Maria Antonietta - Regina di Francia

Posts written by elena45

view post Posted: 17/1/2019, 09:34 I Russi in Italia - Personaggi
Sulle tracce russe a Roma.

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Semen Semenovič Abamelek-Lazarev (1857-1916). Apparteneva ad un'altra famosa famiglia russa, con antenati georgiani e armeni, proprietaria anch'essa come i Demidov di distretti minerari e insignita del titolo principesco; archeologo dilettante, fece nondimewno scoperte importanti.
Sposò la principessa Marija Pavlovna Demidova di San Donato che abbiamo visto nel post precedente, ma non ebbe figli.
Nel 1907 Abamelek-Lazarev acquistò una villa settecentesca a Roma, sulla collina del Gianicolo, la ristrutturò e vi raccolse la sua collezione di opere d'arte:

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Villa Abamelek- Lazarev, a Roma. Oggi è la residenza degli ambasciatori russi.
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Orest Kiprensky - Zinaida Volkonskaia, nata Beloselsky-Belozersky (1792-1862) - Hermitage.
Nacque a Torino, figlia di un ambasciatore russo, il principe Alexander Beloselsky-Belozersky. Poetessa, cantante d'opera dilettante, aprì a Mosca un salotto musicale e letterario. Molto bella e affascinante, si diceva fosse l'amante dello zar Alessandro I. Per arginare i pettegolezzi, Zinaida sposò l'aiutante di campo di Alessandro, il principe Nikita Volkonsky, fratello di Sergey, il futuro capo dei Decabristi. Dopo il fallimento del complotto, Zinaida si trasferì a Roma, nella proprietà che il padre le aveva regalato e dove aveva costruito una villa. Anche qui ospitò scrittori e pittori tra cui Karl Bryullov. A Roma si convertì al cattolicesimo e divenne anche una benefattrice.

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Nikita Grigorievic Volkonsky (1781-1844), marito della suddetta. Ufficiale russo, aiutante di campo di Alessandro I.

La villa era una residenza di campagna; la residenza cittadina della principessa fu Palazzo Poli, il palazzo romano che andò distrutto lasciando solo la facciata cui si appoggia la fontana di Trevi.
Zinaida e Nikita ebbero un solo figlio, :

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Aleksander Nikitic Volkonsky (1811-1878). Abile diplomatico, uomo di cultura, ingrandì la villa e ne fece la sua residenza definitiva. Ebbe una sola bimba, morta in tenera età. Allora adottò la figlia di un suo lontano parente:

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Nadežda Vassilievna Il'yina-Volkonskaya (1855-1923). La fanciulla sposerà il marchese Wladimiro Campanari di Veroli (+1931), che purtroppo sperperò l'ingente fortuna ereditata dalla moglie e nel 1922 vendette la villa.

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Villa Volkonsky a Roma.

Edited by elena45 - 15/4/2020, 20:00
view post Posted: 15/1/2019, 09:56 I Russi in Italia - Personaggi
Citando Palazzo Bobrinsky a Firenze, ho preso lo spunto (#entry628031627). Non ci sono stati soli i Bobrinski, discendenti di Caterina II, a Firenze. I più noti russi trapiantati nel capoluogo toscano sono i Demidov, ricchissimi industriali delle armi, sia pure di nobiltà più recente..

Voglio citare innanzitutto questo articolo: "Sulle tracce russe a Firenze" (https://it.latuaitalia.ru/art/sulle-tracce-russe-a-firenze/)

