Maria Antonietta - Regina di Francia

Napoli spagnola, I Guevara e i d'Avalos

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elena45
view post Posted on 21/10/2016, 19:39 by: elena45
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Marie-Antoinette

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Come le dominazioni straniere sono passate sulla gente comune, a prezzo di guerre, morte e distruzioni, successive ricostruzioni e stratificazioni, anche le famiglie nobili di Napoli si sono alla fine adeguate al nuovo potere. Così i Caracciolo e i Carafa, di antica origine napoletana, i Pignatelli forse longobardi, i Sanseverino normanni, i de Balzo francesi, i Guevara e i d'Avalos spagnoli, etc. Senza contare i rami delle famiglie genovesi che approdarono a Napoli nel '500.

Tutti acclamarono l'avvento di Alfonso V d'Aragona sul trono di Napoli, dopo anni di guerre e distruzioni. Alfonso fece il suo ingresso trionfale nella capitale nel febbraio del 1443.
Con la nuova dinastia si determinarono l'incremento dei traffici e delle relazioni politiche, l'accentramento dei servizi presso la corte e l'accentuarsi degli scambi commerciali tra l'Italia meridionale e le regioni iberiche: la città venne dunque a trovarsi al centro di un vasto e vitale circuito mediterraneo.
Lo sviluppo edilizio della città si evince ancora una volta dalla famosa Tavola Strozzi che abbiamo citato per evidenziare le costruzioni angioine, In realtà, come già detto, essa rappresenta Napoli all'indomani della battaglia di Ischia del 1485 e delinea la situazione urbanistica napoletana in periodo aragonese.



A parte i tre castelli reali, Castenuovo, Castel Capuano e Castel dell'Ovo, la tavola evidenzia il ruolo fondamentale che ebbero gli Aragonesi nella riedificazione della cinta muraria della città lungo la costa.



Dopo i rifacimenti, le distruzioni, i bombardamenti dell'ultima guerra, è difficile ricostruire il percorso delle mura aragonesi. Oggi rimangono praticamente solo le porte, alcune molto belle e famose.

Di castelli dell'epoca ce ne sono tanti, reali e nobiliari, sparsi in tutto il meridione, spesso rifacimenti di nuclei antichi. Alcuni li abbiamo visti nei post precedenti.
Quanto all'edilizia urbana residenziale e religiosa, non voglio fare un depliant turistico, ma citare solo alcuni esempi significativi dal punto di vista storico generale:


Palazzo Diomede Carafa a via San Biagio dei Librai (www.napoliaragonese.it/il-palazzo-carafa/).
La famiglia Carafa, come la famiglia Caracciolo di cui probabilmente era una diramazione, occupò una posizione di rilievo nella Napoli angioina. Antonio Carafa (1373-1437), detto Malizia per la sua abilità diplomatica, vissuto all'epoca di Ladislao e Giovanna, parteggiò decisamente per la successione di Alfonso d'Aragona. L'ultimo dei suoi sette figli, Diomede Carafa della Stadera (1406ca-1487), cresciuto alla corte catalana, partecipò personalmente alla guerra di conquista ed entrò trionfalmente in Napoli con Alfonso. Diventato Conte di Maddaloni (e non solo), precettore del futuro re Ferrante, nel 1466 si fece costruire un grande palazzo di stile rinascimentale dove sistemò la sua collezione di antichità, la più ricca di Napoli a quell'epoca. Fu amico di Lorenzo il Magnifico, che gli regalò la testa di cavallo bronzea eseguita da Donatello oggi conservata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli. Fedelissimo fino alla fine, quasi ottantenne, si schierò con il re durante la Congiura dei baroni del 1485.
Sposò due nobildonne appartenenti ad altrettante famiglie egemoni del Regno: Maria Caracciolo Rossi (+1457) e, in seconde nozze, Sveva Sanseverino.
E' sepolto nel Cappellone Carafa di San Domenico Maggiore in un sepolcro marmoreo bellissimo, di Jacopo della Pila, Tommaso Malvito e Domenico Gagini

Diomede-carafa
(www.ilgiornaledellarte.com/articoli/2006/7/113375.html).


Chiesa del Gesù Nuovo, proprio di fronte alla Basilica di Santa Chiara di età angioina. Ha una storia incredibile, che riflette alcuni avvenimenti importantissimi.
In origine, nientemeno, era un palazzo nobiliare, costruito nel 1470 da Roberto Sanseverino (1430-1474), nominato da re Ferrante principe di Salerno per la sua partecipazione vittoriosa alla battaglia di Ischia, proprio quella celebrata nella Tavoli Strozzi.
Passato al figlio Antonello, gli fu confiscato dopo il fallimento tragico dell Congiura dei Baroni, nel 1485, contro lo stesso re Ferrante, di cui il principe si fece promotore (#entry598867253).
Antonello fuggì in Francia, il figlio Roberto ritornò a Napoli, fu perdonato e ridiede nuova vita al palazzo.
Ma i Sanseverino erano ribelli per natura al potere costituito e il nuovo principe Ferdinando, figlio del precedente, si oppose a Carlo V e fu esiliato, il palazzo confiscato e più tardi venduto ai Gesuiti che lo trasformarono in una chiesa!
All'interno, è l'esempio più bello di barocco a Napoli.

I due edifici suddetti sono coevi e caratterizzati dal bugnato della facciata: il primo, però, è fatto di tufo giallo e pietra grigia, in blocchi rettangolari alternati; il secondo, invece, da bugne di piperno a punta di diamante.
Sulla porta del palazzo Carafa sono intagliati i dodici scudi della famiglia.

Foto tratte da http://en.wikigogo.org/en/270996/

Un altro monumento evocativo e importante dal punto di vista storico:


Castello di Venosa (PZ). Fu costruito nel 1470 da Pirro del Balzo (1430-1491), duca d'Andria e di Venosa, che, sebbene di origine francese e di famiglia di fedeltà angioina, (#entry599450907), aveva sempre dato sostegno agli aragonesi, fino alla sua partecipazione decisiva nella vittoriosa battaglia di Otranto contro i Turchi. Ciò nonostante, alla fine Pirro si schierò contro il re Ferrante nella Congiura dei Baroni (con il fratello Angilberto duca di Nardò e i figli di lui): sarà arrestato, rinchiuso in Castelnuovo da cui non uscì vivo, i titoli decaduti, il castello di Venosa requisito e, pensate, finì nelle mani di Federico I, l'ultimo re aragonese che aveva sposato sua figlia Isabella (vedi post precedente).

Edited by elena45 - 18/7/2019, 15:17
 
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