CITAZIONE (elena45 @ 7/7/2013, 10:50)
Io penso che le donne nell'arte sarebbero state molte di più se fossero state libere di farlo. Ma ve l'immaginate voi nel passato una ragazza sporca di colori e, magari, abituata a frequentare una bottega con molti uomini rappresentare una fanciulla da marito? O magari, invece di spignattare e fare figli, lasciarsi prendere dal sacro fuoco dell'arte?
E' vero.
La maggior parte delle pittrici citate finora, ha avuto la possibilità di dipingere imparando direttamente nella bottega del padre, altrimenti il loro talento non sarebbe mai emerso.
Tra loro, oltre alla già citata Marietta Robusti (figlia del Tintoretto), anche Barbara Longhi, Fede Galizia e Lavinia Fontana.
Il caso di Lavinia Fontana è un po' diverso ed è straordinario, per l'epoca. La pittrice riuscì a creare una propria bottega e pretese di dedicarsi esclusivamente alla sua arte, tanto che il marito lasciò la sua occupazione e divenne suo assistente (aiutandola sia nel lavoro che in casa, dato che avevano avuto una prole numerossisima: ben 11 figli).
Tra coloro che non sono figlie d'arte, ci sono proprio Sofonisba Anguissola e Giovanna Garzoni. Entrambe sono riuscite a fare della loro arte una professione, che le ha rese celebri e ricche.
Giovanna Garzoni, specializzata in perfette e poetiche nature morte, lavorò alla corte dei Medici fino alla morte di Cosimo II e fu annoverata tra i membri della famosa Accademia di S. Luca, a Roma. Alla sua morte, nel 1670, lasciò le sue opere e il suo cospicuo patrimonio all'associazione.
Fede GaliziaGiovanna GarzoniLavinia FontanaAnche se di un altro periodo, la stessa Elisabeth Vigée le Brun, visse della sua arte.
Mentre la contemporanea Adelaide Labille-Guiard (citata da Claudia) e Marie-Suzanne Giroust sono accomunate dall'aver avuto lo stesso maestro, Maurice Quentin de La Tour, e dall'aver aver condiviso la loro arte con il proprio compagno (il marito di Marie-Suzanne era il celebre Alexander Roslin).
In molti casi, ho notato che è stato proprio il padre di queste artiste, una volta compresa la loro passione e la loro bravura, ad incoraggiarle e ad aiutarle. Non solo perchè era in loro potere, più delle mogli, di farlo ma anche perchè avevano capito che quel talento non andava sprecato, indipendentemente dal sesso del loro figlio.
La sicurezza delle loro capacità, ha dato a queste artiste la tenacia e la caparbietà di riuscire a esprimere la loro arte.