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Libri di questo tipo si chiamano romanzi, biografie romanzate al più: Chandernagor non ha mai nascosto trattarsi di uno scritto di fantasia, del resto scrivere romanzi è il suo mestiere; nella prefazione dell'Allée du Roi scrive chiaro e tondo di avere dato corpo a delle sue sensazioni e a ciò che supponeva che la Vecchia, m.me de Maintenon intendo, potesse aver pensato e provato. Non s'è mai sognata di fare come la signora Pinter in arte Fraser che scrive libri alterando a proprio uso e consumo le fonti che indica peraltro in bibliografia.
Tra l'altro è anche una scrittrice più che discreta: qualcuno, per caso, ha mai fatto le pulci da un punto di vista storico ai romanzi della trilogia dei moshettieri di Dumas (giusto per rimanere nello stesso ambiente)? O alla serie di Angelica, dei Golon? Per arrivare fino a Rioko Ikeda, che di certo non s'è mai sprecata di rimanere aderente alla storia nei suoi lavori, ma che non toglie minimamente il fascino ad un racconto che ha stuzzicato generazioni di lettori e telespettatori. In sostanza: a una persona può anche non piacere un libro che ha letto, è suo pieno diritto, ma non è mica detto chedebba per forza essere colpa dell'autore o di come il libro è stato strutturato. Quanto alla lucidità, veridicità e imparzialità cui ti riferisci: non ho ben chiaro se tu le cerchi in Saint- Simon, specie per quel che riguarda la Vecchia: pur essendo lui uno dei quttro o cinque più grandi scrittori di Francia (incontestabilmente) non è mai stato né obiettivo né imparziale nei confronti di quasi nessuna persona citata nelle memorie; loda a perdita di fiato i suoi amici (Beauvilliers, Rancé, et catera) e seppellisce sotto coltri di veleno i suoi nemici, a partire dai bastardi... immagino che tu possa avere ricordo di quell'immenso canto di odio, degno di una tragedia greca, che è la descrizione del letto di giustizia del settembre 1715 che vede la cassazione del testamento di Luigi XIV e la caduta del duca du Maine? E la scenetta melliflua di Saint-Simon in persona che si complimenta con il conte di Tolosa per l'ottenimento del rango di Principi del Sangue, con la scusa che lui era una persona migliore del fratello? Oddio, che Tolosa fosse poi una persona apprezzabile e Maine no è vero, ma delle parole talmente false e di circostanza uscite dalla bocca di di suo li chiamava "abominio del duplice adulterio" io non le chiamerei esattamente imparziali o veritiere. Figurarsi poi nei confronti di colei che, secondo le sue parole, era quella quella che puliva la cacca dei bastardi (leur ancienne ébreneuse) e che per lui non è mai stata altro, o altro di di meglio, quanto meno: la pitocca rifatta (a torto, visto che in ogni caso era nobile, anche se non di altissimo lignaggio -che poi, lui parla parla, ma era duca da una generazione e mezza-), la figlia del peccato (nata in galera, come se fosse colpa sua), la donna di facili costumi (se il letto di Ninon potesse parlare...), la falsa santa (verissimo, ha sempre tanto fatto la pia per far scordare di essere nipote di uno dei più feroci capi ugonotti) che poi s'è sposata con un altra delle bestie nere del Nostro: il Re in persona. Saint-Simon può essere imparziale nei confronti della Vecchia quanto poteva esserlo colei che avrebbe potuto essere la più grande amica e alleata del duca, se solo lui non avesse considerato sempre lei una crucca ingrata che sputava nel piatto dove mangiava mentre lei vedeva lui come un fastidioso sempre in pretese, eternamente scontento e blasé oltre ogni limite possibile e immaginabile (non andando neanche tanto distante dal vero): Liselotte aveva motivi di versi per detestare profondamente la cognata, molto simili a quelli di Saint-Simon, ma con l'aggiunta dell'amor deluso. |