principe_di_croy |
|
| in effetti possono sembrare assurde ad un occhio moderno.. c'è però da dire che l'etichetta a Versailles non era un semplice elenco di sottigliezze da imparare a memoria, era un pero e proprio stile di vita, un modello sociale indispensabile per la concezione dell'assolutismo monarchico. In effetti se all'epoca di Luigi XVI e Maria Antonieta l'etichetta aveva perso gran parte della propria importanza riducendosi ad una mera rappresentazione formale, con Luigi XIV si assiste ad una vera e propria trasformazione della società francese, proprio grazie all'etichetta di corte, che se non viene inventata da questo sovrano, viena da lui di certo usata per assoggettare la nobiltà a vantaggio dell'assolutismo. Il sovrano in pratica limita gli effettivi poteri politici della nobiltà che fino ad allora aveva mantenuto il prestigio e la forza conquistate attraverso secoli di politica feudale, compensandoli proprio con favori effimeri, come il privilegio di una sedia, o il favore di un'entrata al primo lever. Ecco che le cose più futili diventano le più importanti perchè mostravano alla corte la maggiore vicinanza e l'intimità con il sovrano, il poterlo chiamare monsieur invece che maestà ( o madame nel caso della regina) era indice di grande confidenza, essere ammessi nella carozza del re, o porgere il tovagliolo erano onori per i quali duchi e duchesse si sarebbero azzannati a vicenda. Nell'elegante cornice di Versailles Luigi ha riunito le sue marionette aristocratiche manovrandole con i fili dell'etichetta, che rovinandosi per la dispendiosa vita di corte e negligendo la conduzione dei propri feudi si vedevano sempre più costretti a dipendere economicamente dal sovrano, grazie al rilascio delle cariche, alcune apparentemente divertendi, come la sovrintendenza ai cani da caccia, o il responsabile della seggetta, ma che per il cortigiano erano i raggi luminosi che consentivano di perpetuare la loro vita all'ombra del sovrano
|
| |