Maria Antonietta - Regina di Francia

<<JE VOUS DEMANDE PARDON, MONSIEUR>>, Vero o Falso?

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Romanov in the Heart
view post Posted on 2/6/2010, 09:55




forse nn sapremo mai la verità...può essere o non essere... probabilmente non lo sapremo mai visto che mancano i testimoni
 
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yolande84
view post Posted on 6/1/2011, 17:40




CITAZIONE (-enry1973 @ 9/10/2009, 10:33) 
Grazie della testimonianza Sansoniana (detto da Ercole è un bel binomio)!!!!

Qualcuno scrisse anche che perse una scarpa, ma credo che le mitologie degli ultimi istanti siano da rispettare per quello che sono.

Si lo scrisse Castelot
"....SALE LA RIPIDA SCALETTA CON TANTA PRECIPITAZIONE,"ALLA SPAVALDA"DICE UN TESTIMONE,CHE PERDE UNA DELLE SCARPETTE COLOR PRUGNA,ALLA SAINT HUBERTY.GIUNTA SULLA PIATTAFORMA,PESTA UN PIEDE AL BOIA, "SCUSATE SIGNORE, NON L' HO FATTO APPOSTA"
SARANNO LE SUE ULTIME PAROLE."

In effetti è l'unico che cita questo fatto, per quanto ne sò. Ma Castelot da credito anche a quelle che sarebbero state le ultime parole della Regina e alla famosa scena dell'inchino fatto dal balcone alla folla inferocita il 6 ottobre.
 
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duca di hamilton
view post Posted on 9/1/2011, 16:08




E' davvero difficile poter stabilire con esattezza dove finisce la verità storica e dove inzia la verità popolare. Voglio dire, molte cose pur non essendo reali finiscono con il diventarlo solo perchè entrano a far parte del credo comune. Io, per il mio modestissimo parere, ritengo che sia la scena del balcone che la frase al patipolo siano realmente accadute ma, magari non nei modi sublimi e eroici descritti dagli storici o dai contemporanei. Il tutto, pur magari essendo accaduto davvero, può aver avuto svolgimento diverso. Non bisogna dimenticare che chi scrisse poi le proprie memorie, come credo faccia chiunque scriva, tende certamente a mettere in modo un pò distorto, in virtù dell'eleganza stilistica, fatti magari più semplici. Forse la regina chinò lievemente il capo sul balcone ed ecco che diviene un subline ed eroico inchino. Forse, sul patibolo, poco prima di morire, sussurò appena una lieve scusa a fior di labbra, ed ecco che diviene adamantina e imperturbabile nello scusarsi con il boia. Credo che molto, delle verità storiche, dipenda da come le si scrive.
 
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Plaisir d'amour
view post Posted on 9/1/2011, 19:28




Anche io mi sono sempre chiesto se la nostra Reine avesse mai fatto l'inchino o meno.

Ho confrontato diverse biografie e se non ricordo male Zweig lo cita;
il confronto nacque da un articolo che lessi su repubblica a proposito di Sofia Coppola e della scena inventata del balcone.

Comunque a me piace credere, anzi no sento nel mio cuore che la reine si è inchinata al balcone ed ha pronunciato la frase a Sanson.



Tuttavia che male c'è, sicuramente ognuno di noi visualizza dentro di sè una Marie Antoinette differente.

Vostro Plaisir d'amour.
 
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-enry1973
view post Posted on 9/1/2011, 19:57




Pur citandolo anche io come aneddoto in articoli o convegni, sono dell'idea che non sia verosimile. I soldati avevano il compito di rullare fortissimo sui tamburi per evitare che la gente potesse ascoltare le parole dei condannati: cosa che è anche riportata nelle cronache che riguardano l'esecuzione di Luigi XVI. Figuriamoci se qualcuno possa aver udito la voce flebile di una donna malata. Bisognerebbe forse consultare le memorie di Sanson che fu la persona a lei più vicina in quel momento... certo l'aneddoto odora di roialismo... però... chissà. E' ormai talmente entrato nell'immaginario comune che mi piace pensare sia vero. legati all'esecuzione della regina ci sono molti aneddoti, compreso il pazzo che sbucò da sotto il palco completamente lordo di sangue.
 
