Maria Antonietta - Regina di Francia

La "Questione Meridionale", Le colpe dei Piemontesi

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Caal Hestrit
icon9  view post Posted on 29/7/2013, 01:05




Apro questo topic per cercare di far luce nella faccenda. <_<
Mi appello a voi!
L'unificazione della nostra penisola poteva essere "portata avanti" meglio, questo è risaputo, ma è vero che il Regno delle Due Sicilie era messo decisamente meglio di quello di sardegna?
A scuola ci viene insegnato che il sud borbonico era economicamente arretrato, basato sull'agricoltura perlopiù di sussistenza e l'unico "punto forte" era la posizione privilegiata sul mare.
Mi sono cercato di informare meglio e ho letto che il regno aveva un sacco di moneta circolante, aveva un debito pubblico bassissimo e politiche economiche più che discrete.
L'industria ricopriva ancora un ruolo marginale (mi pare ovvio visto il periodo) ma Napoli e Palermo non si potevano certo definire villaggi composti da orti e casette.
Ho letto anche che si viveva molto meglio sotto il dominio borbonico rispetto a quello sabaudo e che il su ha perso molto con l'unificazione!

Fermo restando le colpe dei primi governi dell'Italia unita, è proprio vero che i piemontesi sono stati così disastrosi per i sudditi e i territori dell'ormai tramontato Regno borbonico?
Qualcuno può finalmente chiarirmi il tutto?
 
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view post Posted on 29/7/2013, 01:11
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Conte / Contessa

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Scusate, sono sempre io. Ho inviato per sbaglio la discussione senza notare di essere loggato con un profilo che utilizzo per un altro forum. Ho provato a cancellare ma non riesco. Quindi...chiedo venia. Spero vada bene così u.u

ps: Non ho trovato nessuna discussione sull'argomento. Spero di non aver creato "doppioni".
 
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Laicista
view post Posted on 29/7/2013, 22:23




Il regno delle Due Sicilie poteva si vantare notevoli primati tant'è che all'esposizione universale degli anni '50 del XIX secolo gli fu riconosciuta la terza marina più potente dopo quella britannica e francese.
Nonostante questo eliminate le zone di Napoli, Caserta, Palermo e Capua il regno era la quintaessenza della miseria, in calabria durante l'impresa dei Mille i garibaldini cercarono disperatamente una strada segnata sulle mappe ma che non era stata mai costruita nonostante il finanziamento e la concessione degli appalti.

Nell'agricoltura dominava il latifondo e i braccianti erano perlopiù trattati in maniera non dissimile dalle bestie ma potevano contare sugli usi civici poi eliminati dai savoia. Tanto per fare un esempio Giacomo Casanova che ebbe modo di visitare la Calabria nel '700 rimase impietrito dalla miseria degli abitanti. La cosiddetta "Questione Meridionale" nacque poco dopo l'Unità d'Italia.
La borghesia e l'aristocrazia liberale meridionale avevano dato per così dire il loro placet all'Unità avendo assicurazioni sul fatto che il loro potere non fosse intaccato e così fu anzi, aumentò con impoverimento delle masse contadine che per disperazione si diedero al brigantaggio scatenando una vera e propria guerra civile.

La dove sarebbero serviti finanziamenti, la fine del latifondo, la riforma agraria, la scolarizzazione e la modernizzazione, arrivarono invece Cialdini, la Legge Pica, la Guardia Nazionale, deportazioni,massacri eviolenze di ogni tipo. Al meridione esangue non restò che una unica soluzione: l'emigrazione.
Sul fenomeno del Brigantaggio Gramsci ebbe a dire "Lo stato italiano nelle terre meridionali fu protagonista di ogni sorta di crudeltà,distrusse,incendiò violentò e saccheggiò terre e innocenti"
Garibaldi alcuni anni dopo ammise: "Se dovessi ripetere l'impresa dei Mille adesso sarei preso a bastonate e sassate" e lo stesso figlio Ricciotti, pare combattesse nelle file dei cosiddetti "briganti".
 
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view post Posted on 29/7/2013, 23:03
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (Laicista @ 29/7/2013, 23:23) 
........., in calabria durante l'impresa dei Mille i garibaldini cercarono disperatamente una strada segnata sulle mappe ma che non era stata mai costruita nonostante il finanziamento e la concessione degli appalti.

