Maria Antonietta - Regina di Francia

I Savoia

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view post Posted on 18/1/2013, 23:02
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Arciduca /Arciduchessa

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Aspetto volentieri i tuoi contributi! Spero tu possa far luce sui molti punti oscuri delle mie conoscenze e in particolare illuminarmi su quali dei Savoia si siano dedicati al mecenatismo prima del Cinquecento (per esempio sul palazzo ducale di Chambéry: era decorato?, sulla Sainte-Chapelle "originale", cioè prima dei molti rimaneggiamenti; sul Castello Acaja: se non sbaglio doveva esserci un ciclo del grandissimo Jaquerio).

Mi spiace, dubito che io possa aiutarti, Yue. :huh: Mi piacerebbe tanto ma ho letto alcuni tuoi interventi anche in altre discussioni e … sai praticamente tutto!! :D
Inoltre non mi sono mai focalizzata sull’aspetto del mecenatismo dei Savoia nel ‘300-‘400. Poi soffro di memoria volatile :cry: per cui sono andata a tirare fuori dalla polvere i miei libri sullo stato sabaudo. Se c’e’ qualche errore, correggetemi :P

Innanzi tutto, se interessano aspetti artistici del ‘300-‘400, merita sicuramente una visita il Museo Civico di Arte Antica di Torino a Palazzo Madama, dove al piano terreno sono esposte le opere di quel periodo.

Castello Acaja-Savoia di Torino, ora Palazzo Madama


Nel Medioevo il Piemonte e’ politicamente frammentato e instabile. L’idea stessa di “Piemonte” nasce solo nel ‘400 ma non include ancora il marchesato del Monferrato, Saluzzo, parte della regione di Vercelli e tutti i territori a est, sotto l’influenza di Milano.
Nel 1200 i domini della casa Savoia sono per la maggior parte in Francia. Solo una sottile lingua di terra scende dal Moncenisio, attraverso la valle di Susa, per arrivare a Torino.

Nel 1232 Tommaso I acquista il castello di Chambery, che diventa centro dello Stato, e lo amplia e fortifica. Piu’ che essere un mecenate, si preoccupa di creare un sistema di burocrazia signorile che gli assicuri la fedelta’ della corte. Ulteriori ampliamenti sotto Amedeo V.

In questo periodo e durante il secolo successivo, mecenati piu’ attivi furono il marchese di Saluzzo, i vescovi di Vercelli, i conti di Challant in Val d’Aosta.

Amedeo VI e’ il primo dei Savoia che si distingue dai conti precedenti, acquistando visibilita’ e riconoscibilita’ nelle corti d’Europa e d’Italia con il soprannome di Conte Verde, dal colore dei suoi abiti, delle insegne, persino delle vele della nave che lo portera’ in Terra Santa per le Crociate. Rispecchia l’ideale di cavaliere dell’epoca: uomo d’arme, esperto di scherma e abile nel cavalcare e giostrare, formato nel fisico ma anche signore, con il gusto per il divertimento, formato nei valori. Richiama al castello di Chambery mimi, menestrelli, giullari, araldi, trombettieri. La sorella Bianca e’ sposa di Galeazzo Visconti II, anche se questo non impedisce poi l’attacco di Amedeo al cognato quando questi attacca Asti.

Monumento al Conte Verde a Torino


Amedeo VI trasforma il padiglione di caccia di Ripaille (Ripaglia), sul lago di Ginevra, in residenza di villeggiatura per sua moglie Bona di Borbone. L’edifico come appare ora e’ frutto della presenza di Amedeo VIII.

Altro segno dell’interesse per le arti risalente a questo periodo e’ il castello a Torino (Palazzo Madama). La prima struttura era una casa-forte, costruita da Gugliemo VII marchese di Monferrato, inglobando le torri e la porta Fibellona dell’antico centro romano, tutt’ora parzialmente visibile durante la visita. Passato sotto i Savoia, fu ampliato da Ludovico di Acaja-Savoia, signore di Torino, a inizio ‘400 quando venne meno, in parte, la funzione difensiva e sorse invece la necessita’ di aumentare le sale residenziali e di abbellirle: aggiunge anche il falconerio, il giardino e l’orto nel fossato, di recente recuperati (io li adoro: sei nel cuore di Torino ma ti sembra di essere catapultato nel pieno del Medioevo e ti aspetti da un momento all’altro di veder sbucare un conte o una dama :woot: )

Castello degli Acaja-Savoia

Giardino di Palazzo Madama


Si deve sempre a Ludovico di Acaja-Savoia la fondazione dello Studio a Torino, nel 1404, centro attivo di cultura anche se solo nel Settecento con Vittorio Amedeo II divenne una moderna Universita’ tra le piu’ importanti in Italia.

Jaquerio, pittore principale del XV secolo in Piemonte, interessante artista europeo del tardo gotico, lavoro’ su commissione di Ludovico d’Acaja-Savoia e di Amedeo VIII (Felice V, nella sua parentesi da “papa”), primo duca dei Savoia.
Il suo lascito maggiore e’ il ciclo di affreschi alla precettoria di Sant’Antonio di Ranverso (Rosta, TO), dove si trovano la Salita al Calvario nella sacrestia e la Madonna in trono nel presbitero, che reca la sua firma.

