Maria Antonietta - Regina di Francia

Napoli spagnola, I Guevara e i d'Avalos

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view post Posted on 24/10/2016, 09:36
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Marie-Antoinette

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Per la gioia di Yue ( se mi dà il suo assenso):


Francesco Laurana, o Domenico Gagini - Busto di Francesco II del Balzo, duca d'Andria (1410-1482), padre di Pirro, citato nel post precedente - Museo diocesano di Andria.
Francesco II partecipò alla riunione del primo Parlamento istituito da Alfonso d'Aragona; da Ferrante fu nominato Gran Connestabile del Regno e Presidente del Regio Consiglio.
Pensate: il "cugino" Giannantonio Orsini del Balzo, principe di Taranto e conte di Soleto, non contento delle sue sconfinate proprietà, tentò persino di scippargli Andria!
Francesco era un bravo politico, ma anche un uomo buono e pio, che dopo l'esercizio del potere, si ritirò in convento e morì in odore di santità. Il suo corpo mummificato è esposto nella Chiesa di San Domenico. Il busto marmoreo lo ritrae già anziano con la veste dei terziari domenicani ("Ne quid nimis" è l'antico motto oraziano ripreso dai frati) ed esprime la sua spiritualità.


Chiesa di San Domenico, Andria.
La contea di Andria, città templare, centro del potere svevo con Federico II (Castel del Monte è a due passi, due mogli dell'Imperatore sono sepolte nella Cattedrale) divenne la dote che la principessa Beatrice d'Angiò nel 1309 portò a Bertrando del Balzo. Beatrice fissò la sua residenza ad Andria, non sappiamo dove. Morì giovane e il marito si risposò con Margherita d'Aulnay.
La chiesa di San Domenico fu eretta nel 1398, dal figliastro, il Duca Francesco I (1332ca-1422), per volere di sua moglie Sveva Orsini.

Edited by elena45 - 2/11/2016, 11:35
 
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view post Posted on 25/10/2016, 23:22
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Marie-Antoinette

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A vederlo così sembra un palazzo neoclassico del '700:


E' Palazzo Petrucci, in Piazza San Domenico Maggiore a Napoli.
Invece a guardarlo bene scopri un portale del '400, simile a quello di Palazzo Diomede Carafa:



Che pena quei vasi vuoti sulla balconata, non solo per le piante che sono seccate, ma anche per il contrasto stridente tra i vasi di plastica e il marmo sottostante! Ma questo, purtroppo, è un vizio molto diffuso dalle mie parti.

I primi proprietari furono esponenti della famiglia Del Balzo, pare che fosse proprio quel Bertrando del Balzo conte di Andria (+1351) che nel 1309 sposò Beatrice d'Angiò (1295-1320), figlia di Carlo II.
In seguito, la proprietà passo alla famiglia Petrucci, e vi abitò Antonello, il famoso segretario del re Ferrante, che, nel 1485, rimase coinvolto nella Congiura dei Baroni. Fu proprio Antonello che fece realizzare il portale nel 1470.
Dopo la condanna a morte avvenuta per decapitazione, la famiglia fu costretta a vendere e il palazzo passò, di volta in volta a diversi proprietari. Questi si preoccuparono del restauro che modificò del tutto la struttura gotica della facciata, costruirono un altro piano, lasciando intatto solo il portale d’ingresso.
C'è anche un alone di mistero intorno a questo palazzo: nelle sue stanze si aggirerebbe il fantasma di Antonello e degli altri congiurati !!!
E giacchè di fronte c'è il Palazzo di Sangro, dove fu uccisa Maria d'Avalos con il suo amante Fabrizio Carafa, nella piazza si aggira anche il fantasma della bellissima principessa. Brividi!!!

Oggi Palazzo Petrucci è un ristorante ubicato nella vicina dependance, adiacente allo scalone d'ingresso della chiesa.
www.napoliaragonese.it/palazzo-petrucci/

Edited by elena45 - 22/10/2018, 19:15
 
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view post Posted on 27/10/2016, 13:58
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Marie-Antoinette

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Francesco I del Balzo eresse ad Andria il Palazzo ducale in forma di castello turrito.
Dopo che il ducato passò alla corona per il tradimento di Pirro, nel 1552, Andria fu acquistata da Fabrizio Carafa della Stadera (1515-1554), 3°conte di Ruvo che trasformò il palazzo in stile rinascimentale:


Palazzo ducale di Andria. Oggi è in declino, purtroppo.

Fabrizio apparteneva ad uno dei rami discendenti dai figli del famoso Antonio Carafa detto Malizia (1373-1437), abilissimo diplomatico degli ultimi re angioini, successivamente diventato il consigliere favorito di Alfonso d'Aragona. In particolare Fabrizio discendeva dal figlio secondogenito Francesco:

francesco-carafa-1412-1496-padre-del-cardinale
Francesco Carafa della Stadera (1412-1496), Capitano di Torre del Greco all'epoca del re Ferrante.

Fabrizio iniziò le pratiche per il riconoscimento del titolo ducale, ma morì prima della nomina, per cui il figlio Antonio (1541-1565) sarà il 1°duca d'Andria della famiglia. Costui però morirà giovanissimo, lasciando un solo erede, Fabrizio II (k1590) e nessuna traccia di sè.
Vincenzo Carafa, invece, fratello minore del duca Antonio, fu un valoroso combattente, partecipando a numerose battaglie contro i Tuchi. Ecco una sua splendida immagine:

13-Chiesa-SSS-sepolcro-Vincenzo-Carafa
Vincenzo Carafa della Stadera (1543-1611) fu nominato Priore d'Ungheria dell'Ordine Gerosolimitano, per la sua partecipazione alla battaglia di Lepanto (1571).
La statua, realizzata da Giovanni Domenico d'Auria, fa parte di un cenotafio ubicato nella Chiesa dei Santi Severino e Sossio, chiesa bellissima nel centro storico di Napoli, oggi purtroppo in condizioni di degrado.

Annunciazione-Carafa-CD
Annunciazione Carafa : il dipinto rappresenta il suddetto Vincenzo Carafa che ringrazia la Madonna per una sua miracolosa guarigione - Museo episcopale di Andria.

E' noto che il 2° duca d'Andria, Fabrizio Carafa (k1590), marito di Maria Maddalena Carafa di Stigliano e padre di sei figli, fu ucciso con la sua amante Maria d'Avalos dal marito di lei, Carlo Gesualdo.

