Maria Antonietta - Regina di Francia

Arte lombarda dai Visconti agli Sforza, Mostra a Milano

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view post Posted on 18/4/2015, 09:10
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Marie-Antoinette

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Dal 12 marzo al 28 giugno 2015 si svolge a Milano, nel Palazzo reale, la mostra dedicata all'arte lombarda tra il Trecento e il Cinquecento
Un progetto che racconta il contesto di quegli anni splendidi in cui a Milano lavorarono i più grandi protagonisti della storia dell’arte mondiale - da Giotto a Bramante, fino al genio di Leonardo da Vinci - lasciando nella città segni ancora vivi del loro talento innovatore.

Il percorso della mostra si svolge attraverso una serie di tappe in ordine cronologico, che illustrano la progressione degli eventi e la densità della produzione artistica.

Dopo una breve sezione introduttiva che offre il contesto storico, presentando una galleria di ritratti delle due dinastie di grandi committenti, i decenni centrali del Trecento costituiscono la prima sezione espositiva, dedicata a illustrare come i Visconti abbiano impresso una svolta fondamentale alla cultura lombarda, dapprima importando a Milano e in Lombardia artisti “stranieri” – i toscani Giotto e Giovanni di Balduccio – poi aprendo cantieri in tutto il ducato.

Una seconda tappa è quella degli anni attorno al 1400, dove domina Gian Galeazzo Visconti: sono gli anni del grande cantiere del Duomo di Milano. È stata in questo caso fondamentale la collaborazione con la Fabbrica del Duomo, che ha generosamente accettato di smontare dalle guglie ed esporre in mostra alcune statue della Cattedrale e alcune vetrate, altrimenti difficilmente visibili.

Nella terza sezione si passa al lungo regno di Filippo Maria Visconti, molto diverso da Gian Galeazzo, con una personalità nevrotica, non adatta a riunire una vita di corte di qualità. Comincia la crisi del ducato e molti artisti lasciano la Lombardia, disperdendosi. In questa sezione domina la produzione tardo-gotica con largo uso di materiali preziosi, ori, vestiti sfarzosi, con opere straordinarie.

Il capitolo successivo, la quarta sezione, mette a fuoco l’importanza capitale dello snodo figurativo che corrisponde alla fine dinastica dei Visconti e alla presa di potere di Francesco Sforza, fino a tutto il periodo di governo di Galeazzo Maria Sforza. Le iniziative di Francesco Sforza si collocano all’insegna della continuità con il passato, ma integrano anche nuove esperienze favorite dalla politica di alleanze sulle quali il duca poggia il proprio potere. È il periodo delle grandi botteghe che si spartiscono il lavoro delle grandi imprese decorative al Castello Sforzesco a Milano e a Pavia: Foppa, Bembo, Zanetto Bugatto, Bergognone.

Una quinta e ultima tappa è infine dedicata agli anni di Ludovico il Moro e alla spaccatura provocata dalla sua caduta e dall’arrivo dei Francesi: sono anni di cambiamenti radicali nell’urbanistica, nell’architettura e in generale nella produzione artistica grazie alla presenza a Milano di personalità eccezionali come Bramante, Leonardo e Bramantino.

Tratto da www.comune.milano.it/portale/wps/p...visconti_sforza

Fu il giovane Azzone Visconti (1302-1339), 2° signore di Milano, a chiamare gli artisti "stranieri". Giotto eseguì vari affreschi per il palazzo visconteo, oggi perduti perchè l'edificio fu demolito nel XVIII secolo per la costruzione del Palazzo reale (dove si svolge la mostra). Di impronta giottesca rimane oggi l'affresco della Crocefissione, eseguito da un suo allievo, nella Chiesa di San Gottardo in Corte (vicina alla sede della mostra), molto degradato.
Alcuni affreschi asportati dalla loro sede, di anonimo, sono esposti alla mostra. Per esempio:


Pittore lombardo - Compianto su Cristo morto - Chiesa di San Francesco, Brescia.

Sempre nella Chiesa di San Gottardo si trova il mausoleo di Azzone, opera dello scultore pisano Giovanni di Balduccio. Ovviamente nella mostra troviamo opere trasferibili. Una per tutte, la più grande in mostra (quasi a grandezza naturale):


Giovanni di Balduccio (1300-1349) - San Pietro martire.

www.artslife.com/2015/04/08/dai-vis...no-mostra-foto/.

Edited by elena45 - 25/2/2019, 19:09
 
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view post Posted on 18/4/2015, 10:56
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Arciduca /Arciduchessa

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In concomitanza con questa mostra c'è anche quella dedicata a Leonardo, aperta la pubblico il 16 aprile e visitabile fino al 19 luglio.
E' la più grande e completa raccolta delle opere del genio toscano presentata in Italia.

www.skiragrandimostre.it/leonardo/
 
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view post Posted on 18/4/2015, 10:59
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Marie-Antoinette

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CITAZIONE (reine Claude @ 18/4/2015, 11:56) 
In concomitanza con questa mostra c'è anche quella dedicata a Leonardo....

Grazie!

E così mi accorgo che ho trascurato, per esempio, il ritratto di corte a Milano.
Non mi pare ci siano importanti esempi relativi ai Visconti, che regnarono a Milano dalla seconda metà del XIII, prima Signoria e poi Ducato (1395-1447). I ritratti sono per lo più postumi, in una serie di incisioni in bianco e nero. Due esempi:

.
Gian Galeazzo Visconti (1351-1402), primo duca di Milano, e suo figlio, Filippo Maria Visconti (1392-1447).
Come abbiamo visto anche a Firenze, il ritratto ufficiale di corte nasce più tardi, laddove i personaggi li possiamo trovare negli affreschi:


Ambrogio Fossano, detto il Bergognone (1453-1523) - Gian Galeazzo Visconti dona la certosa alla Madonna -Certosa di Pavia. Gian Galeazzo non aprì soltanto il cantiere del Duomo, ma pose la prima pietra della magnifica certosa nel 1386. L'affresco è quattrocentesco e, ovviamente, postumo.