Sant'Antonio di Ranverso

ciclo di Jaquerio: Madonna in trono e Salita al Calvario




Sono capitata di fronte a questa bellissima abbazia per caso, attratta da un viale alberato lungo una strada per il resto anonima, mentre mi recavo alla Sacra di San Michele. Figuriamoci se noi piemontesi (e italiani) valorizziamo quello che di bello abbiamo!!! :angry: :angry: :angry: Non c’era neanche un’indicazione :o:
L’abbazia e’ bellissima, in mezzo alla natura. Ci sono volute 3 visite per poter vedere gli affreschi ma ne e’ valsa la pena: mi hanno colpito il disegno e i colori vivaci :woot: . Da quell’incontro fortuito ho iniziato ad interessarmi a Jaquerio.

A Palazzo Madama sono conservate 2 tavole di Jaquerio con le storie di San Pietro.Lavora anche a Ginevra e a Thonon per Amedeo VIII. Nel 1415-18 Amedeo VIII e’ prima conte e poi duca di Savoia e Jaquerio e’ in Piemonte per lavori alle vetrate del castello di Pinerolo, oggi in stato di abbandono. Nel 1426 decora la cappella del castello di Thonon per i Savoia. Decora anche la camera da letto del principe Ludovico d’Acaja nel castello a Torino ma l’affresco e’ andato perduto del tutto. Il suo intervento al castello e’ documentato da un pagamento del 1418.

San Pietro


(continua...)
 
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view post Posted on 19/1/2013, 00:33
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(mecenatismo Savoia - parte 2)

A Chambery sono stata parecchi anni fa, oltretutto con visita guidata in francese (e io non so il francese! :( ) e quindi ho pochi ricordi. Devo metterre in agenda un nuovo viaggetto in moto a Chambery :lol: … e un corso accelerato di francese :rolleyes: . Mi ricordo l’aspetto massiccio di fortificazione e lo sconcerto nello scoprire il castello sede di non so quale ufficio amministrativo :unsure:.
La Saint Chapelle del castello, dove fu ospitata la Sindone, fu commissionata da Amedeo VIII, figlio di Bona di Berry e sposo di Maria di Borgogna. Originali dell’epoca sono solo il coro gotico e il soffitto con la bellissima volta a stella a tromp l’oeil (notevole!)


Amedeo VIII


I frequenti imparentamenti con le vicine case Berry, Valois, Borgogna affinarono i gusti e il livello culturale della corte. In particolare furono commissionati lavori di oreficeria e furono raccolti testi preziosi. Sia Jean Bapteur sia Peronet Lamy furono pittori e miniaturisti alla corte ducale sabauda. Lamy illustra i messali di Amedeo VIII; Bapteur era anche regista delle feste. La Bibliotreca del castello di Chambery contava 300 opere tra cui il manoscritto dell’Apocalisse (ora all’Escorial), disegnato da Bapteur e Lamy per Amedeo VIII, e il Très Riches Heures du Duc de Berry, che tutti conoscerete come un capolavoro :woot: Qui il ruolo dei Savoia e’ marginale ma significativo dell'interesse verso l'opera: Carlo I, discendente alla lontana di Jean de Berry incarica J.Colombe di terminare l’opera rimasta incompiuta in minima parte alla morte del primo committente e degli autori.

Très Riches Heures


Nella seconda parte del ‘400, opera per i Savoia anche il borgognone Antoine de Lonhy, sotto la committenza di Amedeo IX il Pacifico. Nel 1462 e’ al castello sabaudo di Avigliana. La sua tavola della Trinita’ si trova a Palazzo Madama. Si occupo’ anche delle vetrate, di disegni per ricami e illustro’ codici miniati (il suo codice” Breve dicendorum compendium” richiesto dai Savoia e’ nella Biblioteca Universitaria di Torino). Esegui’ un ritratto di Amedeo IX.


Amedeo IX ritratto da A. de Lonhy

Breve dicendorum compendium


All’inizio del ‘500 alla corte sabauda arrivano solo minime influenze dal Rinascimento italiano e dalla vicina Lombardia, attraverso le opere di Defendente Ferrari e di Spanzotti.

Giovanni Martino Spanzotti, piemontese, chiede la cittadinanza a Torino nel 1513. Importa la prospettiva in piemonte. Dal 1494 e’ in rapporti con la corte sabauda di Iolanda di Valois o di Francia, moglie di Amedeo IX, nota anche come duchessa Jolanda di Savoia. Nel 1508 gli viene commissionato il Battesimo di Cristo, per la sagrestia del Duomo rinascimentale.

Defendente Ferrari era pittore attivo soprattutto ad Avigliana ad inzio del ‘500.
Il fatto che i centri di Avigliana, Pinerolo, Chambery, Thonon furono centri di attrazione per artisti e’ sintomo che la corte fino alla seconda meta’ del ‘500 e’ ancora spesso itinerante. Per questo le residenze sono male attrezzate per ospitare il conte/duca e i nobili del suo seguito. Torino e’ ancora un piccolo centro, per lo piu’ rurale, minore rispetto ad altri nel Piemonte.

Per finire il quadro del ‘400 a fine secolo, Jolanda di Savoia decora il castello di Torino con tessuti e arazzi provenienti da Arras e Bruxelles, andati dispersi. Amante dell’arte, durante la sua reggenza, la duchessa commissiona molte opere, quali l’ospedale a Chambery, ospizi, conventi, ampliamenti del castello di Moncalieri.

