Citando Palazzo Bobrinsky a Firenze, ho preso lo spunto (
#entry628031627). Non ci sono stati soli i
Bobrinski, discendenti di Caterina II, a Firenze. I più noti russi trapiantati nel capoluogo toscano sono i Demidov, ricchissimi industriali delle armi, sia pure di nobiltà più recente..
Voglio citare innanzitutto questo articolo:
"Sulle tracce russe a Firenze" (
https://it.latuaitalia.ru/art/sulle-tracce-russe-a-firenze/)
"La storia delle relazioni tra Demidov e Firenze inizia con Nikolaj Nikitič Demidov, che nel 1819 si trasferì con la famiglia in Toscana per curarsi e alla fine rimase lì. Firenze insieme a tutta la Toscana diventarono la sua seconda patria. Secondo diverse testimonianze, Demidov ricoprì l’incarico di ambasciatore russo o sopraintendente presso la corte Toscana e fra il popolo era noto per la sua generosità, la passione per l’arte e l’attività di mecenate. Nikolay Demidov destinava il suo denaro ad ospedali, aiuta i poveri, era un collezionista appassionato di opere d’arte.
Suo figlio Anatolij contribuì alla ricostruzione della facciata della Cattedrale di Santa Croce e acquistò delle opere di Perugino, Giorgione, Tiziano, Tintoretto. Inoltre ricevette il titolo di principe di San Donato (dal nome della villa di famiglia presso Firenze) dal Granduca Leopoldo II di Toscana.
Il nipote di Anatolij, Pavel Demidov, aprì a Firenze scuole, mense e dormitori. Inoltre donò la somma di 38 mila lire (che nel XIX secolo valevano come l’oro, al giorno d’oggi centinaia di migliaia di euro) per i restauri della facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore che prima dell’Ottocento era ricoperta di pietra grezza (oggi una facciata realizzata con la stessa pietra si può vedere nella Basilica di San Lorenzo). Oggi lo sguardo del turista si perde fra le stesse numerose sculture ed elementi decorativi in marmo bianco, verde e rosa".
Nikolaj Demidov è l'unico straniero a cui è intitolata una piazza a Firenze e per il quale è stato eretto un monumento.
I
Demidov sono originari di Tula, una città a circa duecento chilometri a sud di Mosca. Il capostipite del casato (XVII secolo) si chiamava Demid Antuf’ev ed era un fabbro. Suo figlio Nikita (1656-1725) affinò l’arte paterna soprattutto per ciò che concerne la costruzione delle armi. Il suo talento venne notato dallo zar Pietro il Grande (1672-1725), il quale visitò la città nel 1712 e concesse a Nikita di costruire l’Arsenale di Tula, ovvero la prima vera fabbrica di armi russa. In questo modo Nikita divenne, di fatto, il fornitore ufficiale di armi dell’impero.
A uno dei figli di Nikita, Akinfy, si deve, invece, la scoperta di miniere d’argento nei monti Altay (Asia centrale) e il potenziamento dell’attività paterna:
Georg Cristoph Grooth -
Akinìfìi Nikitich Demidov (1678-1745), attivissimo imprenditore, spietato con la manovalanza, con lui la famiglia raggiunse l'apice della ricchezza. Tuttavia, dai figli di Akinfij (3 maschi vissuti all'epoca di Caterina II) iniziò a manifestarsi quella vena filantropica che sarà una delle costanti della storia familiare, accanto all'interesse per la cultura, le scienze e l'arte.
Louis Tocquè -
Nikita Akinfievitch Demidov (1724-1787), figlio minore del suddetto e suo erede principale. Protettore di scienziati e artisti; era in amichevole corrispondenza con Voltaire. Ebbe tre mogli e un solo figlio maschio:
Nikolaj Nikitič Demidov (1773-1828); si trasferì a Firenze, affranto per la morte della moglie, la baronessa Elisaveta Stroganoff, dalla quale aveva avuto 2 figli maschi. Il matrimonio con Elizaveta permise a Demidov non solo di aumentare la sua ricchezza, ma anche di
entrare nella cerchia della nobiltà della capitale.Robert Lefèvre - Elisaveta Alexandrovna Stroganoff (1779-1818) -
Ermitage.Bellissima donna, ritratta molto giovane anche da
Vigeè Le Brun:
Nominato ambasciatore per lo Zar Alessandro I, dapprima affittò Palazzo Serristori e vi accumulò le sue collezioni. Poi comprò la zona paludosa a ridosso della chiesa di San Donato in periferia di Firenze, e iniziò a bonificare il terreno per farvi costruire una magnifica villa, in stile neoclassico, con un corpo principale e due ali laterali tese a formare una specie di piazzale,come a Palazzo Pitti. Fu completata nel 1831 dal figlio minore Anatole, il quale ricevette dal Granduca Leopoldo II il titolo di Principe Di San Donato (
https://it.wikipedia.org/wiki/Demidov).
