MASSIMILIANO ROBESPIERREMaximilien de RobespierreMaximilien-François-Marie-Isidore de Robespierre (Arras, 6 maggio 1758 - Parigi, 28 luglio 1794) è stato un uomo politico francese. Probabilmente è il più noto - e pure il più controverso - tra i protagonisti della Rivoluzione Francese e del Terrore.
Maximilien Robespierre nacque ad Arras, nel nord della Francia il 6 maggio 1758 da una famiglia i cui membri maschi esercitavano la professione notarile dall’inizio del XVII secolo. Il nonno paterno si stabilì come avvocato ad Arras. Il padre che proseguì la professione legale sposò Jacqueline Marguerite Carraut, figlia di un birraio nel 1757. Maximilien fu il primo dei loro quattro figli. Nel 1767 Madame Derobespierre, quello era allora il cognome famigliare, morì. Il marito lasciò Arras e vagò per l’Europa fino alla morte nel 1777 a Monaco di Baviera. I figli furono cresciuti dal nonno materno e dalle zie. Maximilien stesso si occupò peraltro dei fratellini.
Egli fu inviato al Collegio di Arras. Nel 1770 su raccomandazione del vescovo, Robespierre ottenne di potere studiare al liceo Louis-le-Grand di Parigi, fra i suoi compagni vi furono Camille Desmoulins e Stanislas Fréron. Negli studi Robespierre s’appassionava in specie alle vicende dell’antica Roma repubblicana e agli autori classici in particolare alla retorica di Cicerone e Catone.
Le prime esperienze politiche
Maximilien completò i primi studi di giurisprudenza con una distinzione e fu ammesso all’avvocatura nel 1781. Egli tornò a Arras per esercitare la propria professione. La sua fama lo aveva preceduto e il vescovo di Arras M. de Conzié lo nominò, nel marzo 1782, giudice criminale per la diocesi di Arras. Questa nomina – alla quale rinunciò peraltro presto per non dovere pronunciare una condanna a morte – non gli impedì di esercitare la professione legale, Robespierre divenne infatti presto un avvocato di successo. Egli si dedicò pure alla letteratura e alla vita sociale divenendo rapidamente una delle figure più rilevanti di Arras.
Nel dicembre 1783 Robespierre è eletto membro dell’Accademia di Arras, che frequenterà sempre regolarmente. Nel 1784 ottiene, insieme a Pierre Louis de Lacretelle, avvocato e giornalista parigino, una medaglia dall’Accademia di Metz per un suo lavoro sul diritto penale. Le sue opere successive ebbero meno successo, Robespierre fu tuttavia compensato dalla propria popolarità nella società letteraria e musicale di Arras.
Ritratto di Robespierre opera di Adélaïde Labille-Guiard (1786)Nel 1788 partecipa al dibattito sul modo di elezione degli Stati generali. Con il suo scritto Adresse à la nation artésienne sostiene che si riprendesse il metodo dell’elezione ad opera degli Stati provinciali, i nuovi Stati generali non rappresenterebbero affatto i francesi.
Con tale metodo furono tuttavia eletti – non soltanto i principali leader delle corporazioni - ma pure Robespierre che si era rivolto agli elettori con il suo Avis aux habitants de la campagne. Malgrado fosse relativamente povero, privo di sostegni e appena trentenne Robespierre fu il quinto eletto del terzo Stato.
I primi anni della Rivoluzione
Democratico, progressista, repubblicano rivoluzionario e seguace delle correnti filosofiche di Jean-Jacques Rousseau, Robespierre non appena eletto deputato negli Stati Generali nel 1789, come rappresentante del Terzo Stato fu subito tra i primi firmatari del giuramento della Palla Corda in cui il Terzo Stato si autoproclamò Assemblea Nazionale Costituente.
Durante i due anni di vita 1789-1791 della Costituente, Robespierre si distinse per l'eloquenza e la combattività, battendosi con fermezza per la libertà di stampa, il suffragio universale e l'istruzione gratuita e obbligatoria e contro la pena di morte.
Robespierre fece parte dal 1789, del club Bretone, diventato, in seguito allo spostamento del re e dell'Assemblea da Versailles a Parigi (6 ottore 1789), Club dei Giacobini. Nell'aprile del 1790 gli venne data la presidenza del Partito Giacobino, che egli spostò su posizioni rivoluzionarie (oggi si direbbe di estrema sinistra). Inoltre, in questa veste, egli chiese a gran voce l'abolizione della monarchia e l'approvazione di alcune riforme che abrogavano i privilegi della nobiltà e del clero. Si guadagnò così il favore delle correnti più estremiste che in quel momento realizzavano la Rivoluzione Francese.