La prima meta’ del ‘500 e’ un periodo tormentato per i Savoia, che rischiano di perdere territori e indipendenza. Solo con Emanuele Filiberto I, figlio di Carlo II e di Beatrice di Portogallo, sposo di Margherita di Valois, sorella di Enrico II, riprende l’interesse per l’arte.
Egli e’ uomo dal portamento regale e di cultura, di interesse enciclopedico che spazia dalle armi alle arti alle scienze (discuteva di matematica e astrologia, si interessava di strumenti scientifici). Attrae letterati ed artisti e compie acquisti sui mercati.
Pittore di corte e’ Giacomo Rossignolo. Alla sua corte operano anche l’orafo Mario d’Aluigi da Roma e, per i ritratti di corte, Giacomo Vighi l’Argenta, Alessandro Ardente e il fiammingo Giovanni Carracha. Sono andati persi due ritratti fatti da Tiziano.
Il duca invito’ a Torino il Palladio che poi gli dedico’ il terzo libro della Architettura.

Emanuele Filiberto detto Testa di Ferro, Giacomo Vighi detto l'Argenta


Filiberto sposta definitivamente la sede del ducato a Torino, non per spirito d’italianita’ (l’immagine di E.F. come precursore del Risorgimento italiano e’ pura fantasia :cd08785afu4.gif: ) ma per l’intuizione che verso l’Italia ci sarebbe stata possibilita’ di espansione; difficilmente, invece, verso la Francia, dato il formarsi di un forte Stato unitario.

Ma ormai il ‘500 e' al termine. Torino si sta avviando verso la sua eta’ dell’oro, il Sei e Settecento, con artisti del calibro di Carlo e Amedeo di Castellamonte, Benedetto Alfieri, Guarino Guarini, Juvarra, Cignaroli, Piffetti, Pelagio Pelagi… per citare i primi che mi vengono in mente.
Maria Cristina di Francia, sorella di Luigi XIII, duchessa reggente di Savoia alla morte del marito Vittorio Amedeo I, prima Madama Reale, descrive le linee guida della politica artistica della corte sabauda in questo periodo: “Fu sempre particolar pensiero dei Principi grandi la magnificenza delle Fabbriche. Magnificenza in quella parte che ha per fine l’Eternita’, l’Utilita’ e il Decoro, ed ha per oggetto le Fabbriche, quali con la mole loro rendono immortale il nome degli edificatori, con la costruzione, utilita’ a’Popoli, e con la proporzione e Simmetria, ornamento e decoro alle citta’.”

Ed e’ cosi’ che Rousseau, arrivato per caso a Torino, in fuga da Ginevra, descrive l’immagine di Torino dalla collina ad inizio 1700 come “il piu’ bel quadro su cui l’occhio umano possa posarsi”.

Chi e’ arrivato fino qui senza addormentarsi e’ BRAVISSIMO :D
Ciao
 
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yolande84
view post Posted on 19/1/2013, 18:43




CITAZIONE (*§Yue§* @ 15/1/2013, 22:35) 
CITAZIONE (yolande84 @ 15/1/2013, 21:32) 
Si ma quello dei Savoia si mantenne pur sempre uno stato indipendente. Non si puo' fare in questo senso il paragone con una città che peraltro a partire dal 500 non fu piu' indipendente, se non apparentemente. Il contesto storico-politico è molto differente.

Io ovviamente parlavo di Siena prima della conquista medicea (c'è ben poco di rilevante dopo). E mi riferivo allo stesso contesto-storico politico, cioè il Tre-Quattrocento. I Comuni erano liberi esattamente come lo erano le piccole signorie e i piccoli principati ed erano tutti a rischio conquista (sia da parte degli altri comuni/signorie) sia da parte delle grandi potenze (e anzi, i Comuni tendenzialmente erano quelli più in pericolo). La contea/ducato dei Savoia non era messo peggio di altri; quello che cerco di trasmettere è semplicemente un dato: non parteciparono alla stessa congerie culturale dei loro contemporanei italiani (banalmente anche a livello linguistico: Dionisotti nella sua celebre Geografia e storia della letteratura italiana esclude il Piemonte e la Liguria), ma nemmeno a quella della corte di Francia.

Hai ragione quando dici che hanno incanalato tutte le loro energie sul piano politico/militare, ma questo non giustifica del tutto (anzi, per niente e spiego perché) il loro disinteresse sul piano culturale. Gian Galeazzo Visconti fece guerra a destra e a manca e allo stesso tempo fu un mecenate eccezionale, nello stesso esatto periodo Firenze si difendeva con tutte le sue forze dal Visconti e si apprestava a conquistare Siena (e stiamo parlando dei primi decenni del Quattrocento, ovvero uno dei momenti chiave a livello storico-artistico).
Credo che sia semplicemente una constatazione: per lungo tempo i Savoia si sono disinteressati alla politica delle immagini e delle lettere, prendendo una strada completamente diversa dalla norma che si afferma proprio nel Medioevo: il potere costituito fa politica anche con l'arte. I loro vicini saluzzesi ci hanno lasciato un romanzo cavalleresco scritto di pugno da Tommaso III e uno dei più bei cicli di affreschi cortesi al castello della Manta, giusto per fare un esempio a loro più vicino sia geograficamente sia culturalmente (entrambe le corti erano di cultura francese). Poi le mosche bianche ci sono: per esempio so che Bianca di Savoia, sposa di Galeazzo II Visconti, fu una donna coltissima e promotrice delle lettere. Però nel complesso l'interesse della corte sabauda verso la cultura sfugge per diversi secoli...
È anche per questo che trovo interessante (e tempo permettendo approfondirò) la loro vicenda sei-settecentesca: finalmente cercano di aggiornarsi e lo fanno in grande. L'edificazione della nuova Torino quasi interamente barocca ne è l'esempio più splendido.