"La storia delle relazioni tra Demidov e Firenze inizia con Nikolaj Nikitič Demidov, che nel 1819 si trasferì con la famiglia in Toscana per curarsi e alla fine rimase lì. Firenze insieme a tutta la Toscana diventarono la sua seconda patria. Secondo diverse testimonianze, Demidov ricoprì l’incarico di ambasciatore russo o sopraintendente presso la corte Toscana e fra il popolo era noto per la sua generosità, la passione per l’arte e l’attività di mecenate. Nikolay Demidov destinava il suo denaro ad ospedali, aiuta i poveri, era un collezionista appassionato di opere d’arte.
Suo figlio Anatolij contribuì alla ricostruzione della facciata della Cattedrale di Santa Croce e acquistò delle opere di Perugino, Giorgione, Tiziano, Tintoretto. Inoltre ricevette il titolo di principe di San Donato (dal nome della villa di famiglia presso Firenze) dal Granduca Leopoldo II di Toscana.
Il nipote di Anatolij, Pavel Demidov, aprì a Firenze scuole, mense e dormitori. Inoltre donò la somma di 38 mila lire (che nel XIX secolo valevano come l’oro, al giorno d’oggi centinaia di migliaia di euro) per i restauri della facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore che prima dell’Ottocento era ricoperta di pietra grezza (oggi una facciata realizzata con la stessa pietra si può vedere nella Basilica di San Lorenzo). Oggi lo sguardo del turista si perde fra le stesse numerose sculture ed elementi decorativi in marmo bianco, verde e rosa"
.

Nikolaj Demidov è l'unico straniero a cui è intitolata una piazza a Firenze e per il quale è stato eretto un monumento.

I Demidov sono originari di Tula, una città a circa duecento chilometri a sud di Mosca. Il capostipite del casato (XVII secolo) si chiamava Demid Antuf’ev ed era un fabbro. Suo figlio Nikita (1656-1725) affinò l’arte paterna soprattutto per ciò che concerne la costruzione delle armi. Il suo talento venne notato dallo zar Pietro il Grande (1672-1725), il quale visitò la città nel 1712 e concesse a Nikita di costruire l’Arsenale di Tula, ovvero la prima vera fabbrica di armi russa. In questo modo Nikita divenne, di fatto, il fornitore ufficiale di armi dell’impero.
A uno dei figli di Nikita, Akinfy, si deve, invece, la scoperta di miniere d’argento nei monti Altay (Asia centrale) e il potenziamento dell’attività paterna:

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Georg Cristoph Grooth - Akinìfìi Nikitich Demidov (1678-1745), attivissimo imprenditore, spietato con la manovalanza, con lui la famiglia raggiunse l'apice della ricchezza. Tuttavia, dai figli di Akinfij (3 maschi vissuti all'epoca di Caterina II) iniziò a manifestarsi quella vena filantropica che sarà una delle costanti della storia familiare, accanto all'interesse per la cultura, le scienze e l'arte.

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Louis Tocquè - Nikita Akinfievitch Demidov (1724-1787), figlio minore del suddetto e suo erede principale. Protettore di scienziati e artisti; era in amichevole corrispondenza con Voltaire. Ebbe tre mogli e un solo figlio maschio:

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Nikolaj Nikitič Demidov (1773-1828); si trasferì a Firenze, affranto per la morte della moglie, la baronessa Elisaveta Stroganoff, dalla quale aveva avuto 2 figli maschi. Il matrimonio con Elizaveta permise a Demidov non solo di aumentare la sua ricchezza, ma anche di entrare nella cerchia della nobiltà della capitale.

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Robert Lefèvre - Elisaveta Alexandrovna Stroganoff (1779-1818) - Ermitage.
Bellissima donna, ritratta molto giovane anche da Vigeè Le Brun:
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Nominato ambasciatore per lo Zar Alessandro I, dapprima affittò Palazzo Serristori e vi accumulò le sue collezioni. Poi comprò la zona paludosa a ridosso della chiesa di San Donato in periferia di Firenze, e iniziò a bonificare il terreno per farvi costruire una magnifica villa, in stile neoclassico, con un corpo principale e due ali laterali tese a formare una specie di piazzale,come a Palazzo Pitti. Fu completata nel 1831 dal figlio minore Anatole, il quale ricevette dal Granduca Leopoldo II il titolo di Principe Di San Donato (https://it.wikipedia.org/wiki/Demidov).

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Anatole Nicolajevic Demidov (1813-1870), 1° principe di San Donato, sposò la principessa imperiale Matilde Bonaparte nel 1840, matrimonio sfociato in una separazione appena tre anni dopo (#entry600707148).
Nonostante il divorzio, Anatole era un fervente bonapartista, per cui nel 1851 acquistò Villa San Martino all'isola d'Elba, una delle residenze di Napoleone, e vi allestì un museo napoleonico, noto come Galleria Demidov.
Morì per una congestione polmonare in un hotel di Parigi. Senza eredi, lasciò tutto al nipote Pavel, figlio di suo fratello maggiore morto precocemente.