A comprova dell’insondabilità del personaggio Robespierre – colui che sarebbe stato in seguito il principale personaggio del cosiddetto periodo del Terrore - solo tre anni prima all’Assemblea Costituente intervenne contro la pena di morte. Nella discussione in aula, il 30 maggio 1791, egli con passione descrisse la pena capitale come: meurtre juridique, crime solennel, lâche assassinat, antique et barbare routine, le plus horrible raffinament de la cruauté, ossia omicidio giuridico, crimine solenne, vile assassinio, antica e barbare routine, il più raffinato esempio di crudeltà. La maggioranza dell’ Assemblea Costituente fu tuttavia favorevole al mantenimento della pena capitale, pur riducendo le fattispecie criminose punite con la morte e disponendo che l’esecuzione della sentenza fosse sgravata da ogni inasprimento e sofferenza inutili
Contrario all'esportazione frettolosa della Rivoluzione negli altri paesi ("si farà, ma con calma", disse lui stesso in un circolo politico), si oppose con fermezza alla guerra che il Partito Girondino dichiarò (tra l'altro con risultati militari ottimi) all'Austria. Iniziò così la sua grande rivalità con i girondini, che erano nati proprio da una scissione a destra del Partito Giacobino.
Il periodo del Terrore
RobespierreStrenuo difensore dei diritti dei più deboli (soprattutto operai e contadini), Robespierre entrò nel Comitato di Salute Pubblica il 27 luglio 1793. In questa veste iniziò una manovra politica volta ad alleviare la miseria delle classi più umili e a recepire le indicazioni dei sanculotti. Seppure contrario alla guerra, fu tra i più attivi nel rafforzare militarmente l'esercito repubblicano attraverso provvedimenti di economia controllata (per esempio, la razione minima sul pane, sul sale e sulla farina). Questi ed altri provvedimenti, tutti di carattere democratico, saranno immortalati nella Costituzione del 1793 e saranno ricordati come le riforme più giuste e più equee dell'intero sistema costituzionale francese.
Preoccupato dagli eventi bellici, dai tentativi contro-rivoluzionari e deciso a dare un colpo mortale alla monarchia e all'antico regime, egli decise di sostenere la politica del cosiddetto Terrore. Il Terrore mirava ad eliminare fisicamente tutti i possibili rivali della Rivoluzione Francese, il numero delle vittime causate dal periodo del Terrore è tuttavia difficilmente quantificabile, ma pare che sia intorno ai 70.000 uomini, prevalentemente appartenenti alla media borghesia.
Altri storici parlano con le approssimazioni del caso di circa 35'000 esecuzioni, delle quali ben 12'000 senza processo e ricordano (il periodo del Terrore durò soltanto un anno!) la metodica cancellazione di ogni forma di dissenso anche mediante l’incarcerazione di circa 100'000 persone (ma alcuni studiosi arrivano addirittura a 300'000) soltanto perché sospettate di attività controrivoluzionaria.
Non va però dimenticata l'esistenza del terrore "bianco" ossia quello degli avversari della nuova repubblica, che si espresse sia prima sia dopo l'esperienza politica di Robespierre.
Furono ghigliottinati, tra gli altri, Georges Danton, il popolare capo rivoluzionario , Jacques-René Hébert, anch'egli popolare capo rivoluzionario, e il duca Filippo d'Orleans, soprannominato Filippo Egalitè (uguaglianza). Per questo si disse che la rivoluzione divora i suoi figli. Con molta leggerezza furono condannati a morte anche povere persone favorevoli alla politica di Robespierre anche se, probabilmente, egli non era a conoscenza di certe estremizzazioni del Terrore. Inoltre fu decapitata Olympe de Gouges, fondatrice del Centre Socìal, che si batteva attivamente per i diritti delle donne, da sempre negati da Robespierre.
Contrario a ogni affievolimento e a ogni tentativo moderato (fu per questo soprannominato L'incorruttibile), Robespierre, temendo la perdita di un controllo morale, proclamò religione dello stato il culto laico dell'Essere Supremo basato sulle teorie di Rousseau, ma il suo decreto gli attirò l'ostilità sia dei cattolici sia degli atei.