Meno noto è che il secondo dei suoi figli, Vincenzo, divenne Generale dei Gesuiti:

Vincenzo-carafa-d-andria-generale-dei-gesuiti
Vincenzo Carafa d'Andria (1585-1649), generale dei Gesuiti.
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Giusto due secoli dopo, nel 1799 il 13° duca d'Andria, Ettore Carafa (1768-1799), nell'ambito dell Rivoluzione napoletana, attaccò la città, ma fu sconfitto dalla popolazione fedele al Re e trucidato. #entry524474902.
Nel 1806 gli eredi vendettero il Palazzo ducale alla famiglia Spagnoletti Zeuli.
I duchi Carafa possedevano ad Andria anche una villa in periferia, oggi trasformata in relais.
A Napoli sorgeva fin dal XV secolo l'omonimo palazzo nel centro storico dove si riunivano gli insorti del '99 attorno al duca Carafa:

800px-Palazzo-Carafa-d-Andria-a-San-Marcellino
Palazzo Carafa d'Andria, in Largo San Marcellino a Napoli, adiacente (li separa uno stretto vicolo) alla Chiesa di San Severino e San Sossio di cui sopra. Venduto anch'esso dal fratello di Ettore, Francesco 14° duca d'Andria, oggi è sede di una scuola.

Edited by elena45 - 14/11/2021, 15:53
 
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view post Posted on 29/10/2016, 14:09
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Principe / Principessa

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CITAZIONE (elena45 @ 21/10/2016, 12:27) 
Caro Jonathan, qualcuno fa confusione.

(IMG:http://i66.tinypic.com/1i1xlj.jpg)

Secondo questa copertina il busto policromo sarebbe di Isabella del Balzo (1468-1533), ultima regina di Napoli della dinastia aragonese, moglie di Federico I (1452-1504), legittimamente nota come Isabella d'Aragona.

L' Isabella d'Aragona del busto del Laurana è invece, secondo la versione ufficiale, la povera duchessa di Milano, figlia di Alfonso II di Napoli e Ippolita Maria Sforza, nata nel 1470 e morta nel 1524 come duchessa di Bari.

L'equivoco potrebbe essere nato in quanto pressochè coetanee, una figlia di Alfonso e l'altra cognata. Che ne pensi?

A quanto ne so nessuna delle due identificazioni è certa, perciò il busto viene usato per dare un volto più o meno a qualunque principessa napoletana di cui manchi un ritratto. Escludo che sia l'Aragona perché dai ritratti pare avere un profilo diverso, mentre proprio per via di quella copertina mi piace pensare sia la Del Balzo.
 
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view post Posted on 2/11/2016, 12:00
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Marie-Antoinette

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Presunto ritratto di Diomede Carafa della Stadera (1406ca-1487), un altro dei 10 figli di Malizia, capostipite dei Conti di Maddaloni.
Fedelissimo della dinastia aragonese, che abbiamo citato qualche post fa come costruttore dell'omonimo palazzo di Spaccanapoli.
www.napoliaragonese.it/diomede-cara...ante-del-regno/

Pupillo di Diomede, fu il Cardinale Oliviero, primogenito di suo fratello Francesco suddetto e di Maria Origlia.

Oliviero-carafa
Oliviero Carafa della Stadera (1430-1511) - Diocesi di Napoli.

Oliviero fu avviato alla carriera ecclesiastica proprio dallo zio Diomede e nel 1467, su pressione del re Ferrante, fu ordinato cardinale e fu un personaggio molto potente nella Roma papalina.
Oliviero fu un grande mecenate. A Roma commissionò a Filippino Lippi la decorazione della Cappella Carafa nella basilica di Santa Maria sopra Minerva.
A Napoli, nel 1497, fece costruire la Cappella del Succorpo di San Gennaro, nota anche questa come Cappella Carafa (un'altra è in San Domenico Maggiore), ancora oggi proprietà della famiglia. La cappella fu eretta per ricordare il ritorno delle spoglie di San Gennaro da Montevergine a Napoli.


Cappella Carafa al Duomo, o Cappella del Succorpo. La statua, di ambiente romano, ritrae il Gran Cardinale Oliviero che la fece costruire. - Duomo di Napoli.

Terzo dei sette figli di Francesco e di Maria Origlia, Oliviero nacque a Torre del Greco.
Nel 1509, ormai settantanovenne, Oliviero acquistò la contea di Ruvo di Puglia, passata poi al nipote Antonio, contea che, assieme al feudo di Andria, acquistato come già detto nel 1552, sarebbe rimasta dominio dei Carafa fino alla fine della feudalità nel 1806.
Invece la Castellania di Torre del Greco passò a Luigi Carafa di Stigliano nel 1574 e da questi finì nelle mani della famosa Anna Carafa, viceregina di Napoli (#entry529765368).

https://it.wikipedia.org/wiki/Oliviero_Carafa
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Nipote di Diomede (ma nel senso di nonno) fu Giovanni Pietro Carafa (1476-1559), figlio di suo figlio Giovanni Antonio, che fu eletto Papa con il nome di Paolo IV, un pontefice rigido e conservatore che potenziò la Santa Inquisizione e perseguitò ferocemente chiunque fosse in odore di eresia, compreso Michelangelo e Vittoria Colonna. Il popolo esasperato dopo la sua morte ne decapitò la statua.
Ma, ironia della sorte, il Cardinal nepote di turno, Carlo Carafa (1517-g1561), fu al centro di uno scandalo gravissimo: accusato di sodomia e corruzione fu processato e giustiziato dal Papa successivo, Pio IV, assieme al fratello Giovanni accusato di aver ucciso sua moglie (La duchessa di Paliano - Stendhal!).

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Papa Paolo IV (1476-1559) e il nipote Carlo (1517-g1561).

https://it.wikipedia.org/wiki/Papa_Paolo_IV / https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_Carafa_(cardinale)

Nonostante il suo rigore teologico, Paolo IV si circondò di parenti a cui diede cariche e titoli. Oltre a Carlo, furono eletti da lui altri tre Carafa al soglio cardinalizio. Per esempio:

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Alfonso Carafa (1541-1565) - Diocesi napoletana.

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Un altro figlio di Malizia, fratello di Diomede e Francesco suddetti, Gurello Carafa della Stadera (+1453), anche lui fedelissimo degli Aragonesi, fu il capostipite dei duchi di Nocera.