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Villa San Donato oggi. Fortemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, solo recentemente è stata ripristinata la parte superstite.

Ma ai Demidov non bastava la villa fiorentina. Nel 1837, Pavel Pavlovic Demidov, il nipote e erede di Anatole suddetto, acquistò un'antica villa medicea abbandonata con un grande parco, in località Pratolino di Vaglia (FI). Furono ristrutturati gli edifici superstiti e dalle paggerie ricavata una nuova villa:

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Pavel Pavlovic Demidov (1839-1885), 2° principe di san Donato. Unico figlio di Pavel Nicolaevic (1798-1840), fratello maggiore di Anatole, e della bellissima nobildonna finlandese Aurora Stjernvall. Unico erede del padre e dello zio - possedeva centinaia di fabbriche in Russia, milioni di chilometri quadrati di terra, palazzi in Russia, Francia e Italia - Pavel era considerato uno degli uomini più ricchi d'Europa. Si sposò due volte ed ebbe 6 figli. Morì a soli 46 anni per una patologia epatica. (https://it.wikipedia.org/wiki/Paolo_II_Demidoff).

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Villa Demidoff a Pratolino, appartenuta al Gran Principe Ferdinando de Medici. Qui si ritirò il principe Pavel negli ultimi anni della sua vita, dopo aver venduto la villa di San Donato. Lasciò questa residenza alla moglie Elena rimasta vedova con 5 figli piccoli, che tuttavia preferì tornare in Russia (#entry306205911).

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Maria Pavlova Demidova (1877-1955), figlia del suddetto e della sua seconda moglie. Nata a Firenze, crebbe tra l'Italia e San Pietroburgo. Nel 1897 sposò il principe Semen Semenovič Abamelek-Lazarev (1857-1916), industriale minerario e archeologo dilettante, e da quel momento visse tra la tenuta di Pratolino, che aveva ereditato alla morte della madre, e la villa del marito a Roma. Rimase in Italia anche dopo la morte del marito, che, tornato in Russia per seguire i suoi affari, rimase vittima della Rivoluzione.
Rimasta senza figli, adottò il nipote, figlio di sua sorella Aurora, ovvero il principe Paolo Karageorgevic di Jugoslavia (1893-1976), che, ovviamente, ereditò Villa Pratolino e la vendette allo Stato nel 1963.

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Aurora Pavlova Demidova (1873-1904). la bellissima figlia del principe Pavel, sorella maggiore della suddetta.
Sposò il principe serbo Arsen Karageorgevitch (1859-1938), ma divorziò pochi anni dopo la nascita del figlio paolo, per sposare il giovanissimo conte italiano Giovanni Maria di Voghera (1875-1944) dal quale ebbe altri tre figli.

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Elim Pavlovic Demidov (1868-1943), 3° principe di San Donato, figlio di primo letto di Pavel. Visse a San Pietroburgo nel palazzo Demidov; agli inizi del '900 fu nominato da Nicola II Ambasciatore russo in Grecia. Fortuna sua perchè così scampò alla Rivoluzione bolscevica. Non ebbe figli. Il titolo passò per soli pochi mesi al fratellastro Anatole II (1874-1943) che aveva solo figlie femmine. Così la linea dei principi di San Donato si estinse.

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Palazzo Demidov a San Pietroburgo. Costruito da Pavel I nel 1835.
In Russia si sviluppò la discendenza di Grigory Akinfievitch Demidov (1715-1761), che ha dato origine alla linea Lopukin Demidov, ancora vivente in Finlandia. (www.angelfire.com/realm/gotha/gotha/demidov.html).

Edited by elena45 - 31/5/2020, 13:25
view post Posted: 12/1/2019, 18:38 Caterina La Grande - Personaggi
Un altro pezzo di Russia in italia:

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Palazzo Bobrinsky a Firenze.