Andrea di Bonaiuto (+1377) - Bernabò Visconti (1323-1385) e la moglie nell'affresco "La Chiesa militante e trionfante", Cappellone degli Spagnoli Santa Maria Novella, Firenze.
Tratto da www.poderesantapia.com/arte/andreab...glispagnoli.htm



Oppure nelle sculture:


Bonino da Campione (1325-1397) - Monumento equestre di Bernabò Visconti - Castello sforzesco.
Ovviamente questo monumento non è asportabile e quindi bisogna recarsi sul posto, ma visto che Bonino Fusina era lo scultore di fiducia di Bernabò, alla mostra ci sono piccole opere dello stesso autore. Un esempio:


Bonino da Campione - La Prudenza.

Altri componenti della famiglia li troviamo effigiati in manoscritti:


Valentina Visconti, la figlia "francese" di Gian Galeazzo, ritratta nel manoscritto "De natura deorum".
Tratto da http://blog.oggi.it/claudio-castellacci/storia/

E' il momento di introdurre uno schema, altrimenti la successione dinastica ci sfugge:



Ho evidenziato i rapporti con la Francia, a partire dal matrimonio di Gian Galeazzo con la sorella di Carlo V e alla nascita di Valentina, che portarono alle rivendicazioni dei Francesi sul ducato di Milano.
Per i rapporti con Ferrara e Napoli, vedi #entry523847459

Edited by elena45 - 25/2/2019, 19:13
 
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view post Posted on 18/4/2015, 17:11
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Marie-Antoinette

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Risale all'ultimo periodo del regno di Gian Galeazzo Visconti quest'opera di Gentile da Fabriano (1370-1427), conservata ai Musei civici di Pavia:


Madonna con bambino in gloria tra San Francesco e Santa Chiara.
Il dipinto, che è uno dei più antichi attribuiti a Gentile (1390-95), confermerebbe così la sua presenza in ambito pavese alla fine del XIV secolo. La tavola presenta già una straordinaria lavorazione dell'oro, che troveremo più avanti.
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Nel lungo regno del nevrotico e deforme Filippo Maria Sforza, durato 35 anni della prima metà del Quattrocento e scandito da congiure e conflitti, molti artisti vanno via da Milano, come Michelino da Besozzo (1370-1455) che va in Veneto e non lavora più per la committenza ducale. Ma lascia molti capolavori, mirabile esempio di arte tardo-gotica. Alla mostra è presente questo, del 1420, anche se l'attribuzione è incerta:


Michelino da Besozzo o Stefano da Verona - Madonna del roseto - Museo di Castelvecchio.
E' l'emblema della mostra.

Proprio l'anno in cui muore Filippo Maria, un misterioso autore realizza questo capolavoro:


Madonna dell'umiltà e santi. Polittico di Maestro Paroto (?), dipinto nel 1447 per la pieve di San Siro a Cemmo, in Val Camonica, finito negli Stati Uniti, è tornato nel Bresciano nel 2012.

A Milano, negli ultimi anni di Filippo Maria, opera il pittore cremonese Bonifazio Bembo (1420-1480), al quale il duca, estremamente superstizioso, commissiona una serie di tarocchi, anche questi esposti alla mostra:


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Con la morte del dispotico Filippo si estingue la linea maschile dei Visconti e sale al potere la dinastia degli Sforza, grazie al matrimonio di Francesco Sforza, capitano di ventura del duca, valente condottiero e abilissimo politico, con Bianca Maria Visconti, figlia naturale legittimata di Filippo Maria. Eccoli nel caratteristico ritratto di profilo, opera dello stesso Bembo:


Bonifazio Bembo - Francesco I Sforza (1401-1466) e la moglie (sposata in seconde nozze a 40 anni) Bianca Maria Visconti (1425-1468), ritratti nel 1462 - Pinacoteca di Brera, Milano.
Bembo è anche l' autore di un bellissimo trittico, diviso tra la chiesa di Sant'Agostino di Cremona e un museo americano:


Bonifazio Bembo - Incontro di Gioachino ed Anna (pala laterale) - Art Museum, Denver.


Bonifazio Bembo - Adorazione dei Magi (pala laterale) - Art Museum, Denver.


Bonifazio Bembo - Incoronazione di Cristo (pala centrale) - Museo civico, Cremona.

Attivo alla corte dello Sforza in vari cantieri anche Zanetto Bugatto (1458-1476), giovane pittore milanese precocemente scomparso. Di quest'ultimo il ritratto dell'erede di Francesco, mentre è anonimo il ritratto di sua moglie:
.
Zanetto Bugatto - Galeazzo Maria Sforza (1444-k1476) / Anonimo - Bona di Savoia (1449-1503).

Alla mostra milanese ci sono due opere mirabili del giovane maestro:


Zanetto Bugatto - Madonna con bambino e angeli - Villa Cagnola, Gazzada (VA).


Zanetto Bugatto - San Cristoforo - Collezione privata
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Chiude questa sezione:


Vincenzo Foppa (1427-1515) - Presentazione di Gesù al tempio - Pinacoteca di Brera .

Edited by elena45 - 6/8/2017, 20:04
 
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view post Posted on 19/4/2015, 13:29
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Ludovico il Moro (1452-1508), dopo la morte del fratello Galeazzo Maria, despota crudelissimo assassinato da un gruppo di congiurati, riuscì a scardinare la reggenza della cognata Bona di Savoia in nome del figlioletto Gian Galeazzo Maria di soli 9 anni, fece esiliare il nipote, legittimo duca, nel castello di Pavia, e rimase praticamente il vero dominus.
Gian Galeazzo Maria (1469-1494) a vent'anni sposò Isabella d'Aragona. Figlia di Alfonso II, erede al trono di Napoli, e Ippolita Sforza, quindi sua prima cugina (vedi schema). Continuarono a vivere nel castello di Pavia, a capo di una corte parallela, ed ebbero tre figli. Ma appena venticinquenne il giovane Duca morì, quasi certamente avvelenato per volere dello zio.
In questo periodo si afferma la figura di Ambrogio de Predis (1455-1509), pittore e miniaturista lombardo, amico, seguace e collaboratore di Leonardo nel suo periodo milanese. Molti i ritratti degli Sforza:

..
Ambrogio de Predis - Gian Galeazzo Maria Sforza nelle vesti di San Sebastiano, e la moglie Isabella d'Aragona.