Infatti criticavo l'affermazione secondo cui i Savoia sarebbero stati dei mediocri sovrani dal punto di vista culturale , tanto da non riuscire ad imporsi sul piano internazionale. Direi che è un'affermazione cosi categorica e buttata li' che è fortemente criticabile. Innanzi tutto perchè se il loro interesse verso la cultura sfugge per secoli ,come dici tu, si riprende poi, ed è chiaro ed evidente per tutti. E' normale che ogni stato attraversi delle fasi : L'Italia che è nel massimo del suo splendore durante il Rinascimento, perde in seguito il primato,la Spagna domina a cavallo del XVI secolo, per cadere in declino successivamente,per esempio. La Francia domina il XVII secolo , il XVIII è il secolo dell'Inghilterra e della Prussia.
Nella fase di maggior potenza di uno Stato, (e , secondo me, è molto importante prendere in considerazione anche il quadro politico,in questa analisi) c'è spesso una contemporanea fioritura della cultura, e per far si che cio' avvenga ,come sappiamo, contribuiscono tante cause , che non sono solo i buoni talenti di mecenati di una singola famiglia. Nel caso specifico dei Savoia, va tenuta in conto qualche attenuante, prima di bollarli di mediocrità o di " ritardo" nella corsa all'arricchimento del patrimonio culturale : innanzi tutto è DIFFICILE, per uno stato in quella posizione geografica ,con tutti i problemi che ne derivano, riuscire a mantenere per secoli l'indipendenza,(cosa che non è riuscita a famiglie come i Visconti, o alla città di Firenze , comunque) con buoni risultati sul piano politico/diplomatico e in piu' avere le risorse /le energie/l'interesse per diventare uno stato competitivo anche dal punto di vista cultulare, tanto piu' se confrontato con grandi potenze. Infatti, e sempre secondo me, non è un caso, che proprio con la fine della guerra di successione spagnola ,(e chi conosce un po' di storia generale come te sa benissimo quali privilegi e concessioni ottengono i Savoia), che viene impiegato lo Juvarra, architetto apprezzato anche a Roma e successivamente in Spagna, per un progetto di rinascita architettonica di uno stato che era finalmente riuscito ad imporsi sul piano internazionale, e volgeva l'interesse quindi alle arti.

Comuque Yue, nel rispetto di ogni punto di vista, è bello confrontarsi con chi come te, si sa muovere avanti e indietro nei secoli e quindi nella storia. Non si rischia di essere troppo categorici, perchè si ha la possibilità di mettere a confronto varie situazioni, vari luoghi, e periodi :ne escono analisi piu interessanti, perchè comparate.

Edited by yolande84 - 20/1/2013, 13:03
 
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estella
view post Posted on 19/1/2013, 22:08




Ho letto tutto il topic ma c'è un punto che si tende a dimenticare e che è, almeno per quanto mi riguarda, alla base del mancato mecenatismo di casa Savoia.
Il Piemonte aveva conservato un'impalcatura feudale e i Comuni avevano avuto scarsa fioritura. Le città erano rimaste rachitiche; Torino, per esempio, in epoca medievale non era che un borgo di montanari. A dominare non era la borghesia urbana, con i municipi e le magistrature democratiche, ma i signorotti franchi. Nei castelli in Piemonte si respirava ancora la cavalleria. Conti, marchesi si alleavano tra loro, si univano in matrimonio, si tradivano e si contendevano provincie e fortezze da aggiungere ai loro possedimenti. Nei castelli dei Savoia l'aristocrazia non era molto diversa da quella della Francia meridionale, anzi diciamo più rozza e ignorante.
Tutto questo quando oltre il Ticino cominciava un altro mondo: quello dei liberi Comuni che già da un pezzo avevano surclassato il concetto di castello e sovrapposto una società cittadina e mercantile a quella agraria e militare del Medio Evo. Insomma i Savoia subirono il Rinascimento solo per contagio. Vivevano in un mondo totalmente diverso.
Di fatto, casa Savoia fu una schiatta militare e agraria, con il chiodo fisso di aggiungere terre e domini attraverso piccole astuzie e giochi politici. La cultura finì quindi in secondo piano, avevano altri pensieri e ambizioni.
Tra le sue fila non mancano personaggi colti. Ad esempio Carlo Emanuele I s'intendeva d'arte, parlava diverse lingue, scriveva poesie e aforismi militari, leggeva i classici...insomma sarebbe stato un ottimo mecenate se ne avesse avuto il tempo, ma gli affari di governo non gli davano tregua, l'assorbivano tutto il giorno e spesso lo tenevano sveglio anche la notte.
Sta di fatto che, rozzi o no, mecenati o no, i Savoia, a differenze di grandi dinastie passate alla storia per l'arte e la cultura rimasero in piedi per un pezzo. Il fatto che non avessero soldi per dedicarsi alla cultura la trovo una scusa. Non avevano interessi di questo tipo e si dedicarono alla Stato, tutto qui! Probabilmente furono più pragmatici e sparagnini di altri. Anche Isabella d'Este non aveva un quattrino per pagare gli artisti, eppure accumulò tesori senza spendere nulla. Bembo, Ariosto, Bernardo Tasso, scrissero gratis per lei. Insomma, questo per dire che la tesi della mancata cultura a causa delle casse dello stato vuote in Piemonte, fa un po' acqua.