Nel 1857, la contessa Giulia Bobrinskaya, figlia del conte russo Pavel Bobrinsky acquistò un antico palazzo fiorentino in via de' Cerretani e lo trasformò in una sontuosa dimora (https://habilisrestauridotcom.files.wordpr...one-finale1.pdf).

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Pyotr Sokolov - Pavel Alexeievic Bobrinsky (1801-1830).
Pavel era il secondo figlio di Alexey Grigorevic Bobrinsky (1752-1813), nientemeno che il figlio spurio di Caterina II la Grande, Imperatrice di tutte le Russie, e del suo favorito Grigory Orlov (#entry325978597).
Ufficiale dell'esercito russo di stanza a Firenze, morì in un duello e lasciò la giovane vedova e 5 figli (due maschi e tre femmine).
La vedova Giulia (1804-1899) si risposò con un nobile polacco.
La figlia Giulia (1823-1899), colei che acquistò il palazzo fiorentino, si sposò tre volte ma non ebbe figli.
La figlia Lidia (1827-1848) sposò il marchese Roberto Orazio Pucci, antenato del noto stilista.
Il figlio Alexei (1826-1894) tornò in Russia e fece una splendida carriera. La sua discendenza è ancora fiorente.

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Ivan Kramskoy - Conte Alexei Pavlovic Bobrinsky (1826-1894) - Museo di stato, San Pietroburgo.
Ufficiale dell'esercito russo, aiutante di campo dello Zar Alessandro II; come Ministro dei trasporti favorì la costruzione delle ferrovie russe.
Dei 5 figli maschi, purtroppo, i tre minori furono vittime della rivoluzione russa.
Il primogenito Alexei (1864-1909) era già deceduto; il secondogenito Vladimir, generale dell'esercito russo, riuscì a riparare in Francia con la famiglia:

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Vladimir Alexeievic Bobrinsky (1868-1927). Restò in Francia per il resto della sua vita (morì a Cannes), mentre il figlio Grigory (1901-1985) espatriò in America; qui i suoi discendenti sono ancora viventi.

Ma la cosa interessante è che la vedova del fratello Alexei, la contessa Varvara Lvova, aderì alla rivoluzione e restò a Mosca con la sua famiglia:

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Alexander Sokolov - Varvara Lvova Bobrinskaya (1864-1940) - Museo di stato, San Pietroburgo..
Nota filantropa, restò in Russia e fece parte degli apparati statali. Il figlio e il nipote sono stati due scienziati nel campo della biologia.

Tratto da https://ru.wikipedia.org/wiki/%D0%91%D0%BE...%B2%D0%BD%D0%B0

Edited by elena45 - 1/2/2019, 09:51
view post Posted: 10/1/2019, 14:54 Abiti e gioielli tra il fastoso e il pacchiano - Arte, Moda e Musica
Marie Chantal Miller, moglie di Paolo, principe ereditario di Grecia, è figlia di un miliardario britannico di origine americana, Robert Warren Miller, cofondatore di DFS (Duty Free Shops) e campione di vela. E' una donna di gran classe e molto elegante.
Ne abbiamo già parlato in #entry358810931, perchè si ritiene che la sua "fringe tiara" sia proprio quella dell'Imperatrice Eugenia che sparì nel 1887, con la famosa vendita dei gioielli di stato francesi.
Oggi la indossa la figlia:

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Maria Olimpia di Grecia (1996), prima dei 5 figli di Paolo di Grecia e Mary Chantal Miller.

Tratto da un articolo che vi invito a leggere tutto dedicato alle "fringe tiara": www.altezzareale.com/2018/05/30/tu...a-fringe-tiara/

Mary Chantal ha indossato un'altra tiara storica, rimasta a lungo nei caveau di famiglia:

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Apparteneva alla regina Sofia di Grecia (1870-1932), nata Sofia di Prussia, sorella del Kaiser Guglielmo II:

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Tratto da http://orderofsplendor.blogspot.com/2012/1...n-queen_14.html

Edited by elena45 - 12/1/2019, 12:20
view post Posted: 5/1/2019, 09:57 Abiti e gioielli tra il fastoso e il pacchiano - Arte, Moda e Musica
Tornando ai gioielli della casa reale olandese, ho scoperto un personaggio molto interessante: la sorella del re Guglielmo III , ovvero Sofia Luisa d'Orange Nassau (1824-1897):

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Fu erede presunta della Regina Guglielmina d'Olanda per 7 anni, a partire dal 1890 quando salì sul trono la piccola nipote di solo 10 anni. Sposò suo cugino di primo grado per parte di madre, Carlo Alessandro, futuro Granduca di Sassonia-Weimar (1818-1901).

