CITAZIONE (Pamplemousse @ 8/11/2016, 16:05)
Ottimo post! Quando ho più tempo mi vedo il video che hai postato. E delle stratificazioni a Napoli potrei parlarne all'infinito!.................
Sarò scontato, ma al primo posto non posso che mettere la Cappella di San Gennaro all'interno del Duomo Maggiore di Napoli..........................
Sono d'accordo.
Il
Duomo è l'emblema di Napoli, non solo per il famoso miracolo di San Gennaro, ma perchè è l'esempio più stupefacente della
stratificazione di stili e di epoche, che vanno dal gotico puro del Trecento fino al neogotico ottocentesco, passando, ovviamente per il barocco del Seicento. C'è di tutto e si avverte un senso di vertigine.
E' così complesso che bisogna far riferimento a una piantina:
La
Basilica di Santa Restituta, di origine paleocristiana, attribuita all'imperatore Costantino nel IV secolo, è la più antica basilica napoletana e la prima cattedrale della città. Con l'edificazione dell'attuale duomo avvenuta all'inizio del XIV, la basilica perse sostanzialmente la facciata esterna, divenendo di fatto una cappella della nuova cattedrale.
Rimaneggiata più e più volte, oggi ha una struttura essenzialmente barocca.
La
Cappella Capece Minutolo è una gemma del Trecento rimasta intatta, incastonata nella Cattedrale. Eretta a partire dal 1301, in piena epoca angioina, è in stile gotico e contiene diversi sepolcri della famiglia, ma soprattutto bellissimi e coloratissimi affreschi (
#entry599173308).
La
Cappella del Succorpo, in stile rinascimentale, fu voluta, nel 1497, dal Cardinale Oliviero Carafa per celebrare il recupero delle reliquie di San Gennaro dal monastero di Montevergine, trasportate a Napoli dall'Arcivescovo Alessandro Carafa, suo fratello (
#entry599962649).
Finalmente la
Cappella del tesoro, praticamente un'altra chiesa annessa alla principale. Fu fatta edificare dai cittadini napoletani a partire dal 1601, per un antico voto a San Gennaro, che li aveva salvati dalla guerra e dall'eruzione del Vesuvio, nell'anno 1527.
E' una delle massime espressioni artistiche della città, sia per la concentrazione ed il prestigio delle opere in essa custodite, sia per il numero di artisti che hanno partecipato alla sua realizzazione.
Emerge su tutti il
Domenichino (1561-1641) che, negli anni 30 del '600, affrescò i quattro pennacchi della cupola, e, più visibili, realizzò i cinque dipinti - oli su rame - a destra e a sinistra dell'altare maggiore. Il sesto, del 1646, è quello che piace all'amico Pamplemousse (con il quale concordo), di
Jusepe de Ribera (1591-1652), lo Spagnoletto per la sua origine e la sua statura. Le immagini complete le trovi qui:
http://salottoculturalestabia.blogspot.it/...di-massimo.html.
Due di esse estrapolate dal contesto: un "rame" di Domenichino e quello di de Ribera, uno di fronte all'altro.
Il volto dolente e ispirato di San Gennaro che esce illeso dalla fornace è straordinariamente espressivo!.
A proposito, ricordo che la cappella del tesoro fu teatro di una vicenda emblematica, molto complessa, che riflette anch'essa alcuni aspetti (negativi) della storia napoletana e che è nota come la
"cabala di Napoli": il conflitto tra i pittori napoletani e quelli emiliani incaricati di decorare la cappella (
www.nuovomonitorenapoletano.it/inde...id=38&Itemid=28).
Chiude la Cappella, quasi a simboleggiare la sua autonomia, questo splendido cancello in rame di
Cosimo Fanzago:
La cappella del tesoro, infatti, non appartiene alla curia arcivescovile, bensì alla città di Napoli rappresentata da un'antica istituzione civica, ancora oggi esistente, la "Deputazione". E' recente la polemica per la nomina del Vicepresidente (il Presidente per statuto è il Sindaco):
www.corriere.it/cronache/16_marzo_06/napoli-nobilta-contro-curia-disfida-tesoro-patrono-sangue-san-gennaro-56951d28-e3e5-11e5-aa1e-c06fd7dc1288.shtmlL'attuale Vicepresidente è Riccardo Carafa della Stadera, 20° duca d'Andria, esponente diretto dello stesso ramo cui appartenevano il Cardinale e l'Arcivescovo di cui sopra.