CITAZIONE
4) In ultimo, direi anche che i Savoia, a differenza di altre casate, non ebbero bisogno di legittimazione attraverso opere d’arte o di letteratura che facessero risalire le loro origini a eroi e divinita’ dell’antichita’ per legittimare il proprio potere. Umberto Biancamano ottenne il titolo di conte direttamente nell’anno 1000 da Corrado II Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Borgogna.

Non fecero uso di opere d'arte o di letteratura per essere legittimati ma di inventarsi un'origine tutta italiana attraverso l'aiuto di storiografi aulici a partire dal XVII secolo si! Il tutto per ragioni dinastiche (e qui rientra il chiodo fisso dell'ambizione territoriale e dinastica). Secondo questa tesi, Umberto Biancamano sarebbe stato un lontano discendente degli Anscarici; secondo altri Biancamano era un lontano discendente di Bosone d'Autun, re della Borgogna Cisgiurana e figlio di Amedeo, capostipite di una seconda linea che signoreggiò nella Savoia-Belley. Sta di fatto che la discendenza dei Savoia può essere ricostruita in maniera attendibile soltanto da Umberto Biancamano.

Comunque, a dispetto di quanto detto citerei un passo del De Brosses che in visita a Torino sentenziò:"Torino mi sembra la più bella città d'Italia, e forse d'Europa. E' vero che non vi si trova, o per lo meno è raro, quel grande stile architettonico che domina in alcuni monumenti delle altre città; ma non vi è neppure il fastidio di vedere delle capanne a fianco dei palazzi."
E questa è una testimonianza importante perché va oltre i valori estetici ed i gusti personali. La mancanza di contrasti architettonici era la plastica riprova della mancanza, o almeno dell'affievolimento dei contrasti sociali. I signori erano meno signori, e la plebe era meno plebe che altrove.
 
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-enry1973
view post Posted on 19/1/2013, 23:10




Gli Asburgo ebbero un territorio altrettanto difficile da governare, mantennero la loro indipendenza e trovarono il tempo per fare anche po' di arte...
 
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view post Posted on 20/1/2013, 00:00
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Arciduca /Arciduchessa

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Ciao,

grazie per gli ultimi due contributi.

Non riporto l'intervento di yolande perche' concordo appieno con lei: inutile quotarlo tutto :D

Ho gradito molto anche l'intervento di Estella che chiarisce un aspetto che in effetti avevo dato per scontato.
CITAZIONE
Il Piemonte aveva conservato un'impalcatura feudale e i Comuni avevano avuto scarsa fioritura. Le città erano rimaste rachitiche; Torino, per esempio, in epoca medievale non era che un borgo di montanari.

A inizio '400 questo era il numero di abitanti delle principali citta' dei territori italiani e francesi dei Savoia: Chieri, Vercelli e Ginevra erano le uniche a superare i 5000 abitanti. Chambéry, Losanna, Pinerolo e anche Torino avevano circa 3000 abitanti.
"I contadini lavoravano a giornata nei poderi dei cittadini, chiara prova della caratteristica impronta rurale che Torino aveva ancora nel Quattrocento. Fienili, pagliai, stalle si trovavano ancora nelle vie strette e tortuose che ricalcavano i cardini e i decumani romani" (da "Storia di Torino", F. Cognasso)
Beh, poi la vediamo diversamente sul discorso della mancanza di fondi in casa Savoia in relazione con il mediocre mecenatismo fino al Seicento.... ma questa e' la ricchezza del confronto :)

CITAZIONE
Comunque, a dispetto di quanto detto citerei un passo del De Brosses che in visita a Torino sentenziò:"Torino mi sembra la più bella città d'Italia, e forse d'Europa. E' vero che non vi si trova, o per lo meno è raro, quel grande stile architettonico che domina in alcuni monumenti delle altre città; ma non vi è neppure il fastidio di vedere delle capanne a fianco dei palazzi."

Estella, posso chiederti a che anno risale la visita di De Brosses a Torino e questo suo commento? Grazie.
Siamo comunque nel Settecento e, in effetti, c'e' molta differenza tra la Torino del Cinquecento e quella del Settecento-Ottocento, quando anche Torino viene inserita tra le mete del grand tour.
Questi alcuni commenti di stranieri in visita a Torino in questo periodo (citazioni estratte dal saggio "La corte dei Savoia: disciplinamento del servizio e delle fedeltà" di P.Bianchi):
- Torino come sede di una corte tutt’altro che noiosa, anzi una delle più «disinvolte» d’Europa, e anfibia, dove cioè «la lingua francese non è meno conosciuta dell’italiano» (m. misson, Voyage d’Italie (1688))
- Torino come centro di vita cortigiana molto meno sfarzosa rispetto non solo all’esempio francese, ma a quello di diverse altre realtà, eppure estremamente elegante, e in ciò non seconda a nessuno (n. mirabal, Voyage d’Italie et de Grèce, avec une dissertation sur la bizarrerie des opinions des hommes (1691))
- Torino che, secondo alcuni, per la bellezza della sua corte e per la «galanteria» dei suoi nobili, poteva essere detta una «piccola Parigi» (f. deseine, Nouveau voyage d’Italie contenant une description exacte de toutes les provinces, villes et lieux considérables, Jean Thioly, Lyon 1699)
- Milles, antiquario e archeologo proveniente dalle scuole di Eton e di Oxford, ritornando nel 1734 da Venezia a Londra, apprezzo' la vitalità e la modernità dei costumi torinesi, compresi quelli della corte e nei suoi appunti di viaggio scrive «La gente per la maggior parte parla francese e segue i costumi e le mode francesi. La corte di Torino è considerata una delle più raffinate in Europa»
 
