Maria Antonietta - Regina di Francia

"Re Sole e lo Scoiattolo., Nicolas Fouquet e la vendetta di Luigi XIV"

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view post Posted on 9/1/2014, 05:18
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (Pamplemousse @ 8/1/2014, 21:51) 
A quali errori ti riferisci? :O

Comunque deve essere un libro interessante, mi sa che lo aggiungo alla wishlist.

Scrissi delle note su quel libro tempo fa, manon ricordo bene in che topic. Le ho riunite altrove, eccole qui:


Lady Antonia nasce come figlia di Lord Frank Pakenham, conte di Longford; sposa sir Hugh Fraser, poi divorzia e sposa in seconde nozze il premio nobel Harold Pinter.
Il suo primo libro di successo è del 1969, Maria Stuart, la tragedia di una regina; dopodiché inizia a spaziare dai Tudor alla Corte di Versailles, e qui si muove dal periodo di Luigi XIV fino a quello di Maria Antonietta.

Giustappunto un dettaglio citato nella biografia di Maria Antonietta (la stessa, per inciso, che Sofia Coppola ha usato come ispirazione per il film Marie Antoinette; forse farei meglio a dire "la cui copertina la Coppola ha usato...") ha richiamato la mia attenzione: qui la Fraser afferma che la figlia di Maria Antonietta, Maria Teresa Carlotta, è stata chiamata Madame fino ai 5 anni, e dopo Madame Royale perché l’etichetta lo voleva, in quanto figlia del Re. Cosa non vera, a partire dal fatto che c’è stata solo un’altra Madame Royale, almeno tra i Borbone: la figlia secondogenita di Enrico IV: Cristina Maria di Francia, moglie di Vittorio Amedeo I di Savoia. L’appellativo di Madame (senza altre aggiunte, che fossero un nome di battesimo o un nome di una terra), in base all’etichetta di Corte, spettava solo alla maggiore delle Figlie di Francia, sia che fosse la maggiore delle figlie del Re regnante, sia che fosse la moglie di suo fratello cadetto più prossimo (al quale spettava l’appellativo di Monsieur). A tutte le altre figlie del Re veniva aggiunto il nome di battesimo per distinguerle fra di loro perché a differenza dei maschi non avevano appannaggi; aggiungere un “fille du Roi”, poi, poteva essere una questione pratica, ma non una discriminante d’etichetta. Tutte le altre cognate, invece, seguivano la titolatura del marito (Madame, Contessa di Provenza e così via).

È spontaneo chiedersi se si trattasse di una svista, o di qualche cosa di più grave; non essendo particolarmente ferrato sul periodo di Luigi XVI ho analizzato appositamente il libro sulle donne di Luigi XIV per spostare il lavoro su un terreno che conosco un po’ meglio.
L’inizio è stato deludente.

1. La Fraser parla della nascita del fratello di Luigi XIV, Philippe, e spiega che il pupo sarà chiamato con l’appellativo di Monsieur, com’era uso a Corte per il maggiore dei fratelli del Re; poi aggiunge che talvolta lo chiamano Petit Monsieur per distinguerlo da zio Gaston. Il che è sostanzialmente vero, peccato poi che metta una nota a piè di pagina in cui si contraddice, affermando che Philippe è stato titolato Duc d’Anjou alla nascita, poi d’Orléans alla morte di Gaston, e che lo chiamavano solo Monsieur per non fare confusione dovute al cambiamento di titolo.

2. Parlando di un balletto a Corte cui prende parte Luigi XIV, mi pare nel 1653, dice che vi partecipa Enrichetta d’Inghilterra (detta Minette), la quale pur avendo dieci anni (e sostanzialmente fosse poco più che una pezzente reale in esilio) è la prima principessa di Francia dopo la madre e la zia: ma non penso proprio; a parte che la zia, Anna d’Austria è la regina madre ed ha il primo rango poiché nessuno dei suoi due figli è sposato, mentre la madre, Enrichetta Maria (sorella di Luigi XIII, quindi figlia di Enrico IV), passa dopo di Anna in qualunque caso, Minette non può essere “principessa francese” per un motivo molto più semplice: è inglese, figlia di un re inglese, e non fa parte della Real Casa di Francia neanche volendo. Alla peggio diventerà francese dopo essersi sposata il cugino Philippe, otto anni dopo: nel 1653 e rotti è un piano ancora al di là da venire.