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Chevalier du roi
view post Posted on 9/1/2011, 20:36




Questa cosa del pazzo mi mancava.... Ma Antoinette , apparte scusarsi per aver pestato il piede del boia , non disse nient'altro a differenza di Luigi XVI?????

CITAZIONE
Ho confrontato diverse biografie e se non ricordo male Zweig lo cita;
il confronto nacque da un articolo che lessi su repubblica a proposito di Sofia Coppola e della scena inventata del balcone.

Che io sappia , la scena del balcone è veramente esistita: in Lady Oscar , Marie Antoinette , La rivoluzione francese ecc... La scena dell'inchino si vede , quindi non credo sia stata inventata!!!! Poi bhò....
 
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view post Posted on 9/1/2011, 20:45
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Marie-Antoinette

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La scena del balcone c'è stata, ma non si è sicuri su cosa sia successo su quel balcone. Qualcosa deve aver convinto il popolo che la voleva uccidere a cambiare idea e gridare "Viva la regina!". C'è chi dice che lei sia rimasta impassibile sul balcone e che il suo magnetismo regale abbia vinto l'ostilità popolare, c'è chi dice che si è inchinata e poi c'è la versione zuccherosa con LaFayette che si inchina davanti a lei e le bacia la mano.
 
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Chevalier du roi
view post Posted on 9/1/2011, 20:47




Al bacia mano non ci credo tanto non so perchè...
 
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duca di hamilton
view post Posted on 9/1/2011, 20:52




Mah tutte queste possibili versioni sono tutte molte convincenti e plausibilissime. Quindi è davvero difficile poter farsi un'idea chiara. In un modo o nell'altro bisogna sposarne una. Io, come ho già detto, credo che molto sia stato gonfiato ma che un fondo di vero ci sia. Concordo sul discorso dei tamburi, effettivamente era difficile sentire le parole del condannato. Ma ricordo che una volta lessi che Sanson disse che la regina, giunta sul patibolo, mentre la legavano all'asse, prima di morire raccomandò la propria anima al signore, ma non fa nessuna menzione del fatto che gli abbia pestato un piede o chiesto scusa. Io protendo molto per questa ipotesi, anche perchè chi meglio di lui poteva essere testimone degli ultimi istanti di Maria Antonietta.
 
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yolande84
view post Posted on 10/1/2011, 00:15




CITAZIONE (-enry1973 @ 9/1/2011, 19:57) 
. legati all'esecuzione della regina ci sono molti aneddoti, compreso il pazzo che sbucò da sotto il palco completamente lordo di sangue.

anche questo aneddoto viene citato da Castelot, che qundi gli dà ( con l'accento, giusto? ;) )credito. In questo caso però, credo che si tratti di un fatto realmente accaduto, perchè Castelot ci dice anche in una nota, che questo signore compari' davanti al tribunale per questo fatto e che gli trovarono addosso un segno allora era sentito come antirivoluzionario ( non ricordo se un immagine sacra o un garofano) , ma il signore in questione si salva miracolosamente dal patibolo.

Edited by yolande84 - 10/1/2011, 00:40
 
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yolande84
view post Posted on 10/1/2011, 00:35




Per quanto riguarda l'inchino dal balcone anch'io sono propensa a darlo per vero, anche se le vostre analisi non fanno una piega, tutte sono convincenti e plausibili, nessuno potrà mai sapere che cosa è successo esattamente, le memorie non sono sempre attendibili al 100% per vari motivi.
le memorie di Sans on, che per il suo "lavoro" probabilmente aveva molto da farsi perdonare durante la Restaurazione spesso non le trovo attinenti ai fatti. Ad esempio, sulle'esecuzione di Maria Antonietta, la versione è presentata troppo ammorbita sia per le parole che usa che nella descrizione dei fatti.
Quando il boia si recò dalla regina la mattina del 16 ottobre, i biografi generalmente presentano la scena come abbastanza rude, le mani le vengono legate troppo strette, tanto che alla povera regina salgono le lacrime agli occhi dal dolore. Ma la versione del boia è un pò diversa:

".....Mentre la ragazza usciva per andare a cercare la veste, Maria Antonietta la pregò di portar pure un paio di forbici. Quest' ultima domanda sollevò difficoltà; i gendarmi non volevano permettere che si consegnasse alla condannata uno strumento che nelle sue mani poteva divenire un'arma. Fu convenuto che la figliuola del portinaio avrebbe tagliato i capelli della regina in presenza del padre e dei due guardiani.

