Maria Antonietta - Regina di Francia

"Slang" a Corte.

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sofonisba
view post Posted on 31/1/2008, 21:40




Non si sa chi può aver creato queste espressioni. Sicuramente qualche aristocratico/a spiritoso/a. Solo che da parte della Regina di Francia non fu molto prudente adottarle. Maria Teresa e Giuseppe II avrebbero senza dubbio disapprovato.
 
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roberto 88
view post Posted on 1/2/2008, 20:06




CITAZIONE
Maria Teresa e Giuseppe II avrebbero senza dubbio disapprovato.

Ovviamente in due modi diversi visto che erano così diversi...
Les nn è per attribuirle certe colpe (almeno credo...) ma I'm a Princess Lambel fan!

Fede Tere
 
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Jessikina90!
view post Posted on 1/2/2008, 20:18




In una scena del Film sulla Pompadour, de Bernis istruisce la marchesa sulle abitudini di corte, tra cui il gergo e mi pare di aver capito che non dicessero champagne ma "vin de champagne"
 
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roberto 88
view post Posted on 1/2/2008, 20:30




Questa cosa mi pare di averla sentita puire io Jessi...

Fede Tere
 
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OscarFrançoisDeJarjayes
view post Posted on 2/2/2008, 19:15




CITAZIONE (LadyReading @ 19/10/2007, 22:01)
Beh, forse è così tuttora, infatti i francesi parlano correntemente una sorta di slang chiamato argot che spesso risulta essere diversissimo dal "classico" francese, ma ormai è entrato nel linguaggio comune.
Domanda: ma allora le mie lezioni di francese a cosa servono?
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adesso ho capito perchè quando vado dai miei parenti a Parigi, spesso mi ritrovo a pensare a che razza di francese parlano... giuro che talvolta NON li capisco quando parlano :huh:
 
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-enry1973
view post Posted on 3/2/2008, 22:00




Ragazzi, non pensiamo a Toinette come a una santarellina poverina e tapina. Snobbettina lo era, e si sa che a Versailles la considerazione per i parigini era alquanto scarsa. Probabilmente a Toinette i parigini, spochi e puzzolenti (sapeva bene che le strade in cui passava venivano ripulite quando andava in visita ufficiale), stavano sul groppo come alla maggiorparte dei nobili della corte.
 
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Silenski
view post Posted on 4/2/2008, 11:56




Nell'ultimo capitolo delle memorie della Campan ci sono aneddoti e ricordi che parlano anche di questo, se non erro.
 
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sofonisba
view post Posted on 4/2/2008, 18:50




CITAZIONE (-enry1973 @ 3/2/2008, 22:00)
Ragazzi, non pensiamo a Toinette come a una santarellina poverina e tapina. Snobbettina lo era, e si sa che a Versailles la considerazione per i parigini era alquanto scarsa. Probabilmente a Toinette i parigini, spochi e puzzolenti (sapeva bene che le strade in cui passava venivano ripulite quando andava in visita ufficiale), stavano sul groppo come alla maggiorparte dei nobili della corte.

Hai ragione, ma Maria Antonietta, più che essere personalmente snob, non fece altro che adeguarsi allo snobismo vigente a Corte, alle maniere ed al modo di pensare degli altri nobili.
Il Re, da questo punto di vista, era assai meglio della Regina. La quale avrebbe dovuto, per essere una buona Regina, mantenersi di più super partes, superiore sia al popolo che alla nobiltà.
Intendiamoci, essere snob, a parer mio, è una caratteristica nazionale francese. Lo erano i nobili "di spada" nei confronti dei nobili "di toga"; lo erano entrambi nei confronti della plebe. Lo erano (o quantomeno lo sarebbero divenuti presto) i borghesi nei confronti del basso popolo.
Potrei citare un episodio che apparentemente non c'entra niente con Maria Antonietta, ma chiarisce bene questa caratteristica francese. Mio padre, da giovane, aveva fatto amicizia con un vecchio artigiano fiorentino, ex perseguitato politico, che aveva avuto una vita avventurosa e, negli anni '20 del '900, per motivi politici, era espatriato in Francia, dove aveva trovato lavoro come operaio. La domenica, giorno libero, aveva inteso di uscire a passeggio in centro (credo fosse a Marsiglia). Certo non doveva avere l'aria da signore elegante, ma comunque si era vestito il meglio possibile. Venne fermato da una guardia che gli intimò di cambiare marciapiede, perchè quello che stava percorrendo era riservato alle persone eleganti. Va da se che il suddetto, sovversivo ed antifascista, preferì tornare di corsa in Italia dove quelli come lui erano si bastonati e purgati per motivi politici, ma non trattati in modo così umiliante solo perché "malvestiti".
Questa era ancora la Francia un secolo e mezzo dopo la grande rivoluzione, dopo aver tagliato il collo al Re ed ai Nobili, ecc. ecc. ecc.
 