Conscio dell'odio che la Convenzione Nazionale provava per lui, egli era convinto che il suo destino era nelle mani dell'esercito francese. Paradossalmente sarà invece, proprio la vittoria dell'esercito repubblicano a Fleurus (in Belgio) contro le armate della Prussia e dell'Austria, avvenuta il 25 giugno 1794, a segnare il destino dell'Incorruttibile.
La caduta
L'arresto di RobespierreVenuto meno il pericolo di un'invasione straniera, buona parte dei francesi si stancò delle misure eccezionali emanate durante il Terrore. Non foss'altro perché il crescendo del clima di terrore fece sentire ognuno possibile bersaglio e futura vittima, ciò in particolare dopo che anche Danton stesso era stato ghigliottinato. Tale clima assicurò un ampio sostegno al colpo di Stato organizzato dagli avversari politici di Robespierre anche all'interno dell'Assemblea della Convenzione.
Dopo quattro settimane di assenza, finalmente, il 26 luglio 1794 Robespierre si presentò alla convenzione dove tenne un discorso di più di due ore. Egli ammonì sulla possibilità di una cospirazione contro la Repubblica. Minacciò alcuni deputati che avevano – a suo parere – agito ingiustamente e avevano ecceduto nei loro poteri e che andavano dunque puniti. Infine suggerì che il Comitato di Salute Pubblica e quello della Sicurezza generale fossero rinnovati.
Tali velate minacce crearono grande agitazione nella Convenzione, Robespierre non aveva fatto nomi e ci si chiese chi fossero i deputati destinati ad essere puniti. Tutti erano peraltro sorpresi che l’Incorruttibile imputasse il terrore agli eccessi di quel Comitato di Salute Pubblica, di cui lui stesso era membro.
La maggioranza del Comitato di Salute Pubblica era determinata ad agire prontamente. La Convenzione - di primo acchito – commossa dall’eloquenza di Robespierre approvò la sua mozione. Il giorno successivo, 27 luglio, o secondo il calendario rivoluzionario 9 termidoro, tuttavia, a dimostrazione che il clima era decisamente cambiato, quando Saint Just iniziò a parlare alla Convenzione, egli fu continuamente interrotto da violente proteste. Jean Lambert, Tallien, Billaud-Varenne e Vadier attaccarono nuovamente Robespierre e numerose furono le grida di “abbasso il tiranno!”
Quando Robespierre esitò nel replicare a questi attacchi, si alzò il grido C'est le sang de Danton qui t'étouffe e il sangue di Danton che ti soffoca. Robespierre tentò invano di continuare a parlare, ma, alle cinque del pomeriggio, Robespierre, Couthon e Saint-Just, con due altri giovani deputati, Augustin Robespierre (fratello di Maximilien) e Philippe-François-Joseph Le Bas, gli unici rimasti nella convenzione a sostenere Robespierre, furono arrestati.
Nelle ore successive Robespierre fu tuttavia liberato dal carcere con gli altri suoi sostenitori dalle truppe della Comune e fu condotto all’ Hôtel de Ville dove fu circondato dai suoi fedeli guidati da Payan e Coffinhal. . Ma, ormai, erano passati i giorni in cui la Comune poteva dettar legge alla Convenzione. Alla notizia della liberazione di Robespierre la Convenzione si riunì nuovamente e dichiarò fuori legge i membri della Comune e i deputati da questi liberati. La Guardia nazionale sotto il comando di Barras incontrò tuttavia grandi difficoltà nel raggiungere l’ Hôtel de Ville.
Nella mattinata del 28 luglio 1794, le Guardie Nazionali, fedeli della Convenzione, si impadroniscono, tuttavia, senza trovare ulteriore resistenza, dell'Hotel de Ville e arrestano numerosi dirigenti giacobini fedeli a Robespierre, tra cui nuovamente Saint-Just, Couthon, Le Bas e il fratello di Robespierre, Augustin, il quale - nel tentativo di sfuggire alla cattura - si butta dalla finestra e si fracassa sul selciato, dove verrà raccolto moribondo. Anche Maximilien cerca di opporre resistenza, ma un colpo di pistola gli fracassa la mascella. Alcuni storici dubitano si sia trattato di un tentativo di suicidio.