3. Dice che la Grande Mademoiselle (la figlia di Monsieur Gaston, Anna Maria Luisa d’Orléans, Duchessa di Montpensier) è chiamata Grande non perché fosse alta come una pertica o di alta levatura morale, ma per distinguerla dalle sorellastre minori, figlie di secondo letto di Gastone. Come no! Le sorellastre erano chiamate Mademoiselle d’Orléans, Mademoiselle d’Alençon e Mademoiselle de Valois, senza giri strani, esattamente come da etichetta. Al massimo, dopo che Philppe ha avuto la prima bambina nel 1662, il Mademoiselle è passato alla futura regina di Spagna, mentre Anna Maria Luisa era chiamata a volte Mademoiselle d’Orléans (che la infastidiva perché prima si chiamava così sua sorella, la granduchessa di Toscana), e più spesso Grande Mademoiselle così come suo padre era chiamato a volte Grand Monsieur o Monsieur Gaston dopo la nascita del nipote Philippe; il suo appellativo corretto era Mademoiselle de Montpensier, dal nome di una terra ereditata dalla madre.

4. Altra cosa: non è un errore, ma non riesco ad afferrarne il senso; forse scrivendo citava a braccio. In una nota cita un passaggio delle memorie di Primi Visconti, in cui l’autore racconta di come il fratello di madame de La Vallière gli avesse chiesto di andare a letto con lui. La Fraser non ci dice chi era il protagonista, oltre a Primi... perché, aveva paura che il fratello La Vallière si vergognasse se lei scriveva in un libro che ha tacchinato Primi Visconti?

5. La Fraser afferma che la Fronda prende il nome dall’arma preferita dei frondisti, che era una specie di catapulta. Veramente, si chiama così perché i parigini, ma più specificatamente i monelli “alla Gavroche” tiravano pietre con la fionda agli uomini di Mazarino, soprattutto ai vari gabellieri, esattori etc.
La fronda, nel senso inteso dal lady Antonia, era effettivamente un’arma da lancio fatta di corda, una fionda gigante in sostanza, che è stata in uso fino alla fine del medio evo o poco più. Ma da una fionda a una catapulta c’è più di un pelo di differenza, a vederle; senza contare che in inglese la fronda è sling, e la catapulta è catapult: non credo sia possibile un errore di traduzione, il quale è molto più probabile quando mi dice che la Cassia è un derivato del cinnamomo: la parola “derivato” in genere implica che in qualche maniera uno lavori su un materiale di partenza per ottenerne un altro. Ma il Cinnamomum aromaticum (cannella della Cina, detto anche quassia o cassia) ed il Cinnamomum verum (più noto come cannella di Ceylon) sono due piante molto simili, della stessa famiglia dell’alloro; un po’ come la rosa canina e la rosa tea: non posso trasformare una nell’altra neanche con la stregoneria; inoltre c’è anche tutto un genere di piante leguminose che si chiama cassia, cui appartiene anche la senna: che per inciso di solito si usano come lassativi e non come emetici come afferma la Fraser. Lady Antonia ignora la differenza tra un purgante e un farmaco per indurre il vomito?


6. Probabile errore di traduzione è quando mi cita una lettera di madame de Sévigné, in cui la marchesa da del tu a sua figlia: credo che non sia mai successo in vita loro di scriversi dandosi del tu.