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ILFERSEN
view post Posted on 4/2/2008, 19:01




CITAZIONE
Hai ragione, ma Maria Antonietta, più che essere personalmente snob, non fece altro che adeguarsi allo snobismo vigente a Corte, alle maniere ed al modo di pensare degli altri nobili.

Concordo pienamente. Tuttavia, in molte sue biografie si legge che la nostra M.A, da bambina, passava il tempo a deridere i cortigiani "aiutata" dalla sorella Maria Carolina. Quindi, credo che un pò mascalzoncella lo fosse già di suo! ^_^
 
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sofonisba
view post Posted on 4/2/2008, 20:44




Quello non era propriamente snobismo. Era un altro difetto, la capacità di cogliere il lato comico delle cose, e di essere spiritosa; cosa che poteva ferire le persone, e che tante simpatie le alienò proprio fra i nobili cortigiani.
 
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yolande84
view post Posted on 14/5/2010, 22:36




Tra i grandi ,il buongusto vuole che si usino espressioni più crude, e si respinga con disprezzo il linguaggio della borghesia. Esiste un vocabolario tipo di “questo paese”,Versailles. L’impiego di certe frasi è d’obbligo,se non si vuole passare per ridicoli.
Non si dice che si assiste ad uno spettacolo al teatro francese; si và alla Comedie Francaise.
La parola “regalo” è vietata;si usa parlare di presente
Non si beve mai dello champagne, ma del vino di champagne,
in una scarsella non si infila un luigi d’oro ma un luigi in oro.
Il pranzo del re si chiama la carne del re..
Tutto quanto poteva servire all’improvviso in casi particolari si chiama “nel caso”:
Alcune delle camicie e dei fazzoletti conseravti in un cestino presso il re o presso la regina ,nel caso che i sovrani volessero cambiare la biancheria senza mandarla a prendere nel guardaroba, costituiva il pacchetto dei “nel caso”.La sera si portavano alla regina una grande tazza di brodo,un pollo arrosto freddo,una bottiglia di vini,una di orzata,una di limonata e alcune altre cose. Tutto questo si chiamava “nel caso notturno”
Gli abiti del re e della regina portati in grandi ceste o in sacchi di taffetas verde si chiamavano “il necessario”
Il teatro era acorte il tema di tutte le conversazioni,abitualmente se ne parlava durante la toiletta della regina,la quale voleva sapere tutto di una rappresentaziona alla quale non aveva assisitito. La domanda “c erano molte persone?” non mancava mai. Si rispondeva “non c’era nemmeno un gatto”. Questo non voleva dire che la sala fosse vuota, poteva anche essere piena ma di provinciali,finanzieri e borghesi.
Perfino le pronuncie sono diverse, non si porta una “sac” (borsa), ma un “sa”. Altre pronuncie hanno mantenuto un accento regionale, che risale al XVII secolo. Queste forme arcaiche ,queste parole particolari distinguono le persone di “questo paese”.
Coloro che lo ignorano sono scherniti spietatamente. Madame de Pompadour ne farà la crudele esperienza. Come borghese, adotta termini che non hanno diritto di cittadinanza. Di un personaggio che le è piaciuto dice “proprio un bell’arnese quel giovanotto” o “mi si tolga di torno quell’oggetto”. Il re, che è appassionatamente innamorato, sorride e si diverte di quel linguaggio familiare usato dalla sua amante. I cortigiani non cessano di discuterne, e si beffano del suo vocabolario. Il duca di Luynes dice malignamente in proposito “Non potendo avere una grandissima conoscenza del linguaggio in uso tra le compagnie con le quali non è abituata a vivere,spesso si serve di termini ed espressioni che in questo paese appaiono straordinarie. C è motivo di credere che il re si senta spesso imbarazzato di questo modo di parlare.”
Supposizione del tutto gratuita, Luigi XV non è imbarazzato, sa benissimo che la marchesa è intelligente e fine, e abbandonerà presto le sue abitudini borghesi. Avvezzi alle maniere di Versailles,gli scrittori ch’essa predilige s’incaricheranno di informarla.
E’ noto l’anedotto di Voltaire.Ad una cena a cui assiste,sono state servite quaglie che la marchesa trova grassoccine:
Grassouilette,entre nous, me semble un peu caillette. Je vous le dis tout bas, belle Pompadourette ( grassoccina ,fra noi, fa un po’ mezza calzetta . Ve lo dico piano piano, bella Pompadouretta ) le mormora a mezza voce, la lezione non và perduta..
I cortigiani più maligni si sfogano con canzoni “ Senza spirito, senza carattere/l anima mercenaria e volgare/i discorsi di una comare/tutto è vile nella Poisson”
Madame du Barry , paradossalmente, riuscirà ad adattarsi molto meglio al tono della corte. Il principe di Talleyrand ci dice “ Sebbene madame du Pompadour fosse stata educata e fosse vissuta nella società finanziaria di Parigi,che allora era piuttosto distinta,aveva conservato modi di parlare volgari,di cui aveva stentato a correggersi. Differiva sotto ogni aspetto da Madame du Barry,la quale,meno beneeducata,era riuscita ad avere un linguaggio abbastanza puro…”.
Il pricipe aveva dimenticato che Jeanne Becu,prima di essere innalzata fino a Versailles, per 5 anni aveva frequenato solo grandi signori. I suoi amanti l’avevano formata alle maniere e al linguaggio di questo paese.
 
