosi musicisti dell'epoca: Donizetti, Bellini, Rossini, Pacini. Con quest'ultimo intrecciò una relazione e ne avrebbe adottato le figlie. Soggiornò anche nella villa sul lago di Como che le aveva lasciato il conte Litta.
A Roma, ospite della principessa Volkonsky, conobbe il pittore Karl Brjullov e divenne la sua musa, come appare in queste tele degli anni '30 conservate al Museo di Stato di San Pietroburgo:

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La contessa Yuliya Samoilova, con la figlia adottiva Amacilia Pacini.


La contessa Yuliya e la figlia adottiva Giovannina Pacini. Sullo sfondo la Villa Litta di Lainate.

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La famosa tela :" Gli ultimi giorni di Pompei". La donna che fugge con i bambini nudi è lei, la contessa Samoilova.

Nel 1846, Yuliya sposò il giovane tenore Giovanni Peri, che però morì subito dopo di tisi.

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Wilhelm Richter - La contessa Samoilova ritratta nel 1855 nella sua villa con un gruppo di Ussari austriaci - Collezione privata.
La nobildonna è un po' agée e l'immagine un po'patetica. Notare alla parete il quadro di Brjullov.
Avanti negli anni, nel 1863 si sposò di nuovo con un diplomatico francese, il conte Charles-Edgar de Mornay (1803-1878). Morì a Parigi nel 1875.

Vedi www.costumecocktail.com/2016/05/21/...-pacini-ca-1832.
https://wiki.eanswers.net/it/Julija_Pavlovna_Samojlova?vp=1
Notizie genealogiche tratte da https://ru.rodovid.org/wk/%D0%97%D0%B0%D0%...81%D1%8C:197236

Edited by elena45 - 30/1/2019, 13:47
view post Posted: 27/1/2019, 12:48 I Russi in Italia - Personaggi
Sulle tracce dei Russi a Napoli.

Il Regno di Napoli è stato il primo Stato ad allacciare rapporti diplomatici con la Russia, 240 anni fa: regnante Ferdinando IV, l'Imperatrice Caterina II, nel 1779, inviò a Napoli come Ambasciatore il conte Razumovsky:

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Andrei Kyryllovic Razumovsky (1752-1836), il primo Ambasciatore russo a Napoli. Abitò a Napoli in un appartamento del Palazzo Pescolanciano, nei pressi del San Carlo. Poi andò a Vienna nel 1792 e infine fu il capo delegazione russa al Congresso di Vienna.

Più tardi, la Zarina inviò a Napoli come Ambasciatore un altro personaggio, ancora più interessante per una serie di intrecci politici, culturali e familiari:

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Angelica Kauffmann - Il conte Pavel Mikhailovic Skavronsky (1757-1794).
Pavel era il marito che Caterina II aveva scelto per la più belle delle quattro nipoti del suo amante Potemkin:

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Vigée Le Brun - Caterina Vassilievna Engelhardt (1761-1829).Ne abbiamo parlato in #entry457831596
Pavel aveva creato nella sua dimora napoletana un circolo musicale e fu il mecenate del compositore russo Pjotr Aleksejevich Skokov che si esibì non solo a casa dell'Ambasciatore ma anche al San Carlo. Intanto la Zarina aveva chiamato a San Pietroburgo Cimarosa e Paisiello, a dimostrare quanto fossero intensi gli scambi culturali tra Napoli e la Russia dell'epoca. (#entry627587463).

Ricordiamo a proposito l'architetto Carlo Rossi, nato a Napoli, naturalizzato russo con il nome di Karl Ivanovič Rossi, visse e lavorò a san Pietroburgo, dove realizzò moltissimi edifici importanti.

Rossi
Benoit Charles Mitoire - Karl Ivanovič Rossi, architetto (1775-1849)

Edited by elena45 - 29/1/2019, 10:49
view post Posted: 25/1/2019, 09:23 I Russi in Italia - Personaggi
La memoria fa brutti scherzi: in realtà c'è un altro topic in questo forum dedicato alla famiglia di Zenaida (alcuni esponenti sono ancora viventi): #entry427157398.
Sono passati otto anni e l'avevo completamente dimenticato!

Edited by elena45 - 25/1/2019, 10:31
view post Posted: 23/1/2019, 16:19 I Russi in Italia - Personaggi
Un altro luogo amato dai nobili russi fu Sanremo.

