Maria Antonietta - Regina di Francia

La domenica andando alla messa...., Una domenica tipo negli ultimi anni di Regno di Luigi XVI a Versailles

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celeborn36
view post Posted on 12/9/2010, 16:07




Dalle Memorie di Mme de La Tour du Pin:

"...Può essere interessante descrivere il cerimoniale di corte della domenica dove brillava allora la sventurata regina, dato che, essendo le etichette cambiate, questi dettagli sono entrati nel dominio della storia. Le dame si recavano, qualche minuto prima di mezzogiorno nel salone che precedeva la camera della regina. Non ci si sedeva, ad eccezione delle dame più anziane, allora molto rispettate e delle donne incinte. C'erano almeno quaranta persone, e a volte anche di più. A volte eravamo pressate le une alle altre a causa dei grandi paniers che occupavano molto spazio. Solitamente, Mme la principessa di Lamballe, sovrintendente della casa, arrivava ed entrava immediatamente nella camera da letto dove la Regina stava facendo la sua toilette. Sovente arrivava prima che Sua Maestà la cominciasse. Mme la principessa di Chimay, cognata di mia zia d'Henin, e Mme la contessa d'Ossun, la prima dama d'onore e la seconda dama d'atours, entravano pure loro nella camera. Dopo qualche minuto un usciere avanzava verso la porta della camera e chiamava ad alta voce: "Il servizio!"
Allora le dame di palazzo della settimana, in numero di quattro, quelle venute a fare la loro corte nell'intervallo delle loro settimane, il che era consuetudine, e le giovani dame chiamate a fare più tardi parte del servizio di palazzo, come la contessa di Maillé, nata Fitz-James, la contessa Mathieu de Montmorency e me, entravamo. La Regina ci aveva appena detto buongiorno a tutte individualmente con molta grazia e benevolenza che la porta si apriva e tutti erano introdotti. Ci si disponeva a destra e a sinistra dell'appartamento in modo che la porta restasse libera e che non ci fosse nessuno al centro della stanza. Tante volte, quando c'erano molte dame, si era su due o tre file, ma le prime arrivate si ritiravano abilmente verso la porta della sala da gioco [salon de la Paix], da dove la Regina doveva passare per andare alla messa. In questo sala era ammesso, spesso, qualche uomo previlegiato, già accolto in udienze particolari prima che si fossero presentati degli stranieri.
[...]

Continuamo il nostro resoconto sull'udienza della domenica mattina. Essa continuava fino a mezzogiorno e quaranta. Allora la porta si apriva e l'usciere annunciava: "il Re!", la Regina sempre vestita con l'abito di corte, avanzava verso di lui con un'aria incantevole, di benevolenza e rispettosa. Il re faceva dei cenni con la testa a destra e a manca, parlava con qualche dama che conosceva, ma mai alle giovani. Aveva la vista talmente bassa che non riconosceva nessuno alla distanza di tre passi. Era un uomo alto cinque piedi dai sei-sette pollici di statura [1 metro e 81 cm secondo Mme de La Tour du Pin], con le spalle alte, e aveva la peggior figura che si fosse potuta vedere, l'aria di un contadino che camminava dondolando dietro il suo aratro, niente di altero e di regale nel contegno. Sempre imbarazzato della sua spada, non sapendo che fare del suo cappello, era magnifico nei suoi abiti, che a dire il vero non se ne occupava abbastanza, dato che prendeva quello che gli si dava senza guardarlo. Il suo era sempre di stoffa di stagione, molto ricamato, decorato con la stella dello Spirito Santo in diamanti. Non portava il cordon sopra l'abito ad eccezione della sua festa, i giorni di gala e di grandi cerimonie.