Ambrogio de Predis - Bianca Maria Sforza, sorella del suddetto, moglie di Massimiliano I Imperatore.


Ambrogio de Predis - Presunto ritratto di Anna Maria Sforza, sorella dei suddetti e prima moglie di Alfonso d'Este (#entry523775388). Erroneamente attribuita a Beatrice d'Este, moglie del Moro.


Ambrogio de Predis - Ludovico il Moro.


Ambrogio de Predis - Massimiliano Sforza, figlio del Moro.

Ludovico il Moro, la moglie Beatrice d'Este e i figli Massimiliano e Francesco, li ritroviamo nella Pala sforzesca, di autore ignoto, databile 1494-95, conservata alla Pinacoteca di Brera:


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C' è un altro autore, allievo di Leonardo, legato agli Sforza: Giovanni Antonio Boltraffio (1467-1513). Chissà perchè anche lui raffigura Gian Galeazzo Maria nelle vesti di San Sebastiano. Una moda? O il modello era davvero bello?


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E chi non conosce questa treccia?


Giancristoforo Romano - Beatrice d'Este.
Il busto chiude la mostra, lasciando negli occhi del visitatore la bellissima cuffia e la lunga treccia della giovane duchessa.

Edited by elena45 - 9/8/2017, 18:18
 
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view post Posted on 19/4/2015, 16:04
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Marie-Antoinette

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Non fanno parte della mostra, ma vale la pena ricordare tre bellissime dame che furono amanti dei fratelli Sforza duchi di Milano: Galeazzo Maria e Ludovico il Moro.

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Piero del Pollaiolo - Lucrezia Landriani (1440-?) - Gemaldegalerie, Berlino.
Lucrezia era la moglie del conte Gian Piero Landriani, amico del duca Galeazzo Maria, che fece della dama la sua amante, dal 1460 fino alla sua morte. Gli diede 4 figli, tra cui la celeberrima Caterina Sforza.


Leonardo da Vinci - La belle ferronière - Museo del Louvre.
Probabilmente si tratta di Lucrezia Crivelli (?), dama di compagnia della duchessa Beatrice e amante di Ludovico il Moro. Beatrice morì nel 1497, proprio l'anno in cui nacque l'unico figlio della coppia, Giovanni Paolo, capostipite dei marchesi di Caravaggio.


Leonardo da Vinci - La dama con l'ermellino, alias Cecilia Gallerani (1473-1536), un'altra amante del Moro. Cecilia nel 1491 ebbe un figlio da Ludovico il Moro, Cesare, che si fece prete e morì giovane.

Così ci agganciamo alla mostra milanese su Leonardo, a Palazzo reale, dal 15 aprile al 19 luglio 2015.

Edited by elena45 - 29/3/2021, 10:59
 
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view post Posted on 20/4/2015, 01:58
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Marie-Antoinette

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Faccio qualche nota ad alcune delle immagini postate da Elena (molto belle e pertanto le lascerei, anche se le indicazioni non sono corrette) e ai "pericoli" prodotti dal web (che ha sempre due rovesci della medaglia: la possibilità di diffondere cultura ovunque e a costo zero da un lato, la veicolazione di informazioni sbagliate, talvolta anche volutamente tali, dall'altro).

Partiamo, per esempio, dalle figure del Cappellone degli Spagnoli. Quei dettagli provengono da una complessa allegoria sul Trionfo dell'Ordine domenicano, in cui è raffigurata tra le altre cose la Via Veritas, che va letta da destra a sinistra e in ordine ascendente. Attraverso la predicazione, il genere umano (le figure piccine) abbandonano i piaceri mondani e riescono a raggiungere il Paradiso. Le quattro figure solenni dovrebbero essere personificazioni proprio della mondanità e qualcuno, con non so quanta precisione, ha ipotizzato che siano dei vizi: Superbia (falcone), Lussuria (scimmia), Invidia (abito verde). Per la figura musicante leggo che è stato genericamente fatto il nome del Piacere. Non ho mai letto grande bibliografia in merito, però, in linea di massima, l'interpretazione mi sembra genericamente abbastanza plausibile.

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Veniamo alla questione dei ritratti. Ma chi l'ha detto che le due figure centrali sono Bernabò e Regina? Ho provato a fare varie ricerche incrociate sul web e non mi pare che si trovi qualcosa in bibliografia (su google libri per esempio). Credo di conoscere la risposta (ma ne parlo dopo, anticipo solo che è una risposta "tedesco-australiana").

Giorgio Vasari, che non conosceva Andrea di Bonaiuto e aveva allo stesso tempo il disperato bisogno di trovare opere di uno dei più celebri artisti medievali, Simone Martini (la firma della Maestà in Palazzo Pubblico ai tempi dello storico e artista aretino era coperta), pensò di attribuire a lui gli affreschi del Cappellone (e con grandissima intelligenza di conoscitore attribuì al "suo Simone" anche tre affreschi del Camposanto di Pisa, che sono, invece – lo sappiamo dai documenti – di Andrea).
Altro bisogno che aveva Vasari era trovare più ritratti possibili di personaggi illustri del passato. Chi abbia letto le Vite, frequentemente avrà appunto trovato indicazioni che permettono di "riconoscere" i ritratti di Tizio, Caio e Sempronio in grandi campagne pittoriche. Talvolta (è il caso del "ritratto" di Giotto nella Cappella della Maddalena nel Bargello), l'identificazione aveva alle spalle una tradizione consolidata, altre volte (e più spesso) si tratta verosimilmente di spensierate invenzioni del nostro.
Proprio in questi affreschi di Andrea, Vasari individuò due nomi famosissimi e legati a Simone Martini: Laura e Petrarca.