Urca! La Salerno-Reggio Calabria era già un probema allora :P
 
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Madamadore
view post Posted on 5/10/2013, 18:38




Per quello che ne so, il Regno delle Due Sicilie vantava delle eccellenze, alternate a gravi lacune. Aveva la flotta più forte del Mediterraneo tanto da poter competere con gli inglesi che, con la loro scorta, permisero ai Mille di sbarcare a Milazzo. Il vero problema del Meridione era dovuto ad una vera e propria assenza di un potere forte centrale. I sovrani di Napoli provarono ad adottare delle riforme illuministe, come il famigerato catasto ma fallirono perché si ritrovarono di fronte l'opposizione congiunta di clero, nobiltà e anche del contado che non avrebbe guadagnato niente da un progetto capitalistico della cura dei terreni...e ovviamente il progetto di canalizzazione delle acque poteva avvenire solo grazie ad un finanziamento statale. Quando il Meridione passò sotto l'egida dei Savoia, il governo piemontese vide in quell'estensione una nuova terra di conquista e si limitò ad imporre il proprio modello economico. Le poche produzioni di rilievo vennero spazzate via dalla concorrenza piemontese, cosicché l'unica cosa che rimase fu il latifondo. In altre parole, i torinesi estesero i loro domini senza preoccuparsi di fare un progetto concreto di sviluppo. Era come se si aspettassero che il Meridione si adattasse magicamente ai loro ritmi. D'altra parte, era finito il tempo di Cavour e i suoi successori, privi di un'ottica europea, non ebbero la sua stessa visione d'insieme. Miravano a guardare al loro orticello...un po'come ora.
 
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-enry1973
view post Posted on 6/10/2013, 10:22




C'è da aggiungere che il Piemonte era messo peggio: non vantava nessun primato in nulla e aveva una classe dirigente piccola e miseranda. Infatti la presa del sud non portò alcun cambiamento perché i piemontesi preferirono sposare lo stato delle cose e non cambiare nulla. Il vero problema delle Due Sicilie fu la corruzione dei dirigenti dell'esercito. Le banche erano piene ma i soldi in mano a pochi e non ridistribuiti: tanto è che i garibiladini, Bixio in testa, le trafugarono tutte prelevando somme ingenti. I Borboni, se escludiamo qualche testa illuminata, non sono riusciti a far funzionare la macchina delle Due Sicilie: stavano seduti su una miniera d'oro ma non seppero sfruttarla. E i Savoia erano troppo piccini di testa (e statura) per capire...
 
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Madamadore
view post Posted on 6/10/2013, 10:59




I tentativi di applicare le norme dell'Illuminismo, come accadde per la Lombardia degli Asburgo, trovò una massiccia opposizione da parte della Chiesa e dei baroni che vivevano di rendita sui loro ampi possedimenti. Il re non aveva la forza necessaria per opporsi dal momento che l'appoggio di Chiesa e nobiltà era fondamentale. Inoltre, non c'era una borghesia solida. In mancanza di un'urbanizzazione diffusa, se escludiamo Napoli e Palermo, la borghesia aveva davvero poco peso ed il re, neppure volendo, poteva appoggiarsi a questa per imporre qualche riforma. La corruzione, in ogni caso, era diffusa un po'ovunque nella classe dirigente, interessata a mantenere le cose com'erano. Hai ragione comunque sulla scarsa capacità di vedere l'effettivo valore di ciò che possedevano...ma il problema è che per loro contava poco la resa. Bastava prelevare il tutto in tasse ed il gioco era fatto. Quanto al Piemonte, hai pienamente ragione. Nessuno dei membri di questa dinastia si dimostrò all'altezza e, malgrado i tentativi di Cavour di porre il suo regno tra le potenze europee, anche solo come comparsa, non seppero minimanete sfruttare la situazione. Non avevano la stessa visione d'insieme di Cavour che non ebbe peraltro il tempo di vedere la nuova conquista ad opera dei garibaldini. Quello che è vero è che i piemontesi fecero ciò che la nobiltà meridionale non si era mai azzardata a fare. Se quest'ultima si era accontentata di vivere di rendita alle spalle della popolazione che pagava le tasse, i primi attuarono una vera e propria rapina di ogni tipo di risorsa del territorio, privando peraltro la gente del contado di quei diritti feudali che consentivano loro di sopravvivere. Applicando i principi dell'agricoltura capitalistica inglese, in nome di un "miglioramento"delle condizioni di vita generali, finirono con il privare la popolazione di quel poco che permetteva loro di sopravvivere. Un esempio era dato dal legnatico che, con la recintazione delle aree venne completamente spazzata via. Detta molto francamente, i Savoia, come hai detto tu, avevano avuto la fortuna di avere dei primi ministri di spessore ma dopo Cavour che non ha mai voluto questa unificazione non vi furono personaggi adatti a cogliere le possibilità del posto. Si limitarono a rapinare il territorio, impoverendolo. Forte la tua battuta sull'altezza!
 
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