".... Nonostante la sua mancanza di bellezza, presentava una splendida figura, essendo sempre magnificamente vestita e coperta di gioielli meravigliosi, tra cui brillava una parure di rubini e diamanti....".
Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Sofia_d%27Orange-Nassau

Questo ritratto, in cui appare più giovane e molto abbellita, mostra meglio i gioielli:

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Charles Verlat (1870) - Sofia d'Orange, Granduchessa di Saxe-Weimar - Schloss Weimar

Tratto da https://en.wikipedia.org/wiki/Princess_Sop...the_Netherlands

Edited by elena45 - 5/1/2019, 18:17
view post Posted: 3/1/2019, 12:54 Abiti e gioielli tra il fastoso e il pacchiano - Arte, Moda e Musica
L'amica Lorenza56 ha postato la foto di una spilla molto simile che la zarina Maria Fiodorovna regalò proprio a Mary di Teck in occasione delle sue nozze con il futuro Giorgio V ( #entry565337680).

Sinceramente non saprei come valutare l'acquisto dei gioielli dell'ex zarina (nata Dagmar di Danimarca) da parte della regina Mary, per di più a basso costo. Potrebbe essere una forma di aiuto economico, viste le condizioni dell'Imperatrice vedova sopravvissuta alla Rivoluzione, accolta a Londra come ospite. Ma potrebbe considerarsi anche una vile speculazione.

Ricordo che il marito, il re Giorgio V, tutti sanno che era primo cugino dello Zar Nicola II, brutalmente assassinato a Ekaterinburg con la sua famiglia nel 2018. Quando lo Zar venne rovesciato dalla rivoluzione russa del 1917, il governo britannico offrì asilo politico alla sua famiglia imperiale, ma le peggiorate condizioni sociali dei britannici e la paura di rivoluzioni nei domini inglesi spinsero Giorgio a ritenere la presenza dei reali russi come una miccia per le folle. E si tirò indietro.
Nonostante Louis Mountbatten scrisse che fu il primo ministro Lloyd George a non volere il salvataggio dei reali russi, le lettere di Lord Stamfordham indicano Giorgio V il colpevole dell’inerzia che portò a lasciare Nicola II e la sua famiglia in mano ai bolscevichi, che li massacrarono.

Molti dei gioielli dei Romanov furono sequestrati dai bolscevichi e venduti per fare cassa (#entry287664911).
Alcuni furono abilmente nascosti e recuperati dai proprietari fuggiti all'estero. Per esempio quelli di Maria Pavlovna, zia dello Zar, nota per la sua bramosia di gioielli. Alcuni furono venduti dai figli dopo la sua morte nel 1920.
Tra quelli venduti alla regina Mary la più famosa è la "Tiara Vladimir":

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Ne abbiamo parlato in (#entry285302183)

Tutta la storia è raccontata da Stefano Papi nel libro "I gioielli dei Romanov" .
Dal sito di Marina Minelli (www.altezzareale.com/2013/12/03/tu...orte-imperiale/).

Edited by elena45 - 5/4/2019, 08:50
view post Posted: 28/12/2018, 16:42 La genesi del barocco - Arte, Moda e Musica
In effetti un cenno alla musica barocca l'ho fatto (da profana in verità) nel topic "Settecento napoletano" (#entry627587463).

L'amico Armagnac, da esperto, ha fatto delle integrazioni. Credo si possa allargare il campo, e perchè no, anche alla musica barocca straniera.
view post Posted: 27/12/2018, 12:20 La genesi del barocco - Arte, Moda e Musica
Alla spiritualità dei soggetti religiosi fa da contrappunto il realismo crudo dei soggetti profani. Per esempio:

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Jusepe de Ribera - Sileno ebbro - Museo di Capodimonte, Napoli.
Il quadro fu acquistato dal ricchissimo mercante d'arte fiammingo, Gaspare Roomer, entrando a far parte della sua collezione di 1500 dipinti.