In cielo si vede la gloria de' Santi e Iesù Cristo, e nel mondo quaggiù rimangono i piaceri e ' diletti vani in figure umane e massimamente di donne che seggono, tra le quali è madonna Laura del Petrarca ritratta di naturale, vestita di verde, con una piccola fiammetta di fuoco tra il petto e la gola. Èvvi ancora la Chiesa di Cristo e alla guardia di quella il Papa, lo Imperadore, i Re, i Cardinali, i Vescovi e tutti i Principi cristiani, e tra essi, a canto a un cavalier di Rodi, messer Francesco Petrarca ritratto pur di naturale: il che fece Simone per rinfrescar nell'opere sue la fama di colui che l'aveva fatto immortale.

Questi affreschi sono datati alla metà degli anni Sessanta. Va bene che Bernabò non godesse in quel momento di buona fama, va bene che Firenze proprio allora iniziasse ad osteggiare l'espansionismo milanese (ma è niente in confronto all'odio che verrà portato verso Gian Galeazzo), ma pretendere dal nulla – perché non c'è uno straccio di prova, né di tradizione, anche se fallace – che tra quelle personificazioni ci siano Bernabò e Regina mi sembra estremamente improbabile (di nuovo, temo che la risposta sia quella "tedesco-austrialiana").


Seconda immagine da analizzare: il ritratto di Valentina Visconti (in questo caso l'ipotesi tedesco-australiana so che non c'entra niente). Non so quale sia la fonte per questa identificazione, che ho trovato soltanto su wikipedia, mentre sulla banque images della BnF leggo qualcosa di ancora più confusionario («Portrait héraldique d'une fille du duc de Milan Jean-Galéas Visconti (Béatrice ?) portant armoiries et cimier à la guivre des Visconti»). Chiaramente lo schedatore ha fatto un gran pasticcio, perché l'unica figlia di Gian Galeazzo è Valentina, mentre Beatrice è una figlia spuria di Galeazzo II.
L'immagine proviene dalla prima carta da un manoscritto che contiene il De natura deorum e il De divinatione di Cicerone (BnF, ms. lat. 6340).
L'unica illustrazione, in apertura, è questa dama che regge lo stemma visconteo, per il resto troviamo soltanto cornici vegetali e lettere miniate. Il manoscritto è bolognese (datato al decennio 1370-80) e fu in seguito acquistato da Gian Galeazzo; la miniatura, infatti, chiaramente di gusto lombardo, è un'aggiunta fatta fare dal duca. La data non è nota ma è desumibile: ultimissimi anni del Trecento/primissimi anni del Quattrocento (entro il 1402, data della morte del duca). La dama, infatti, indossa già il tipo di houppelande che andava di moda in quel periodo (la stessa di Ilaria del Carretto), con il caratteristico collo stretto a calice. Il manoscritto è documentato nella biblioteca di Pavia nel 1499, anno in cui è prelavato (insieme a tanti altri), da Luigi XII (nipote di Valentina), che lo porta a Blois.
L'identificazione della eterea damina con Valentina non ha alcun senso. È un'epoca in cui i ritratti miniati compaiono sempre e soltanto in dei contesti molto precisi: il dono dell'opera (notissimi i manoscritti di Christine de Pizan), scene cerimoniose (con sovrani e principi inginocchiati davanti a raffigurazioni sacre).
La dama reggistemma è semplicemente un vezzo grazioso tardogotico (e il lat. 6340 non è l'unico che presenta una raffigurazione di questo tipo). Per esempio, nell'inventario funebre di Valentina troviamo «un libro in gran volume, coperto di cuoio rosso, dove nella prima guardia vi è una dama raffigurata armeggiata alle armi del defunto Monsignore e di Madame d'Orléans, con due fermagli d'argento dorato, sui quali è scritto Ave Maria». Sicuramente un'immagine molto simile alla nostra in cui, però, lo stemma è bipartito: Francia col lambello d'argento da una parte, Milano dall'altra, come in questo frontespizio. Questo, invece, raffigura proprio la nostra Valentina: per quanto stilizzata, è l'unica immagine che ci sia giunta di lei (nonostante ne siano documentate altre). Si tratta di un'opera appositamente scritta per la duchessa e donatale dal priore Honoré Bonet poco dopo il 1396, anno in cui la duchessa è costretta ad esiliarsi da Parigi, dopo essere stata ferocemente attaccata e accusata di aver stregato col veneficio il povero re pazzo, il cognato Carlo VI, che trovava rari momenti di quiete solo in compagnia dell'amatissima "sorella". Trovo commovente che siano stati proprio scrittori e poeti a difendere la colta duchessa (tra gli altri Christine de Pizan, che la loda nella Cité des Dames perché si occupò personalmente dell'educazione dei figli, e Eustache Deschampes).



Veniamo ai dipinti di Giovanni Ambrogio de Predis. I bei profili di dama sono chiaramente ritratti, anche se l'identificazione dei soggetti in casi di opere "in serie" come questi – se non ci sono pezze d'appoggio documentarie – è molto dibattuta. Per esempio tra le ipotesi recenti avevo letto che il terzo ritratto, quello che la nostra amica Elena ci indica come presunto di Anna Maria Sforza, rappresenti Isabella d'Aragona (qui l'articolo). Sono sempre percorsi un po' complessi, spesso si incappa in analisi dettagliate, altre volte in elucubrazioni.
Che io sappia dei ritratti qui presentati soltanto quello di Bianca Maria Sforza ha della documentazione che ne attesti l'identità.

