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| CITAZIONE (celeborn36 @ 17/10/2010, 17:17) LE CABINET DE LA PENDULE
Occupa il posto dell’anticamera e di una parte del Cabinet des Tableaux di Luigi XIV. Deve il suo nome alla straordinaria pendola astronomica che ne è il principale ornamento; realizzata dall Ingegnere del Re Passemant, l’orologiaio Dauthiau e il bronzista Caffieri, è stata posta in questa stanza nel gennaio 1754; essa indica la data, l’ora, le fasi lunari e nel globo di cristallo si possono vedere i pianeti operare la loro rivoluzione intorno al sole secondo un movimento dettato da Copernico. Il bel Barometro opera di Jean-Joseph Lemaire è stato ordinato dal Re nel 1772.
Le due tavole sono state eseguite, una da Roumier per l’appartamento di Luigi XV a Versailles e l’altra da Slodtz per il suo appartamento di Compiègne;
Le pitture dei sovrapporte sono delle repliche di vecchie opere di François Boucher.
La statuetta di bronzo è la riduzione, di Vassé, della statua equestre di Luigi XV che Bouchardon aveva eseguito per ornare il centro della Place Louis XV a Parigi, l’attuale Place de la Concorde; essa si trovava già in questa stanza sotto l’Ancien Régime, come pure la statuetta di Federico II in biscuit di Sèvres.
Il Cabinet de la Pendule serviva normalmente da seconda anticamera dei gabinetti privati e qualche volta, la sera da salone di gioco.
E’ in questa stanza che, afferma la Cronaca, Luigi XV firmò e rimise a Mme de Pompadour la conferma della sentenza del Parlamento del 1762 che espulse i Gesuiti dal regno. "ma la quarta stanza, chiamata il "Gran Cabinet" era quella dove stava il primo valletto di camera. Vi si vedeva, nel mezzo, il modello in piccolo della statua in bronzo della piazza Louis XV, e la famosa pendola di Passemant, alta sette piedi, che, oltre alle ore, segnava gli anni, i mesi, etc., indicava le fasi della luna, le rivoluzioni dei pianeti. La veglia di Capodanno, il Re andava a letto dopo mezzanotte per vedere il cambiamento totale della sua pendola. In questo stesso cabinet, vi erano i ritratti di Luigi XV e della Regina Marie Leckzinska, come pure quelli del padre del Re e di sua moglie [...] Parlerò anche, una volta per tutte, di una moltitudine di figure di porcellana di venti pollici di altezza, copie esatte di statue di guerrieri e di grandi uomini del secolo di Luigi XIV che il governo fece eseguire. Citerò una statua di Federico II a cavallo, doppiamente rimarchevole dal punto di vista della somiglianza e della delicatezza, essa si trovava tra due vasi di violacciocche in porcellana del più alto valore e uno fu rotto da un povero curioso, dato che questi appartamenti erano aperti al pubblico, in assenza del re. Questo sventurato avendo la vista bassa, non si accorse della campana di vetro che copriva il vaso, la ruppe con la fronte e l'impatto ruppe il fiore in mille pezzi. Cito questo evento perchè il povero uomo, credendo già, nella sua paura, veder abbassare davanti a lui il ponte levatoio di qualche fortezza, si sentì male e molto tristemente dette il suo nome e il suo indirizzo. Ma Luigi XVI, che si è voluto qualche volta presentare come un uomo violento e irrascibile, lo fece rassicurare e consolare, sebbene la perdita fu di più di mille scudi..."
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