| ciao! domanda interessante. Ho fatto un giro su internet ma non ho trovato granchè. Tiposto qui uno stralcio di articolo che,seppur in maniera viscerale,potrebbe schiarire di più le tue perplessità.
Al risveglio Maria Antonietta non poteva fare in pace la prima colazione: vi assistevano di diritto le cosiddette “piccole entrate”. Pazienza il primo medico, il primo chirurgo, un medico ordinario e il lettore; ma perché i 4 primi camerieri del re, i loro “suivanciers” e i primi medici e i chirurghi di Luigi XVI venivano anche essi a contemplare la giovane regina che beveva la cioccolata mattutina?
Senza dubbio, la sovrana aveva un po' di respiro per fare il bagno: una vasca a forma di scarpa che veniva spinta su rotelle nella camera: a quello assistevano solo le dame.
Verso mezzogiorno la regina, che era tornata a coricarsi, si doveva alzare di nuovo.
A quel punto si sedeva davanti alla toletta, posta in mezzo a un cerchio di seggiolini pieghevoli riservati alle grandi cariche femminili, mentre le “grandi entrate” maschili, in piedi, guardavano Maria Antonietta che si faceva pettinare e mettere il rossetto.
Di continuo entravano nella camera gentiluomini che andavano a inchinarsi dinanzi alla sovrana. Maria Antonietta interrompeva la toletta per salutare con la testa e con un sorriso.
Per le principesse, e le principesse del sangue (l'etichetta lo esigeva), la regina appoggiava le mani sui braccioli della poltrona, come se stesse per alzarsi ma rimaneva seduta. Gli uomini si ritiravano, quasi spintonandosi, perché il più altruista era il primo ad andarsene per lasciare agli altri lo stesso diritto di contemplare la sovrana e cominciava la vestizione.
Sarà bene ricordare la celebre testimonianza di Madame Campan:
“La vestizione della regina era un capolavoro di etichetta; ogni particolare vi era regolato. Tanto la dama d'onore quanto la dama sopraintendente alla vestizione stessa se si trovavano insieme, aiutate dalla prima cameriera e da due cameriere ordinarie, svolgevano il servizio principale: ma c'erano tra loro delle distinzioni.
La dama addetta alla vestizione infilava la gonna, presentava la veste. La dama d'onore versava l'acqua per lavarsi le mani e infilava la camicia.
Quando una principessa della famiglia reale si trovava presente alla vestizione, la dama d'onore le cedeva quest'ultima funzione, ma non la cedeva direttamente alla principessa del sangue; in questo caso, la dama d'onore consegnava la camicia alla prima cameriera, che la porgeva alla principessa del sangue. Ciascuna di quelle dame osservava scrupolosamente quelle usanze derivanti da altrettanti diritti.
Un giorno d'inverno capitò che la regina, già totalmente spogliata, stava per infilare la camicia; io la tenevo tutta spiegata; la dama d'onore entrò, si affrettò a togliersi i guanti e prese la camicia.
Bussarono all'uscio; si aprì: era Madame la duchessa di Chartres; si tolse i guanti, si fece avanti per prendere la camicia, ma non era la dama d'onore che doveva porgergliela; la restituì a me, io la porsi alla principessa; bussarono di nuovo: era Madame la contessa di Provenza; la duchessa di Chartres le presentò la camicia.
La regina teneva le braccia conserte al petto e pareva aver freddo. Madame vide che soffriva, si accontentò di buttar via il fazzoletto, tenne i guanti e, infilando la camicia, spettinò la regina che si mise a ridere per mascherare la propria impazienza ma non senza aver prima mormorato tra i denti: “E' odioso! Che noia!”
Quando il re trascorreva la notte dalla regina, incominciava il balletto di un doppio servizio.
Verso le otto, i famigli, ai quali le cameriere della regina avevano aperto la porta, spegnevano in un bacile d'argento la fiaccola che ardeva dal giorno prima, poi tiravano le cortine dalla parte dove si trovava il re e li porgevano le pantofole e la veste da camera.
Il re lasciava che la moglie continuasse a dormire e si ritirava verso il proprio appartamento, seguito da un famiglio che portava la spada corta, che, dalla sera prima era stata posta su una poltrona, “a portata di mano di sua maestà”.
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