L'esecuzione di Robespierre e Saint-JustTutti i prigionieri catturati (all'incirca una ventina), vengono condotti alla Conciergerie per un formale atto di riconoscimento e mandati alla ghigliottina , sorte toccata il giorno dopo, altri 80 seguaci di Robespierre, facendo quindi diminuire nettamente l'influenza giacobina in Francia. Con la morte di Robespierre finisce il periodo del Terrore s'iniziò il governo dei Termidoriani e il potere passò alla borghesia moderata.
Valutazione storica della figura di Robespierre
Robespierre è una figura storiografia molto controversa, ma che comunque ha affascinato gli storici, non soltanto fracesi. Albert Soboul, ad esempio, ha sottolineato la bontà delle sue riforme, ma ha anche ricordato la sua severità durante il periodo del Terrore rosso. Simon Schama, invece, punta il dito contro i collaboratori di Robespierre, e rimprovera all'Incorrutibile l'estremizzazione del concetto rivoluzionario.
L'Enciclopedia Britannica del 1911 dipinge Robespierre come un teorico giovane ed intelligente, la cui profondità di pensiero derivava dall'esperienza politica maturata negli anni immediatamente precedenti alla Rivoluzione Francese. Nella vita privata, è storicamente provato che egli fosse caritatevole, gentile ed elegante. Inoltre, fu un sincero nemico della corruzione, tanto da essere soprannominato l'incorruttibile.
Secondo alcune moderne teorie storiografie la figura di Robespierre influenzò Mao Zedong, che in effetti lesse da giovane tutte le sue opere. Inoltre, il motto di Robespierre "imporre la virtù, anche con la forza" è diventato un caposaldo del maoismo.
La principale opera letteraria di Robespierre è Il terrore e la virtù (1793), nel quale egli sosteneva con grinta le motivazioni che lo avevo spinto ad attuare il Terrore rosso e la necessità di prolungarlo ad interim. I suoi scritti precedenti, invece, non ci sono giunti in maniera organiga: sappiamo solo che piacquero al conte Honoré-Gabriel de Mirabeau. Interrogato a tal proposito, il conte Mirabeau disse di Robespierre: "Andrà lontano, perché egli crede in tutto ciò che dice". La società degli studi robespierristi ha pubblicato (1910-1967) le Œuvres di M. Robespierre, in cui sono presenti le opere edite, parte della corrispondenza, i giornali pubblicati e quasi tutti i discorsi pronunciati dall'Incorruttibile. Nel 2000 è stata fatta un riedizione anastatica delle Œuvres.
MASSIMILIANO ROBESPIERRE
SEMPRE ROBESPIERRE
CARICATURA DI ROBESPIERRE CHE GHIGLIOTTINA TUTTA LA FRANCIA
QUESTO PERSONAGGIO DA PRIMA BUONO AVVOCATO,E CASO DEL DESTINO FU PROPRIO LUI A LEGGERE A NOME DEL POPOLO UN DISCORSO BENEAGURANTE AL NUOVO SOVRANO LUIGI XVI IL GIORNO DELLA SUA INCORONAZIONE...
FECE RAPIDAMENTE CARRIERA,ABBRACCIANDO A PIENE MANI LA RIVOLUZIONE,E L'ABOLIZIONE DELLA MONARCHIA,E AL SUSSEGUIRSI RAPIDAMENTE DELLE VICENDE EBBE LA FORTUNA E LA CAPACITA' DI PRENDERE PIENO POTERE ASSIEME A DANTON,SUO AMICO E POI NEMICO,IL POTERE DI CAPO ASSOLUTO DELLA RIVOLUZIONE E DEL PERIODO DEL TERRORE DA LUI CREATO,CONTRO TUTTI I NEMICI O SOLO SOSPETTI CONTRORIVOLUZIONARI.
SI CREO' COSI UN CLIMA DI TERRORE SANGUINARIO,COMINCIATO NELL'ANNO 1793,FINITO CON LA MORTE DI ROBESPIERRE NEL 1794.
UN ANNO DOVE CHIUNQUE POTEVA AVERE IL LUSSO DI PROVARE LA GHIGLIOTTINA,SE ERA SOLAMENTE DENUNCIATO COME NEMICO DEL SUO PARTITO GIACOBINO,O CONTRORIVOLUZIONARIO,E PROCESSI FARSA O MEGLIO SENZA PROCESSI LA LAMA DELLA GHIGLIOTTINA LAVORAVA SENZA SOSTA,PER LIBERARE LA FRANCIA DA PERSONE IMPURE..