7. In almeno due occasioni la Fraser afferma che la figlia di madame de Sévigné si chiamava Juliette de Grignan: certamente! Infatti si chiamava Françoise-Marguerite de Sévigné, da sposata diventa contessa de Grignan; dubbi non ce ne dovrebbero essere, visto che credo sia il nome femminile più citato nella corrispondenza, seguito dopo poco da Pauline (la figlia di Françoise-Marguerite, Pauline de Grignan, marquise de Simiane curerà la pubblicazione delle lettere della spirituale e spiritosa nonna). Al massimo c’era una Julie-Françoise de Grignan, che era figlia di primo letto del genero di madame de Sévigné, François Adhémar de Monteil, conte de Grignan, ma che di certo non era sua parente. Notiamo che il gagliardo Grignan si sposò tre volte, ma questa è un’altra storia.

8. In un passo afferma che Maria Teresa, moglie di Luigi XIV, sarebbe potuta salire al trono di Spagna se non avesse sposato Luigi XIV perché la Spagna non contempla la legge salica. Dopo una decina di pagine afferma l’esatto contrario, cioè che la legge salica le permetteva l’accesso al trono. Tralasciando il dettaglio che la legge salica non ha nulla a che fare con la Spagna, delle due l’una: o vieta o non vieta. O la Fraser non bada a quello che scrive, o chi la traduce è un casinista.

9. Trovo un aneddoto in cui racconta di un parto di madame de La Vallière, avvenuto nella sua stanza, nella quale sarebbe poi stata messa una distesa di tuberose in vaso per coprire un po’ l’odore che poteva esserci. La sua stanza era una camera di passaggio per l’appartamento della Regina; una dama passa, vede La Vallière in travaglio, e le chiede come sta; lei risponde che ha una colica. La dama, secondo la Fraser, era Madame Henriette… secondo la biografia scritta da Arséne Houssaye, invece, si trattava della regina Maria Teresa, e riporta uno stralcio di conversazione tra questa e la contessa di Soisson, oltre ad una versione dell’aneddoto leggermente diversa. Passi la diversità del dettaglio, magari ha consultato fonti diverse dalle mie, ma penso proprio che una donna arguta, sospettosa e gelosa come Henriette non sarebbe certo caduta in una fiaba del genere, mentre Maria Teresa era ingenua, poco perspicace e le si sarebbe potuto gabellare di tutto.


10. Forse la più grave: la Fraser cita una frase scritta da Liselotte (Madame, Duchessa d’Orléans, seconda moglie di Monsieur Philippe) sui matrimoni, dando riferimento preciso alla biografia di Liselotte scritta da Dirk van der Cruysse, testo in mio possesso. La frase è:

I matrimoni sono come la morte. L’ora e il giorno sono stabiliti, non è possibile sfuggirvi. Così Nostro Signore ha voluto, così bisogna che accada“.



La frase esatta riportata da van de Cruysse è:

I matrimoni sono fatti in Cielo, tutto è destinato, cara Louise“ [Louise è la sorellastra di Liselotte, NdR],


poi seguita da un’altra tratta da una diversa lettera di Liselotte:

Ognuno deve compiere il proprio destino, non vi si può sottrarre né cambiarlo“.


Per scrupolo ho controllato le versioni inglese e francese del libro, giusto per capire se fosse dovuto ad una eventuale poca accuratezza della traduzione. No, le frasi scritte dalla Fraser sono identiche anche nella versione originale. Ergo, Lady Antonia non solo scrive fischi per fiaschi e non sa poi così bene come si svolgeva la vita delle persone delle quali parla, ma o non è in grado di riportare correttamente i fatti, o non capisce quello che legge. A meno che non alteri deliberatamente certi testi e eventi per rendere la narrazione più colorita, fidando sul fatto che nessuno le farà le pulci come sto facendo io.


E tutto questo solo arrivando a pagina 140 del libro.