Veniamo ai due san Sebastiano. Come è capitato di vedere più avanti, per la piena età moderna, può capitare che i committenti di un'opera sacra si facciano raffigurare nelle vesti di santi (la cosa a Firenze è piuttosto diffusa). L'operazione salta subito all'occhio perché invece della consueta idealizzazione delle figure ci ritroviamo con delle fisionomie molto ben definite.
Proprio a causa di quest'ultima osservazione, mi sembra assai improbabile che i due san Sebastiano raffigurino Gian Galeazzo Maria. Quelle che vedo sono due figure sì basate su dei reali e bei giovanetti, ma mi paiono rifuggire da intenti veramente ritrattistici. Inoltre mi sovvengono altre osservazioni: in questo momento a queste latitudini il modello del ritratto è ancora decisamente il nobilitante profilo all'antica; non sono un conoscitore dei due artisti, ma entrambi i dipinti mi sembrano opere di alta qualità da ascrivere alla fase matura, soprattutto il Boltraffio del Pushkin (ho fatto una rapida ricerca e ho trovato una bella scheda sull'opera: lo datano alla fine degli anni Novanta del Quattrocento. Il nostro "duchino" aveva già bell'e che superato la fanciulezza). Essendo Giovanni Ambrogio più anziano, può darsi invece che il suo dipinto (a Cleveland), caschi negli anni Ottanta, quando il duca è effettivamente giovane. Ma non c'è uno straccio di prova che permetta di identificare il soggetto. E, infatti, provando al solito a fare brevi ricerche bibliografiche in rete, non salta un bel niente. Tanto per cambiare, e scusate se aumento la suspence, l'origine di tutto è da trovare sempre nella risposta "tedesco-australiana".

Veniamo, infine, alle belle dame.
Quella del Pollaiolo, insieme alle sue "sorelle", è stata recentemente ospite del Pezzoli per una mostra davvero deliziosa che ho avuto la fortuna di vedere (per quanto in mezzo alla calca). Nessuno s'è azzardato a identificare le sconosciute signore. Tra l'altro: che ci fa una dama distintamente fiorentina alla corte di Milano? La risposta è la solita: "tedesco-australiana".

La Belle Ferronière: come tutte le opere di Leonardo, si porta dietro una pletore infinita di polemiche. In questo caso la domanda «cosa ci fa una dama distintamente milanese alla corte di Francia», però, trova una risposta: si tratta semplicemente di un nome di comodo dato in un inventario del XVIII secolo, quindi chiaramente l'amante di Francesco I non c'entra niente. Non mi sono mai addentrato in questi meandri, ma che io sappia nessuna delle molte ipotesi, tra cui Lucrezia Crivelli ma anche la stessa Gallerani, ha trovato accoglimento. E giustamente Elena ce lo presenta con tutti i dubbi del caso (noto, però, che la foto postata è distintamente una copia: è laccatissima rispetto al caldo sfumato leonardesco).

Finita la rassegna dei ritratti sicuramente erronei e/o particolarmente discussi senza soluzioni, veniamo a questa risposta "tedesco-austrialiana".
C'è una signora, e scusate la franchezza, – e può darsi che arrivi a leggermi qui sopra, visto che l'ho pescata anche su wikipedia a difendere le sue tesi vergognose – una perfetta cialtrona, che si dichiara storica e fa guerra agli storici dell'arte, di nome Maike Vogt-Lüerssen, che da anni scrive una marea di baggianate intorno alla nobiltà italiana del Rinascimento e ai suoi artisti, in particolare di contesto milanese. Il suo prodotto, anzi aborto, più noto è quella sottospecie di romanzo storico che vuole Leonardo da Vinci marito segreto di Isabella d'Aragona, padre dei loro figli (?) e addirittura sepolto a Napoli (!). Tant'è che la Gioconda è un ritratto d'Isabella, così come tutte le tipiche Madonne leonardesche (e di conseguenza, vista la fisionomia tanto dolce ma caratteristica di quel prototipo, tutte le Vergini dipinte dai seguaci di Leonardo). Questa signora, tedesca ma ormai australiana d'azione, non è assolutamente accreditata presso la critica: sul Kubikat compaiono soltanto tre articoli sulla rivista Medicea (ne ho letto uno ed è un delirio), e le importanti biblioteche tedesche di storia dell'arte che fanno capo a questo prezioso catalogo ben si guardano dal comprare i molti libri della Vogt-Lüerssen. Libri che sono pubblicati "in casa", dal marito (!), che evidentemente è abbastanza benestante da potersi permettere di sprecare carta in queste baggianate (anche se è bene precisare che sono "books on demand": mi domando che vendite facciano).
Sapete qual è il dramma in tutto questo? Che l'utente medio di wikipedia non è in grado (ma non gliene faccio una colpa) di avere il discernimento critico per capire cosa sia sensato e cosa non lo sia (ricordate la bruttissima copia dell'Isabella d'Este modificata in santa Caterina, di recente venuta a galla? Tempo un secondo ed era su wikipedia con attribuzione a Leonardo, perché così scritto su qualche quotidiano). Non ci sono pone minimamente il problema che tutto quello che viene detto e pubblicato (anche da parte di studiosi accreditati, anche in sedi prestigiose: e vi assicuro, di baggianate colossali se ne leggono) possa non essere valido. Banalmente l'attribuzione di un dipinto ha valore laddove la cosa poi venga riconosciuta da gran parte del resto della comunità di studiosi (pensate ai tanto maestri anonimi che hanno un nome di comodo, ricostruiti puramente su base stilistica).
E la Vogt-Lüerssen ha combinato un bel pasticcio, perché avendo creato un sito internet con una ricchissima (quanto assurda) galleria di ritratti, ha scatenato una vera e propria bulimia su wikimedia commons. Il risultato è che le pagine di tutte le wikipedie internazionali rigurgitano di immagini con identificazioni assolutamente paranormali e francamente non ho idea di come si possa risolvere la cosa, perché ci vorrebbe un lavoro di pulizia assai complesso (non da ultimo convincere gli amministratori che la Vogt-Lüerssen scrive stupidaggini). E ovviamente, tanto per cambiare, il passaggio da wikipedia al web diventa virale: pur riuscendo a bloccare la cosa lì, ormai sul web l'errore è diffuso e visto lo scarso livello del giornalismo non mi meraviglierei di trovare poi l'errore sulle testate ufficiali (e per via del circolo vizioso un possibile ritorno su wikipedia a causa dell'utente ingenuo).

Scusate il lunghissimo intervento e lo sfogo delle 3 del mattino.

