Maria Antonietta - Regina di Francia

Caterina de' Medici, Balzac e...la Rivoluzione

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view post Posted on 22/1/2014, 11:01
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Arciduca /Arciduchessa

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Sto leggendo il libro di Jean Orieux "Caterina de' Medici. Un'italiana sul trono di Francia". Nei capitoli relativi alla tristemente famosa strage di San Bartolomeo, Orieux scrive: "Numerosi storici hanno creduto di scorgere nelle guerre di religione, e in particolare in quei giorni cruenti dell'agosto 1572, una prefigurazione del 1793. Il re, i principi, i signori, il popolo stesso non mettevano in discussione la sacralità del potere regale, tuttavia, durante i disordini di San Bartolomeo, apparve in tutta evidenza che questo potere non era invulnerabile. ...Ormai in Francia, parte dei francesi non si consideravano più, nella propria anima e nella propria coscienza, sudditi del re. Per il potere regale questa dissidenza morale dei riformati, era infinitamente più grave della loro opposizione all'autorità del pontefice. Questa frattura si rinsalderà solo superficialmente... La pace regnò fino alla morte di Enrico IV. La ribellione riesplose sotto Luigi XIII e Richelieu. Infine, l'imperdonabile errore della revoca dell'editto di Nantes risvegliò contro la corona l'odio suscitato da Caterina. Quest'odio risorse, vivissimo, all'epoca della Rivoluzione."

Si è parlato molto in questi ultimi giorni delle cause della Rivoluzione francese, partendo dalla discussione di Anna sui Decreti di Luigi XVI #entry549335116
Ma da quanto leggo in questo libro, mi sembra di capire che il potere regale, assoluto, cominciava ad incrinarsi già al tempo di Caterina de' Medici. In questo senso, mi sembrano perfette le parole di Elena nel suo secondo intervento: " ...il principio che aveva retto le monarchie fin dall'inizio: il potere assoluto come diritto divino. Evidentemente il principio era così radicato che niente poteva scalfirlo, se non un bagno di sangue." e quelle di Anna: "Io ho sempre la sensazione nel leggere un libro sulla Rivoluzione, che niente e nessuno avrebbe potuto fermare quel processo (che i filosofi avevano innescato)".

Orieux cita spesso l'opera di Balzac, a proposito di Caterina de' Medici, e in appendice propone un "sorprendente racconto in cui Balzac evoca Caterina de' Medici che parla della strage di San Bartolomeo. Il genio medianico dello scrittore ritrova il pensiero recondito della regina , quale alcuni documenti, scoperti dopo la morte di Balzac, lo hanno rivelato agli storici del XX secolo. Si ha l'impressione che Balzac fosse abitato dal pensiero della sua straordinaria eroina".
Ecco il racconto di Balzac, riportato da Orieux (Les deux reves, pp 65 e 59):