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Jusepe de Ribera - Storpio - Museo del Louvre
view post Posted: 27/12/2018, 08:55 Settecento napoletano - Arte, Moda e Musica
Grazie Almagnac per le tue integrazioni! La musica mi piace molto, ma non sono un'esperta. Ho citato i più noti musicisti napoletani del '700, perchè non osavo andare oltre. Mi è piaciuto soprattutto ricordare i luoghi della mia Napoli dove risuonavano fin d'allora tanti capolavori. E i legami tra i musicisti e l'aristocrazia più illuminata.

Edited by elena45 - 30/12/2018, 13:54
view post Posted: 26/12/2018, 12:57 Settecento napoletano - Arte, Moda e Musica
Paisiello e Cimarosa furono due grandi esponenti del classicismo in musica, lo stile compositivo che si colloca fra il barocco e il romanticismo, ovvero nella seconda metà del Settecento, fino alla prima parte dell'Ottocento. Storicamente a Napoli in epoca borbonica.

Ma già precedentemente, nella prima metà del Settecento, la musica barocca trova a Napoli terreno fertile e annovera illustri musicisti: Giovanbattista Pergolesi, Alessandro Scarlatti e suo figlio Domenico.
Napoli all'epoca era senza dubbio una delle città più vivaci dal punto di vista musicale, tanto che nel 1739 lo scrittore e politico francese Charles de Brosses, riferendosi alla città partenopea, la definì la capitale mondiale della musica.

Giovanbattista Pergolesi (1710-1736) era nato a Jesi, ma si trasferì a Napoli dove studiò al Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo (uno dei quattro Conservatori che si fonderanno in quello odierno di San Pietro a Maiella). Siamo nel periodo del breve Vicereame asburgico (1707-1734).
Pergolesi fu assunto subito dopo il diploma da uno dei suoi protettori, il principe Ferdinando Colonna di Stigliano, con l'incarico di maestro di cappella (#entry602912683), nel Palazzo Zevallos di via Toledo.

Lo stesso incarico che passerà successivamente a ricoprire presso un altro ricco e potente aristocratico, Domenico Marzio IV Carafa della Stadera, 8°duca di Maddaloni, nel Palazzo Maddaloni, qualche centinaio di metri più avanti (#entry599962649).

Nel Palazzo Maddaloni, nel 1680, per volere del 6° duca di Maddaloni (nonno del suddetto), era stata ascoltata per la prima volta in città un'opera del giovane Alessandro Scarlatti (1660-1725). Nato a Palermo, figlio e padre di musicisti, Scarlatti fu uno dei fondatori della scuola musicale napoletana. Siamo ancora in epoca spagnola: nel 1684, grazie all'appoggio del Vicerè Gaspar de Haro y Guzmàn, marchese del Carpio, amico del Carafa, divenne maestro della Cappella Reale di Napoli.

Domenico Scarlatti (1685-1757) sesto dei dieci figli di Alessandro, fu condotto in fonte dallo stesso Carafa che aveva accolto il padre nel suo palazzo 5 anni prima. Come il padre, divenne compositore e organista della Cappella Reale di Napoli nel 1701. Siamo alla fine del Vicereame spagnolo.

Nel 1734 Carlo di Borbone conquista Napoli e diventa re con il nome di Carlo III. Autore della rinascita della città, tre anni più tardi fa erigere il Teatro San Carlo che diventerà uno dei più famosi e prestigiosi teatri lirici del mondo (#entry612247923).