La mostra mi hanno detto che è davvero molto bella. Spero di riuscire ad andarci e lo auguro anche a voi. Concludo anche con un altro bel pensiero: come probabilmente saprete, dopo lunghi restauri, ha riaperto la Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza dipinta dagli Zavattari. È forse la cosa più straordinaria che sia mai stata realizzata nel ducato a metà del Quattrocento. Tutte le volte che vedo (riprodotte in foto per ora) quelle immagini di «sogno di larve sontuose» mi sento felice.
 
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view post Posted on 20/4/2015, 09:55
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Marie-Antoinette

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Ti ringrazio del tuo lungo e vibrante intervento: si capisce che sei arrabbiato per le numerose imprecisioni che girano sul web.
Quanto al sito della "studiosa" tedesco-australiana, pur essendo profana, avevo capito da tempo che ci sono molte bufale e in genere lo evito, a meno che non ci sia un'immagine nota che mi interessa (l'unico pregio è che ha belle foto). In genere non ci casco.
Non mi voglio assolutamente giustificare per le altre imprecisioni, ma ti faccio presente che non sono una storica e le tue correzioni sono benvenute. E' vero, mi sembrava strano che nel Cappellone degli Spagnoli ci fosse Bernabò Visconti; ho cercato in vari siti, ma tutti dicevano la stessa cosa.
Quanto a Valentina Visconti, mi piaceva trovare un'immagine di lei, che evidentemente non c'è, se non quella che hai postato tu.
Possiamo accontentarci di quelle postume, che credo piacciano anche a te:
(#entry535580620 / #entry452911686)
Le tue osservazioni e integrazioni sono sempre gradite, anche perchè sostenute da una conoscenza scientifica di prim'ordine. Ciao!

Quanto a Piero del Pollaiolo, il web (maledetto-benedetto web) riporta un ritratto di Galeazzo Maria Sforza, fatto in occasione di una sua visita a Firenze e conservato agli Uffizi. Per questo mi convinceva l'identificazione della bellissima dama bionda dello stesso autore con la sua amante Lucrezia Landriani.
Tanto per ricordarla, la mostra delle quattro dame è qui: https://artebacheca.wordpress.com/2014/11/...-febbraio-2015/.

A proposito di Galeazzo Maria:



Domanda: che ci fanno quei gigli squisitamente fiorentini sulla giubba del duca milanese?

Edited by elena45 - 4/9/2016, 11:14
 
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view post Posted on 20/4/2015, 14:53
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Marie-Antoinette

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Non fanno parte della mostra, ma mi piace ricordare qualcuno di quelli che chiamerò per semplicità Sforza minori.

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Sforza Maria Sforza (1449-1479), terzo figlio maschio di Francesco I duca di Milano e Bianca Maria Visconti. Il re Ferrante di Napoli gli donò il Ducato di Bari nel 1464.
Dopo l'assassinio di Galeazzo Maria, 2°duca di Milano, i fratelli legittimi si organizzarono militarmente per conquistare il potere, affidandosi al condottiero Roberto San Severino, ma la cognata Bona e suo figlio avevano dalla loro parte l'appoggio del popolo. Furono sconfitti e si rifugiarono proprio nel ducato di Bari, ma nel 1479 Sforza Maria morì, forse, avvelenato. La lotta fu continuata da Ludovico che ereditò per volere di Ferdinando I il titolo di duca di Bari e riuscì alla fine a divenire duca di Milano.

Qualcuno dei figli naturali legittimati:

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Hans Memling - Probabile ritratto di Sforza Secondo Sforza (1433->1501) - Kunsthaus Zürich
Figlio naturale di Francesco I Sforza duca di Milano e la nobile napoletana Giovanna Acquapendente, fu Governatore di Parma e conte di Borgonovo (PC).


Lorenzo di Credi - La dama dei gelsomini - Pinacoteca civica di Forlì.
Presunto ritratto di Caterina Sforza (1463-1509), una dei 4 figli naturali che Galeazzo Maria Sforza ebbe da Lucrezia Landriani, prima del matrimonio con Bona di Savoia, tant'è che alla sua morte furono tutti legittimati e adottati dalla moglie del Duca.
Caterina Sforza è passata alla storia per il coraggio e l'audacia che mostrò nella sua vita, per la sua straordinaria bellezza (ereditata evidentemente dalla madre), ma anche per la sua complessa vicenda familiare (#entry218937913)
Si sposò tre volte: Girolamo Riario, nipote del Papa Sisto IV e strumento della sua politica espansionistica, fu il suo primo marito, spavaldo e crudele signore di Imola e Forlì, ucciso in una congiura. Ebbero 6 figli.
Giacomo Feo, un cortigiano di 8 anni più giovane di cui si era innamorata, ucciso anche lui per stroncare le sua ambizioni.
E infine, Giovanni de' Medici, detto il Popolano, ambasciatore a Forlì della Repubblica di Firenze. Figlio di Pierfrancesco il Vecchio, apparteneva al ramo collaterale della famiglia Medici; dal matrimonio nacque il famoso Giovanni dalla Bande Nere.

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Carlo Sforza (1458-1483), conte di Magenta e di Casteggio, primogenito di Galeazzo Maria e Lucrezia Landriani.
Dai ritratti emerge che i due fratelli erano belli come la madre.


Bartolomeo Veneto (?) -Giampaolo Sforza (1497-1535), figlio naturale di Ludovico il Moro e Lucrezia Crivelli.
Marchese di Caravaggio, aspirava alla successione del ducato milanese, morì forse avvelenato.Sposò Violante Bentivoglio (1505-1550) dei Signori di Bologna ed ebbe un solo figlio, Muzio I (+1553), che continuò la discendenza.
Il nipote, Francesco I Sforza di Caravaggio (+1576), sposò Costanza Colonna, figlia del vincitore di Lepanto, amica e protettrice di Michelangelo Merisi (#entry493644063) assieme al figlio Fabrizio, Cavaliere dell'ordine di Malta.



