eh si, "nel casO" è proprio simpatico
. Carina anche l'espressione " non c'era un gatto", se consideriamo che oggi ,almeno dalle mie parti, si dice "non c'era un cane" ihihihihiihihih
Comunque, sempre restando in tema di linguaggio, mi sono imbattuta in queste bruttissime espressioni del periodo rivoluzionario:
" Un linguaggio nuovo,fiorito,immaginoso,e delle canzonette popolari ,accompagnavano gli eccessi.
La ghigliottina era chiamata "LA VEDOVA"
Essere decapitato " STARNUTIRE NEL SACCO" o "STARNUTIRE DALLA FINESTRA" o "FARSI FARE LA BARBA DAL RASOIO NAZIONALE" o "BATTER MONETA SULLA PIAZZA DELLA RIVOLUZIONE"
Anche le usanze assunsero un aspetto brutale.
Un figlio che aveva il padre morto per mano del boia, salutava i conoscenti per la strada con un certo cenno secco del capo, come per imitare una testa che cade nella cesta.
Il costume delle signore e della signorine che ballavano nelle famose feste dal nome funebre " I BALLI ALLA VITTIMA" (dove partecipavano soltanto coloro che avevano perduto sul patibolo qualche parente stretto) doveva essere simile a quello della madre o della sorella quando erano state condotte a morte; e cioè scialle rosso,capelli tagliati sulla nuca,scollatura cosi larga da lasciar intravvedere le prime rotondità del seno, un nastro rosso stretto alla gola era fatto passare sotto le braccia,incrociato sul dorso e annodato sul petto"
Ci si famigliarizzò tanto con il terrore che perfino il capriccio muliebre accolse significati e simboli sinistri: si ebbe il vestito scollato "alla ghigliottina", le "fibbie dei condannati" e a Nantes le donne portavano come orecchini delle piccole ghigliottine d'argento dorato.