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view post Posted on 20/1/2013, 00:48
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Arciduca /Arciduchessa

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Scusate questo intervento che di storico-artistico ha poco ma e' molto personale. Lo dico subito, cosi' chi non e' interessato al mio stato d'animo puo' passare oltre, senza leggere questo fuori tema.

CITAZIONE
Dalla tua esposizione mi sembra di capire che intendi giustificare in ogni modo la mancanza dello spirito di mecenatismo tra le fila dei duchi sabaudi......

Ma... forse sono un po' troppo sensibile ma questa frase mi ha fatto un po' male. :(
Le giustificazioni le facevo quando andavo a scuola ;) ... e le facevo per me. Ci tengo a dire che non sono una fan dei Savoia, non sono il loro avvocato difensore, non appartengo alla loro casata. Non ho nessun interesse a giustificarli.
Semplicemente sono nata e vivo in Piemonte, ho avuto occasione di visitare piu' volte i luoghi d'arte legati ai Savoia (Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Superga, il Valentino, Venaria Reale, il parco della Mandria con gli appartamenti privati di Vittorio Emanuele II, Stupinigi, Racconigi, il castello di Aglie', Rivoli, la Villa della Regina, castello di Moncalieri, di Pollenzo, di Govone) e ne ho sempre ricevuto una sensazione di benessere: vi ho sempre trovato la "bellezza", che per me e' molto importante (vedi firma sotto :)). In realta', non e' vero: nel castello di Rivoli la bellezza proprio non sono riuscita a trovarla :(
Da li' mi sono documentata sulla loro storia. Tutto qui.

Di fronte ad un dato di fatto che mi avete fatto notare in molti, e che riconosco come un dato storico reale e non un parere personale, ho cercato di non fermarmi al "il mecenatismo del '300 e '400 e' scarso", ma ho cercato di inquadrare il dato storico nel contesto dell'epoca, cercando cause ed effetti.
Ho sempre usato questo approccio con la storia: cercare le relazioni, le cause, gli effetti e le spiegazioni aiuta a capire (non a giustificare) quello che e' successo.... e magari a capire meglio quello che sta succedendo oggi.
Sto leggendo il libro di Alice sulla Parigi di Maria Antonietta e proprio ieri sera ho letto il brano in cui l'autrice ritrova nella scarsa preparazione all'essere regina, nella sua infelicita' di donna e di madre mancata, nel suo carattere alcune delle cause della sua incapacita' di comprendere la situazione del suo popolo e del suo rinunciare ad esercitare alcuni dei doveri della sovrana. Ecco: per me questa e' una ricereca di cause e motivi piu' che legittima, non una giustificazione.
Accetto la critica sulla mia analisi delle cause, come ha fatto estella nel suo intervento, ma mi spiace se viene messo in discussione il metodo. Spero sia solo un fraintendimento dovuto al mezzo comunicativo usato.
 
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estella
view post Posted on 20/1/2013, 00:49




Il De Brosses visitò Torino nel 1740.
Ti riporto il passo completo:"Torino mi sembra la più bella città d’Italia e forse d’Europa, per l’allineamento delle sue strade, la regolarità dei suoi fabbricati e la bellezza delle sue piazze delle quali la più nuova (Piazza San Carlo) è cinta di portici.
E’ vero che non si trova più qui, o per lo meno è raro, quel grande stile architettonico che domina in alcuni monumenti delle altre città, ma non vi è neppure il fastidio di vedere delle capanne a fianco dei palazzi.
Qui, niente di estremamente bello, ma tutto uguale e nulla di mediocre, fatto che crea un insieme, piccolo in verità, perché la città è piccola, ma gradevole."
 
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view post Posted on 20/1/2013, 01:04
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Arciduca /Arciduchessa

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Grazie, Estella: velocissima :)
 
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Antoine80
view post Posted on 20/1/2013, 11:28




CITAZIONE (Maria Clotilde @ 20/1/2013, 00:48) 
Scusate questo intervento che di storico-artistico ha poco ma e' molto personale. Lo dico subito, cosi' chi non e' interessato al mio stato d'animo puo' passare oltre, senza leggere questo fuori tema.

CITAZIONE
Dalla tua esposizione mi sembra di capire che intendi giustificare in ogni modo la mancanza dello spirito di mecenatismo tra le fila dei duchi sabaudi......