Edited by elena45 - 7/11/2018, 09:34
 
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view post Posted on 20/4/2015, 15:46
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Come si vede dallo schema del post precedente, Francesco I Sforza, il capostipite della casa ducale milanese, che ebbe 14 figli naturali (si dice anche 40), era egli stesso primo di 8 figli naturali di Muzio Attendolo Sforza e di una certa Lucia Terzani.
Il minore dei fratelli fu Alessandro Sforza, capostipite del ramo pesarese. Lo troviamo effigiato nel cosiddetto Trittico Sforza del pittore fiammingo Rogier van Weyden (1399-1464), conservato al Museo des Beaux Arts di Bruxelles, datato tra il 1457 e il 1460.


Pala centrale: ai piedi della Croce, Alessandro Sforza Lord di Pesaro (1408-1473), fratello del duca Francesco e capostipite del ramo pesarese. Con lui i figli Costanzo I e Battista avuti dal primo matrimonio con Costanza Varano.

....
Pale laterali.
A sinistra: Natività, San Bavone di Gand e San Francesco.
A destra: San Giovanni Battista, Santa Caterina e Santa Barbara.

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Probabile ritratto giovanile di Alessandro Sforza (1409-1463), Lord di Pesaro.

Alessandro, vedovo con due figli piccolissimi, sposò in seconde nozze, nel 1448, la quattordicenne Sveva di Montefeltro, sorella di Federico II duca di Urbino. Ma da lei non ebbe altri figli.

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Sveva da Montefeltro (1434-1478), seconda moglie di Alessandro Sforza di Pesaro.

Battista Sforza (1447-1472) sposerà nel 1460 proprio Federico II di Montefeltro, il fratello della sua matrigna! Sono i due celebri sposi immortalati dal profilo di Piero della Francesca (#entry545718801).

Alessandro ebbe ancora due figlie naturali legittimate, Ginevra e Antonia.
Ginevra Sforza (1440-1507) fu la moglie di Giovanni II Bentivoglio, Signore di Bologna, immortalati in un altro celebre dittico (#entry545718801).

Costanzo I Sforza, 2° Signore di Pesaro (1446-1483), fu un condottiero come il padre. Ebbe due figli naturali dalla sua amante, Giovanni e Costanzo II, che riconobbe e legittimò. Poi sposò Camilla Marzano d'Aragona (+1490), nipote del re Ferrante di Napoli, ma non ebbe altri figli da lei. Morì forse avvelenato dal cugino Ludovico il Moro, duca di Milano.

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Le nozze fastose di Costanzo I Sforza con Camilla Marzano d'Aragona nel 1475.

Se mi sbaglio correggetemi. Alcuni individuano in questo dipinto di Giusto di Gand (1430ca-1480ca), conservato alla National Gallery di Londra, il suddetto Costanzo I Sforza di Pesaro:


La cosa può essere convincente, visto che il fiammingo lavorò alla decorazione del Palazzo ducale di Urbino, su invito di Federico da Montefeltro (cognato di Costanzo).

La linea pesarese, però, si estinse nell'arco di tre generazioni:



Giovanni Sforza (1466-1510), il maggiore dei figli naturali di Costanzo I, ereditò la Signoria.
Vedovo della prima moglie Margherita Gonzaga (1472-1490), sposò la giovanissima figlia del papa Alessandro VI, Lucrezia Borgia, ma, per motivi politici, il matrimonio fu annullato. Si sposò per la terza volta con Ginevra Tiepolo; purtroppo non fece in tempo a vedere il suo erede che nacque postumo!

Costanzo II Sforza (1510-1512), quarto signore di Pesaro della dinastia Sforza, essendo minore di età, fu nominato reggente suo zio Galeazzo, fratello di Giovanni. Il piccolo Costanzo però morì due anni dopo, rendendo erede della signoria suo zio. Papa Giulio II però decise di mantenere per sé il governo della città per cederla poi a suo nipote Francesco Maria della Rovere.
Costanzo II fu quindi l'ultimo Sforza a regnare sulla signoria di Pesaro.

La quadreria degli Sforza di Pesaro è andata perduta. Restano le monete:

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Nell'ordine: Alessandro (1408-1473), Costanzo I (1446-1483), Camilla Marzano d'Aragona (+1490), Giovanni (1466-1510).

Inoltre, secondo alcune interpretazioni, pare che attraverso le monete siano stati identificati Alessandro Sforza e il figlio Costanzo nella parete Nord (a destra della famiglia Gonzaga) della Camera Picta a Mantova:

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Alessandro Sforza (a sinistra della colonna) reca una missiva al marchese Ludovico che annuncia la malattia di suo fratello Francesco duca di Milano (morirà l'anno dopo l'inizio dell'affresco). A destra della colonna il figlio Costanzo.
Il personaggio al centro sarebbe Niccolò d'Este (1438-1476), nipote del marchese mantovano in quanto figlio di Lionello d'Este e Margherita Gonzaga (#entry520595955).

Ecco (forse) gli Sforza di Pesaro in primo piano:

image

Sempre secondo queste interpretazioni, altri Sforza sarebbero presenti a destra della famiglia Gonzaga:

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Sforza Secondo conte di Borgonovo (1433-1501) e Tristano Sforza (1424-1477), figli naturali di Francesco I e la nobile napoletana Giovanna Acquapendente.
Ci sarebbe anche Ludovico il Moro (1452-1508), ancor giovane:

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Manca Galeazzo Maria, forse perchè il Gonzaga non gli ha perdonato l'offesa fatta alle figlie Susanna e Dorotea, rifiutate in matrimonio per la tara ereditaria della cifosi.

Edited by elena45 - 27/3/2018, 18:40
 
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view post Posted on 22/4/2015, 16:57
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CITAZIONE (elena45 @ 20/4/2015, 10:55) 
Non mi voglio assolutamente giustificare per le altre imprecisioni, ma ti faccio presente che non sono una storica e le tue correzioni sono benvenute.