Una cena a Parigi, nel 1786, in casa di un appaltatore di imposte. Vi assistono Calonne, sovrintendente alle Finanze di Luigi XVI, e alcuni personaggi di qualità, più qualche altro senza qualità di cui ignoriamo il nome. Come si sono intrufolati in questa casa? Sono i misteri di Parigi e di una socità che si suicida. Tuttavia, ci sono Beaumarchais e Madame de Genlis, che vanno dapertutto.
Tra gli sconosciuti, si segnala un avvocato tutto lindo, sostenuto, paffuto, che ha l'aria di aver bevuto dell'agresto.
Un altro è brutto da far paura, "ma (è la padrona di casa che parla) mi ha reso il più straordinario servigio che una donna possa ricevere da un uomo.Mi ha guarita da quegli odiosi rossori della rosacea, che mi facevano somigliare a una contadina".
"E' un ciarlatano" dice uno.
"No, è il medico dei paggi del re. E' molto intelligente, scrive...".
"Se il suo stile è simile al suo aspetto...".
Si tratta del medico anonimo.
A quell'epoca, Cagliostro aveva reso di moda i contatti con l'aldilà. La padrona di casa, che era una signora alla moda, sostenne di aver visto, di aver visto realmente, la regina Cleopatra. Allora, il gelido avvocato uscì dal proprio riserbo.
"Io vi credo, signora, io ho parlato con Caterina de' Medici,"
"E com'era la defunta regina?" gli domandò Calonne.
L'avvocato descrisse l'apparizione che aveva avuto: "La regina somigliava al ritratto dipinto da Clouet, che si trova dal re"...
Il colloquio del freddo avvocato con Caterina fu squisitamente politico. Ciò non parve soddisfare la compagnia: l'amore e le dame della regina avrebbero fatto meglio al caso. Ma l'avvocato si scaldava un po' solo per la politica.
"Ah!, Signora" disse egli arditamente a Caterina de' Medici "Voi avete commesso un grandissimo crimine."
"Quale?" domandò lei.
"Quello il cui segnale fu dato dalla campana del palazzo il 24 agosto 1572."
Ella sorrise allora sdegnosamente. "Voi lo chiamate un crimine, ma fu solo un evento sfortunato. Non adeguatamente condotta, l'impresa fallì, e non ne è derivato per la Francia, per l'Europa e per la Chiesa cattolica, il bene che noi attendevamo da essa. Mi si imputa a crimine la festa di San Bartolomeo, perchè non è riuscita. Se in quella notte fosse stata sterminata l'eresia, la Storia me ne avrebbe reso merito. Io sarei stata consegnata ai posteri, nei secoli, con una bella immagine della Provvidenza.
Il mio crimine non è la strage, ma la sua imperfezione. Il fallimento è costato all'umanità più caro del massacro incompiuto, perchè è stato seguito da altri massacri, che si sarebbero rivelati inutili se il mio fosse stato perfetto.
Perchè mi si rimprovera la festa di San Bartolomeo mentre si innalzano statue a Luigi XIV che ha revocato l'editto di Nantes e ha causato più morti, più dolori, più rovine della notte di San Bartolomeo?"
L'avvocato, inorridito da queste argomentazioni, le risponde che "tre generazioni condannano e biasimano" il suo crimine.
"Sì" replica lei "in seguito, ma ai miei tempi si fu meno severi. Sono stata accusata di crudeltà, di ambizione...Io non sono stata dominata da sentimenti di odio. Ero calma e fredda come la ragione stessa.
Ho condannato gli ugonotti senza pietà e senza ira: essi erano le mele marce della mia cesta . Fossi stata regina d'Inghilterra, avrei giudicato allo stesso modo i cattolici, se fossero stati fazioni. Dopo tutto, io di cuore, sarei stata calvinista.
La Riforma non fu un problema religioso, ma piuttosto politico; una rivoluzione abortita nel XVI secolo, e poichè non l'ho soffocata, imperverserà nel mondo.
Tu porterai a compimento la rivoluzione, tu che mi ascolti.
Io ero assolutamente sola al potere, non un uomo che potesse essermi di sostegno: uno mi precedette, Luigi XI e uno mi seguì, Richelieu. L'uno giunse troppo presto, l'altro troppo tardi.
L'umanità si trasforma solo nei bagni di sangue...la tranquillità, la ricchezza di una società si pagano con fiumi di sangue, necessari per istituirla, e ancora con bagni di sangue, necessari per conservarla.
Tu lo saprai, tu che devi essere uno dei costruttori dell'edificio." lasciando stupefatto il freddo avvocato.

"Era solo un sogno" gli dissero quando ebbe concluso il proprio racconto. E la compagnia si sciolse.
La padrona di casa, rivolgendosi verso l'avvocato ancora trasognato per aver così bene ascoltato Caterina de' Medici, gli disse: "Vuole farmi la cortesia, signor de Robespierre, di riaccompagnare alla propria casa il signor Marat? Non è più in grado di reggersi in piedi."




Che ne pensate?
 