 
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Giacomo Girolamo Casanova
view post Posted on 10/1/2014, 19:02




CITAZIONE (Maurº @ 9/1/2014, 05:18) 
5. La Fraser afferma che la Fronda prende il nome dall’arma preferita dei frondisti, che era una specie di catapulta. Veramente, si chiama così perché i parigini, ma più specificatamente i monelli “alla Gavroche” tiravano pietre con la fionda agli uomini di Mazarino, soprattutto ai vari gabellieri, esattori etc.
La fronda, nel senso inteso dal lady Antonia, era effettivamente un’arma da lancio fatta di corda, una fionda gigante in sostanza, che è stata in uso fino alla fine del medio evo o poco più. Ma da una fionda a una catapulta c’è più di un pelo di differenza, a vederle; senza contare che in inglese la fronda è sling, e la catapulta è catapult

Aggiungo un micro contributo: la più potente arma da lancio medievale era il trabocco o trabucco che si distingueva dalla catapulta perché, invece di usare come forza propulsiva un elemento elastico, usava una leva (svantaggiosa di primo genere) che consentiva, con un movimento oscillatorio molto simile alla fionda, di lanciare oggetti anche molto pesanti, diciamo anche una massa pari a quella di un'odierna auto, a distanze considerevoli. Per aumentare la gittata dei trabocchi si cominciò ad istallarli su torri o prolungamenti di esse più in alto possibile, come si vede in bassorilievi vari. In tal modo si riusciva a colpire da una fortezza il nemico prima che lui riuscisse a portare a distanza di tiro i propri trabocchi per sgretolarne le mura.

Questo micidiale attrezzo rimase in uso fino all'inizio del '500 finché fu soppiantato dalle artiglierie vere e proprie, bombarde a parabola e poi cannoni. Armi che però richiedevano una tecnologia molto più raffinata e costi di produzione elevatissimi oltre a rischi d'uso notevoli. Invece il trabocco poteva essere costruito in maniera abbastanza casareccia abbattendo e segando qualche albero.

Il trabocco veniva chiamato in Francia trebuchet e in Inghilterra nella stessa maniera ma presumo con pronuncia diversa. Per la cronaca a Les Baux in Provenza ne hanno ricostruiti un paio e ne ho visto in azione uno manovrato dai visitatori arruolati al caso. Il funzionamento è molto semplice e anche se la cadenza di "fuoco" non è velocissima si tratta di un'arma temibile. Tra l'altro in più occasioni fu utilizzato per "sparare" sul nemico teste mozzate a scopo dissuasivo e anche cadaveri di appestati in funzione di guerra batteriologica.

Per finire, in calce alla voce linkata si legge, riguardo alle voci connesse:
- fionda
- catapulta

Edited by Giacomo Girolamo Casanova - 10/1/2014, 19:32
 
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view post Posted on 17/2/2014, 13:08
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Marie-Antoinette

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Ho finito di leggere ieri questo libro e ringrazio molto Tiziana per averlo segnalato.
E' molto interessante,chiaro,ricco di dettagli. E' adatto a chi conosce la storia di Luigi XIV e a chi non conosce quasi nulla del Re sole.
Belle le descrizione del castello di Vaux e della famosa festa che tanto fece "rosicare" Luigi. Interessante anche l'epilogo,dove l'autrice ci racconta cosa accadde agli altri protagonisti.
Credo che ora cerchero' una biografia su Colbert,era davvero l'anima nera di Luigi?
Consiglio vivamente questo libro,chi e' a digiuno dell'epoca del Re sole non restera' deluso.
Ancora grazie a Tiziana.
 
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view post Posted on 17/2/2014, 16:39
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Arciduca /Arciduchessa

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Grazie a te Anna, e anche a Mauro e Silvia, che avete letto il libro e ne avete scritto la recensione! :)

A questo punto, visto che i pareri sono tutti positivi, penso che lo metterò nella lista dei libri consigliati, anche perchè non conosco troppo bene il periodo e la figura del re Sole...
 
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18 replies since 24/9/2013, 15:56   525 views
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