| CITAZIONE (Antoine80 @ 12/1/2013, 21:28) Trovo molto toccanti le lettere di Alfonso scritte rispettivamente a Federico Gonzaga suo nipote e ad un amico non identificato, in cui esprime il suo dolore per la morte di Lucrezia. Davvero molto belle e, soprattutto, significative rispetto all'opinione corrente che si ha del personaggio. Come già dicevo, la Bellonci, nella sua biografia di Lucrezia, crede che il primo ritratto sia quello più affidabile, ma cita anche gli altri. Mi piace molto la descrizione dell'abbigliamento: “Il ritratto è stato attribuito a Bartolomeo Veneto,con evidente attuazione compiuta tra il 1505 e il 1515: di questo tempo infatti è l'abito, di velluto nero controtagliato, aperto su ampie maniche bianche fregiate di rosso; di questo tempo la pettinatura a capelli sciolti arricciati sobriamente alla lombarda, e condotti a riprendersi in treccia sulla schiena; gli ornamenti e i gioielli di una raffinatezza rara o sottilmente allegorica, come la ghirlandina che cinge la fronte, d'oro smaltato e rilevato di perle, o come i fregi di smalto e velluto a fiori di melograno alternati in rosso e nero che incorniciano la gorgerina bianca, allacciandosi in piccoli nodi geometrici; e soprattutto come la collana di « botticelle » a quattro facce, infilate a quando a quando in un cordone, e probabilmente piene di paste profumate; questa collana, negli altri ritratti di quel tempo, portava, smaltati su una delle facce di ogni “bottesella”, i simboli della Passione, chiodi, croci, scalette; e in un’altra alcune lettere che seguitandosi in giro dovevano comporre un motto forse latino. I lineamenti, il collo delicato e carnoso, l'ovale pieno, fra poco aggravato, il mento appena sfuggente, l’occhio celeste misto di grigio, il biondo dei capelli che nelle ciocche pendule presso le tempie diventa luminoso, coincidono con le descrizioni dei contemporanei e con gli altri ritratti di Lucrezia, la medaglia dell’Amorino bendato, le figure di Nimes e di Como, persino con la Santa Caterina del Pinturicchio negli appartamenti Borgia in Vaticano. Suo è quello sguardo lungo, attento a raffronti segreti, che sfiora le cose e ad esse si rifiuta, sua quell'aria straniata e straniera di chi consente per sola saggezza alla propria presenza, sua la grazia dell'atteggiamento, e, pur nel viso maturo e segreto, quella diffusa levità di giovinezza interiore che a momenti le crea nel volto serio qualche cosa che somiglia ad un sorriso”A prescindere dalla controversa figura di Lucrezia Borgia, trovo che sia il massimo della blasfemia da parte di Alessandro VI l'idea di raffigurare i personaggi della sua atipica famiglia nelle vesti di santi. Vedi, per esempio, il famoso caso del "Bambin Gesù delle mani", sempre nell'appartamento Borgia (( http://it.wikipedia.org/wiki/Ges%C3%B9_Bambino_delle_Mani). Che ne pensi? Edited by elena45 - 13/1/2013, 11:38
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