Ma... forse sono un po' troppo sensibile ma questa frase mi ha fatto un po' male. :(
Le giustificazioni le facevo quando andavo a scuola ;) ... e le facevo per me. Ci tengo a dire che non sono una fan dei Savoia, non sono il loro avvocato difensore, non appartengo alla loro casata. Non ho nessun interesse a giustificarli.
Semplicemente sono nata e vivo in Piemonte, ho avuto occasione di visitare piu' volte i luoghi d'arte legati ai Savoia (Palazzo Reale, Palazzo Madama, Palazzo Carignano, Superga, il Valentino, Venaria Reale, il parco della Mandria con gli appartamenti privati di Vittorio Emanuele II, Stupinigi, Racconigi, il castello di Aglie', Rivoli, la Villa della Regina, castello di Moncalieri, di Pollenzo, di Govone) e ne ho sempre ricevuto una sensazione di benessere: vi ho sempre trovato la "bellezza", che per me e' molto importante (vedi firma sotto :)). In realta', non e' vero: nel castello di Rivoli la bellezza proprio non sono riuscita a trovarla :(
Da li' mi sono documentata sulla loro storia. Tutto qui.

Di fronte ad un dato di fatto che mi avete fatto notare in molti, e che riconosco come un dato storico reale e non un parere personale, ho cercato di non fermarmi al "il mecenatismo del '300 e '400 e' scarso", ma ho cercato di inquadrare il dato storico nel contesto dell'epoca, cercando cause ed effetti.
Ho sempre usato questo approccio con la storia: cercare le relazioni, le cause, gli effetti e le spiegazioni aiuta a capire (non a giustificare) quello che e' successo.... e magari a capire meglio quello che sta succedendo oggi.
Sto leggendo il libro di Alice sulla Parigi di Maria Antonietta e proprio ieri sera ho letto il brano in cui l'autrice ritrova nella scarsa preparazione all'essere regina, nella sua infelicita' di donna e di madre mancata, nel suo carattere alcune delle cause della sua incapacita' di comprendere la situazione del suo popolo e del suo rinunciare ad esercitare alcuni dei doveri della sovrana. Ecco: per me questa e' una ricereca di cause e motivi piu' che legittima, non una giustificazione.
Accetto la critica sulla mia analisi delle cause, come ha fatto estella nel suo intervento, ma mi spiace se viene messo in discussione il metodo. Spero sia solo un fraintendimento dovuto al mezzo comunicativo usato.

Su, su, non è il caso di prendersela, il mio intervento non era certo offensivo nei tuoi confronti. Anche io sono nata e cresciuta in Piemonte e i Savoia mi interessano così come le altre famiglie regnanti d'Italia nel quadro della cultura italiana rinascimentale, del resto la relazione tra arte e società è il mio campo di studi, per cui non potrebbe essere altrimenti :D
Tu hai scritto che i motivi per cui i Savoia non sono stati grandi mecenati fino al XVII secolo sono, tra le altre cose, il fatto di essere una corte itinerante e il problema di essere un piccolo Stato in balia di Francia e Spagna; ragioni che in realtà li accomunavano alle altre corti che invece hanno fatto del mecenatismo la propria arma di successo internazionale. Mi sembra piuttosto limitativa un'esposizione del genere, per cui mi è sembrata dettata più da un sentimento patriottico che da una obiettiva analisi di ciò che era la conformazione geografico-politica dell'Italia delle corti. Questo è quanto.
 
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Ophelyee
view post Posted on 20/1/2013, 11:46




Non entro nel merito della discussione ma questi topic corredati da immagini mi piacciono moltissimo.
 
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yolande84
view post Posted on 20/1/2013, 14:25




CITAZIONE (-enry1973 @ 19/1/2013, 23:10) 
Gli Asburgo ebbero un territorio altrettanto difficile da governare, mantennero la loro indipendenza e trovarono il tempo per fare anche po' di arte...

I prussiani invece, che ebbero davvero un territorio difficile da governare in una situazione molto piu analoga ai Savoia che non gli asburgo,non lo trovarono. Ebbene?Il punto qui è che non è chiaramente possibile COMPARARE uno Stato della dimensione di quello dei Savoia, con i problemi che ne derivavano ,con grandi Stati come la Francia , la Spagna o gli Asburgo ( che per altro si dedicarono a piene mani all'aspetto artistico solo dopo aver raggiunto la stabilità : La detenzione del titolo di Imperatori del Sacro Romano Impero e quello di Re d' Ungheria EREDITARI arrivano in età moderna e soltanto dopo inizio' il grande sviluppo artistico !) , sottolineando che nemmeno si critica per il distinguio di merito, ma di FAMA! Che i Savoia furono sovrani un po' rozzi , che non fossero grandi mecenati , e che comparati con il panorama italiano ne escono piuttosto malridotti sotto questo punto di vista, è evidente per tutti. Ma il punto è che criticarli perchè non sono riusciti ad infondere fama internazionale allo Juavarra, come invece ha fatto Luigi XIV con l'opera di un Mansart, comparare un Re Sole ad un Vittorio Amadeo...sfugge un analisi completa di tanti fattori, ed è fortemente limitativo in questo senso un paragone tra due dinastie, due stati tanto diversi fra loro!
 