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Suo nipote Tiberio (+1527) acquistò la città nel 1521, all'epoca del Vicereame di Carlo V, per 50.000 ducati. Marito di Girolama Borgia (pronipote di Alessandro VI), restò duca fino al 1527, anno della sua morte e dimorò nel Castello angioino del Parco di Nocera (#entry599198788).
Il nuovo Palazzo ducale fu costruito da suo figlio Ferdinando I (o Ferrante), intorno al 1530.
Anche il Palazzo ducale di Nocera è stato ricostruito ex novo, nel XVIII secolo da Carlo III di Borbone. Pertanto preferisco postare una stampa antecedente:


Città di Nocera - Tratto da: Giovanbattista Pacichelli, "Il Regno di Napoli in prospettiva", Napoli 1703.
Il Palazzo Carafa è la grande costruzione rettangolare al centro. Invece, fatte le debite proporzioni e con tutta la modestia del caso, quella cerchiata in rosso, molto probabilmente è la mia casa.


Aert Mytens (Rinaldo Fiammingo) - Madonna del Rosario. I duchi, Alfonso Carafa (+1581) e la moglie Giovanna Castriota Scanderbeg, sono effigiati nella predella in fondo - Cattedrale di San Prisco a Nocera Inferiore
Alfonso e la moglie crearono un circolo di letterati e filosofi, come Bernardino Telesio che divenne precettore del figlio Ferdinando II.

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Sepolcro di Ferdinando II Carafa (+1593), IV duca di Nocera - Cappellone Carafa in San Domenico Maggiore, Napoli.
Partecipò anche lui alla battaglia di Lepanto al comando di 3000 fanti. Non solo uomo d'arme, fu anche un uomo colto e mecenate, amico di Torquato tasso. Fece costruire il palazzo napoletano Carafa di Nocera in via Medfina e, per il suo gusto dell'eccesso, lasciò molti debiti.
Il fratello Pompeo Carafa (+1623) fu nominato duca di Noia, dando origine a una discendenza che si è estinta alla fine dell'Ottocento.

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Francesco Maria Carafa (1580-1642), V duca di Nocera, nominato Vicerè d'Aragona e Vicerè di Navarra da Filippo IV di Spagna. Per contrasti con il "valido" Conte di Olivares, morì in prigione, nella Torre di Pinto, a Madrid.
Il ducato di Nocera si estingue nel 1648 con la morte del figlio, Francesco Maria II senza eredi. Nel 1660 passerà ai De Moura di Castelrodrigo per concessione di Filippo IV (#entry529748372).
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Il primo Duca di Maddaloni fu Diomede III (1520-1561), che portava il nome del grande trisavolo, ma non ebbe figli. Così il titolo, dopo un lungo contenzioso, passò ad un nipote (figlio della sorella del duca, Geronima, e del fratello di sua moglie Roberta, Fabio di Stgliano) e precisamente a Marzio I (+1607) che divenne il 2° duca, nonostante avesse ucciso sua madre e il suo convivente!
Si riscattò con la sua fedeltà alla corona spagnola e con la costruzione di edifici religiosi (convento dei Cappuccini a Maddaloni). Visto che il palazzo di Spaccanapoli era stato dato al ramo cadetto (futuri Colubrano), costruì una nuova dimora al quartiere Stella.
Passato alla storia per la sua vita turbolenta, Diomede V (1611-1670), detto Mustaccio, 5° duca di Maddaloni, coinvolto tra l'altro nella rivolta di Masaniello (1647), durate la quale fu ucciso il fratello Giuseppe (https://it.wikipedia.org/wiki/Diomede_V_Carafa) e il loro palazzo di Rione Stella devastato.


Micco Spadaro - Uccisione di Don Giuseppe Carafa durante la rivolta di Masaniello - Museo di San Martino.

Allora "Mustaccio", scampato all'eccidio, volle cambiare casa: nel 1656 (l'anno della peste), acquistò l'ex palazzo di Cesare d'Avalos in via Toledo (cedendo il proprio alla Stella, oggi Palazzo Sannicandro) e lo fece ristrutturare senza badare a spese dall'architetto Cosimo Fanzago in uno splendido stile barocco (https://ladyreading.forumfree.it/?t=73240528):


Palazzo Carafa di Maddaloni, facciata su via Toledo.
I Carafa negli anni ospitarono nomi illustri come Giovanni Battista Pergolesi che suonava nel salone delle feste, Giacomo Casanova, Giacomo del Po', il pittore Fedele Fischetti (alcune tele sono ancora conservate nel palazzo) e Cosimo Fanzago.

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Ingresso di Palazzo Maddaloni, che dà però su una piccola traversa interna di via Toledo (via Maddaloni).
Il palazzo, i cui esterni sono stati di recente restaurati, subì gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale e poi durante il terremoto del 1980. Oggi ospita un centinaio di famiglie e anche un bed & breakfast.


Il loggiato interno. Purtroppo questa meraviglia sarà rivenduta per debiti dal 10° duca, Marzio Domenico Carafa (1758-1829); la parte migliore andò al parente Francesco Saverio Carafa, 8° principe di Columbrano .

l palazzo appartenne ai Carafa di Maddaloni fino al 21 novembre 1806, quando Diomede Marzio Paceco Carafa, sovraccarico di debiti, fu costretto a vendere la proprietà. L'immobile venne diviso in quattro proprietari, oltre al principe Francesco Saverio Carafa di Columbrano che ottenne la Sala Maddaloni (quella della musica) ed ereditò anche i titoli.

Tra i beni trasmessi al 2° duca, c'era un edificio nelle campagne di Maddaloni, classificato nel '500 come "masseria fortificata con torrette di avvistamento". Anni dopo, il 6° duca, Marzio III (1645-1703) lo trasformava radicalmente in un lussuoso "casino di caccia" o "villa d'ozio", dove ospitava anche il Vicerè di Napoli, all'epoca Gaspar de Haro y Guzmàn, marchese del Carpio:


Casino ducale di Maddaloni. Oggi è un museo.
Il duca Marzio III e il fratello Marino, favorirono la ricostruzione di Cerreto Sannita distrutta dal terremoto del 1688 e in quell'occasione promossero la produzione e l'uso di ceramiche locali nei nuovi edifici, con uno stile dal gusto naturalistico, caratterizzato da un esuberante cromatismo.


Stemma Carafa della Stadera in ceramica cerretese - Chiostro di Palazzo Sant'Antonio, Cerreto Sannita.

A partire dal 1703 i cantieri avviati al Casino ducale da Marzio III furono completati dal figlio Carlo I Carafa (+1716), che, grazie al matrimonio con Carlotta Colonna, rafforzò ulteriormente la potenza della famiglia; anche quando il Regno di Napoli passò temporaneamente dalla corona spagnola a quella austriaca, il duca Carlo esercitò un ruolo di primissimo piano nella vita politica napoletana.