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view post Posted on 22/1/2014, 14:49
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (reine Claude @ 22/1/2014, 11:01) 
Si è parlato molto in questi ultimi giorni delle cause della Rivoluzione francese, partendo dalla discussione di Anna sui Decreti di Luigi XVI #entry549335116
Ma da quanto leggo in questo libro, mi sembra di capire che il potere regale, assoluto, cominciava ad incrinarsi già al tempo di Caterina de' Medici.

Non è che il potere assoluto abbia cominciato a incrinarsi già allora. È che il potere assoluto non esisteva ancora. Quella fu una conquista del Seicento.
La monarchia francese ha sempre dovuto barcamenarsi con i potentissimi principi del sangue, che, finché hanno avuto pieno possesso delle loro terre, hanno continuato a rappresentare una minaccia consistente per la famiglia reale (mi vengono in mente, come primi e più famosi esempi, la casa di Borgogna sotto i regni di Carlo VI e Carlo VII e la casa di Lorena – i Guisa – proprio sotto le reggenze di Caterina de' Medici).
 
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view post Posted on 22/1/2014, 20:50
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Marie-Antoinette

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Gli ugonotti francesi non potevano riconoscere nel re il "loro re" perche' era un re cattolico.
Nel racconto di Balzac,lo spirito di Caterina parla di un bagno di sangue che avrebbe creato una nuova Francia,le cose andarono cosi' in effetti.
La notte di San Bartolomeo servi' anche ad eleminare dei potenti oppositori della corona,dietro i motivi religiosi si nascondevano motivi piu' prosaici.
I rivoluzionari,nel tentativo di scrisianizzare la Francia,usarono la notte di San Bartolomeo come simbolo del fanatismo cattolico. Marie-Joseph Chenier scrisse un'opera che ebbe molto successo Charles IX ou la nuit de Saint Barthelemy,dove i cattolici venivano descritti come dei fanatici sanguinari.

Edited by MmeAnna - 22/1/2014, 21:16
 
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madamadore1
view post Posted on 22/1/2014, 22:28




Bhé, mi aggiungo alle altre. L'assolutismo è un'invenzione seicentesca che si attua solo con Luigi IX. I re francesi, per parte loro, avevano ben poco potere. Il loro feudo effettivo era solo l'Ile de France ed erano vassalli dei feudi ecclesiastici dei dintorni. Il loro potere si basava sulla credenza che essi avessero poteri taumaturgici, per malattie della pelle come la scabbia.
La nobiltà contava molto più di loro.
I sovrani costruirono il loro potere anche grazie a questa fama, strettamente connessa alla religione. Non per niente avevano anche un re santo. Gli ugonotti non potevano riconoscersi nel potere reale, poggiato su queste basi e, di certo, la vicinanza con la repubblica elvetica. Si aggiunga poi che il periodo delle guerre tra ugonotti e cristiani erano religiose e la religione era strettamente legata al potere monarchico dell'epoca.
Per quel poco che posso aggiungere, visto che molte di voi sono assai più informate di me, vedere gli ugonotti come un antecedente della rivoluzione francese rappresenta un azzardo. La monarchia non è la stessa per dinastia e basi di consenso. I Borbone che sono sul trono dal 1600 in poi non hanno bisogno di legare il proprio potere alla sacralità.
 
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view post Posted on 23/1/2014, 11:55
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Arciduca /Arciduchessa

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CITAZIONE (madamadore1 @ 22/1/2014, 22:28) 
Per quel poco che posso aggiungere, visto che molte di voi sono assai più informate di me, vedere gli ugonotti come un antecedente della rivoluzione francese rappresenta un azzardo.

Madamadore1, ma tu non sei la stessa Madamadorè (Costanza) che è iscritta al forum già da un po' di tempo! Perchè usare lo stesso pseudonimo, quando ci sono un'infinità di altri nomi possibili??? :blink:

Comunque, io ho semplicemente riportato le parole dello scrittore Jean Orieux, le cui tesi sono confermate da numerosi altri studiosi.
Le mie conoscenze in materia sono semplici reminiscenze scolastiche, sto imparando e approfondendo la Storia man mano, anche attraverso il forum.
Il mio voleva essere solo uno spunto di riflessione, perchè comunque non mi sembra una tesi sbagliata.
Credo che la frase-chiave sia questa:"Per il potere regale, la dissidenza morale dei riformati era infinitamente più grave della loro opposizione all'autorità papale".