MA PER FORTUNA BEN PRESTO SI DIEDE LA ZAPPA SUI PIEDI QUANDO OSO' DENUNCIARE ALLA ASSEMBLEA NAZIONALE UN COMPLOTTO CONTRO LUI STESSO,(AVEVA FATTO GHIGLIOTTINARE IL SUO CARISSIMO AMICO DANTON,COLPEVOLE DI COMPLOTTARE CONTRO DI LUI)SENSA FARE I NOMI DEI DEPUTATI CHE L'AVREBBERO TRADITO,COSI' SENZA SAPERLO PERDETTE LA SUA POTENZA SACRALE E INTOCCABILE,E FIRMO' LA SUA CONDANNA A MORTE..
QUANDO FU ARRESTATO NEL SUO CLUB,ASSIEME AL FRATELLO AUGUSTIN(AMICO DI NAPOLEONE),E AGLI SEGUACI,TRA CUI IL SANGUINARIO SAINT JUST,SI SPARO' IN BOCCA,PER UCCIDERSI,MA SI FERI' MALAMENTE E RESTO TUTTA LA NOTTE CON LA MASCELLA FRATTURATA E SANGUINATE.
COSI' CONCIATO IL GIORNO DOPO SALI LE SCALETTE DELLA SUA AMATA GHIGLIOTTINA IL 28 LUGLIO 1794 CHE RICHIEDEVA ORA LA SUA TESTA.
GEORGE DANTONGeorges Jacques Danton (Arcis-sur-Aube, 26 ottobre 1759 - Parigi, 5 aprile 1794) è stato un uomo politico francese e grande protagonista della rivoluzione francese.
Prima della rivoluzione francese, George Danton era uno dei migliori avvocati di Parigi. Allo scoppio della rivoluzione si schierò a fianco del terzo stato e poco dopo venne eletto presidente del club dei Cordiglieri grazie alla sua grande capacita oratoria.
Spesso si mise in mostra grazie alla sue posizioni molto radicali. Dal 1789 al 1794 venne accusato molte volte e minacciato di arresto per aver preso parte ad alcune delle più sanguinarie manifestazioni della rivoluzione e la sua attività di rivoluzionario divenne sempre più frenetica.
Dopo la cattura del re che tentava la fuga, la sua figura divenne molto popolare tra i rivoluzionari e venne anche eletto ministro della giustizia; fu tra i primi protagonisti della rivoluzione a proporre di istituire la repubblica e nonostante la grande opposizione riuscì anche far varare alcuni provvedimenti a favore della Francia per cercare di combattere degli attacchi di eserciti stranieri.
Venne eletto deputato della Convenzione Nazionale ma fu cacciato dai deputati della Gironda a causa delle sue idee radicali e fu costretto a schierarsi con gli esponenti della montagna nonostante egli non condividesse i loro ideali estremisti.
Conclusasi la battaglia tra Montagnardi e Girondini (con la sconfitta di questi ultimi), Danton diviene membro del comitato di salute pubblica (l’organo esecutivo della nuova repubblica francese) in cui viene proposto più volte di terminare la guerra tra la Francia e le monarchie europee grazie ad un azione diplomatica.
Durante quel periodo nel comitato, Danton si allontanò sempre più dalle idee di Robespierre (che all’interno del comitato era il “padrone assoluto”) perché erano troppo estremiste e durante il governo del comitato da parte dei giacobini egli divenne uno strenuo oppositore della loro linea politica e durante il cosiddetto periodo del Terrore venne accusato di essere “un nemico della repubblica”.
Danton era stato una figura di spicco nella rivoluzione Francese, diventando prima deputato della convenzione, poi ministro della giustizia e in seguito anche membro della comitato di salute pubblica, egli aveva sempre guardato con passione le lotte del popolo e approvava anche la “sete di sangue” della gente che secondo lui doveva riscattarsi dei torti e dei soprusi subiti, ma Danton compì un grave errore, quello di farsi nemico di Robespierre che vede in lui un pericolosissimo rivale e nel marzo del 1794 lo fece arrestare e lo condanna alla pena capitale.
Venne processato dal tribunale della rivoluzione e si auto difese con grande scioltezza; mise a tacere i giudici insultandoli ma inutilmente: ormai Danton era stato condannato e il 5 aprile 1794 fu ghigliottinato davanti a tutta la gente che in passato aveva aiutato nelle battaglie contro l’ormai distrutta monarchia francese.