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Mme Chauveau-Lagarde
view post Posted on 15/5/2010, 15:03




Una piccola parte di questo linguaggio è stata riportata anche da Madame Campan negli aneddoti su Luigi XIV...era quindi proprio un modo di parlare della buona società, passatemiil termine.

Inoltre Madame Campan riporta anche un aneddoto che riguardava Luigi XIV e Moliere, che era disdegnato dai valletti di camera del re sole. Un giorno il re chiese a Moliere di sedersi alla sua tavola, dove lui stava mangiando perchè aveva avuto "nel caso notturno". Moliere si sedette alla tavola del re, entrarono i personaggi più autorevoli e il re sole disse "Voi mi vedete occupato a far mangiare Moliere che i miei valletti non considerano una compagnia abbastanza buona per loro".
Da quel momento tutta la corte si affrettò a invitare Moliere.
 
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yolande84
view post Posted on 17/5/2010, 11:14




si, ho fatto un piccolo collage di tutte le parti che nei libri trattavano l'argomento del modo di parlare a Versailles.

l'ultimo aneddoto che hai postato è molto carino, madame Campan , ricollegandoci al discorso dell'altro giorno, può essere giuducata più o meno severamente, ma gli aneddoti che riporta sono squisiti!
 
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Mme Chauveau-Lagarde
view post Posted on 17/5/2010, 14:16




CITAZIONE (yolande84 @ 17/5/2010, 12:14)
l'ultimo aneddoto che hai postato è molto carino, madame Campan , ricollegandoci al discorso dell'altro giorno, può essere giuducata più o meno severamente, ma gli aneddoti che riporta sono squisiti!

Esatto, in questo ti do pienamente ragione! Con un aneddoto la Campan è in grado di portare il lettore a come si viveva la quotidianità a Corte.
 
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ultimaregina
view post Posted on 17/5/2010, 17:27




Molto belli yolande, questi aneddoti della vita di corte, alcuni le conoscevo gia', ma è interessante riscoprire queste gesta e questi termini che si usavono a quel tempo.
"Nel caso che" mi piace particolarmente.... :P
 
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46 replies since 19/10/2007, 21:54   979 views
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