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Al secondo posto tra gli emblemi del barocco napoletano, dice Pamplemousse, e ha di nuovo ragione, c'è la
Certosa di San Martino, sulla collina del Vomero, accanto a castel Sant'Elmo.
Anche la Certosa risale al periodo angioino (
#entry5991733089, ma del gotico rimangono pochissime tracce. Il rifacimento è lungo, complesso, capillare, attraversa tutto il '600 e oltre, fino a risultare, secondo me, rutilante ed eccessivo. Ma ci sono tutti i grandi architetti, scultori e pittori del barocco napoletano. Alcuni sono gli stessi del Duomo, come Cosimo Fanzago, lo Spagnoletto, Luca Giordano etc. Anche qui si avverte un senso di vertigine ed è arduo elencare tutti gli artisti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Certosa_di_San_MartinoTra questi prediligo il già citato
Cosimo Fanzago (1591-1678), artista prolifico e longevo, architetto e scultore, che, nonostante fosse di origine bergamasca, qualcuno definisce "l'anima barocca di Napoli" (era anche sposato con una napoletana e risiedeva nella città partenopea). Lavorò alla Certosa per trent’anni, realizzando lavori strutturali come la facciata della chiesa, ma anche statue di santi e di profeti, nonchè la decorazione marmorea delle pareti e il pavimento della navata.
Gli intarsi di marmi policromi sono la sua specialità:
Chiesa della Certosa di San Martino - La Navata
Ma
Fanzago a Napoli è dappertutto, e non poteva mancare la Chiesa simbolo della Controriforma, quella dei Gesuiti:
Chiesa del Gesù Nuovo - Cappella di Sant'Ignazio -
Transetto sinistro.(La facciata è qui:
#entry599474170).
Ovviamente era un grande architetto, e non solo un decoratore, e i nobili facevano a gara per accaparrarselo per costruire o ristrutturare i loro palazzi. Ciò che mi piace tanto, forse perchè hanno un potere evocativo, sono i portali che Cosimo inserì nelle facciate:
Cosimo Fanzago - Portale di Palazzo Maddaloni e portale di Palazzo Stigliano, entrambi a via Toledo.
Il primo palazzo, preesistente, fu ristrutturato dal Fanzago per volontà del Duca Diomede V Carafa di Maddaloni che lo aveva acquistato dal duca Ferrante d'Avalos (
#entry527630979);
il secondo, costruito ex novo dal Nostro per la famiglia spagnola degli Zevallos, passò ai Colonna di Stigliano (
#entry527876309).
Ma anche Palazzo Donn'Anna per la principessa Anna Carafa di Stigliano (
#entry529765368) e Palazzo Firrao (
#entry599018073) per lo stesso Cesare Firrao che cita Pamplemousse.
E come non citare la Guglia di San Gennaro?
Cosimo Fanzago fu incaricato dalla Deputazione di costruire un obelisco in ringraziamento al Santo per lo scampato pericolo durante l'eruzione del Vesuvio del 1631:
Micco Spadaro - Processione di San Gennaro per il miracolo del 1631 -
Collezione privata.
Quella che si vede a sinistra è la cupola della Cappella del tesoro; in fondo e a destra, il corpo del Duomo e parte del transetto.
La foto è scattata dalla cupola della cappella del Pio Monte della Misericordia, dov'è custodito il capolavoro di Caravaggio: " Le sette opere di Misericordia". Così torniamo a chi aveva aperto la strada al barocco in pittura (
#entry319093827).
Tratto da www.ilportaledelsud.org/angeli_san_gennaro.htmEdited by elena45 - 29/1/2020, 10:25