Cara Elena, spero fosse ben chiaro che non avevo niente da rimproverare a te, anzi!
Faccio un'aggiunta al mio discorso. Sbagliare è umano, lo facciamo tutti. Quando rileggo cose scritte un anno fa e più trovo sempre delle imprecisioni, delle incomprensioni, dovute ad una ricerca limitata. Me ne dispiaccio, ma accetto i miei limiti e penso sempre di poter migliorare al prossimo giro. Chi, invece, come la nostra signora, volutamente veicola informazioni sbagliate, seguendo logiche che logiche non sono, metodologie che di metodico non hanno nulla, secondo me fa un grande sgarbo a tutti i suoi possibili lettori, quale che sia il livello di preparazione in materia di questi ultimi (e anzi, sono soprattutto i lettori che non sono "nel campo" che devono essere tutelati). La divulgazione è una cosa importante e andrebbe sempre fatta con onestà di pensiero e solide basi di ricerca (francamente dubito che la tedesca ne abbia. Se davvero è in buona fede, allora è stupida).

Quanto al ritratto di Galeazzo Maria, i gigli sullo zupone sono di Francia e non di Firenze (questi ultimi sono rossi in campo d'argento, oltre che bottonati). Immagino gliene sia stato concesso l'uso da Luigi XI, dal momento che Galeazzo Maria aveva combattuto sullo schieramento francese contro Carlo il Temerario. Inoltre nel 1468 aveva sposato Bona di Savoia, cognata dal re, cresciuta alla corte francese. Trovo sulle guide degli Uffizi presenti su google un passo citato da una descrizione dell'ingresso di Galeazzo Mario e Bona a Firenze, il 13 marzo 1471, in cui viene detto che lo Sforza era «vestito d'uno broccato azzurro gigliato, a la divisa et arme francese, et simile madama».

Il ritratto di dama di Berlino nell'ultima mostra è stato datato prima, intorno ai primi anni Sessanta (se ricordo bene) per via del vestito (molto accollato sul davanti e scollato sulla schiena). Gli altri due ritratti di belle fanciulle (Poldi Pezzoli, Metropolitan) erano datati agli anni Settanta, mentre l'ultimo, la bruttina (Uffizi) mi pare fosse ai primi anni Ottanta. Se mi capita tra le mani il catalogo, controllo meglio e riporto cosa viene detto del ritratto di Berlino.
 
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view post Posted on 23/4/2015, 10:08
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CITAZIONE (*§Yue§* @ 22/4/2015, 17:57) 
Quanto al ritratto di Galeazzo Maria, i gigli sullo zupone sono di Francia e non di Firenze (questi ultimi sono rossi in campo d'argento, oltre che bottonati). Immagino gliene sia stato concesso l'uso da Luigi XI, dal momento che Galeazzo Maria aveva combattuto sullo schieramento francese contro Carlo il Temerario. Inoltre nel 1468 aveva sposato Bona di Savoia, cognata dal re, cresciuta alla corte francese.

E' vero! I gigli fiorentini sono diversi. Touché.
La tua supervisione è un toccasana per le mie incertezze, te lo assicuro. Sta' sereno.....
Comunque mi sto preparando per la mostra: il 9 maggio sarò a Milano.
 
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view post Posted on 1/5/2015, 10:40
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Ovviamente, per inquadrare meglio la storia dei Visconti, ho fatto le mie piccole ricerche genealogiche, anche sui rami secondari, ma non vi voglio tediare, state tranquilli.
Una sola notizia voglio darvi (anche se OT, e se la conoscete, scusatemi), notizia che mi ha molto meravigliato, data la fama dei Visconti:

San Carlo Borromeo (1538-1584) discendeva per via femminile dai Visconti: sua nonna era Veronica Visconti (1498-1519), figlia di Galeazzo Visconti Cosignore di Somma. Veronica aveva sposato, appena undicenne, Federico Borromeo, conte di Arona.

Sua cugina, Anna Visconti (+1544) era la mamma di Niccolò Sfondrati (1535-1591), Papa Gregorio XIV.

Questa parte della famiglia era, evidentemente, molto religiosa, perlomeno le donne.
 
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view post Posted on 13/5/2015, 11:30
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Ho visto la mostra "Visconti Sforza" a Palazzo Reale. Bellissima!

Sono rimasta un po' delusa, invece, da quella su Leonardo. Mancavano le opere più belle e più famose del maestro, o perchè intrasportabili o perchè gelosamente rifiutate.
Il Louvre, tutto sommato, è stato generoso. ha concesso il San Giovanni Battista (da svenimento), la Belle Ferroniere e la Piccola Annunciazione. Ovviamente la Gioconda e la Vergine delle rocce erano intrasportabili.
La Pinacoteca vaticana ha prestato senza batter ciglio il San Girolamo, mentre c'è stata una lunga trattativa, nientemeno, con la Pinacoteca ambrosiana, che solo alla fine ha concesso il Ritratto di musico.
Cracovia ha fatto spallucce per quanto riguarda La dama con l'ermellino (probabilmente l’unico dipinto di Leonardo appartenente ad un privato, il principe Adam Karol Czartoryski).
Mi spiace dirlo, ma il museo più "egoista" è stato gli Uffizi. Nonostante l'intervento del ministro, ha rifiutato l'Annunciazione, dichiarandola intrasportabile, laddove nel 2011 l'aveva concessa a Tokio.


Leonardo da Vinci - L'Annunciazione (98x217cm) - Galleria degli Uffizi .


Leonardo da Vinci - L'Annunciazione (16x60cm) - Louvre
L'audioguida dice:"Nonostante le piccole dimensioni, è mirabile la finezza del disegno etc....", ma la delusione rimane.

Leggi http://espresso.repubblica.it/plus/articol...-visto-1.205426
www.lavocedinewyork.com/La-dama-con...-Reale/d/11299/

Edited by elena45 - 13/5/2015, 18:01
 
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view post Posted on 13/5/2015, 13:57
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Se da un punto di vista divulgativo, la mostra di Leonardo è un po' deludente, dal punto di vista tecnico, secondo me è pregevole, perchè illustra il percorso formativo dell'artista e, attraverso i disegni, le fasi creative dell'opera pittorica o scultorea.
Ma bisogna essere preparati e procedere con molta attenzione nella visione delle opere esposte.
Può essere utile questo link: www.skiragrandimostre.it/leonardo/percorso-mostra.html
 
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28 replies since 18/4/2015, 09:10   4384 views
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