Alle una meno un quarto ci si metteva in moto per recarsi alla messa. Il primo gentiluomo della camera di servizio nell'anno, il capitano dell guardie di servizio nel trimestre e molti altri ufficiali della guardia o grandi cariche andavano avanti, il capitano delle guardie molto più vicino al Re. Poi venivano il Re e la Regina camminando uno a fianco all'altra e abbastanza lentamente per rivolgere qualche parola, passando, ai numerosi cortigiani che facevano ala lungo la galleria. Spesso la Regina parlava a degli stranieri che le erano stati presentati in particolare, a degli artisti a dei letterati. Un cenno di capo o un sorriso erano rivolti alle dame secondo il loro rango. Le giovani cercavano di posizionarsi ai lati del corteo , in modo che si era in quattro o cinque davanti e coloro che tra loro si dicevano essere "alla moda" e di cui io ebbi l'onore di fare parte, avevano gran cura di camminare abbastanza vicino alla fila per raccogliere le cose carine che erano loro indirizzate in modo silenzioso al passaggio.

Era una gran arte quella di saper camminare in questa vasta sala senza inciampare nella lunga coda dell'abito della dama che vi precedeva. Non bisognava alzare i piedi una sola volta, ma farli scivolare sul parquet, sempre molto lucido, fino a non si fosse attraversato il Salon d'Hercule, dopodicché si gettava la parte inferiore dell'abito su un lato del panier, e,dopo essere stata vista dal proprio lacché che aspettava con un grande sacco di velluto rosso a frange d'oro, ci si precipitava nelle campate di destra e sinistra della cappella in modo d'essere il più vicino possibile alla tribuna dove erano il Re, la Regina e le principesse che li avevano raggiunti, alla cappella o nel salone da gioco. Mme Élisabeth era sempre là e qualche volta anche Madame. Il vostro lacché deponeva il sacco davanti a voi; si prendeva il proprio libro nel quale non si leggeva mai dato che nel tempo in cui ci si posizionava, che si era disposto la propria coda dell'abito e che si fosse frugato in questo immenso sacco, la messa era già al Vangelo.

Finito tutto ciò la Regina faceva una profonda riverenza al Re e ci si rimetteva in marcia nello stesso ordine in cui si era venuti. Solamente il Re e la Regina si fermavano allora più tempo a parlare a qualche persona. Si ritornava alla camera della Regina, e le habituées restavano nel salone da gioco nell'attesa che si passasse per il pranzo, il che succedeva dopo che il Re e la Regina si intrattenevano per un quarto d'ora con le dame venute da Parigi. Noi, giovani impertinenti, chiamavamo quest'ultime "les traineuses", perchè avevano le gonne dei loro grands habits più lunghi e non si vedevano loro le caviglie del piede.
Si serviva il pranzo nel primo salone, dove si trovava una piccola tavola rettangolare con due coperti e due grandi poltrone verdi poste l'una accanto all'altra, che si toccavano e i cui dorsi erano abbastanza alti da nascondere completamente le persone che lo occupavano. La tovaglia toccava il pavimento tutt'attorno il tavolo. La Regina si metteva alla sinistra del Re. Essi voltavano la schiena al camino e davanti, a dieci piedi, erano messi, disposti in cerchio, una fila di sgabelli sui quali sedevano le duchesse, principesse o grandi cariche che avevano il pregilegio del "tabouret". Dietro loro si disponevano le altre dame, con il viso rivolto verso il Re e la Regina. Il Re mangiava di buon appetito, ma la Regina non si toglieva i guanti e non spiegava il suo tovagliolo e questo le faceva grande torto. Quando il Re aveva bevuto, ci se ne andava dopo aver fatto la riverenza. Nessun altro dovere obbligava più le dame venute a far la loro corte. Molte delle persone che, senza essere state presentate, erano conosciute dal Re e dalla Regina, e per le quali le Loro Maestà erano molto affabili, restavano fino alla fine del pranzo. Di solito non era lo stesso per gli uomini della casa del Re.
Allora cominciava una vera corsa per fare la propria corte ai principi e alle principesse della famiglia reale che pranzavano molto più tardi. Si faceva a chi arrivava prima.
[...]

