Film del 1997, liberamente tratto dal romanzo La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini (1990).
Nella Palermo della metà del '700, vive la dodicenne Marianna appartenente alla nobile famiglia degli Ucrìa. La bambina è sordomuta e vani sono stati i tentativi di farle acquisire i doni della parola e dell'udito. La famiglia decide di farla sposare all'anziano cugino del padre (nonchè fratello maggiore di sua madre), il duca Pietro. Dal matrimonio nasceranno tre figlie e un bambino. Ad istruire i figli arriverà Grasse, un'istruttore francese, che insegna alla duchessa il linguaggio dei segni, facendole conoscere anche le idee dell'illuminismo, ma soprattutto facendole crescere quell'autostima, che molti membri della sua famiglia le avevano calpestato. Grazie a ciò si metterà alla ricerca della causa del suo mutismo e si aprirà all'amore.
Libro e film sono abbastanza diversi fra loro. Il libro mi è piaciuto abbastanza, mentre il film, che si prende molte libertà narrative rispetto al romanzo, meno. Ammetto di non amare molto le regie di Faenza (di cui ho apprezzato, per ora, solo Jona che visse nella balena), perché mi sembrano troppo "televisive", e anche in questo caso è uguale...
Il film è molto accurato per costumi, scenografie e fotografia (infatti ha vinto sia David di Donatello che Nastri d'argento in queste sezioni) e l'interpretazione dell'attrice che interpreta la giovane protagonista (Eva Grieco, poi misteriosamente sparita nel nulla pur avendo ricevuto una candidatura ai David) è molto convincente. L'attrice che interpreta Marianna in età adulta è Emmanuelle Laborit, un'attrice veramente sordomuta che sta combattendo contro l'emarginazione alla quale sono sottoposti i non udenti nella società. Presenti nel cast anche Laura Morante (che interpreta la madre di Marianna), Laura Betti (la nonna), Philppe Noiret (il nonno) Roberto Herlitzka (il marito-zio), Lorenzo Crespi (il servo Saro) e Selvaggia Quattrini (la serva Fila, sorella di Saro) che è più famosa come doppiatrice (ha doppiato ad esempio Keira Knightley ne La duchessa o, per gli appassionati di anime e manga, Nana Osaki).
Ho letto il libro quando uscì.. sono passati secoli! Ricordo che mi piacque moltissimo. Il film l'ho visto ma non lo ricordo bene, ricordo solo che location e costumi erano molto curati..
Belli entrambi anche se il film in qualcosa differisce.... Comunque li consiglio. Ottimo per chi vuole conoscere più da vicino la realtà della Sicilia nel '700.
Io ho visto prima il film e poi ho letto il libro. Ammetto che vi sono delle differenze non da poco, come la questione del linguaggio dei segni. In ogni caso, il film è decisamente più esplicito del libro che, ad un primo impatto, si rivela ostico. Trovo che la scelta di narrare tutto dal punto di vista di una muta sia difficile e coraggioso ma il film evidenzia quelle cose che non saltano fuori con la narrazione ad un primo impatto. I costumi e gli attori sono scelti magnificamente ed il rapporto tra i personaggi è altrettanto ben curato. Curiosamente mi sono piaciuti entrambi. Di solito amo o l'uno o l'altro.
Ho aggiunto qualche giorno fa un breve post alla discussione sugli Alliata Valguarnera, famiglia alla quale apparteneva la Marianna che ha ispirato il libro. Ora ritrovo Marianna Ucrìa di Dacia Maraini in questa sezione, e mi è venuta voglia di rileggere il libro. Mi ci sono immersa, tralasciando (quasi) tutto il resto e l'ho letto d'un fiato. Bellissimo! Non mi ricordavo quanto fosse bella e perfetta la scrittura di Dacia Maraini. Il film non l'ho visto, e non lo vedrei. Ho guardato per curiosità gli attori e non ce n'è uno che combaci con i i volti che ho immaginato io, a parte forse l'attore che impersona Saro. Con in mente le immagini reali di Villa Valguarnera e la descrizione di Maraini, ho un'idea precisa dei luoghi, dei personaggi, dei profumi dolcissimi della terra siciliana! Le parole, dice lo scrittore, vengono raccolte dagli occhi come grappoli di una vigna sospesa, vengono spremuti dal pensiero che gira come una ruota di mulino e poi, in forma liquida, si spargono e scorrono felici per le vene. E' questa la divina vendemmia della letteratura?. E' un brano tratto dal libro che mi piace tanto. E descrive bene il piacere del leggere e di immaginarsi le scene e i personaggi di una storia. In questo caso, dato che il libro mi è piaciuto tanto, preferisco ricordarlo con la bionda Marianna che ho pensato io, con i colori caldi e chiari di Bagheria e di Palermo sullo sfondo.
Ciao!! Dopo molti anni riaccendo la conversazione! Ho letto ‘La lunga vita di Marianna Ucria ‘ per Psicologia, e devo dire che Dacia mi ha piacevolmente sorpreso. Di solito sono molto critica sui libri che ci obbligano a leggere a scuola. Invece sono rimasta sorpresa da Marianna Ucria è da un altro libro , che mi piace considerare simile, ovvero Storia di una capinera. Apprezzo della Maraini e di Verga la semplicità e la piacevolezza con cui descrivono situazioni così angoscianti. La storia di Marianna è complessa, lo shock la rende muta , costretta a accettare la sua vita senza poter cambiarla, come La piccola capinera..grazie a tutte per avermi fatto ripensare a questi due splendidi romanzi..