duca di hamilton |
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| Su questo hai assolutamente ragione. La visione post restaurazione che si ha della vita di Maria Antonietta è totalmente idealizzata. Si tente troppo spesso a esaltare le sue qualità e passare in sordina i suoi difetti. La leggerezza di carattere l'ha contraddistinta per molti anni della sua giovinezza, sebbene ogni tanto qualche sprazzo di lucidità le attraversasse la mente. Come è anche vero che, in età matura mostò una maggiore consapevolezza del proprio ruolo e delle cose che poteva o non poteva fare. Comehai giustamente detto tu, è vero che spesso si recava in incognito a Parigi, ma questo non garantisce il fatto che pur vedendo la decandenza della povera gente, riuscisse a comprenderne il peso. Sapeva che la gente era povera, ma non sapeva e non poteva capire cosa volesse dire la povertà. Questo dovuto al fatto che la sua educazione era fortemente fondata sul principio della divinità del suo ruolo regale. In oltre, quello che dici è perfettamente esatto e, in una persona dotata di maggior lungimiranza di Maria Antonietta, forse avrebbe sortito l'effetto di campanello di allarme. Ma questo presuppone il fatto che Maria Antonietta possedesse una visione chiara di quello che accadeva e sappiamo tutti bene che la consapevolezza lei la trovò solo molto tardi, quando ormai non poteva fare nulla. Questo non è un modo per giustificarla, anzi pur amandola molte volte io stesso sono rimasto colpito dalla sventatezza del suo comportamento. Ed qui che entra in gioco il discorso di prima. Io credo che lei non avesse, per gran parte della sua vita, l'acutezza per fare due più due. Cosa che in vece sviluppò in età matura.
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