GEORGE DANTONDANTON CONDOTTO AL PATIBOLOPARE CHE DURANTE IL TRAGITTO PER LA GHIGLIOTTINA DISSE:"INFAME ROBESPIERRE,LA GHIGLIOTTINA TI RECLAMA" E PRIMA DI ANDARE SOTTO LA LAMA DISSE AL CARNEFICE:"MOSTRA LA TESTA ALLA GENTE,NE VALE LA PENA".
LOUIS SAINT JUSTLouis Saint-JustAntoine Louis Léon de Richebourg de Saint-Just, noto più semplicemente come Louis Saint-Just (Decize, Nivernese 25 agosto 1767 - Parigi 28 luglio 1794) è stato un uomo politico francese, tra i principali artefici della rivoluzione.
Ufficiale della Guardia Nazionale ad Aisne, nel 1789 pubblicò il lungo poema Organt au Vatican, una satira dell'aristocrazia e della monarchia francesi composto da venti canti. Allo scoppio della rivoluzione, cui aderì con entusiasmo, si trovava a Parigi.
Divenuto nel 1792 deputato alla Convenzione per il dipartimento dell'Aisne, combatté contro il federalismo girondino, propugnando una decisa concentrazione dei poteri. Tenente colonnello della Guardia nazionale a Blérancourt, votò a favore della condanna a morte da infliggere al re Luigi XVI e nel maggio del 1793 entrò nel Comitato di salute pubblica, in cui conobbe Maximilien Robespierre, di cui divenne amico e collaboratore.
Saint-Just ebbe parte di primo piano nella difesa del territorio nazionale con le missioni svolte presso le armate del Reno (ottobre 1793) e del nord (gennaio 1794). Eletto presidente della Convenzione il 10 febbraio del 1794, si scagliò in maniera vigorosa contro Georges Danton e Jacques-Renè Hèbert, entrambi condannati alla pena capitale.
Difensore coraggioso degli ideali repubblicani, nel giugno del 1794 fu a fianco del generale Jean-Baptiste Jourdan, partecipando in maniera positiva alla battaglia di Fleurus, in cui diede un importante contributo. Sostenitore di Robespierre anche durante il periodo del terrore, il 27 luglio tornò a Parigi tentando di salvare "l'incorruttibile" con un discorso conciliante tenuto davanti ai membri della Convenzione.
Poco dopo l'arresto dell'amico egli riuscì con una banda di partigiani a liberarlo, ma la soverchiante forza nemica lo costrinse ad arrendersi. Sconfitto militarmente e non più sostenuto dal popolo, il 28 luglio fu messo alla ghigliottina insieme ad altri ventidue giacobini.
Tra le tante opere scritte dal giovane Saint-Just, ebbero una certa risonanza Spirito della rivoluzione e della costituzione francese del 1791 (ispirato dalla letteratura di Montesquieu) e i suoi Frammenti delle istituzioni repubblicane: editi postumi nel 1800, le idee di tali frammenti avevano avuto una grande influenza sulla costituzione del 1793.
L.SAINT JUSTJACQUES-RENE HEBERTJacques-René HébertJacques-René Hébert, più frequentemente chiamato Jacques Hébert, nato ad Alençon il 15 novembre 1757 e ghigliottinato a Parigi il 24 marzo 1794, fu un giornalista e politico francese.
Jacques-René Hébert era il figlio del gioielliere Jacques Hébert, morto nel 1766, e di Marguerite Beunaiche de La Houdrie (1727-1787).
Lanciò nel 1790 Le père Duchesne, giornale degli estremisti rivoluzionari. Partecipò, nel 1792, alla caduta della monarchia nel ruolo di accusatore pubblico e, nel 1793, a quella dei girondini. Con i suoi sostenitori, gli hébertisti (Chaumette, Chabot, Collot d'Herbois ed altri), influenzò fortemente il club dei Cordiglieri ed il Comune insurrezionale. Maximilien de Robespierre, di cui lui aveva denunciato la moderazione, lo fece arrestare e giustiziare nel 1794.
Creatore di Le père Duchesne
Provinciale che aveva studiato il diritto, Hébert monte a Parigi. L’anno 1789 non portò dei cambiamenti notevoli nella situazione di Hébert. Il dottor Boisset, suo compatriota, accettò ospitarlo a condizione che redigessse al suo posto una brochure: La Lanterna magica o la Peste degli Aristocratici che segnò l'inizio della sua carriera di libellista. Pubblicò in seguito alcuni opuscoli mentre la sua situazione economica diventava sempre più precaria.