Stemma Carafa della Stadera dipinto sulla volta dell'androne del casino ducale (1710), commissionato dal duca Carlo I.
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Arrivati i Borboni con Carlo III, l’edificio conobbe il periodo di maggiore lustro e spesso ospitava il sovrano nelle sue frequenti battute di caccia.
Il duca dell'epoca era Marzio IV Carafa della Stadera , 8° duca di Maddaloni (1706-1748)
Appassionato di musica, come già suo nonno Marzio III, protettore di Alessandro Scarlatti, nel salone del piano nobile del palazzo napoletano, ospitava Giovanbattista Pergolesi, nominato maestro di cappella.

Il 10° Duca di Maddaloni, Domenico Marzio Carafa (1758-1829), fu travolto dai debiti. C'è da dire che era rimasto orfano a 7 anni: il padre Carlo II (1734-1765) era morto a 31 anni e sua madre, la bellissima Vittoria Guevara di Bovino (1738-1802), si era risposata con il duca Francesco d'Aquino di Caramanico, Vicerè di Sicilia. Si diceva che fosse il figlio adulterino della duchessa e di Giacomo Casanova, ospitato più volte a Palazzo Maddaloni! Diceria incongrua, perchè il povero giovane risultò impotente oltre che scialacquatore. Alla sua morte senza eredi, il titolo passò ai Principi di Colubrano, il ramo collaterale dei Maddaloni, proprietari, come già detto, dell'antico palazzo a Spaccanapoli. Ma anche questi si sono estinti alla fine dell'Ottocento.

Per orientarsi tra i vari rami dei Carafa della Stadera:



Come si evince dallo schema cinque sono i rami principali :
1) Duchi di Maddaloni e conti di Cerreto Sannita
2) Principi di Colubrano
3) Duchi d'Andria e conti di Ruvo
4) Principi di Stigliano
5) Duchi di Nocera.

Vivono a tutt'oggi solo i discendenti del terzo ramo: Riccardo Carafa, 20° duca d'Andria e 23° conte di Ruvo, nato nel 1935.

Tratto da http: www.genmarenostrum.com/pagine-lette...afa/carafa1.htm e link collegati.
https://gw.geneanet.org/frebault?lang=fr&m...PKiLwzMB7FLjxJw

Edited by elena45 - 25/12/2021, 20:15
 
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view post Posted on 3/11/2016, 09:37
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Marie-Antoinette

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Passando all'altra branca della casata, i Carafa della Spina, la leggenda vuole che durante un torneo i cavalieri Carafa che appartenevano a due rami diversi, per distinguersi uno dei due attaccò un tralcio spinoso sul suo scudo. In sintesi:


Gli stemmi di Carafa della Stadera e Carafa della Spina.

I Carafa della Spina sono i discendenti di Andrea Carafa, signore di Forlì del Sannio e Ciambellano di Giovanna I.


Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...fa-roccella.htm
https://gw.geneanet.org/frebault?lang=fr&m...PKiLwzMB7FLjxJw

Come si vede dallo schema i Carafa della Spina comprendono due rami principali:

1) Principi di Roccella
2) Conti di Santa Severina

I conti di Santa Severina (CZ), pur molto potenti, si estinsero subito.
Il contado di Santa Severina fu acquistato nel 1496 da Andrea Carafa della Spina (+1525), condottiero dell'esercito aragonese, in cambio di un'ingente somma di danaro offerta al re Ferrandino che si trovava in gravi difficoltà finanziarie.

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Andrea Carafa della Spina (+1526), conte di Santa Severina. Sposò Maria del Balzo dei duchi di Nardò (Congiura dei Baroni), ma non ebbe figli.

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Castello di Santa Severina (CZ). Risale a Roberto il Guiscardo, e fu ristrutturato per trasformarlo in residenza.
(Scusate, ma ancora un riferimento personale: sono cresciuta in questo borgo, tra i più belli d'Italia).

Fedelissimo di Carlo V, nel 1523 fino alla sua morte, fu uno dei suoi luogotenenti e poi Vicerè di Napoli. Ovviamente si costruì nella capitale una residenza adeguata:

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Palazzo Carafa di Santa Severina a Pizzofalcone.
E' l'edificio rosso in alto sulla collina, che più tardi entrerà a far parte di un grande presidio militare spagnolo.
Andrea è sepolto con il padre Galeotto nella Cappella di San Martino in San Domenico Maggiore.
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Il primo signore di Roccella fu Giacomo Carafa della Spina (+1489), comandante delle truppe napoletane durante la Congiura dei Baroni; in cambio ottenne il feudo calabrese e altri.
Per quanto riguarda le dimore dei Carafa di Roccella, bisogna citare innanzitutto il castello della cittadina omonima, sul litorale ionico calabrese:

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Castello Carafa di Roccella (paese del bergamotto sullo Ionio). Risale ai tempi degli Angioini e fu un valido baluardo contro i Saraceni. Oggi rimangono solo i ruderi.

I discendenti di Giacomo accumularono titoli e feudi fino al titolo di principe di Roccella Jonica ottenuto da Fabrizio I.

Fabrizio I Carafa (+1629), principe di Roccella Jonica. Sposò Giulia Tagliavia d'Aragona, figlia del Vicerè di Catalogna e Governatore di Milano (matrimonio importante che accrebbe il suo prestigio) da cui ebbe 7 figli. Istituì a Roccella un Priorato dell'Ordine di Malta che gli fece acquistare peso politico.
Nel 1595 comprò in Napoli un palazzo con giardino nella zona di San Domenico Maggiore, lo demolì e vi costruì la sua dimora.
Un palazzo grandissimo, commisurato alle esigenze di famiglie molto numerose.
https://books.google.it/books?id=ICyZDQAAQ...%20&f=false

Fabrizio I come già detto ebbe sette figli; suo figlio Girolamo dodici; suo nipote Fabrizio II nove. Molti di questi erano religiosi o Cavalieri di Malta, e alla fine la discendenza si esaurì con il 4° principe, Carlo Maria Carafa e Branciforte.

..
Gregorio Carafa (1615-1690), Gran Maestro dell'Ordine di Malta, già priore di Roccella; Carlo Carafa (1611-1690), Cardinale e già vescovo di Aversa; Fortunato Ilario Carafa (1631-1697), anche lui Cardinale e già vescovo di Aversa. Figli di Girolamo Carafa, 2° principe di Roccella, e Diana Vittori Borghese, nipote di Papa Paolo V. Ad essi si aggiungevano altri tre fratelli prelati (!) e uno stuolo di monache.