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view post Posted on 20/1/2013, 22:16
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Arciduca /Arciduchessa

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Che i Savoia furono sovrani un po' rozzi , che non fossero grandi mecenati , e che comparati con il panorama italiano ne escono piuttosto malridotti sotto questo punto di vista, è evidente per tutti. Ma il punto è che criticarli perchè non sono riusciti ad infondere fama internazionale allo Juavarra, come invece ha fatto Luigi XIV con l'opera di un Mansart, comparare un Re Sole ad un Vittorio Amadeo...sfugge un analisi completa di tanti fattori, ed è fortemente limitativo in questo senso un paragone tra due dinastie, due stati tanto diversi fra loro!

Come sempre fin'ora, mi ritrovo nei tuoi commenti, yolande :)

Un grazie ad Antoine per la tua spiegazione: no problem :)

Lo stereotipo di una corte sabauda noisosa, arretrata culturalmente, chiusa e provinciale e' valido in alcuni momenti della millenaria storia dei Savoia, in altri e' inappliccabile. Appena sono riusciti a godere di una situazione politica relativamente stabile, non dico senza guerre e minacce esterne, ci hanno lasciato opere che ancora oggi mi affascinano :D
Ci sono citta' in cui ho lasciato il cuore, per i loro monumenti e musei, e in cui appena posso torno (Firenze, Roma, Mantova, Ascoli ... le prime che mi vengono in mente) e non mi piace impostare un discorso storico-artistico su una classifica :P Ogni citta', ogni civilta' ha le sue peculiarita' e quando sono a Mantova non penso "pero' e' meno bella artisticamente di Firenze" (e' un esempio a caso!) ma cerco di viverne l'atmosfera, di documentarmi e di cogliere la sua peculiarita'.
Cosi' credo che i Savoia abbiano aspetti loro peculiari, da indagare, senza fare classifiche.
Ciao
 
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Antoine80
view post Posted on 20/1/2013, 22:35




Io personalmente non ho inteso fare una classifica, la mia analisi era del tutto scevra da classismi di sorta. Ci sono corti che in alcune epoche hanno brillato meno di altre e questo, per quanto mi riguarda, non fa di esse oggetto di scherno o rimprovero da parte dei posteri ;)
 
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view post Posted on 20/1/2013, 23:18
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Arciduca /Arciduchessa

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Veniamo alla notizia farlocca, alla notizia balenga, come dice la Littizzetto? Cosi’, per alleggerire un poco la discussione :lol:

Chi era Vittorio Emanuele II? Il figlio di Carlo Alberto di Savoia e Maria Teresa di Asburgo-Lorena. Siamo sicuri?

E’ una ipotesi di cui sarete sicuramente a conoscenza ma che riassumo per sommi capi.
Vittorio Emanuele ha due anni quando si trova con la famiglia a Poggio Imperiale a Firenze, nel 1822. E’ luglio, fa caldo e ci sono tanti insetti. Allora la balia, tale Teresa Zanotti Rasca, con un colpo di genio :o: , decide di scacciare le zanzare dal letto dove dorme il bambino con una candela accesa ma sbaglia le misure e incendia le lenzuola del letto. La nutrice allora si getta sul letto per salvare il principe ma, cosi’ facendo, il fuoco la avvolge: morira’ dopo qualche giorno di agonia.

E il bambino? Secondo un’illazione, che circolava anche presso ministri e politici autorevoli come D’Azeglio e lo stesso Cavour, l’erede sarebbe morto anch’egli nell’incidente e sarebbe stato prontamente “sostituito” con il figlio di pari eta’ di un popolano, un macellaio, sulla cui identita’ ci sono diverse versioni. Sembra che, proprio in quei giorni, il macellaio di Poggio Imperiale, Tanaca, ebbe un colpo di fortuna improvviso. La successione in casa Savoia e’ regolata in base alla legge salica, che esclude dal trono le donne. Tra l’altro i Savoia spesso si trovarono in situazioni difficili per la trasmissione del titolo dato il numero scarso di figli maschi nati e sopravvissuti.
E’ anche vero pero’ che la Regina Maria Teresa, all’epoca dell’incidente, era incinta: nascera’ a novembre il secondogenito, Ferdinando.

Certo che, se guardiamo all’aspetto fisico dei protagonisti di questa vicenda, resto davvero perplessa.
Carlo Alberto era altissimo, oltre 2 metri, asciutto, biondo, colto, di portamento elegante. Anche la madre era alta, elegante e cosi’ sara’ anche Ferdinando.
Vittorio Emanuele II era basso, rubicondo, con la tendenza da ingrassare, davvero poco aristocratico nei modi e poco raffinato nei gusti.

Ecco i ritratti:

Carlo Alberto


Maria Teresa d'Asburgo Lorena


Ferdinando di Savoia duca di Genova


Vittorio Emanuele II


Tra l'altro, in questa luce, il matrimonio del figlio di Vittorio Emanuele, Umberto I, con la cugina di primo grado Margherita di Savoia, sarebbe servito per riportare il sangue della casata Savoia sul trono.

Secondo ipotesi piu’ recenti, addirittura, il principino sarebbe sopravvissuto all’incendio e avrebbe vissuto in Toscana una vita anonima, senza corona (spero che il link funzioni, e' la prima volta che provo a linkare un articolo):
http://www.saturnonotizie.it/news/leggi/31...epolto-qui.html
Mi piacerebbe sapere quali sono le vostre opinioni e se avete notizia di prove definitive in un senso o nell’altro.
Ciao
 
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170 replies since 15/1/2013, 14:21   13400 views
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