È la zarina Maria Aleksandrovna (1824-1880), moglie di Alessandro II, ad inaugurare la consuetudine dei soggiorni in riviera dei russi, trascorrendo a Sanremo l'inverno tra il 1874 ed il 1875. In segno di riconoscenza fa dono alla città che l'aveva ospitata dei palmizi per il lungomare e le autorità cittadine in segno di gratitudine le dedicano il viale, chiamandolo Corso Imperatrice, nome che conserva tutt'oggi.

Corso-imperatrice

Dopo la rivoluzione del 1917, migliaia di persone che avevano perso le loro sostanze per salvare la vita partirono da Odessa o Novosibirsk per Istanbul e poi per diversi paesi d'Europa.

Una di queste famiglie fu quella dei Zagrebelsky.
Jean Vladimirovic Zagrebelkyj, nato nel 1909 a San Pietroburgo dal colonnello di artiglieria Vladimir Petrovic discendente di un'antica famiglia di boiari. Nel giugno 1914 il piccolo Jean si mise in viaggio con la madre, la sorellina e la governante per andare a Nizza a visitare la nonna materna. Allo scoppio della Guerra Mondiale la famiglia decise di non tornare in Russia e, nell'attesa che il conflitto finisse, si stabilì a Sanremo, dove rimase definitivamente dopo la Rivoluzione. Jean, ormai Giovanni studiò e si diplomò all 'Istituto Tecnico Commerciale; intanto coltivava interessi letterari e dava lezioni di francese. Anche in seguito pubblicò articoli sulla letteratura e l'arte russa in quotidiani e riviste. Divenuto cittadino italiano, sposò una piemontese e nel 1934, assunto dalla FIAT, andò a vivere a Torino e fece una brillante carriera.
Era il padre di Gustavo e Vladimiro Zagrelbesky: il primo è stato Presidente della Corte Costituzionale ed è un insigne giurista, il secondo è stato membro del Consiglio Superiore della Magistratura.

Tratto da www.italy-russia.com/it/2014_07/mar...ucii-1917-goda/
www.sanremonews.it/2018/04/19/leggi...nni-zagreb.html

Edited by elena45 - 26/1/2019, 18:34
view post Posted: 20/1/2019, 12:15 I Russi in Italia - Personaggi
Per un certo periodo hanno vissuto in Italia anche alcuni degli ultimi discendenti della famiglia imperiale Romanov:

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Caterina Ivanovna Romanova (1915-2007) sposa il marchese Ruggero di Villaforesta (1909-1970), a Roma.

Caterina era figlia del povero principe Ivan Costantinovic Romanov (1886-1918), ucciso barbaramente dai bolscevichi ad Alapaevsk, e della principessa Elena di Serbia (#entry412199405).
Attraverso molte vicissitudini, la vedova riuscì a riparare all'estero con i figli, Caterina suddetta e il fratello Vsevelod.

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Il principe Ivan Costantinovic Romanov e la moglie Elena.
Elena di Serbia era nipote, per parte materna della Regina d'Italia (di cui portava anche il nome) e conobbe a Roma il Granduca Ivan, ospite di sua zia, nel 1912.
Anche la figlia Caterina, durante l'esilio, conobbe a Roma il suo futuro marito, il marchese Foresta suddetto, che era un diplomatico e, dopo le nozze avvenute nel 1937, lo seguì in Uruguay.

Godeva della protezione dei reali italiani anche un altro rampollo Romanov in esilio:

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Nicola Romanovic Romanov-Cheremetev (1922-2014) sposa Sveva della Gherardesca (1930) nel 1952 a Cannes con rito ortodosso. Il matrimonio civile era avvenuto l'anno prima a Firenze.
Nicola era figlio del principe Roman Petrovic Romanov (1896-1978), fuggito dalla Russia nel 1917 con le sorelle e i genitori a bordo della nave inglese Malborough #entry412384965.

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Roman Petrovic Romanov (1896-1978) con il padre, il Granduca Pietro e il figlio Nicola.
Nicola e il fratello Dimitri nacquero e crebbero in Francia, ma, durante la seconda guerra mondiale, tutta la sua famiglia si trasferì in Italia. Infatti, anche Roman era nipote della regina Elena per parte di madre. Prima furono ospiti dei re d'Italia e poi, dopo l'8 settembre, rimasero nascosti in Vaticano. Infine seguirono la coppia reale in Egitto. Tornato in Italia, il principe Nicola nel 1950 conobbe ad una festa a Roma la contessa Sveva della Gherardesca e la sposò. Ha vissuto tra la Svizzera e la Toscana.

