| L'episodio de "l'Aurore" descritta da Mme la contessa d'Adhemar:
"...La Regina da molto tempo desiderava assistere al sorgere del sole; voleva vedere l'Aurora con le sue "dita rosee", tanto osannate dai poeti. Ne parlò al Re.
" In verità - rispose Luigi XVI - avete delle strane fantasie: la notte è fatta per dormire, comunque se questo vi diverte vi do il mio consenso volentieri, basta che non mi chiediate di essere dei vostri"
Il rifiuto del Re a parteciparvi fu una pena per Marie-Antoinette; ma tutta la giovane corte le promise di accompagnarla. Bisognava comunque parlarne a Mme la contessa di Noailles.
"Veramente - rispose la contessa - questa decisione mi sembra difficile da risolvere: una Regina va a vedere il sorgere del sole! Non so se ai tempi di Luigi XIV si trova...."
"Eh Madame! - rispose vivacememte la Regina - fateci la grazia del cerimoniale in presenza della natura!"
"Ma non si può fare a meno - disse la grave dame d'onore - di farsi accompagnare dagli scudieri, dai paggi, dai valletti a piedi, per portare le torce, dai picchetti, dalle guardie del corpo ed un distacco della "Maison Rouge""
"Mme de Noailles, dimenticate il Gran Elemosiniere, che deve benedire il giorno nascente, dopo aver esorcizzato i demoni delle tenebre"
A questa presa in giro molto innocente da parte della Regina, la dama d'onore, aggrottò le ciglia e assunse un'aria da vittima, come faceva ad ogni espressione di ilarità di Marie-Antoinette.
"Ah! Madame l'Etiquette - proseguì la principessa ridendo - Dio ha fatto della pazienza la virtù dei Re"
Da quando il Duca di Chartres seppe che la Regina avrebbe passato qualche ora della notte sulle alture di Meudon, sollecitò che venisse ammesso a questa specie di festa. [...]
Quando giunse la notte designata, la Regina, Monsieur e Madame, il conte e la contessa d'Artois, le signore di Noailles e di Cossé, Mme de Clermont-Tonnere, la principessa di Lamballe, la principessa di Guéménée ed io , partimmo verso le tre del mattino accompagnati dai signori di Guéménée, di Coigny, di Cossé e qualche altro. La compagnia andò di gran passo e arrivammo a Meudon dove si era preparato una colazione sontuosa. Si passeggiò nei giardini e sulla terrazza aspettando i primi raggi del giorno. Molti lampioni illuminavano le diverse parti del "parterre"; e le dame della Regina, capeggiate da Mme Campan che era la prima tra loro, seguivano sua Maestà passo a passo.
[...]
La Regina si divertì moltissimo, e, come se il cielo volesse esserle propizio, mai più si vide un bel sorgere del sole così. Delle nuvole raggruppate ad Occidente, sulle quali i primi raggi dell'alba gettavano mille riflessi luminosi, aggiungevano magnificenza a questa scena. Se fossi stata un poeta, sarebbe stata l'occasione di mettere una descrizione pomposa; ma vi confesso, a mio scapito, che ho manifestato meno entusiasmo di Marie-Antoinette a questa vista sublime.
Le colline vicine e l'immessa pianura nel mezzo della quale si stagliava Parigi, si perdevano di già nel loro velo di vapore quando, fuori dalla terrazza, la Regina intravede tra diversi paesani una giovine di circa sedici anni, modestamente vestita, di una bellezza raguardevole che esaltava un effabile pudore.
Sua Maestà, che si abbandonava all'attrazione che ispira la perfezione di una figura naive, fece segno a questa paesana di avvicinarsi. Lei arrossì, abbassò la sua testa piena di fascino e si recò lenta presso Marie-Antoinette.
"Chi siete, figlia mia?" le domandò la principessa, sebbene fosse all'incirca della stessa età della giovane contadinella.
Lei rispose che suo padre era uno dei guardia caccia del castello.
"Avete uno spasimante?" disse il duca di Coigny, che sperava di far divertire la Regina con l'imbarazzo che tale domanda avrebbe causato alla giovine.
"Chi non ne ha uno, Monsieur?" rispose costei facendo una graziosa riverenza
Marie Antoinette sorrise e continuò ad interrogarla:
"Perchè non lo sposate?"
"Signora! Non è ricco e mio padre vuole darmi in sposa ad un vecchio"
"Che voi odiate?"
" Oh no! perchè è buono, vorrei amarlo, ma aihmè! Mi è impossibile."
"Se si nominasse il vostro spasimante guardia caccia del castello?"
"Allora il nostro matrimonio sarebbe assicurato, ma questo non si può fare"
"Perchè?"
"Perchè il capo delle guardie è il fratello del vecchio e lui detesta colui che amo"
"Gli parlerò io"
"Ho paura, Madame, che non vi riuscirete - rispose timidamente la giovine - M. Richard è un uomo che non cede nemmeno di fronte al Re"
A questa asserzione, la contadinella, sapendo a chi aveva davanti, si preoccupò e si mise in ginocchio davanti a Sua Maestà; ma Marie-Antoinette la rialzò:
"Bisogna - disse - che cominci questa bella giornata facendo del bene"
Allora fece cercare il terribile M. Richard, che non cedeva nemmeno di fronte al Re, e ottenne da lui il posto che doveva cambiare la situazione della giovane Rose. Lo spasimante arrivò subito e i suoi compagni lanciarono grida di gioia. La Regina, ritornando a Versailles, fu salutata con degli evviva che partivano dal cuore, rientrò soddisfatta, il Re dormiva ancora.
Ed ecco che questo fatto che ebbe così tanti testimoni fu indignamente calunniato. Giorni dopo fu diffuso un libello infame intitolato "L'Aurore"...."
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