Si ritornava ai propri appartamenti abbastanza stanchi e siccome si doveva andare la sera al gioco, alle sette, si restava tranquilli nella propria camera per non mettere in disordine la propria pettinatura, soprattutto quando si era stati pettinati da Léonard, il più famoso dei parrucchieri. Il pranzo nei propri appartamenti aveva luogo alle tre. Era quella l'ora galante. Si parlava dopo pranzo fino alle sei e qualche uomo conosciuto veniva raccontarvi le notizie, i pettegolezzi o gli intrighi appresi durante la mattinata. Poi ci si rimetteva il grand habit, e si ritornava nello stesso salone del palazzo dove si era stati il mattino. Si trovavano allora anche gli uomini.
Bisognava arrivare prima che le sette fossero suonate, dato che la Regina entrava prima che la pendola avesse battuto il colpo. Trovava alla sua porta uno dei due curati di Versailles che le rimetteva una borsa ed ella faceva la questua a ciascuno, uomini e donne dicendo. "Per i poveri, prego"
Le dame avevano ciascuno il loro scudo di sei franchi in mano e gli uomini il loro luigi. La Regina riceveva questa piccola imposta seguita dal curato, che portava spesso fino a cento luigi ai suoi poveri e mai meno di cinquanta...."
 
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bibi_chiaracomeunalba
view post Posted on 12/9/2010, 19:34




ma da dove le prendi tutte queste informazioni?
 
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celeborn36
view post Posted on 12/9/2010, 19:48




questa è presa pari pari dalle memorie della marchesa de La Tour du Pin
 
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view post Posted on 12/9/2010, 21:50

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Mi sono perso con i vestiti!
Il panier era la "struttura" che mettevano sotto per tenere il vestito largo? Poi cosa facevano? Si staccavano lo strascico del vestito prima di entrare in cappella? Perchè se no non riuscivano a sedersi?
Ma se finivano di sistemarsi quando erano già al Vangelo, che razza di rumorio c'era in chiesa?

Ci credo che arrivassero a casa stanche...e non potevano neanche dormire perchè se no si rovinanva la pettinatura!

p.s. merci per l'aneddoto!
 
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celeborn36
view post Posted on 12/9/2010, 21:55




allora io ho tradotto fedelmente il testo che diceva che gettavano la parte inferiore dell'abito sul lato del panier, i casi erano o che la coda si staccava (ho letto da qualche parte che Mesdames se l'attaccavano per presenziare al ritorno del Re dalla caccia, per poi toglierselo quando ritornavano alle letture nei loro appartamenti) oppure poteva anche essere che alzassero la gonna del vestito, per intenderci le due tende che stavano sopra la gonna, sul panier per camminare o sedersi meglio...non saprei dirti
 
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view post Posted on 13/9/2010, 13:47
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (celeborn36 @ 12/9/2010, 17:07)
Era un uomo alto cinque piedi dai sei-sette pollici di statura [1 metro e 81 cm secondo Mme de La Tour du Pin],

Avevo provato a fare il conto di quanto potesse essere alto Gigione, ma 5 piedi e 6 o 7 pollici, sapendo che un piede fa 30,48 cm e un pollice fa 2,539 cm (tra parentesi, 12 pollici fanno un piede), mi fa 168/170 cm, il che non mi quaglia con quello che ho sempre sentito dire di lui, ossia sarebbe stato alto ma appariva più piccolo perché camminava curvo.
Fatta qualche ricerca scopro che in Francia usavano dei piedi più grandi: 32,84 cm, quindi anche il pollice era diverso (sempre 12 in un piede erano): 2,737 cm.

Luigi XVI risulta essere circa 180/183 cm, i conti vanno già meglio



Edited by Nefer Snefru - 13/9/2010, 15:36
 
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view post Posted on 13/9/2010, 17:52

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CITAZIONE (celeborn36 @ 12/9/2010, 22:55)
allora io ho tradotto fedelmente il testo che diceva che gettavano la parte inferiore dell'abito sul lato del panier, i casi erano o che la coda si staccava (ho letto da qualche parte che Mesdames se l'attaccavano per presenziare al ritorno del Re dalla caccia, per poi toglierselo quando ritornavano alle letture nei loro appartamenti) oppure poteva anche essere che alzassero la gonna del vestito, per intenderci le due tende che stavano sopra la gonna, sul panier per camminare o sedersi meglio...non saprei dirti

grazie. La moda dell'epoca tra vestiti e acconciature era proprio dedita a fare cose scomode da portare. Contente loro
 
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6 replies since 12/9/2010, 16:07   310 views
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