Per capire meglio:



Edited by elena45 - 22/1/2019, 08:20
view post Posted: 20/1/2019, 11:15 I Russi in Italia - Personaggi
Un altro componente della famiglia Volkonsky approdò in esilio in Italia e la sua è una storia singolare:

Volkonsky
Alexander Michailovic Volkonsky (1866-1934). Era uno dei 5 figli maschi del principe Michail Sergeevic, uomo politico di grande levatura, nonostante suo padre, il generale Sergei Volkonsky, fosse stato il capo dei Decabristi, arrestato nel 1826 e deportato in Siberia con la moglie, dove rimase 30 anni e dove nacquero i suoi figli. Alexander divenne ufficiale dell'esercito imperiale e, nientemeno, aiutante di campo dello zar Nicola II durante la Grande Guerra. Comandato in Italia, vi restò allo scoppio della Rivoluzione. Si convertì al Cattolicesimo - la madre era una teologa leader del movimento cattolico in Russia - e, nonostante fosse sposato e avesse 4 figli, fu ordinato sacerdote. Morì a Roma all'età di 68 anni.

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Scusate l'OT, ma indagando sulla genealogia della famiglia Wolkonsky (due rami paralleli, entrambi giunti ai giorni nostri), ho trovato questa notizia che ritengo interessante per gli amanti della musica:
Irina Rachmaninova, figlia del celebre musicista, sposò un giovane rampollo della famiglia in esilio, Pjotr Volkonsky, che morì precocemente a soli 28 anni. Il suo trisavolo era il famoso generale "napoleonico".


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Pjotr Grigorievic Volkonsky (1897-1925) e Irina Rachmaninova (1903-1969). Dall'unione nacque una figlia postuma, Sophie. Eccola fotografata con il celebre nonno:

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Serge Rachmaninov (1873-1943) con la nipote Sophie Volkonsky (1925-1968).

Edited by elena45 - 22/5/2022, 09:52
view post Posted: 18/1/2019, 15:36 I Russi in Italia - Personaggi
E' vero! Per fortuna oggi è teatro di manifestazioni gioiose, come la festa per il compleanno di Sua Maestà Elisabetta II. Credo che l'Ambasciatore sia ancora la signora Jill Morris. Beata lei!

Edited by elena45 - 21/1/2019, 18:30
view post Posted: 18/1/2019, 11:19 I Russi in Italia - Personaggi
Ho trovato altre notizie che confermano quanto già mi sembrava di ricordare.

La villa fu venduta nel 1922 dai Campanari al barone Konstantin von Neurath, ambasciatore della Germania, come sede di rappresentanza diplomatica.
Con il progressivo allineamento da parte di Mussolini alla politica estera tedesca culminato con la firma del Patto d’Acciao, Villa Volkonskj divenne il centro focale della presenza nazista in Italia, al punto che nel periodo successivo alla dichiarazione di guerra dell’Italia non c’era più spazio all’interno per ospitare, oltre alle rappresentanze diplomatiche istituzionali, le varie organizzazioni del Terzo Reich incaricate di sorvegliare e condizionare attivamente tutti gli organi dello Stato italiano. Herbert Kappler, per esempio, comandante della polizia segreta a Roma, responsabile del massacro delle Fosse Ardeatine, aveva il suo ufficio nella villa prima di trasferirsi nella vicina sede di via Tasso, carcere nazista e luogo simbolo della resistenza romana.
Tuttavia l’episodio più noto che riguarda Villa Volkonskj è l’ignobile cattura della Principessa Mafalda di Savoia. La sfortunata e mite principessa, giunta a Roma, fu attirata in un tranello alla villa col pretesto di ricevere una telefonata da suo marito, il principe tedesco Filippo d'Assia-Kassel. Catturata fu trasferita nel lager di Buchenwald.

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L'ingresso di Villa Volkonsky. Si sospettava che vi avvenissero anche torture e massacri.
Alla fine della Seconda guerra mondiale, la villa venne amministrata dalla Commissione Interalleata fino al 1947, quando divenne Ambasciata Britannica.

Edited by elena45 - 18/1/2019, 11:43
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