Anatole Nicolajevic Demidov (1813-1870), 1° principe di San Donato, sposò la principessa imperiale Matilde Bonaparte nel 1840, matrimonio sfociato in una separazione appena tre anni dopo (
#entry600707148).
Nonostante il divorzio, Anatole era un fervente bonapartista, per cui nel 1851 acquistò Villa San Martino all'isola d'Elba, una delle residenze di Napoleone, e vi allestì un museo napoleonico, noto come
Galleria Demidov.Morì per una congestione polmonare in un hotel di Parigi. Senza eredi, lasciò tutto al nipote Pavel, figlio di suo fratello maggiore morto precocemente.
Villa San Donato oggi. Fortemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, solo recentemente è stata ripristinata la parte superstite.
Ma ai Demidov non bastava la villa fiorentina. Nel 1837, Pavel Pavlovic Demidov, il nipote e erede di Anatole suddetto, acquistò un'antica villa medicea abbandonata con un grande parco, in località Pratolino di Vaglia (FI). Furono ristrutturati gli edifici superstiti e dalle paggerie ricavata una nuova villa:
Pavel Pavlovic Demidov (1839-1885), 2° principe di san Donato. Unico figlio di Pavel Nicolaevic (1798-1840), fratello maggiore di Anatole, e della bellissima nobildonna finlandese Aurora Stjernvall. Unico erede del padre e dello zio - possedeva centinaia di fabbriche in Russia, milioni di chilometri quadrati di terra, palazzi in Russia, Francia e Italia - Pavel era considerato uno degli uomini più ricchi d'Europa. Si sposò due volte ed ebbe 6 figli. Morì a soli 46 anni per una patologia epatica. (
https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_II_Demidoff).
Villa Demidoff a Pratolino, appartenuta al Gran Principe Ferdinando de Medici. Qui si ritirò il principe Pavel negli ultimi anni della sua vita, dopo aver venduto la villa di San Donato. Lasciò questa residenza alla moglie Elena rimasta vedova con 5 figli piccoli, che tuttavia preferì tornare in Russia (
#entry306205911).
Maria Pavlova Demidova (1877-1955), figlia del suddetto e della sua seconda moglie. Nata a Firenze, crebbe tra l'Italia e San Pietroburgo. Nel 1897 sposò il principe Semen Semenovič Abamelek-Lazarev (1857-1916), industriale minerario e archeologo dilettante, e da quel momento visse tra la tenuta di Pratolino, che aveva ereditato alla morte della madre, e la villa del marito a Roma. Rimase in Italia anche dopo la morte del marito, che, tornato in Russia per seguire i suoi affari, rimase vittima della Rivoluzione.
Rimasta senza figli, adottò il nipote, figlio di sua sorella Aurora, ovvero il principe Paolo Karageorgevic di Jugoslavia (1893-1976), che, ovviamente, ereditò Villa Pratolino e la vendette allo Stato nel 1963.
Aurora Pavlova Demidova (1873-1904). la bellissima figlia del principe Pavel, sorella maggiore della suddetta.
Sposò il principe serbo Arsen Karageorgevitch (1859-1938), ma divorziò pochi anni dopo la nascita del figlio paolo, per sposare il giovanissimo conte italiano Giovanni Maria di Voghera (1875-1944) dal quale ebbe altri tre figli.
Elim Pavlovic Demidov (1868-1943), 3° principe di San Donato, figlio di primo letto di Pavel. Visse a San Pietroburgo nel palazzo Demidov; agli inizi del '900 fu nominato da Nicola II Ambasciatore russo in Grecia. Fortuna sua perchè così scampò alla Rivoluzione bolscevica. Non ebbe figli. Il titolo passò per soli pochi mesi al fratellastro Anatole II (1874-1943) che aveva solo figlie femmine. Così la linea dei principi di San Donato si estinse.
Palazzo Demidov a San Pietroburgo. Costruito da Pavel I nel 1835.
In Russia si sviluppò la discendenza di Grigory Akinfievitch Demidov (1715-1761), che ha dato origine alla linea Lopukin Demidov, ancora vivente in Finlandia. (
www.angelfire.com/realm/gotha/gotha/demidov.html).
Edited by elena45 - 31/5/2020, 13:25