Carafa
Carlo Maria Carafa e Branciforte (1651-1695), figlio di Agata Branciforte (1614-1659) e Fabrizio II Carafa. IV principe di Roccella, ereditò dallo zio materno Giuseppe, morto senza eredi, i feudi e i rispettivi titoli di principe di Butera, marchese di Militello e conte di Mazzarino (#entry571125128).
Sposò con grande sfarzo la cugina Isabella d'Avalos; dal matrimonio nacque una sola figlia morta giovanissima. Per questo si aprì una lunga vertenza ereditaria.

Ecco la lussuosa residenza napoletana:

.
Palazzo Carafa di Roccella, Spaccanapoli occidentale (Via Benedetto Croce), costruito da Fabrizio I alla fine del '500.

.
Particolare dello stemma e dello spegnitorcia.
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Dopo una lunga vertenza con i d'Avalos, il principato di Roccella venne assegnato al ramo secondario dei Carafa duchi di Bruzzano, i cui discendenti sono ancora viventi.

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Francesco Solimena - Vincenzo III Carafa della Spina (1660-1726), duca di Bruzzano - Museo di San Domenico Maggiore.
Dopo un lungo contenzioso fu riconosciuto erede dei principi di Roccella, l'ultimo di epoca spagnola. Sposò la nobildonna Ippolita Cantemo Stuart:

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Francesco Solimena - Ippolita Cantelmo Stuart (1677-1754) - Museo di San Domenico Maggiore.
Figlia di Giuseppe Cantemo Stuart, duca di Popoli e principe di Pettorano (riconosciuto da Carlo II d'Inghilterra discendente dei Douglas scozzesi), ultima erede della famiglia assieme alla sorella Beatrice (www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/cantelmo.htm).
Dama coltissima nota anche come poetessa, promotrice di un famoso salotto letterario, amica di Giambattista Vico.
Il novello principe decise di acquistare, nel 1707, una vasta proprietà terriera, ai margini del centro storico, un giardino che scendeva fino al mare con cascina rurale annessa, e la moglie diede l'incarico all'architetto Luca Vecchioni, di scuola vanvitelliana, di ristrutturare la dimora trasformandola da casa di villeggiatura in lussuosa residenza.

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Palazzo Carafa di Roccella com'è oggi, sede del Museo di arte moderna di Napoli, il famoso PAN.
I Carafa di Roccella di questa linea sono sepolti in una cripta privata e segreta sotto la Basilica di San Domenico Maggiore (www.esserealtrove.it/contenuti/nap...fa-di-roccella/).

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Il principe Gennaro Carafa (1715-1767), l'unico figlio della coppia suddetta che raggiunse l'età adulta (e siamo in epoca borbonica), volle ricordare la figura della madre, aggiungendo al suo il cognome Cantelmo Stuart.
Massone, alchimista ed ermetista, legato al principe di Sansevero (la Cappella Carafa di Roccella è a due passi dalla Cappella Sansevero), si sposò due volte ed ebbe 9 figli: tra questi le due sorelle Carafa della Rivoluzione napoletana, le "madri della patria" che pagarono un altissimo prezzo per il loro impegno politico a favore della causa liberale (https://ladyreading.forumfree.it/?t=64665144).


Giulia Carafa della Spina, duchessa Serra di Cassano (1755-1841) / Maria Antonia Carafa (1763-1823), duchessa di Popoli.


Palazzo Carafa di Policastro. Entrò nel patrimonio del principe Gennaro con il secondo matrimonio: quello con la "cugina" Teresa Carafa di Policastro (1731-1804), duchessa di Forlì, madre delle due sorelle. (Notare il doppio stemma: al primo piano quello dei Caracciolo di Torella che acquistarono il palazzo nell'Ottocento).

Figlio di primo letto del principe Gennaro, fu Vincenzo IV (1739-1814), che sposò la principessa Livia Doria del Carretto. Eccola:


Donna Livia Doria Carafa di Roccella (1745-1779), cognata delle famose principesse "patriote", che però non ebbe modo di vivere la Rivoluzione, perchè morì di parto a soli 34 anni. Ebbe 8 figli, ma due soltanto sopravvissero, un solo maschio. Tanto bastò per continuare la casata, fino ai giorni nostri:
Gregorio Carafa della Spina (1945) è l'attuale principe di Roccella nonchè duca di Bruzzano (anche se ha due figlie femmine).

Edited by elena45 - 29/11/2021, 12:38
 
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view post Posted on 7/1/2017, 09:45
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Marie-Antoinette

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Nella Napoli spagnola dei Vicerè operavano ricchi finanzieri stranieri come Giovanni Vandeneynden, di origine olandese, che in breve riuscì a diventare uno dei personaggi più influenti e potenti nella società dell'epoca. Con la ricchezza riuscì ad ottenere anche un titolo nobiliare per il figlio Ferdinando che diventò marchese di Castelnuovo e potè sposare la nobildonna senese Olimpia Piccolomini.
Ferdinando Vandebeynden (+1674) era di salute cagionevole e per questo affidò all'architetto Bonaventura Presti la costruzione di una villa in una zona salubre:


Villa Belvedere, al Vomero.
La villa fu terminata appena un anno prima della morte del marchese e pervenne in dote alla figlia Caterina. Poi, nel 1717, in occasione della morte di quest’ultima, la sorella Elisabetta (1674-1743) ereditò il palazzo, che diventò Carafa di Belvedere, per il matrimonio con Carlo Carafa, principe di Belvedere (ramo cadetto dei Carafa della Stadera visti poc'anzi). L'aspetto attuale è frutto di successive ristrutturazioni.

Peraltro, Ferdinando aveva ereditato da suo padre questa meraviglia, capolavoro del barocco, nel centro storico della città:


Palazzo Zevallos , poi Colonna di Stigliano, alla via Toledo.
Il palazzo era stato costruito nel 1631 per volere di Giovanni Zevallos, un altro ricco finanziere di origine spagnola, su progetto dell'architetto Cosimo Fanzago (https://ladyreading.forumfree.it/?t=73240528).
Ma la sontuosa dimora andò quasi interamente distrutta per mano della plebe che, nel 1647, per ben due volte durante la rivolta di Masaniello, assalì il palazzo inferocita contro il proprietario. Giovanni Vandeneynden l'acquistò e la ristrutturò, arricchendola con molte opere d'arte.