Edited by elena45 - 27/12/2018, 16:30
view post Posted: 26/12/2018, 10:23 Settecento napoletano - Arte, Moda e Musica
Si è conclusa il 21 novembre scorso la trasferta degli allievi del Conservatorio San Pietro a Maiella di Napoli a San Pietroburgo.
Il concerto tenutosi al Museo Hermitage dal titolo “La magia degli antichi pianoforti”, ha ottenuto grande successo. Per l’occasione da Napoli, dove sono conservati oltre 250 pezzi (tra cui uno Stradivari), sono stati trasferiti eccezionalmente a San Pietroburgo i due preziosi strumenti che nel Settecento l’imperatrice Caterina II, amante della musica partenopea, volle regalare a Giovanni Paisiello e Domenico Cimarosa in segno di stima e riconoscenza per i servigi e il loro talento dimostrato alla sua corte.
https://it.rbth.com/cultura/81762-caterina...ta-dalla-musica

Ebbene sì, confesso di non averlo saputo finora: due musicisti napoletani lavorarono alla corte della Zarina.
Nel 1776 Giovanni Paisiello (1740-1816) lasciò Napoli per accettare l'incarico di direttore musicale degli spettacoli alla corte di Caterina II di Russia a San Pietroburgo. Lì divenne insegnante di musica della Granduchessa Maria Fyodorovna, seconda moglie del futuro Imperatore Paolo I.
Domenico Cimarosa (1749-1801) fu chiamato nel 1787 ad occupare presso la corte imperiale russa la posizione di maestro di cappella. Anche a Cimarosa fu assegnato il compito di impartire lezioni di musica a due nipoti dell'Imperatrice. In Russia rimase tre anni.

Il Conservatorio di San Pietro a Maiella occupa l'antico convento dei Celestini nel centro storico di Napoli.
Il convento fu quasi completamente di strutto nel 1799 dalle truppe del Cardinale Ruffo, quando i frati Celestini furono accusati di aver partecipato ai moti napoletani alleandosi con i sostenitori della Repubblica Napoletana. L’ordine fu soppresso e la struttura cadde in abbandono per alcunì anni finchè, nel 1826, non divenne sede del Conservatorio, per ordine del nuovo re, Francesco I.

Imponente e suggestivo il Chiostro grande con la statua di Beethoven.

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Edited by elena45 - 26/12/2018, 14:43
view post Posted: 21/12/2018, 15:04 Le attuali famiglie regnanti - Storia
Può servire ancora più sinteticamente :

view post Posted: 20/12/2018, 16:43 Le attuali famiglie regnanti - Storia
CITAZIONE (-=- Mauro -=- @ 20/12/2018, 16:39) 
Perfettamente d'accordo: capirei che si scannassero fra loro se ci fosse qualche cosa per cui lottare, ma sono due secoli e passa che si picchiano per il nulla.

E se no che fanno?

Un altro personaggio molto discusso per le sue scelte politiche e per aver dilapidato il patrimonio di famiglia fu il "Pretendente orleanista", ovvero il conte di Parigi Henri d'Orleans (per capirci quello dei 12 figli) morto nel 1999 cui allude Mauro.
Ci sono due articoli di Marina Minelli nel suo blog : www.altezzareale.com/2010/09/25/tu...rleans-i-parte/ e www.altezzareale.com/2010/10/08/tu...leans-ii-parte/
Il figlio, attuale conte di Parigi è quello che fa politica e non se lo fila nessuno, anche lui Henri come il padre. Il nipote Jean, conte di Vendome, sarebbe il delfino (lo chiamano Monseigneur); lo abbiamo visto in #entry359228850.

Edited by elena45 - 21/12/2018, 15:04
view post Posted: 20/12/2018, 16:33 Le attuali famiglie regnanti - Storia
A dire il vero i cosiddetti "Pretendenti al trono" di monarchie morte e sepolte sono tutti un po' patetici, e non tanto per l'incongruità della loro "pretesa", quanto per le storie personali spesso poco edificanti delle ultime generazioni, da punti di vista differenti a seconda dei casi.
Il "pretendente legittimista", ovvero il nostro Luigi di Bourbon Dampierre (1974), della casa reale spagnola, è un pronipote del re di Spagna Alfonso XIII, che lasciò il trono nel 1931 durante la crisi che portò alla Guerra Civile Spagnola. Ne abbiamo parlato in #entry237969215 e #entry255597381.
Sua madre, Carmen Franco, figlia del Generalissimo, non è stata un esempio di virtù.

Edited by elena45 - 20/12/2018, 16:39
4684 replies since 10/2/2008