La pubblicazione dei primi numeri di Le père Duchesne, a partire dal settembre 1790, avrebbe aperto un nuovo periodo nella sua vita. Molti pamphlets erano stati pubblicati sotto questo nome, ma quelli di Hébert, che i venditori pubblicizzavano urlando: "È proprio in collera oggi il le père Duchesne!", si distinguevano per la violenza che caratterizzava il suo stile. Dal 1790 al 1791, il père Duchesne era costituzionale e ancora favorevole al re e a La Fayette, biasimando Maria Antonietta e Marat e riservando le critiche più aspre per l’abate Maury grande difensore dell’autorità pontificia contro la costituzione civile del clero. Il tono si indurì decisamente con l’avvento della Repubblica. Il governo fece stampare nel 1792 alcuni dei suoi numeri a spesa della Repubblica per farli distribuire negli eserciti per svegliare i soldati da un torpore giudicato pericoloso per la salvezza della cosa pubblica.
Rivoluzionario radicale
Nel 1791 ruppe con i moderati che sognavano un compromesso con gli aristocratici. Il 17 luglio 1791, firmò la petizione del Campo di Marte e la fucilazione dei "patrioti" lo gettò in prima fila fra i rivoluzionari. Aveva ormai trovato il suo tono sciatto, quello stile così volontieri osceno, tutto teso a conservare una sorta di eleganza, che lo posizionava nella stirpe dei grandi libellisti del XVIII secolo. Le père Duchesne attaccava senza mezzi termini La Fayette, Mirabeau, Bailly: dopo fuga mancata del re, se la prese con Luigi XVI e lo stesso papa. Innanzitutto, le père Duchesne era patriottico: divenne ben presto il portavoce dei sanculotti e delle sezioni, denunciando le manovre dei seguaci degli inglesi, dei tedeschi e degli immigrati.
Membro del club dei Cordiglieri, Hébert sedette al Comune insurrezionale dove fu inviato durante la notte tra il 9 e il 10 agosto 1792 dalla sezione Bonne-Nouvelle. Approvò apertamente i massacri di settembre ai quali peraltro non aveva partecipato. Il 22 dicembre 1792, fu nominato secondo sostituto del Procuratore del Comune. Fino all'agosto 1793, sostenne con fragore i montagnardi contro i girondini. I suoi amici e lui stesso si preoccuparono di continuare a non tradire gli interessi profondi della borghesia e disapprovarono i sanculotti quando questi cominciarono a predicare delle misure estremiste in materia economica. Tra l'aprile e il maggio 1793, Hébert fu fra quelli che designarono i girondini alla vendetta popolare. La retata tentata dalla Convenzione Nazionale, che fece arrestare Hébert il 24 maggio 1793, con Morineau, Brichet e Varlel, fallì davanti alla reazione minacciosa delle sezioni. La popolarità di Hébert ne fu considerabilmente rinforzata. Fu da allora uno dei capi della Rivoluzione in corso.
Radicalizzazione
L’attitude di Hébert cambiò dopo la morte di Jean-Paul Marat (13 luglio 1793) e la crisi dell'estate, poiché tese a radicalizzarsi sempre di più. Le giornate del 4 e 5 settembre 1793, in cui i sanculotti invasero la Convenzione e le imposero l’applicazione del Terrore, furono un successo personale per Hébert. Dal settembre 1793 al gennaio 1794, sottomise la Convenzione ad una pressione continua (legge dei sospetti, legge del massimo generale).
Campagne contro la Regina e contro la Chiesa
La campagna che condusse contro Maria Antonietta non fu completamente estranea alla condanna a morte della regina.Con Chaumette e i suoi amici, fu anche uno dei principali animatori della politica di decristianizzazione. Nonostante fosse violentemente anticlericale e ostile al cattolicesimo, si difendeva contro l’accusa di ateismo, chiamando Gesù "il miglior Giacobino che ci sia mai stato in terra" e riscrivendo i vangeli a modo suo in le père Duchesne: "quando il bravo sanculotto di nome Gesù apparve, predicò la benevolenza, la fratellanza, la libertà, l’uguaglianza, il disprezzo della ricchezza. Tutti i sacerdoti bugiardi (...) caddero nel disprezzo generale. È vero che gli scellerati si vendicarono proprio bene, d'accordo con i giudici e l'Ugo Capeto dell'epoca, facendo perdere il povero sanculotto Gesù. Hébert fa marcia indietro davanti a Maximilien de Robespierre, quando quest'ultimo, il I frimaio del II anno, denunciò l'ateismo, decretando la libertà di culto. Nei primi mesi del 1794, Hébert sfruttò il malcontento popolare nato dall'aumento generale dei prezzi.