Gli interni sono fantasmagorici


Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Zevallos

Questa magnificenza passerà alla nipote Giovanna, la figlia minore di Ferdinando, andata in sposa, nel 1688, al principe Giuliano Colonna.


Lo stemma con le insegne dei Colonna e dei Vandeneynden sul portale di palazzo Zevallos.

Giovanna-van-den-Eynde
Giuseppe Pascaletti - Giovanna Vandeneynden (+1716) -Museo Correale di Sorrento.

Giuliano-Colonna
Giuseppe Pascaletti - Giuliano Colonna (1671-1732), principe di Sonnino e Galatro - Museo Correale di Sorrento.
Giuliano era figlio di Filippo Colonna, signore di Sonnino (1642-1686), fratello cadetto del più noto Lorenzo Onofrio (#entry493644063), e di Clelia Cesarini (1655-1735).
Giovanna e Giuliano sono i capostipiti del ramo napoletano dei Colonna: i Colonna di Stigliano. Infatti, da quando era morto senza eredi l'ultimo erede di Anna Carafa, Nicola di Guzman nel 1689, il patrimonio gigantesco dei Carafa di Stigliano era passato al regio demanio, scatenando una lotta divisoria tremenda. Giuliano acquistò il feudo di Stigliano, in Basilicata.

In epoca borbonica il figlio dei suddetti, Ferdinando Colonna (1695-1775) fu nominato Cavallerizzo maggiore dal nuovo re Carlo III.
Ferdinando Colonna era un uomo colto e raffinato, con una particolare predilezione per la musica, passione che seppe coltivare da illuminato mecenate, accogliendo presso di sé i più importanti musicisti presenti a quel tempo in città, come Giovanbattista Pergolesi che diventerà il suo maestro di cappella (poi passerà poi a palazzo Maddaloni). In quell'epoca Napoli era davvero la capitale della musica.
Tratto da http://progettocultura.prod.h-art.it/it/pa...ura-del-palazzo


maria-luisa-caracciolo-di_Stigliano
Maria Luisa Caracciolo (1701-1766), una dei dodici figli di Carmine Nicola Caracciolo Pisquizi 5° principe di Santobono e moglie di Ferdinando. pensate che privilegio: passare dal Palazzo Santobono (#entry622648990) a Palazzo Zevallos.
Il salotto Colonna di Stigliano era il centro mondano di Napoli.

Ed ecco il primo dei sette figli di Ferdinando e Maria Luisa, ricco e potente Vicerè di Sicilia:

800px-Marcantonio-Colonna-di-Stigliano-III-principe-di-Sonnino
Giuseppe Pascaletti - Marcantonio Colonna di Stigliano (1724-1796) - Museo Correale di Sorrento.
Colonna era un fedelissimo di Ferdinando IV, tanto da essere inviato come Vicerè in Sicilia. Aveva sposato Giulia d'Avalos d'Aquino d'Aragona (1728-1802) che gli diede 9 figli. In suo onore il marito fece costruire il giardino di Villa Giulia a Palermo.
Ma, ironia della sorte, il più piccolo della stirpe, che si chiamava Giuliano come l'avo, ebbe l'ardire di partecipare alla Rivoluzione napoletana (il padre non assistette al "tradimento" perchè era già morto da qualche anno): Giuliano fu arrestato, decapitato, il palazzo incendiato dai sanfedisti (è la terza volta nella storia), la madre anziana morìrà poco dopo di dolore. Il palazzo sarà venduto quasi totalmente nel 1830 dalla vedova del principe Andrea, fratello di Giuliano, e dai suoi dieci figli. La principessa si chiamava Cecilia Ruffo ed era parente del cardinale Fabrizio, condottiero dei sanfedisti!!!
Sua figlia Giulia e suo figlio Marcantonio furono vicinissimi a Giuseppe Bonaparte: lei l'amante che gli diede due figli e lui suo scudiero !!!
Il figlio più piccolo, il conte Giuseppe Colonna di Stigliano (1807-1876) fu Senatore del Regno d'Italia e Sindaco di Napoli !!!

Cardinale_nicola_colonna
Cardinale Nicola Colonna di Stigliano (1730-1796), quarto dei sette figli di Ferdinando e Maria Luisa.

Nel 1885, a Parigi, due secoli dopo le nozze con la ricca ereditiera olandese, un altro matrimonio proficuo:

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Ferdinando Colonna (1858-1926), 7°principe di Stigliano (qui fotografato nel 1883 ad una festa in maschera), sposa un'ereditiera americana:

2h3r6fq
Evelyn Bryant-Mackay (1861-1919).

Per capire meglio:

Colonna-di-Stigliano

Tratto da www.genmarenostrum.com/pagine-lette...a-stigliano.htm
www.famiglienobilinapolitane.it/Gen...20Stigliano.htm

Come si vede dallo schema, i Colonna di Stigliano sono ancora viventi. L'attuale principe titolare di Stigliano è Prospero Colonna (1938). Pensate: è figlio di una fiorentina, Simonetta Torreggiani , e ha sposato un'irlandese, Frances Loftus.
Poichè ha due figlie femmine, l'erede del titolo è il nipote Stefano (1975).


Frances Loftus (1939), attuale principessa Colonna di Stigliano (fotografata con Elettra Marconi).

Edited by elena45 - 13/1/2022, 14:46
 
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milandro
view post Posted on 28/6/2017, 14:28




Interessantissime cose sulla mia Napoli lontana ma non dimenticata.

Mii chiedevo, nel leggerle, se l’illustre e dotta Donna Elena45 possa illuminarmi riguardo ai Milano d’Aragona che nella legenda familiare tramandatami da diverse fonti familiari potrebbero essere miei lontanissimi antenati anche se io mi chiamo solo Milano.

Ovviamente è molto probabile che la cosa NON sia vera, visto il fatto che questi furono “ di natali illustri, nobilissimi e perfetti da far invidia a Principi Reali” ( citando per celia il Principe de Curtis) ed invece il miei avi Amalfitani avevano delle origini molto più umili. Ma del resto, pure i Borgia che furono imparentati coi Milano d’Aragona e che sarebbero venuti da Xativa o Jativa, da dove venivano anche i Milan(o) d’Aragona, avevano un piccolo proprietario terriero ( definito come un buon uomo dedito all’agricoltura).

Ma come si dice, in ogni casa Reale c’è un contadino ed in quella di ogni contadino c’è un Re!, quindi la leggenda potrebbe essere addirittura vera.

