CITAZIONE
P.S. Le strenne, a differenza di quanto si possa pensare (e di quanto banalmente si possa leggere su un dizionario alla voce "strenna"), non erano i regali di Natale ma di Capodanno. Che io sappia i regali di Natale sono un'usanza "relativamente recente".
http://fr.wikipedia.org/wiki/ÉtrennesEsattamente! La figura del regalo di Natale (o quasi) nasce a Roma, quando Giulio Cesare fece la riforma del Calendario (intorno al 46 a.C.) facendo coincidere la data dell’inizio dell’anno con il 1 gennaio, data che coincideva con la Festa del Sole.
Il primo gennaio i Romani usavano invitare a pranzo gli amici scambiandosi un vaso
bianco con miele, datteri e fichi, accompagnato da ramoscelli d’alloro, come augurio
di fortuna e felicità.
I rametti ben auguranti venivano staccati da un boschetto della via sacra a una
dea di origine sabina: Strenia (apportatrice di fortuna e felicità, da cui “strena” =
“presagio fortunato”).
La cosa interessante è che, dai dolci, si passò presto a regali più costosi, come monete d'oro, denaro e preziosi, tanto che l'imperatore Tiberio arrivò a vietare l'usanza delle strenne, probabilmente perché, esattamente come oggi, le strenne avevano surclassato il senso delle celebrazioni. Con Caligola le strenne furono reintrodotte...
Lo stesso Caligola introdusse la feste detta "Sigillaria", in prossimità del Solstizio d’inverno, il 20 dicembre, durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l’anno.
Per cui direi che le varie tradizioni nel tempo si siano fuse fino ad arrivare alle usanze di oggi.
L'usanza di scambiarsi doni il giorno di Natale, mi pare sia stata introdotta in Inghilterra, prendendo largamente piede sotto il regno della regina Vittoria....chiaramente un retaggio del giorno di San Nicola che in alcuni paesi, come Olanda e Austria viene celebrato con doni ai bambini il 6 dicembre.
CITAZIONE
Tutti ricordiamo la scenetta dipinta da Maria Cristina in cui il fratello di Maria Antonietta piange per non aver ricevuto il regalo che si aspettava. Forse alla corte austriaca questa era una prassi normale, ma a Versailles suona come una "lezione di vita" fine a se stessa.
Maria Cristina si ispirò ai grandi maestri olandesi per i suoi acquarelli...in particolare questa deliziosa scenetta ricorda un dipinto di Jan Steen del 1665
Quanto all'aneddoto riportato dalla Campan, sicuramente c'è molta retorica ma non credo sia inventato. Il tutto rientra del modus educandi del tempo... una maniera un po' pedante per educare i giovani rampolli alla carità. Che la regina non facesse mea culpa sulle sue spese non mi stupisce. Lo fanno anche i genitori di oggi