Effettivamente Maria Antonietta fu una vera e propria mecenate per molti artisti del suo tempo, anche se questa è una cosa poco nota di lei...oltre che fautrice del successo in Francia di Gluck, fu anche protrettrice di altri artisti meno conosciuti come Antonio Sacchini e Andrè Gretry. In particolare, le opere preferite della regina erano "Orphèe et Eurydice" di Gluck e "Zemire et Azor" di Gretry (anche se a mio parere la prima è di gran lunga più bella della seconda). Inoltre tra i protegè di Maria Antonietta non figuravano soltanto musicisti, ma anche numerosi ballerini e attori, tra cui è d'obbligo nominare il ballerino Gaetan Vestris, considerato dai contemporaneai un vero e proprio divo ante litteram.
A proposito, guardate cosa ho trovato sulla pagina di wikipedia dedicata a Sacchini:
"La regina Maria Antonietta che amava e coltivava le arti, aveva promesso a Sacchini che Oedipe sarebbe stata la prima opera che avrebbe rappresentato al teatro di corte. Sacchini ci aveva messo a parte di questa lieta novella e non perdeva occasione per incontrare a passeggio sua maestà, la quale, come era sua abitudine, uscendo dall'ufficio divino, lo invitava a passare nel salone della musica. Là ella prendeva piacere ad ascoltare alcuni dei più bei brani di Arvire et Eveline (opera di Guillard alla quale Sacchini lavorava allora).
Avendo notato che, per più domeniche di seguito, la regina sembrava evitare i suoi sguardi, Sacchini, tormentato, inquieto, si mise un giorno così palesemente sulla sua strada che ella non poté fingere di non vederlo. Lo ricevette nel salone di musica e gli disse con una voce emozionata: «mio caro Sacchini, dicono ch'io accordi troppi favori agli stranieri. Mi è stato vivamente richiesto di far rappresentare, al posto del vostro Oedipe la Phedre di M. Lemoine, cosa che io non ho potuto rifiutare, vedete bene qual è la mia posizione, perdonatemi.»
Sacchini, sforzandosi di contenere il suo dolore, fece un saluto rispettoso e ripartì alla volta di Parigi. Si fece portare da mia madre, entrò tutto mesto e si gettò sul divano. Non potemmo ottenere da lui che poche frasi smozzicate. «Mia buona amica, figli miei, io sono un uomo perduto, laregina non m'ama più, la regina non m'ama più!».
Tutti i nostri sforzi per calmare il suo dolore furono vani, non volle mettersi a tavola, di lì a poco si ammalò e tre mesi dopo aveva cessato di vivere".
(Gazzetta Musicale di Parigi, anno 1833, numero 12)
Che tristezza
!