Secondo mia nonna ( che era di un’altra famiglia) noi discenderemmo (condizionale d’obbligo) da Don Andrea Milano D’Aragona (D. André del Milan Y Aragó) la cosa era caldeggiata da i discendenti del fratellastro di mio nonno Nicola, Domenico, che pure era convinto di questo al punto da sfoggiare lo stemma dei Milano d’Aragona sulla porta a vetri di casa. Forse visto il fatto che era molto facoltoso, voleva così dare lustro a se ed i suoi, ma io mi sono sempre chiesto se questo fosse vero.

Dei Milano nobili si sa tanto ma non si sa se essi ebbero mai figli illegittimi che si stabilirono ad Amalfi o in Costiera Amalfitana e Sorrentina, dove di Milano ce ne sono tanti (ed è improbabile che fossero Milanesi!).

Che Lei sappia, ci sono legami tra la famiglia Milano d'Aragona ed Amalfi?
 
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view post Posted on 28/6/2017, 15:31
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Marie-Antoinette

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Caro amico, io non sono affatto dotta, ma semplicemente curiosa. E la mia curiosità ha modo di esercitarsi nel settore delle discendenze nobiliari, dove si trova abbastanza materiale, anche in rete.
Anch'io avrei trovato un legame antico della famiglia di mio marito con la casa d'Aragona, nel XIV secolo, attraverso Orlando d'Aragona, 1° barone di Avola (1296-1361), figlio illeggittimo di Federico III di Sicilia.

Per quanto riguarda i Milano, so che Auxia (+1464), figlio di Joan de Milà y Milà, IV barone di Massalaves, e di Catalina de Borja (sorella di Papa Callisto III), scese in Italia con Alfonso d'Aragona, futuro re di Napoli, e fu Signore di Gaeta.
Catalina de Borja era sorella della madre di Alessandro VI, quindi Auxia era nipote di un Papa e cugino di un altro. Per di più sposò Luisa d'Alagno, sorella di Lucrezia d'Alagno, amante dello stesso Re.
Il figlio di Auxia, Jacopo (+1505), ricevette il feudo di San Giorgio, in Calabria, sequestrato ai Sanseverino dopo la Congiura dei Baroni.
Il secondogenito Baldassarre (+1513) fu Primo Capitano del Re Federico I di Napoli, che gli concesse la facoltà di aggiungere al proprio il cognome Aragona.

Edited by elena45 - 2/7/2017, 14:55
 
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milandro
view post Posted on 28/6/2017, 16:08




Beh, chi sa le cose è persona sapiente e colta.

Io sono molto compiaciuto di imparare da chi sa.
 
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view post Posted on 28/6/2017, 16:21
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Marie-Antoinette

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La genealogia della casata napoletana è qui: www.genmarenostrum.com/pagine-lette...o_d_aragona.htm.
Il nipote del primo Baldassarre, suo omonimo, nel 1567 diventa Barone di San Giorgio.
Un Giovanni (1616-1667), nel 1637, sposa Placida di Franco Marchesa di Postiglione e aggiunge un terzo cognome, nonchè il titolo della moglie.
Il figlio Giacomo (1639-1693) vende Postiglione e appoggia il titolo sul feudo di Polistena.

Polistena_1701
Polistena (RC) in una incisione del 1701. Fu distrutta dal terremoto del 1783.

Un Giovandomenico, nel 1702, fu insignito del titolo di principe di Ardore; pochi anni dopo, divenne Grande di Spagna di prima classe, duca di San Paolo e e principe del Sacro Romano Impero. Eccolo:

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Giovandomenico Milano Franco d'Aragona (1675-1740). A Napoli il principe aveva un palazzo di proprietà a Spaccanapoli (ancora esistente sia pur rimaneggiato); nonostante ciò abitò a Santa Lucia, nel Palazzo d'Alessandro.
Anche l'unico figlio maschio, famoso clavicembalista dilettante, vi abitò per tutta la sua vita.
Tratto da https://books.google.it/books?id=DUXUCgAAQ...aragona&f=false

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Giacomo IV Milano Franco d'Aragona (1699-1780), II principe di Ardore, diplomatico e politico (fece parte del Consiglio di Reggenza quando Carlo III passò in Spagna), ma anche musicista. Sposò Enrichetta Caracciolo di Santobono, figlia del Vicerè del Perù.

Michele_Maria_Milano
Michele Maria Milano Franco d'Aragona (1778-1843), settimo figlio del III principe di Ardore (che di figli ne ebbe 14), partecipò alla Repubblica Napoletana. Per fortuna se la cavò solo con due anni di carcere. Fu Ciambellano di Giuseppe Bonaparte e nel 1830 scrisse un'operetta sulla parentela che legava la sua famiglia ai Borgia (https://polistena.wordpress.com/info/scien...ario-giacobino/).

La linea primogenita si estinse con Giuseppe (1852-1911), VII principe di Ardore, che non ebbe figli. Il titolo di Principe di Ardore passò per successione femminile al duca Nicola Riario Sforza (1866-1940), figlio della sorella Giulia, assieme a un vasto feudo ricadente nei comuni di Polistena, Galatro, etc, in provincia di Reggio Calabria, ai piedi dell'Aspromonte (i discendenti sono viventi e gestiscono un'azienda agricola). Il titolo di principe del S.R.I. passò alla linea secondogenita.

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Il duca Nicola Riario Sforza (1866-1940) raccolse l'eredità della casata Milano. Anche un suo antenato, Giuseppe Riario Sforza (1778-1799), partecipò alla Rivoluzione del '99 (#entry568173642).
Tratto da www.riariosforza.it/chi_siamo.html

La linea secondogenita partiva dal fratello maggiore di Michele Maria (il secondo dei 14), Don Francesco Maria (1765-1838), che, come successe in molte famiglie, si schierò con i Borboni; la linea è ancora fiorente e passa per il principe Don Pietro:

Pietro_Milano_Franco_D_Aragona
Pietro Milano Franco d'Aragona(1853-1942), principe del S.R.I., illustre magistrato e Senatore del Regno d'Italia.

Altre notizie sono qui: www.nobili-napoletani.it/Milano.htm

Ma non trovo tracce di questo Don Andrea.

Edited by elena45 - 16/7/2017, 19:56
 
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milandro
view post Posted on 28/6/2017, 17:02




Grazie, Donna Elena, molto gentile ma questi riferimenti li avevo trovate anch’io in tanti anni di ricerche.