Arresto, condanna ed esecuzione
Imprudentemente, non si accontentò di attaccare gli Indulgenti (gli ex-menbri del partito dei Cordiglieri, chiamati così da Robespierre, tra cui vi erano Danton e Camille Desmoulins), ma se la prese anche con Robespierre, ormai troppo moderato ai suoi occhi. Il governo rivoluzionario decise infine di agire e fece arrestare nella notte dal 13 al 24 ventoso del II anno Hébert e i capi principali dei Cordiglieri. Furono tutti condannati a morte e uccisi dieci giorni dopo, il 4 germinale del II anno.
Aveva sposato il 7 febbraio 1792 Maria Margherita Françoise Hébert (nata Goupil), ex-suora del convento della Concezione (in rue Saint-Honoré a Parigi) sotto il nome di "Sorella della Provvidenza", ghigliottinata il 13 aprile 1794. Da questa unione era nata una figlia, Scipion-Virginie (7 febbraio 1793-13 luglio 1830).
JACQUES RENE HEBERTQUESTA VISCIDA,ORRENDA,FIGURA FU APPUNTO IL CREATORE DI UNO DEI + SPIETATI GIORNALI RIVOLUZIONARI IL PERE DUCHENSE,CHE DIFFAMAVA MARIA ANTONIETTA,E CREAVA,LIBELLI,ZOZZERIE,ODIO,SULLA REGINA,MA DOVETTE ANCHE LUI CHINARE LA TESTA ALLA MADAMA GUILLOTINE...
MA AMMISE CHE ALLA SUA MANIERA CHE LA REGINA ERA STATA SUBLIME NELLA MORTE:LA PUTT...E' STATA INSOLENTE E AUSTERA FINO ALLA FINE.
JEAN PAUL MARATJean-Paul MaratJean Paul Marat fu un rivoluzionario francese nato a Boudry, Canton Neuchâtel, il 24 maggio 1743, e morto a Parigi nella sua vasca da bagno per mano di Charlotte Corday il 13 luglio 1793.
Di umili origini, era figlio di Giovanni Marra, un ex prete cattolico, dopo essersi trasferito dalla nativa Cagliari, in Sardegna, a Boudry. Giovanni Marra, che aveva francesizzato il proprio nome in Jean Mara, insegnava a Neuchâtel, sposò Louise Cabrol, ginevrina, discendente di ugonotti fuggiti dalla Francia.
Jean Paul, figlio illustre e primo dei tre figli di Jean e Louise Cabrol, fu poi studente di medicina a Parigi fino al 1765, infine medico e veterinario in Inghilterra dove partecipò alla vita dei club.
In Inghilterra cambiò il suo nome da Mara a Marat per distinguersi più facilmente dai quasi omonimi scozzesi O'Mara e McMara.
Tornato a Parigi nel 1776, ebbe un breve periodo di fama come medico alla moda e scienziato, ma nel 1784 perse l'impiego ed iniziò a vivere in ristrettezze economiche, scrivendo alcune opere in cui denunciava il classismo della legislazione penale francese del tempo. Marat fu uno dei protagonisti della Rivoluzione francese: come pubblicista e come giornalista indipendente. Per sfuggire ad un mandato di cattura spiccato nei suoi confronti dovette riparare alcuni mesi in Inghilterra.
Nell'estate del 1790 denunciò gli intrighi di corte e pochi mesi dopo i propositi di fuga del re, incitò i federati all'insurrezione che portò alla caduta della monarchia il 10 agosto 1792.Eletto deputato alla Convenzione, iniziò la lotta contro i girondini. Da quel momento non partecipò più ai lavori della Convenzione per l'aggravarsi della sua infermità. Per vendicare i girondini, Charlotte Corday lo pugnalò a morte.
Celeberrimo è il dipinto di Jacques-Louis David che ritrae il suo assassinio, intitolato Marat assassinato.
JEAN PAUL MARATMARAT PUGNALATO A MORTE DA CHARLOTTE CORDAY MENTRE FACEVA I BAGNI SALUTARI PER LA SUA MALATTIA DELLA PELLE,DIPINTO DA DAVID
MARIE ANTOINETTE REINE