Mio nonno aveva passato la notte al tribunale rivoluzionario; all'uscita della seduta egli stava alla porta del gabinetto di Fouquier; questi, avvertito della sua presenza, gli fece dire d'entrare. C'erano là il presidente Herman e parecchi magistrati. Fouquier chiese subito a mio nonno se le disposizioni per la « festa » fossero compiute; di questa parola si servì.
Avendogli Carlo Enrico Sanson risposto che a lui incombeva aspettare le decisioni del tribunale e non prevenirle, Fouquier lo trattò brutalmente con la sua solita violenza e gli disse tra altre cose che forse egli avrebbe rimpianto un giorno di non aver prevenuto una decisione che concerneva certo cattivo patriota di sua conoscenza. Il colloquio volgeva male; per mettervi fine, mio nonno sollecitò l'ordine di requisire una vettura chiusa, simile a quella che aveva condotto il re al patibolo. Questa domanda mise Fouquier-Tinville fuor dei gangheri; egli rispose a Carlo Enrico che aveva meritato di andar lui stesso alla ghigliottina per aver osato fare una simile proposta : una carretta era ancora troppo buona per condurre a morte l'Austriaca. Ma altri presenti osservarono che prima di decidere su cosa tanto importante sarebbe stato pur buono sentire l'opinione di qualche membro del Comitato. Dopo tre quarti d'ora si ebbe la risposta di Robespierre e di Collot; entrambi dichiararono che la cura di queste disposizioni spettava soltanto a Fouquier-Tinville. Restò dunque deciso che la regina non avrebbe goduto del privilegio di Luigi XVI, e che sarebbe andata al patibolo con la carretta dei criminali ordinari.

(....)Vedendo mio nonno e la sua scorta, ella si levò e fece un passo per andare incontro agli esecutori; ma si fermò un istante per abbracciare teneramente la figliuola del portinaio. Mio nonno e mio padre s'erano tolto il cappello; molti dei presenti salutarono.

Prima che alcuno di loro avesse il tempo di prender la parola, Maria Antonietta si avanzò e disse con una voce breve che non tradiva alcuna emozione :
- Sono pronta, signori; possiamo partire.
Carto Enrico Sanson le fece osservare che era necessario che certe precauzioni fossero prese; Maria Antonietta si voltò, e mostrandogli la nuca da cui erano stati tagliati i capelli
-- Va bene così? - domandò.
E gli porse le mani perchè le legasse.

(.....)Tanto compatta era la folla che il cavallo non poteva avanzare. Vi fu un momento di confusione così terribile che mio nonno e mio padre, i quali stavano sul sedile anteriore della carretta si levarono in piedi e si collocarono a difesa di Maria Antonietta.
La scena durò due o tre minuti. Mai, mi ha ripetuto più volte mio padre, Maria Antonietta s'era mostrata più degna del suo altissimo grado. Nell'abiezione in cui la si era ridotta, ella giungeva con la sola forza della sua anima a comandare il rispetto a cuori incapaci di ogni pietà.

.(............)Giungendo sulla piazza della Rivoluzione, la carretta si fermò proprio dinanzi al grande viale delle Tuileries: per qualche istante la regina rimase sprofondata in una contemplazione dolorosa; ella ebbe un grande pallore, i suoi occhi s'inumidirono, e la si sentì mormorare con voce sorda :
- Mia figlia! figliuoli miei!
Nel momento che ella pose piede a terra, sostenuta da mio nonno e da mio padre, Carlo Enrico Sanson, chinandosi verso di lei, le disse a bassa voce:
- Coraggio, signora.
La regina si volse bruscamente, e quasi stupita di trovare un accento di pietà in colui che doveva metterla a morte, gli rispose
--- Grazie, signore, grazie.
Il tono non era alterato, la parola rimaneva ferma e vibrante.