D. (on) Andre Milano d’Aragona sarebbe (nella sua genealogia) il quarto, figlio di Pedro del Milá ( Milan-Milano) nipote di Ramon (Raimondo) e pronipote di Goffredo (Jofre) in realtà altre genealogie sostituiscono Arnulfo a Goffredo ma sono tutte riferite a tempi bui ed incerti.

La stessa famiglia Milano nobile non sa con certezza bene a questo proposito e parla di un “ Baronel Milan” senza sapere bene chi fosse.

A questo proposito c’è poi sempre il commento di Enrico Milano, Romano , fratello del famoso storico Attilio, che diceva che si trattava di Ben Aron El Milan e non di Baronel Milan.

Ma i Milano Ebrei di Roma hanno (dicono) tutta un’altra origine.

La cosa che i Milano nobili fossero Ebrei non sarebbe tanto straordinaria se fosse vero che i Borgia pure fossero Ebrei (Come diceva Giuliano della Rovere, Giulio II) di Callisto III e Alessandro VI. I Borgia erano molto imparentati coi Milano che erano Aragonesi come loro.

Io, in particolare, mi chiedevo come mai i miei Milano Amalfitani avessero propagato tra noi discendenti il mito familiare della discendenza da Don Andrea Milano d’Aragona... Ma è una storia lunga da appurare. Grazie comunque.
 
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view post Posted on 28/6/2017, 17:35
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Marie-Antoinette

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Se ho capito bene, questo Andrea de Milà sarebbe antecedente alla discesa in Italia e sarebbe il bisnonno di Auxia. L'ho trovato qui: www.geni.com/people/Andr%C3%A9s-de...000029281346180.

Forse mi sbaglio, ma i Milano ebrei rientrano nella storia delle famiglie giudaiche che hanno nomi di città e regione (?). Anch'io, che mi chiamo Toscano, ho sempre sospettato di appartenere a questa stirpe.

Sui Milano d'Amalfi resta il mistero.
 
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milandro
view post Posted on 28/6/2017, 17:48




Esatto, propio lui...

In realtà non so come mai venisse nominato solo lui come capostipite ( e non i suoi antecedenti) ma è certo che se fosse lui uno dei miei avi allora sarei imparentato con la nobiltà di mezz’Europa.

Ma la cosa, devo dire m’interessa più sotto il profilo storico che per qualsiasi attribuirsi patenti che non ho ed alle quali comunque non avrei alcun diritto.

A me in particolare interessa sapere come i Milano di Amalfi ci siano arrivati e se essi avessero veramente degli antecedenti Spagnoli come si dice da noi in famiglia.

La traccia parallela che seguo poi da anni è quella della famigli Milano di origine Ebraica nei secoli. Il motivo è che anche quella è una cosa che si tramanda( l’origine Ebraica) ma alla quale si danno spiegazioni altrettanto vaghe ed incerte che per quella nobiliare.

Sono esistiti moltissimi Ebrei che si chiamavano (In Spagna o Francia or luoghi collegati come L’Olanda, L’Inghilterra, La Germania) Milan, El Milano Milano, El Milano.

I iMilano Ebrei si chiamavano così molto prima di arrivare in Italia, ma quelli di Roma dicono di discendere da un Ebreo di Fondi che si chiamava Elia Capone e che a causa dei suoi frequenti viaggi a Milano fosse detto il Milano... ma appunto ci sono molti Ebrei che si chiamano così in Spagna Francia e tantissimi altri posti (non voglio annoiarla con tutto quello che ho raccolto a proposito negli anni).

La strada è lunga ma ogni lungo viaggio comincia coi primi passi ma quelli li ho mossi molti anni fa e il cammino davanti sembra sempre più lungo.

Grazie dell’aiuto!
 
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milandro
view post Posted on 29/6/2017, 07:53




Devo dire che la cosa che m’interessa di più è quella di capire come in tutto il Sud Italia ci siano dei Milano che ovviamente non possono tutti discendere da orde di Milanesi che si siano mossi da Milano per arrivare fino in Sicilia , sebbene il regno delle due Sicilie fosse molto più fiorente del Nord Italiano all’epoca di questa improbabile calata dal Nord verso il Sud.

Ovviamente la traccia nobiliare ha un suo fascino, specie perché i Milano d’Aragona sono veramente dei protagonisti a moltissimi livelli della storia Europea, il ramo Spagnolo e Catalano, per esempio, esiste ancora ed è fiorentissimo. Quello Italiano ha pochi membri ma sopravvive.


Ma in realtà appurare “ the Spanish connection” della famiglia Milano non nobile potrebbe gettare luce sul fatto che questi nobili fossero solo la punta di una famiglia di, forse, Judeoconversos (in Italiano Giudaizzanti or Cripto-Ebrei o in Ebraico Anusim ) che si diffuse dalla Spagna verso molti paesi del mondo.

Al contrario di molti altri cognomi Ebraici che si riferiscono a nomi di città però, il cognome Milano esiste in questo contesto Ebraico per un motivo diverso.


La presenza già medievale di molti Milano Ebrei sia in Spagna che in Francia ed il fatto che Milan-Milano significhi in entrambe le lingue , il Nibbio, un uccello da preda, e che diverse cittadine si chiamino el Milà o Milano in Spagna, ci deve far pensare all’ipotesi che questi Milano Iberici si mossero da quell’area e popolarono poi il Regno delle due Sicilie.

Un’altra traccia poi potrebbe appunto connettere Amalfi con uno dei possedimenti originari dei Milano d’Aragona, la città di Jativa-Xativa.

I Milano d’Amalfi furono sicuramente coinvolti nell’industria cartaria (La cartiera Milano è il museo della carta di Amalfi ) ) ma la carta fu diffusa dagli Arabi e dagli Ebrei in Europa e pochi anni prima dell’inizio della storia cartaria di Amalfi (la cui carta bambagina era d’importanza fondamentale visto l’uso abbondante che se ne faceva al tempo, al punto che dovette esser perfino proibita da Federico II ) l’industria cartaria si sviluppò in Spagna proprio a Xativa-Jativa dove gli Arabi la portarono.


Quindi, la mia ipotesi, tutta da provare, è che i Milano di Xativa-Jativa (alcuni dei quali divennero i Milano d’Aragona) possano aver viaggiato verso Amalfi seguendo la traccia della produzione cartaria e l’avessero (ma certamente non iniziata) continuata colà.

Ma appunto è tutto da provare e ricercare.

Grazie per la collaborazione.
 
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50 replies since 24/7/2016, 08:59   12475 views
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