Prima di queste parole, Orieux scrive:"Caterina aveva confuso il calvinismo dei gran signori con quello dei pastori e dei loro umili fedeli. ...Caterina ignorava questo popolo...Per questo popolo la causa del potere regale era definitivamente perduta. ...Il patto secolare era ormai spezzato, non solo con Caterina ma persino con la monarchia."

Attraverso la precisazione di Johnatan, mi sono resa conto che ho usato in modo sbagliato il termine assoluto.
Volevo dire che il potere, il significato della figura del re, per il popolo, era assoluto: il re era l'unto del Signore, quasi un Dio in terra; non semplicemente perchè guariva gli scrofolosi, era qualcosa di più profondo...
I francesi si sentivano un popolo "eletto e amato da Dio, distinto da tutte le altre nazioni anche per l'osservanza alla fede cattolica" ( l'epopea di Giovanna d'Arco si inserisce perfettamente in questo).
Il re rappresentava moltissimo per il popolo dell'epoca, come forse è difficile per noi capire oggi.
Il re non poteva che essere cattolico per i francesi; quando per il popolo, per una parte del popolo, non rappresenta più quello che è sempre stato, ecco che iniziano le incrinature di cui parlavo.

Poi, naturalmente, (e mi sembra di aver capito che questo è successo in ogni epoca storica) i sentimenti del popolo ingenuo e malleabile sono stati usati dai più diversi individui o rivoluzionari per i loro scopi, come ha sintetizzato così bene Anna nel suo commento!

Edited by reine Claude - 26/1/2014, 16:41
 
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view post Posted on 23/1/2014, 13:15
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Marie-Antoinette

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Penso,e spero di non creare polemiche,che un suddito volesse condividere le stesse idee religiose del suo re.
Se questo non accade,in qualche modo non si sente piu' suo suddito,o almeno,non un suddito fedele.
Possiamo trovare le stesse circostanze nell'Inghilterra di Enrico VIII,molti nobili non si sentivano piu' legati al giuramento fatto al re.
Stessa cosa per Enrico IV,per essere re di Francia abiuro' la sua religione,quanto sinceramente non ci e' dato sapere.
Nella stessa Francia rivoluzionaria,chi resto' fedele ai preti refrattari sposo' la causa monarchica. Quelli che si allontanarono dalla fede cattolica e accettarono il giuramento civile del clero,erano fedeli alla causa rivoluzionaria. Sembra una conclusione semplicistica,ma so che non lo e'.
Il libro di Orieux giace nella mia libreria,e ora che la mia curiosita' e' stata solleticata,e' salito in cima alla lista dei libri da leggere.
 
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madamadore1
view post Posted on 25/3/2014, 22:28




Non chiedermi come sia possibile! Il pc mi è andato in palla ed ora non so come togliere uno dei nickname!!!Ci sto facendo capo e spero di provvedere. Non riuscivo a entrare con la password e poi non so che pasticcio è venuto fuori. Passando alla discussione, bhé questo libro potrebbe essere davvero una lettura interessante. Religione e potere hanno avuto un peso enorme sui re di Francia che non avrebbero mai preso il potere senza l'aurea sacrale che li avvolgeva. Quanto al resto, cercherò di provvedere a questa imprevista duplicazione. Non mi ricordo come sia venuta fuori...so solo che non riuscivo a entrare nel nickname. Scusa per i disguidi.
 
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view post Posted on 26/3/2014, 11:00
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Arciduca /Arciduchessa

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Nessun problema, mi chiedevo solo come mai, se eri un utente diverso, usare uno stesso pseudonimo!
Adesso so che sei sempre la stessa madamadorè-Costanza :)

(btw, il libro di Orieux è davvero molto, molto interessante!).
 
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7 replies since 22/1/2014, 11:01   594 views
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