Mio padre voleva continuare sorreggerla nei pochi passi che la separavano dalla ghigliottina; ella rifiutò dicendo
- No; avrò la forza, grazie a Dio, di andare fin là.
E mosse con un passo uguale, senza precipitazione nè lentezza, e salì i gradini con tanta maestà come se fossero stati i gradini della grande scalea di Versailles.
(...) L'abate Lothringer l'aveva seguita fino a quel momento con le sue esortazioni inutili; mio padre lo respinse dolcemente per abbreviare alfine lo straziante supplizio.

Gli aiutanti s'impadronirono allora della vittima. Mentre la attaccavano sull'asse mobile, ella alzò gli occhi verso il cielo e gridò a voce alta
- Addio, miei figliuoli; vado a raggiungere vostro padre.
Ella aveva appena pronunciato queste parole, che già l'asse mobile era messa in posizione e la lama precipitava sulla sua testa.

Grida di «Viva la Repubblica» risposero allo scatto della lama : grida circoscritte alla immediata vicinanza del patibolo. Allora Granimont, che agitava la spada come un energumeno, ordinò ripetutamente a Carlo Enrico Sanson di mostrare la testa al popolo. Uno degli aiutanti fece il giro del patibolo con quell'orrendo trofeo, in cui le palpebre erano ancora agitate da un fremito convulsivo.

Henry Sanson, il boia di Parigi.
 
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-enry1973
view post Posted on 10/1/2011, 12:16




:cry: grazie per aver postato questo racconto
 
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ultimaregina
view post Posted on 10/1/2011, 12:58




Che momento drammatico... :( ma ha dimostrato tutto il suo coraggio e la sua grandezza. :66py4.gif:

Di che libro si tratta, Yolande?
 
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-enry1973
view post Posted on 10/1/2011, 15:50




Vorrei aprire una riflessione. Non prendetela per una provocazione. Scriviamo spesso, io compreso, e leggiamo che Maria Antonietta andò al patibolo con disgnità e calma regale. Questo però attiene un po' a tutti i sovrani che sono finiti al patibolo... Maria Stuarda, Luigi XVI e Carlo I, tutti andati al patibolo a testa alta, con orgoglio. Non fu un tratto distintivo della sola Maria Antonietta: non miviene in mente un solo esempio di re/regina mandata a morte piagnucolante o stravolta dal terrore.
 
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•Hans•
view post Posted on 10/1/2011, 16:20




Credo dipenda da una concezione aristocratica di dignità e anche da un grande attaccamento alla religione per darsi coraggio. Se ci pensi sia Maria Stuart, che suo nipote Carlo I, ma anche Luigi XVI ebbero sempre, negli ultimi mesi della loro vita, una fede salda. Per Maria Antonietta può valere lo stesso discorso, ma ricordo di aver letto in una biografia, sfortunatamente non ricordo quale (ma lo cita anche la Ikeda nel manga "Le Rose di Versailles"), che la regina aveva imparato a non temere la morte, grazie agli insegnamenti della madre.
Aggiungo un'ultima cosa e cito una riflessione che fece Madame Vigée-LeBrun quando la contessa DuBarry venne decapitata; sappiamo tutti che la DuBarry non si comportò con calma, anzi, morì lanciando un urlo di paura:
: "(...) Sono sempre più convinta che se le vittime di quel tempo di esecranda memoria non avessero avuto il nobile orgoglio di morire con coraggio il Terrore sarebbe cessato molto prima".
E' significativo il fatto che la LeBrun parli di "nobile orgoglio", come un emblema di un determinato ceto sociale, ovvero quello della nobiltà.

Non so se mi sono spiegato. .__.
 
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49 replies since 6/10/2009, 21:00   1636 views
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